Testi scelti
Home Storia dello stile Programma di studio Lezioni Foto Collegamenti Emilio Suergiu Novità Testi scelti

 

 

 

 

 

Questa pagina contiene testi scelti e tradotti da me,

 quando ancora a mio modesto avviso non esistevano 

libri degni di nota in lingua italiana.

Quando possibile ho lasciato il nome di chi veramente 

aveva a suo tempo redatto il testo,

e mi scuso per avere alcune volte accorciato dei passaggi..

Taijiquan - le tre dimensioni

di Emilio Suergiu

La boxe con le ombre come alcuni chiamano il Taijiquan ( o Tai chi chuan ), ha avuto negli ultimi anni una ascesa che ha quasi dell'incredibile. Il Tajiquan veniva offerto come possibile alternativa per ogni tipo di disciplina salutistica. Chiaramente disperdendo la maggior parte di quello che la disciplina può offrire veramente. Solo da pochi anni è nuovamente possibile sia in Cina che in Europa ottenere dell'insegnamento qualificato.

Non esenti da colpa sono i cinesi stessi, che mossi da frenesia globalizzatrice, hanno promosso un Taijiquan semplificato( Forma di Pechino 24), spingendo solo la parte movimento e salute. Anche se per i maestri che avevano codificato questa forma corta, essa sarebbe dovuta servire per facilitare l'entrate nel complesso mondo delle arti marziali interne.

Nel Taijiquan originario troviamo tre dimensioni essenziali

In primo luogo troviamo l'aspetto meditativo. Storicamente questa è indubbiamente la parte più antica. Forme di movimento e guida del respiro erano presenti già in epoca precristiana. In tombe datate ca due secoli prima di cristo, sono state trovate pergamene con disegni di esercizi ginnici che assomigliano molto a movimenti del Taijiquan. Questi esercizi hanno avuto e hanno tuttora grande influenza nelle tecniche meditative sia taoiste che del buddismo chan(zen).Dunque non meravigliamoci delle leggende che narrano la nascita del Taijiquan mediante apporto del famoso monaco errante Zhang San Feng

Si passa poi alla parte marziale. Spesso l'efficacia del Taijiquan nel suo aspetto marziale viene poco riconosciuta. Anche se l'allenamento di base viene eseguito lentamente, viene da se che in applicazione il tutto si svolge a velocità reale. Per chi volesse approfondire le ricerche consiglio di ricercare e leggere le cronache della Famiglia Chen. La boxe della famiglia Chen aveva un'ottima reputazione ,però era poco diffusa. Alla sua divulgazione ci pensarono prima diversi studenti esterni creando poi le loro scuole di Taijiquan (Yang, le due scuole Wu, Sun),e poi grandi combattenti come Chen Fa Ke insegnando a Pechino. Dopo il grande freddo della rivoluzione culturale, il governo cinese ha ripreso in mano la divulgazione delle arti marziali, riattivando i maestri ancora in vita o i loro diretti discendenti.

A questo punto si è incominciato a propagandare la parte salutistica. Come citavo prima un comitato statale creò una forma semplificata, detta di Pechino o 24, che avrebbe dovuto permettere a tutti anziani compresi di praticare Taijiquan. In poco tempo si è creato un movimento di massa gestito dallo stato. Ci si anche accorti da ca. 10 anni, che con le arti marziali ed il Taijiquan, forse si potrebbe trovare uno spazio alle olimpiadi e dunque avere una vetrina planetaria. Anche se per molti maestri questo è un bene, altri guardano a tutto questo con sentimenti e sensazioni contrastanti.

E non si può parlare di salute, se non si parla degli esercizi per il potenziamento e sviluppo energetico. Diversi sono gli esercizi parte integrante delle discipline marziali, e si lasciano malamente scorporare dal contesto. Per i cinesi il Qi Gong (energia lavoro) è parte integrante di diverse discipline della vita, che spaziano dalla medicina alla calligrafia sino a giungere ad architettura e molto altro ancora.

In occidente non ci sono discipline molto simile, azzardando un paragone potremo forse citare il training autogeno.

* * *

Zhuanggong: L'arte della meditazione in piedi

di Roberto Vignali

(trascritto da Emilio Suergiu)

Per quanto la meditazione in piedi sia diffusa attraverso metodi anche molto diversi tra loro, l'esercizio zhuanggong è considerato fondamentale da molte scuole di arti marziali e viene utilizzato come lavoro specifico sulla postura. Esso ha come obiettivo quello di far scendere il qi nel dantien (punto localizzato all'interno della zona addominale a pochi centimetri sotto l'ombelico, spostato di circa 3/7 verso l'interno.) e nelle gambe per renderle più stabili. L'esercizio zhuanggong è conosciuto dai praticanti di qi gong anche come wujizhuanggong, dove il termine wuji (senza forma) è lo stato che precede l'inizio del Taijiquan. Nello stile Chen, l'esecuzione delle forme tradizionali è preceduta da quella che il maestro Chen Xiao Wang (19° generazione) chiama preparazione della forma e che coincide con lo stato wuji, stato in cui viene enfatizzata l'unione della mente (yi) e dell'energia interna (qi). Lo sviluppo didattico dello studio zhuanggong ha inizio con la ricerca del vuoto mentale (xin jin), quando questo è raggiunto allora si procede con il rilassamento del corpo.

 

 

 

 

Come praticare l'esercizio zhuanggong secondo l'insegnamento del maestro Chen Xiao Wang:

 

Nella posizione di partenza (Yubeishi) il corpo è naturalmente diritto e rilassato. I piedi sono paralleli ad una distanza pari alla larghezza delle spalle. Le ginocchia leggermente piegate con le braccia e le mani lasciate libere lungo i fianchi. La testa e la schiena sono dritte con il mento leggermente richiamato verso l'interno. Gli occhi e la bocca sono chiusi, le spalle rilassate come pure il busto che assume una posizione un poco rientrante. La schiena é eretta ed il bacino aperto e ben bilanciato. La respirazione viene eseguita attraverso le narici in maniera sottile e profonda con la lingua che tocca l'arcata superiore dei denti vicino al palato, favorendo in tal modo la discesa del respiro nel dantien.

Durante l'esercizio la mente è utilizzata come una grande lente attraverso cui osservare e percepire ogni singola parte, ogni sensazione, cosi da permettere al corpo di mantenere una postura corretta e naturale. Sono possibili varianti in cui l'apertura dei piedi può essere più o meno ampia a seconda dalla posizione assunta e le mani possono essere sollevate a diverse altezze secondo le capacità e alle caratteristiche individuali. Quando ci si avvicina alla pratica zhuanggong è consigliabile assumere una postura in cui i piedi abbiano la stessa larghezza delle spalle e delle mani, ad un'altezza non troppo oltre la zona addominale. Le mani salgono lentamente, i palmi rivolti verso il corpo con i gomiti rilassati e le ginocchia leggermente flesse, in modo che il corpo possa scendere verticalmente in una posizione stabile ed eretta. Nel caso in cui la posizione risulti più profonda, con le cosce parallele al terreno, tra il busto e le gambe deve essere mantenuto un angolo di novanta gradi per permettere alla schiena di rimanere dritta.

Dopo che la mente è divenuta "tranquilla" ed il corpo rilassato si utilizza la propria attenzione (yi nian) solamente per ascoltare le sensazioni interne ed i cambiamenti del dantien. Per calmare la mente e renderla più ferma è consigliabile concentrarsi sul ciclo del respiro seguendo costantemente la fase inspiratoria e quella espiratoria ed il conseguente sollevarsi ed abbassarsi della zona addominale. Lentamente, attraverso la guida del pensiero, la nostra parte intima raggiunge uno stato do calma e di equilibrio profondo definito" incatenare la scimmia delle emozioni o legare il cavallo dell'intelletto". Un ulteriore consiglio consiste nel portare l'ascolto, uditivo e mentale, nella parte posteriore del corpo, ciò consente al qi di poter scendere con maggiore facilità nel dantien.

Dopo essere rimasti immobili per un tempo prolungato (5 - 30 min.) si esegue la chiusura riportando lentamente le mani lungo i fianchi per ritornare nella posizione di partenza yubeishi. Nella stessa situazione il palmo della mano sinistra viene portato a contatto con la zona addominale mentre quello destro ne copre il dorso allineando i punto laogong, al centro delle mani, con il dantien. In questa posizione si eseguono alcuni cicli di respirazione e successivamente le mani vengono fatte ruotare intorno al dantien producendo un massaggio profondo. La rotazione delle mani viene eseguita sia in senso orario sia antiorario per un numero superiore alle trenta volte. Il ritmo è lento e regolare ed il corpo è libero di "fluire" insieme alla rotazione delle mani. Durante questa esecuzione è bene visualizzare l'interno della zona addominale e contemporaneamente il movimento circolare delle mani. Attraverso questa pratica la percezione del nostro centro e di tutta la parte interna diventa più manifesta e si unisce al movimento esterno creando un ottimo bilanciamento tra lavoro interno e lavoro esterno. Al termine del massaggio le mani vengono riportate gradualmente lungo i fianchi ed a questo punto l'armonia creatasi tra mente e corpo è ideale per dare inizio alla pratica del Taijiquan.

*****

I sei stadi d'allenamento

di Emilio Suergiu

L'allenamento per il Taijiquan dello stile Chen viene in linea di massima diviso in sei stadi, che vengono applicati in modo diverso a seconda delle caratteristiche di ogni persona. Dunque non devono essere intesi in modo rigido e definito.

Imparare la forma ( xue jiazi )

Questo stadio include esercizi di Chanssu Gong (Reeling Silk), posture di base, impostazioni delle mani, lavoro di gambe, ed infine studio della forma

Correggere la forma (zheng jiazi )

In questo stadio viene enfatizzato lo studio di ogni movimento-postura, e gli errori vistosi nella forma vengono corretti.

Aggiustare la forma (nie jiazi )

Meticolosa cura viene posta ora nel controllo della forma finale di ogni movimento, lo studente viene posto nella condizione di dovere-potere mantenere staticamente per un certo periodo di tempo( a seconda della condizione fisica dello studente) ogni singola posizione definita.

Fare fluire la forma (shun jiazi )

Ora lo studente deve cercare di collegare in modo fluido le posture ed i movimenti studiati precedentemente. Inserendo nel limite delle possibilità respirazione ed energia interna.

Applicare la forma (chai jiazi )

Questo stadio enfatizza l'applicazione marziale di ogni movimento. Lo studente studia come applicare le tecniche in combattimento adattandole alle mutevoli situazioni. Lo studente dedica molto tempo alla spinta con le mani ( pushing hands), ed inizia il lavoro di combattimento libero(free sparring).

                Stabilizzare la forma (ding jiazi )

Lo stadio finale unisce in armonia tutto lo studio precedente, ora avendo costruito una solida base, ogni praticante definisce il suo lavoro futuro .

*****

L’energia zhansijin – il cuore del taiji Chen

di Roberto Vignali

(trascritto da Emilio Suergiu)

L’insieme degli esercizi zhansijin ( esercizi del bozzolo di seta ) ed il lavoro sulla postura zhunggong ( posizione del palo ) costituiscono la base del taijiquan della famiglia Chen. Gli scriti antichi riferiscono che non vi è movimento del taijiquan senza il coinvolgimento del qi del zhansijin e che tale energia fuoriesce dai reni diffondendosi in tutto il corpo. Il qi si propaga in ogni cellula penetrando ogni nervo e ogni organo, migliorando la circolazione del sangue, il sistema digestivo, e il metabolismo nel suo complesso.

La forte tradizione mantenuta da questo stile ha permesso alla pratica zhansijin di giungere sino a noi consentendoci di cogliere l’essenza del taijiquan attraverso metodi rimasti inalterati nel tempo.generalmente coloro che studiano il taijiquan ritengono che la ripetizione delle sole forme sia sufficiente per assimilare i principi interni alla disciplina, senza averli prima sperimentati entro tecniche separate.Questo atteggiamento, oltre a rendere più difficile le comprensione di questa antica arte, determina un rallentamento nei processi di apprendimento.Per migliorare il proprio livello è inevitabile rivisitare le tecniche separandole tra loro in modo da poterne cogliere il più piccolo aspetto.Se l’obiettivo è quello di conseguire la forza delle arti marziali interne gli esercizi del bozzolo di seta rappresentano una vera e propria scorciatoia per raggiungere la meta.Secondo il Maestro Chen Xiao Wang (rappresentante della diciannovesima generazione della famiglia Chen) lo sviluppo energetico interno alla pratica del taijiquan può essere raggiunto con maggiore facilità se si adottano gli esercizi zhansijin come metodo di base del proprio studio." Essi ", dice Chen " sono essenziali sia per l’aspetto salutare che per quello marziale e conducono all’unificazione del corpo e dell’energia che lo attraversa con il dantien rinforzando ogni singola parte fisica.Tra le funzioni della pratica taiji, fondamentale è lo sviluppo dell’energia zhansijin per rendere il corpo forte e fluido".I vantaggi derivanti dall’allenamento zhansijin sono molteplici, in primo luogo essi costituiscono i movimenti essenziali interni alle forme e rappresentano un sostegno effettivo nella ricerca e nello sviluppo della forza interna.La loro petizione accompagno inoltre l’individuo nell’acquisizione del rilassamento e nella sensibilizzazione del corpo e delle sue dinamiche.Sperimentare i principi del taijiquan attraverso i movimenti essenziali, condensati e semplificati dagli esercizi zhansijin, riduce i tempi di comprensione e facilita lo studente nell’accrescimento della propria conoscenza. Chen Xiao Wang ha definito la pratica dell’energia zhansijin semplice e complessa al tempo stesso,sottolineando che il suo nome prende origine dai movimenti del baco quando produce la seta." La forza interna prodotta dagli esercizi del bozzolo è il frutto di un lavoro sottile ed equilibrato in cui l’energia mentale guida e controlla il movimento sviluppando energia interna e forza fisica".Nell’esecuzione di tali esercizi egli paragona la spirale interna del movimento all’azione di un asciugamano quando viene ritorto per spremere fuori l’acqua,allo stesso modo è come se il corpo torcesse se stesso per sviluppare e rilasciare energia dal proprio centro.Le zone e i punti di maggior coinvolgimento nell’attività zhansijin sono il dantien (localizzato all’interno della zona addominale), il migmen (localizzato lungo la spina dorsale dietro l’ombelico), la zona della cintura, della schiena, delle spalle, delle braccia, delle mani, delle anche, delle ginocchia e dei piedi.Nello sviluppo della pratica l’interazione delle parti fisiche descritte segue un processo perfettamente coordinato." Nella parte superiore del corpo la spirale della cintura crea la spirale delle spalle, dei gomiti e dei polsi, mentre in quella inferiore, crea la spirale delle anche delle ginocchia e delle caviglie".I principi interni al movimento, sottolinea il maestro Chen, sono tre:il primo è determinato dalla proiezione del corpo che determina la spirale,il secondo consiste nell’estensione antero-posteriore del corpo, il terzo è definito dall’unione della spirale con la flessione antero-posteriore della spina dorsale.Nella maggioranza dei casi gli assi che intersecano il dantien, nell’applicazione dei principi esposti, sono due ma indipendentemente dal numero e dagli assi interessati ciò che è fondamentale è la connessione delle varie parti fisiche cosicché nel momento in cui una parte si muove l’intero corpo si sta muovendo.La meccanica di tale pratica,aggiunge,coinvolge l’utilizzo della mente, della cintura, del dantien e del qi (energia interna).Non è facile separare lo sviluppo dell’azione, nell’istante in cui la mente si muove determina le azioni successive e in questa progressione è difficile poter differenziare il movimento.Quando la cintura si muove permette al dantien di muoversi e a sua volta coinvolge il corpo intero.Tutto ciò avviene in assenza di sforzo muscolare, se si dovesse determinare una contrazione l’energia risulterebbe bloccata.Nel momento in cui la più piccola parte del corpo si sta muovendo,dice il maestro,l’intero corpo si muove e ognuna di queste parti è direttamente connessa con il dantien, per questo è importante che esso rimanga rilassato.

Per praticare correttamente bisogna prima comprendere i principi; all’inizio nessuno si muove correttamente ed è solo attraverso la comprensione che gradualmente possiamo migliorare.Un errore comune,tra coloro che praticano lo stile Chen,è quello di enfatizzare i movimenti attraverso dinamiche spesso eccessive, come pure l’esagerata ripetizione di piccoli cerchi nell’esecuzione della forma. I movimenti eccessivi conducono alla separazione delle varie parti del corpo e questo non è corretto, come pure non è corretto eseguire una grande quantità di evoluzioni se non vi corrisponde l’effettiva capacità di mantenere il controllo energetico interno.Coloro che studiano il taijiquan,prosegue,possono essere divisi in due categorie;la prima conosce i principi ma non è ancora in grado di eseguirli correttamente;la seconda pensa di conoscerli ma ciò non è vero." Il rimedio agli errori della prima categoria è legata al tempo e allo studio,si conoscono i principi ma non si è ancora in grado di applicarli correttamente, migliorando la propria pratica migliora la qualità della propria esecuzione.Coloro che appartengono alla seconda categoria non possono invece fare progressi,più essi praticano più escono dal corretto sentiero della pratica"."innanzi tutto"prosegue il maestro Chen" bisogna ricordare che il taijiquan è una scienza e al tempo stesso un’arte che si sviluppa attraverso il proprio percorso personale e tu devi guardare dentro di te per conoscere la struttura del tuo corpo, la forza ed il livello del tuo movimento.Solamente allora sarai in grado di determinare la misura della tua posizione, quanto basso puoi stare e quale postura è più corretta per te".Gli esercizi zhansijin, ricorda Chen Xiao Wang, hanno come primo obiettivo l’apertura dei meridiani affinché il flusso energetico possa circolare liberamente.Se si vuole che ciò avvenga è importante realizzare che il movimento non deve essere forzato in alcun modo.Un secondo obiettivo è finalizzato alla capacità di muovere il corpo come insieme inscindibile, permettendo all’energia di poter essere utilizzata efficacemente durante il fah-jin.Un terzo obiettivo è lo sviluppo del cambiamento interno,ciò consente di cambiare velocemente la posizione e non essere colpiti nel proprio centro quando si è spinti o attaccati da un avversario.Se si è in grado di poter cambiare significa che il qi non è bloccato e l’equilibrio non viene perduto. L’equilibrio,aggiunge,è perso quando il qi è bloccato e la schiena e il dantien sono troppo tesi.La pratica zhansijin prevede una serie di esercizi che hanno lo scopo di conservare i principi delle forme del taiji riducendo e semplificando il movimento in tecniche di facile esecuzione.Le sequenze possono differire tra loro ma tutte seguono gli stessi requisiti interni; alcune sono finalizzate allo sviluppo del corpo, altre invece evidenziano traiettorie e rotazioni articolari su piani orizzontali,verticali e diagonali.La loro esecuzione avviene attraverso spirali naturali o contrarie, opposte ma nello stesso tempo complementari, che seguono i principi dello yin e dello yang.Quelle proposte da Chen Xiao Wang sono suddivise in due diffrenti livelli e ogni esercizio può essere ripetuto da entrambi i lati.Durante l’esecuzione l’apparato muscolare viene attivato in modo rilassato e integrato coinvolgendo l’intera struttura del corpo.Le sequenze sviluppano la capacità di conseguire il bilanciamento e il rilassamento attraverso un dinamismo che coinvolge la colonna vertebrale, le giunture, i muscoli, i tendini in un rapporto in cui la connessione mente-corpo-respiro avviene in modo consapevole, naturale e coordinato.La pratica zhansijin si svolge attraverso la comprensione delle dinamiche corporee evitando l’utilizzo della sola forza muscolare, accompagna lo studio del taijiquan ma il suo sviluppo è indipendente.Sia nelle forme taiji che negli esercizi zhansijin, il movimento è regolato dagli stessi parametri; apertura e chiusura, salita e discesa, pieno e vuoto, cerchio e spirale.

Indicazioni per la pratica

I movimenti del corpo seguono la spirale interna e un andamento circolare nella parte più esterna;

tutti i movimenti devono essere eseguiti lentamente, dolcemente, con continuità e in modo consapevole;

ogni movimento ha origine nell’area del dantien e del migmen e utilizza una compressione – espansione delle gambe e delle anche in modo da ottimizzare la stabilità e il radicamento al suolo;

nel movimento vengono utilizzati tutti i gruppi muscolari e le articolazioni in modo coordinato e sincronizzato, utilizzando sequenze con andamento a spirale;

i movimenti di chiusura seguono la contrazione dall’esterno verso l’interno e quelli di apertura, o espansione, dall’interno verso l’esterno;

La naturalezza dei movimenti è accompagnata dall’osservazione della mente attraverso una dinamica in cui la mente genera l’intenzione, l’intenzione guida l’energia e l’energia muove l’apparato muscolare e tendineo;

la parte superiore del corpo e in particolare gli arti si muovono seguendo l’intera struttura corporea, coordinandosi con la parte inferiore;

la capacità di far seguire il movimento attraverso il cambiamento interno è fondamentale per trasferire la forza dalle radici a dal centro verso la parte più alta e più esterna.

* * *

 

L’ENERGIA A SPIRALE NEL TAIJIQUAN STILE CHEN

Intervista a Chen Xiaowang di Victoria Windholtz - Parigi

 (Traduzione dall’inglese Emilio Suergiu )

VW: ci parli degli esercizi di Chan Si Gong (bozzolo di seta) nello stile Chen?

CXW: per Chan Si Gong intendiamo un set di esercizi di base. In lingua cinese, il termine chan, equivale a spirale. Gong possiamo tradurlo con movimento o tecnica.La giusta comprensione di questi esercizi è essenziale per i principianti quanto per gli studenti avanzati che vogliano migliorare la loro pratica quotidiana.Grazie alla pratica costante di questi esercizi, gli studenti riescono a comprendere che tutti i movimenti usano lo stesso principio: quando muove il Dantien ( centro), tutto il corpo muove.

VW: a chi dobbiamo l’invenzione di questi esercizi?

CXW: il generale Chen Wangting (1600-1680), 9° generazione della famiglia Chen, ha creato il Taijiquan come arte sublime, e di conseguenza anche gli esercizi di Chan Si Gong.Il Cuore della sua arte era la spirale, fondamenta di ogni movimento.Questa pratica interna non era riconoscibile dai principianti di allora, solo un occhio esperto poteva carpirne i segreti.Seguendo l’insegnamento tradizionale, i praticanti iniziavano lo studio dello stile Chen praticando unicamente la vecchia forma, laojia. Non venivano insegnati fondamentali o tecniche di base se non legate alla forma studiata. Questa è la ragione per cui molti anni di pratica erano necessari per comprendere i principi di Chan Si Gong.Molti praticanti, anche dopo diversi anni di pratica, non riuscivano a capire i principi, limitando così di molto la comprensione del Taijiquan. Negli anni 1980 in Cina, su stimolo del governo, per aprire e diffondere i diversi stili di Wushu, molti maestri hanno dato vita alla creazione sistematica di esercizi di base, che man mano hanno aiutato gli studenti a interpretare le tecniche.Possiamo dire che Chan Si Gong come lo conosciamo oggi, é considerato fondamentale per il progresso dello studente serio.

VW: ci può descrivere le tecniche principali di Chan Si Gong?

CXW: la prima di tutte è Zhan Zhuang (posizione del palo).Da questa posizione nascono tutte le altre. Zhan Zhuang è la posizione di preparazione. Manteniamo la testa come sospesa. Rilassiamo bacino e spina dorsale. I piedi sono aperti, larghezza delle spalle, eccetto per gli avanzati che mantengono una posizione larga e bassa.In ogni modo il consiglio ai principianti è, state alti con le ginocchia leggermente flesse. Il Dantien deve essere rilassato, ed il praticante deve verificare il corretto allineamento tra spalle/anche e gomiti/ginocchia, che possono essere la causa di molti blocchi. Esternamente il peso del corpo è distribuito egualmente tra i due piedi. Internamente, lo spirito è centrato e rilassato.Grazie a questa pratica, il Dantien diviene più forte ed il Qi (Chi) scorre facilmente attraverso il corpo, connettendo interno ed esterno.

Dalla posizione Zhan Zhuang, passiamo alla tecnica chiamata Zhen Mian Chan, o bozzolo di seta con una mano, muovendo da una posizione statica ad una in movimento, Hen Kai Bu. Poi può seguire la posizione con due mani (Shuang Shou Chan Si). Si può praticare in posizione statica oppure in movimento anteriore (Qian Jin Bu) o posteriore (Hou Tui Bu).Possiamo poi praticare le tecniche a spirale piccola con una (Dan Shou Xiao Chang Si) o due mani (Shuan Shou Xiao Chan Si). Alla fine rimangono gli esercizi per le gambe, che seguono gli stessi principi a spirale.

VW: alcuni praticanti ritengono che gli esercizi di Chan Si Gong siano utili solo ai principianti. Lei cosa ne pensa?

CXW: certamente gli esercizi di Chan Si Gong si rivolgono principalmente ai principianti. Se paragoniamo il Taijiquan all’arte della calligrafia, il Chan Si Gong sta al Taijiquan come l’alfabeto sta alla calligrafia. Senza alfabeto scrivere diventa in pratica impossibile. Dopo molti anni di allenamento appassionato, il praticante conosce gli esercizi di base, però deve continuare a praticare per raffinare la pratica e la comprensione dello stile.La ricerca non deve mai finire. Questa è la ragione per cui possiamo praticare Taiji tutta la vita.

VW: cosa si richiede al praticante per la corretta esecuzione? Quali sono gli errori più comuni?

CXW: in primo luogo il praticante deve comprendere la posizione statica (Zhang Zhuang).Eseguendo questa posizione, la mente deve focalizzarsi sul Dantien.Se la posizione è corretta, il Qi accumulato nel Dantien durante la pratica costante si può espandere in tutto il corpo non senta nessun blocco.Capita la prima posizione, gli studenti sono pronti per lo studio delle tecniche successive. Ricordando e applicando il principio che recita, ogniqualvolta Dantien muove, tutto il corpo segue. Gli errori più commessi sono, l’uso eccessivo delle spalle per produrre il movimento, la mancata comprensione del cambio dei pesi durante l’esecuzione delle tecniche, ruotare troppo il corpo, spingere verso l’esterno i gomiti, muovere troppo o non muovere abbastanza, scaricare troppo il peso sulle ginocchia…..e cosi via. Quando il movimento risente di uno di questi errori, assistiamo ad un blocco di Qi (energia). Per eseguire le tecniche di Chan Si Gong in modo pulito, bisogna controllare il corpo e la direzione delle mani in modo perfetto.

VW: ci può spiegare come il Qi (energia) si diffonde tramite gli esercizi di Chan Si Gong?

CXW: dobbiamo prendere in considerazione due tipi di tecniche principali:

La prima è, Zhen Mian Chan Si, o movimento semplice a spirale. In questa tecnica , il movimento nasce dal Dantien.La direzione della mano induce la direzione del corpo.Appena il Dantien muove, le mani ricevono come un impulso elettrico,il Qi equivale alla corrente elettrica. Il Qi scorre dalla mano alla vita, poi dalla vita al Dantien, dal Dantien alla schiena e finalmente dalla schiena ritorna alla mano. Il secondo asse di rotazione appare nelle tecniche in cui il Qi muove da dietro a davanti. Questo accade nelle tecniche di spirale piccole ( Xiao Chan Si).Eseguendo queste tecniche, il corpo muove come un serpente, producendo movimenti di apertura e chiusura in successione. Quando il praticante esegue movimenti di apertura, il Qi muove dal Dantien alle mani.Durante il movimento di chiusura il Qi muove dalle mani al Dantien. Una falsa interpretazione, comunemente diffusa, dice che quando ci muoviamo il Qi partendo dal Dantien ,si diffonde alle estremità. Questo non è corretto. Durante la pratica é necessario non perdere l’equilibrio, non perdere mai il centro.Una parte del Qi rimane accumulata nel Dantien, mentre il resto scorre attraverso il corpo.Riguardo al Qi che scorre attraverso gli arti inferiori, l’energia scorre producendo una spirale dai piedi alle anche.Quando il piede forma un angolo aperto verso l’esterno, il ci muove dal Dantien verso il piede ( Ni Chan ). Mentre quando il piede forma un angolo chiuso verso l’interno, il Qi fa il percorso inverso, cioè dai piedi al Dantien (Su Chan ).

VW: come dobbiamo regolare la nostra mente durante gli esercizi ? A cosa dobbiamo pensare mentre pratichiamo Chan Si Gong ?

CXW: Dobbiamo focalizzare il 50% della mente sul fluire del Qi, e lasciare libero il restante 50%.Se ci concentriamo troppo sul lavoro energetico possiamo causare dei blocchi interni.

VW: Che tipo di energia attiviamo mentre pratichiamo Chan Si Gong. Si tratta dell’energia Peng ?

CXW: Giusto, si tratta dell’energia Peng, che generiamo quando eseguiamo ogni tipo di tecnica.Corrisponde alla sensazione di pieno che scorre nel corpo.Da Peng possiamo sviluppare le altre energie /tecniche (liu , ji, an….). Se non raggiungiamo lo stato energetico Peng, anche le altre energie non possono svilupparsi. È fondamentale cercare di mantenere questa sensazione di pieno, mentre si pratica Chan Si Gong.La perdita della sensazione equivale spesso a blocchi o posture sbagliate che devono essere corrette.

VW: Posiamo affermare che eseguire Chan Si Gong è il miglior modo di accumulare energia interna (jin)? Come si collegano Chan Si Gong e l’esecuzione di buon Fa –Jin ?

CXW: La pratica di Chan Si Gong è un’eccellente via per accumulare potenza, ma non è sicuramente l’unica. Bisogna completare la pratica con le forme a mani nude e con armi. Il praticante deve gradualmente avanzare da forme morbide (Laojia Yi Lu) a forme dure (Laojia Er Lu – Pao Cui). Mentre il lavoro di potenza con la palla Taiji o altri strumenti è sconsigliato se i principi non sono ancora compresi ed assimilati.Un uso prematuro può causare molti blocchi energetici.

È poi chiaro che il fluire libero del Qi porta, avendo compreso i principi, ad una buona emissione di Fa-Jin.

VW: Possiamo raggiungere la stessa potenza interna praticando solo la forma ?

CXW: Tradizionalmente, si studiava unicamente la forma lunga LaoJia senza praticare i movimenti di base (Chan si Gong). In effetti è sicuramente possibile accumulare molta energia interna praticando unicamente la forma, ma è una strada molto lunga e difficoltosa. Allenare Zhang Zhuang, e gli esercizi a spirale sono la migliore via per il successo.Bisogna includerli nella pratica quotidiana.

VW: Lei pensa che gli esercizi di Chan Si gong aiutano a capire meglio la forma, la spinta con le mani e le applicazioni marziali? Se si, quali sono i collegamenti ?

CXW: Il collegamento è ovvio, capito il principio di base , il praticate inserisce il tutto in forma, applicazioni e spinta con le mani. Dagli esercizi di base ( Chan Si Gong), avanziamo allo studio delle forme morbide ( 19 movimenti, 38 movimenti, Laojia ) per poi passare alle forme con più potenza (Laojia Paocui e XinJia Paocui), ed a quelle con le armi (spada, sciabola, lancia, alabarda, doppia spada e doppia sciabola ).

Chiaramente se il Qi scorre male o è debole, se incontriamo una forza è difficile cambiarla è usarla contro il nostro avversario. Questa è la ragione per cui, accumulare Qi mediante gli esercizi di base è essenziale per meglio capire ed intervenire in ogni tecnica applicativa.

* * *

I cinque stadi dello sviluppo del Taijiquan

di Chen Xiaowang

(tradotto dalla versione tedesca da Emilio Suergiu)

Studiare il Taijiquan è un po’ come crescere personalmente. Come iniziare dalle scuole primarie e pian piano giungere ad un livello universitario. Con il tempo si aggiunge sempre più materia e le conoscenze si ampliano. Senza avere studiato i fondamenti nelle scuole primarie, non sarà possibile seguire i seminari universitari. Per studiare Taijiquan si deve iniziare alla base e sistematicamente lavorare per progredire nel tempo. Se non accettiamo questo presupposto, cercando le scorciatoie, non avremo mai successo. Il processo che porta alla maestria nel Taijiquan è composta da cinque stadi o livelli.

Nei seguenti cinque capitoli cercheremo di spiegare ogni stadio, con le sue esigenze ed i traguardi posti per superarli. Questo accade nella speranza, di potere essere utile ai praticanti della disciplina, nella scoperta del proprio livello. Dal quale poi potranno scoprire qual è il prossimo stadio e come arrivarci senza demordere per le varie difficoltà.

Il primo stadio del "Gong fu" nel Taijiquan

Quando pratichiamo Taijiquan vi sono alcuni punti da seguire per impostare la postura:

· Tenere il corpo diritto ed in linea.

· Mantenere la testa come se fossimo appeso ad un filo.

· Rilassare le spalle e far cadere i gomiti.

· Rilassare e fare scendere petto ed anche.

· Piegare leggermente le ginocchia e rilassare il bacino.

Se abbiamo mantenuto questi presupposti, la nostra energia scenderà naturalmente verso il Dantien. Per i principianti non sarà possibile allineare tutti i punti subito. Eseguendo l’esercizio bisogna fare molta attenzione che il corpo abbia il giusto allineamento, che l’angolazione sia corretta e che la coordinazione tra braccia e gambe sia controllata in ogni figura. In questa fase il principiante non dovrebbe prestare troppa attenzione alla perfezione, bisogna accettare il movimento semplificato ed ancora non rifinito. Facciamo ad esempio: per la testa ed il tronco è importante che, testa e collo siano eretti e che torace e anche abbiano una trazione verso il basso. Nel primo stadio possiamo accontentarci se riusciamo a tenere eretti testa e tronco, dovunque non troppo avanti o indietro né troppo a sinistra o destra. È come studiare calligrafia: inizialmente bisogna unicamente tentare di tracciare le righe nel giusto senso. Si potrà avere la sensazione di movimenti rigidi o pesanti ed internamente vuoti. Ci si ritroverà ad eseguire con eccessiva rigidezza, oppure sentiremo il corpo perdere aderenza con il suolo non controllando l’esecuzione. La forza sarà quasi sempre eccessiva e fuori luogo. Tutti questi errori sono da considerarsi normali.

Coloro i quali saranno presi dalla disciplina, dovrebbero riuscire con un allenamento quotidiano ad imparare la forma principale in poco tempo. L’energia interna, chiamata "Qi", denoterà un raffinamento con il tempo e produrrà perfezionamento nel fisico coinvolgendo gli organi interni. Saremo in grado di raggiungere lo stadio in cui i movimenti esterni, canalizzano il flusso energetico.
Il livello marziale di questo stadio è molto limitato. Questo per il fatto che in questo stadio le singole azioni vengono ancora eseguite in modo scoordinato e non sistematicamente. Le figure non sono corrette, cosicché l’energia sviluppata risulta rigida e interrotta oppure troppo soffice senza struttura. Quando eseguiamo la forma ci sembra vuota e spigolosa. Possiamo si sentire l’energia prodotta, ma non siamo in grado di canalizzare verso una parte del corpo ben precisa. Non riusciremo a trasportare energia dai talloni verso le gambe, per poi scaricarla sotto il controllo delle anche. I principianti riescono di regola solo a spostare energia da una parte dall’altra del corpo mediante spostamento di peso. Per questo motivo il primo livello del Gongfu non può venire usato per la difesa personale.
Se qualcuno decidesse comunque di volere fare una prova, può darsi che riesca a trarre in inganno un avversario che non conosce nulla delle arti marziali. Ma difficilmente avendolo gettato a terra riuscirà a mantenere il proprio equilibrio. Questo livello viene generalmente descritto con il 10% Yin e 90% di Yang.

Ma cosa sono in effetti Yin e Yang?

In rapporto alla disciplina del Taijiquan, Yin Rappresenta il vuoto e Yang rappresenta il solido. Yin e Yang congiunti rappresentano l’unione del contrapposti e delle differenze. Non possiamo dividere Yin e Yang, mentre al contrario le due forze possono scambiarsi, essere complementari e trasformarsi. Potendo tenere in perfetto equilibrio Yin e Yang, parliamo di un rapporto di 50% a 50%. Così si è in grado di utilizzare 100% del proprio potenziale. Questo vorrebbe dire raggiungere la maestria nel Taijiquan e il livello di pratica più alto. Durante il primo stadio è assolutamente normale giungere ad un limite di 10% Yin e 90% Yang. La propria arte marziale è più dura che morbida, e regna uno sbilanciamento tra le due forze. In questo stadio non si dovrebbe ricercare l’effettivo uso marziale delle singole figure.

Il secondo stadio del "Gong Fu" nel Taijiquan

Il secondo stadio inizia con l’ultima fase del primo stadio, cioè quando si è in grado di sentire il fluire dell’energia interna, il Qi, e finisce nella prima fase del terzo stadio. Questo secondo stadio si occupa ancora della eliminazione di imperfezioni tipo:

· tensione e irrigidimento muscolare.

· sovra e sotto utilizzo della forza.

· movimenti discontinui e non coordinati.

L’eliminazione di queste imperfezioni permetterà al Qi di fluire sistematicamente attraverso il corpo. Così come richiesto per il movimento dei singoli movimenti. Lo sforzo prodotto per raggiungere questo stadio permetterà una ottimale coordinazione tra energia interna e movimento esterno. Dopo avere superato il primo stadio, si dovrebbe essere in grado di eseguire le differenti posizioni senza grandi problemi. Gli studenti sono in grado di sentire il flusso energetico, pur non essendo in grado di controllarlo. Questo per i seguenti due motivi:

in primo luogo non è stato ancora raggiunto il controllo delle singole parti del corpo. Se per esempio il torace è troppo incassato, né la vita né il torace potranno essere diritti. Oppure ancora, se vita e bacino sono troppo rilassati, può darsi che torace e sedere vengano spinti troppo verso l’esterno. Dunque è assolutamente necessario continuare il lavoro sull’unione delle diverse parti del corpo. Questo permetterà la già citata unione di interno ed esterno. Per interno si intende la coordinazione del cuore (Xin) con la mente (Yi), dell’energia interna (Qi) con la forza (Li), dei tendini (Jin) con le ossa (Gu). Per esterno si intende invece la coordinazione di mani e piedi, gomiti e ginocchia, spalle
ed anche. In secondo luogo risulta difficile controllare tutto il corpo in simultanea. Questo può portare per esempio al movimento di una parte più veloce di un’altra. Siamo dunque in una fase di non connessione, e dunque non si riesce a sviluppare una forza generale. Ambedue i fenomeni vanno contro i principi del Taijiquan. Nessun movimento, per il Taijiquan della famiglia Chen, può discostarsi dal principio degli esercizi del bozzolo di seta (Chansigong, Reeling Silk). Seguendo la teoria
del Taijiquan, il Chansijin (la forza del bozzolo di seta) nasce nei reni, e si può trovare in ogni parte
del corpo. Nel processo di apprendimento si può studiare questi esercizi solo se:

· spalle, gomiti, torace ed anche sono rilassati e sciolti come il bacino e le ginocchia.

· le anche sono il perno di ogni movimento effettuato.

Se iniziano a muovere le mani in senso antiorario, allora le mani guidano i gomiti, che a loro volta guidano le spalle. Le spalle guidano la parte dell’anca corrispondente. Questo è quello che sembra,
in verità è l’anca che guida il tutto. Quando le mani muovono, l’anca muove la spalla, che muove
il gomito, che muove la mano.

Se riusciamo a prestare attenzione alle diverse parti del corpo, riusciremo a raggiungere una coordinazione ottimale. Si potrà sentire il fluire energetico derivato dagli esercizi di seta, trasmettendolo nell’esecuzione dei movimenti di forma. Questa è la via del controllo personale,
su ogni errore prodotto nella pratica, dopo aver superato il secondo livello di sviluppo. Nel primo livello gli studenti studiano le forme. Quando si raggiungerà la familiarità con i movimenti, si percepisce
il fluire energetico. Questa fase affascina e motiva i praticanti. Può però, dopo avere iniziato il lavoro sul secondo livello, arrivare la sensazione di non imparare nulla di nuovo. Nello stesso momento
si potranno fraintendere alcuni aspetti. Alcuni punti non sono ancora stati assimilati ed i movimenti non riescono ancora come si vorrebbe. Inoltre alcuni sviluppano la sensazione di potere emettere energia e di eseguire la forma in modo ottimale. Però non riescono ad emettere energia lavorando
in coppia nel esercizio "spinta con le mani". Il grave rischio è la perdita di motivazione e apatia intellettuale verso la pratica. Alcuni abbandonano presi dallo sconforto.

Il tempo della crisi

L’unica via per raggiungere il livello, dove si produrrà energia sufficiente, per utilizzarla ed incanalarla consapevolmente, è la pratica costante, quotidiana. Praticare sempre la forma, sino a coordinare ogni piccolo dettaglio, senza incertezze nei movimenti e nelle combinazioni conseguenti. Esiste un detto: "Se non capisci i principi consulta un maestro. Se non vedi chiaramente la strada, cerca l’aiuto di un amico. Se capisci i principi ed il metodo, e se pratichi con costanza, allora il risultato non tarderà a manifestarsi". Nei testi classici si dice che tutti possono giungere ai livelli massimi, se solo lavorano in modo duro e costante. Se qualcuno si ritrova nella situazione di potere sentire il fluire leggero del Qi nel corpo, incomincerà finalmente a capire. In questo stato i praticanti si ritroveranno pieni
di entusiasmo e contenti di praticare. In alcuni casi vi può essere la spinta irrefrenabile ad allenarsi sempre più. All’inizio del secondo livello le capacità marziali sono ancora molto limitate. Il sapere non basta per potere applicare correttamente le tecniche. Questo però si modifica finendo il secondo livello ed addentrandosi nel terzo. L’allenamento di Tuishou (spinta con le mani) e la pratica delle forme non si possono separare. Se ci siamo permessi delle scorciatoie o semplificazioni, durante la pratica delle forme, questo ci penalizzerà fortemente praticando Tuishou. Il nostro partner - avversario si troverà sempre in vantaggio, dunque prestate massima attenzione alla pratica delle forme e aboliamo di ogni movimento inutile, eseguite solo a fini estetici.

Nel Tuishou si notano tutte le debolezze

Praticando la spinta con le mani, bisogna eseguire Peng (difendere), Lü (cedere), Ji (premere),
An (spingere) in questo modo così consapevole e preciso, da collegare in modo armonioso la parte basse con quella alta del corpo. Così l’avversario avrà grandi difficoltà nel momento dell’attacco.
Dice il detto: "Indifferente alla forza mobilitata, io mobilito 4 once, per disperdere una forza di 1000".

Il secondo livello del Taiji Gong – fu ha per scopo, tramite la correzione delle singole figure,
il raggiungimento di un fluire regolare del Qi. Risulta evidente che in questa fase non si può eseguire delle tecniche controllate praticando Tuishou. Durante il lavoro in coppia non si avrà la possibilità di correggere le posture errate, dunque si verrà sicuramente sbilanciati. A questo livello potrebbe essere vantaggioso attaccare per primi, causando all’avversario il problema di reagire in modo controllato. Chi pratica il secondo livello viene caratterizzato con 20% Yin e 80% Yang. Queste percentuali portano il praticante alla definizione di "una nova mano indisciplinata". "Se la qualità della tua Box deve incrementare, devi imparare a fare cerchi più piccoli!". I passi evolutivi nello stile Chen, portano alla padronanza di grandi cerchi, per passare a cerchi medi e poi a cerchi piccoli. Non stiamo parlando di cerchi esterni di movimento, ma del fluire del Qi all’interno del corpo. In questo senso bisogna iniziare nel terzo livello a praticare la grande circolazione per fluire nella media. I testi classici del Taijiquan dicono che "Yi" (attenzione) e Qi (energia) sono da anteporre alle forme esterne. Ciò vuol dire che bisogna praticare le forme con molta attenzione ed in modo concentrato. Nel primo livello si presta attenzione alla memorizzazione del movimento grossolano. Mentre nel secondo si tenta di eliminare
i vari blocchi fisici e di collegare le varie parti del corpo.

Il terzo stadio del Gong fu nel Taijiquan

Entrando nel terzo stadio, dovremmo essere in grado di produrre il flusso energetico sopraccitato.
I movimenti devono essere leggeri ma non deboli, forti ma non pesanti. Questo vuol dire che
i movimenti sembrano morbidi visti da fuori, ma l’energia interna risulta molto forte. In questo stadio non dovremmo più eseguire movimenti sbagliati o superflui. Si deve prestare attenzione a non focalizzare tutta l’attenzione sull’energia interna, dimenticandosi dei movimenti esterni.
Altrimenti potrebbe succedere di cadere in atteggiamenti che possono frenare se non addirittura bloccare il lavoro energetico. Perciò nei testi classici si legge: "Attenzione deve essere volta allo spirito e non soltanto al Qi". Se ci concentriamo unicamente sul Qi rischiamo la stagnazione energetica.
Nei primi due stadi dovremmo avere compreso come destreggiarci nei movimenti esterni delle forme. Non però il coordinamento tra movimenti esterni ed interni. Alcune volte a causa della stagnazione non è possibile respirare in modo ottimale. Per lo stesso motivo, anche l’espirazione risulta difficoltosa. Perciò durante l’esecuzione della forma si consiglia una respirazione naturale. Iniziando il terzo livello la coordinazione migliora. In generale si collega respiro e movimenti in modo ottimale. Questo sincronizzare risulta utile per eseguire movimenti complessi e veloci. Con la pratica si giunge all’esecuzione naturalmente rilassata. Il terzo livello si occupa della ricerca tra interno ed esterno ed
il ritmo esecutivo dei diversi movimenti. Inoltre si ottiene la possibilità di imparare ad auto correggere i propri errori. Aumenta la capacità di eseguire le forme con facilità e si ottiene un notevole aumento dell’energia interiore. Ora diventa necessario approfondire gli aspetti marziali del sistema, specialmente in riferimento alle diverse applicazioni dei movimenti singoli, per questo si dovrebbe praticare Tuishou, provare i movimenti, tentare di scaricare oppure di disperdere le forze agenti. Quando la propria forma raggiunge il livello di potere resistere ad un spinta frontale, si è riusciti ad interiorizzare i principi di base elencati sin ad ora. Ora si tratta di continuare a lavorare duro. Automaticamente si ripeteranno le diverse forme per 15/20 volte durante la pratica quotidiana, e
gli esercizi possono venire incrementati dal bastone, dalla spada ecc. Durante una spinta avversaria diretta, se non troppo violenta, bisogna cercare di evitare il confronto diretto, sfruttare la debolezza avversaria, cercate l’esecuzione morbida.

Se però in questo stadio si incontra un avversario forte, gli studenti si accorgeranno che la loro forza Peng (difendere), non basta ancora. La posizione risulta instabile e ci sembra di venire schiacciati e destabilizzati. La posizione non è ancora come dovrebbe essere, sempre centrata e non movibile perché perfettamente rotonda. Non siamo ancora in grado di manovrare il nostro corpo come richiesto dai classici: "colpisci con le mani, senza che vengano viste. Quando diventeremo visibili nulla potrà fermarle". Per cedere ed emettere l’energia, vi è ancora molto lavoro. Il corpo risulta ancora teso. Questo momento si definisce come 30% Yin e 70% Yang, siamo ancora troppo "duri".

Il quarto stadio del Gong fu nel Taijiquan

In questo livello dovremmo riuscire a passare dalla spirale media a quella piccola. Questo è il livello dove ci avviciniamo al successo. E questo successo comporta un altissimo livello di Gong fu. Dovremmo essere in grado di avere capito i difficili meccanismi di ogni tipo di movimento. Dovremmo avere scoperto tutte le applicazioni ed i concetti marziali nascosti nei movimenti. Il Qi dovrebbe fluire liberamente. Ogni movimento deve essere armonizzato con la respirazione. Ogni movimento nella forma, deve potere essere collegato con un ipotetico avversario in attacco, oppure ci dobbiamo potere immaginare di essere circondati da innumerevoli avversari. L’esecuzione della forma deve essere fluida, tutto è connesso. Il corpo in movimento risulta essere un’unità in movimento. Tronco e gambe sono tutt’uno, l’energia scorre. Tutto questo guidato e diretto dalla vita. Bisogna eseguire la forma, "come se ci fosse un avversario, anche se non c’è nessuno". Quando poi veniamo veramente confrontati con un avversario, doppiamo essere tranquilli, ma attenti. Come se "non ci fosse nessuno, anche se il pericolo è di fronte a noi". L’allenamento è simile a quello del terzo stadio. Il terzo e quarto stadio si differenziano notevolmente riguardo all’aspetto marziale. Il terzo livello tende a disperdere la forza avversaria, inoltre cerca di eliminare i propri conflitti interiori. Questo permette una posizione attiva costringendo l’avversario ad essere passivo e subire. Il quarto livello non solo disperde la forza, ma permette di emettere la propria forza. Finalmente abbiamo energia sufficiente per essere flessibili nelle diverse decisioni marziali da prendere. Il corpo risulta finalmente essere un sistema chiuso padrone dei propri movimenti. Ora gli attacchi non costituiscono più nessun problema. Siamo sempre in grado di rispondere in modo adeguato ad ogni sollecitazione avversaria. Siamo in grado di anticipare mentalmente le intenzioni, e colpire in anticipo in modo preciso. Ora il praticante viene definito come: 40% Yin e 60% Yang. Questo è un ottimo livello per un praticante di Taijiquan.

Il quinto stadio del Gong fu nel Taijiquan

Nel quinto livello si passa dai piccoli movimenti a spirale, a dei cerchi non più visibili. Si passa dalla maestria della forma sino all’esecuzione "invisibile" della forma. Nei testi classici si dice: " con il delicato flusso energetico, con l’energia cosmica, il proprio Qi si muove in modo naturale. Si muove sino all’invisibilità. Così si realizza la bellezza dell’indefinibile". Ma non importa sino a dove sembra di essere avanzati, bisogna sempre continuare la ricerca. Bisogna lavorare duro tutti i giorni, il corpo deve rimanere flessibile e costantemente in forma. Bisogna sapere distinguere tra necessario e non,
in modo non visibile ad occhio nudo. Solo allora potremo dire di avere raggiunto il quinto livello.
In riferimento alle capacità marziali il duro (Gang) deve compensare il morbido (Rou). La forma è rilassata, dinamica, elastica e viva. Ogni movimento ed ogni momento senza emozioni devono risultare in sintonia con il principio del Taijiquan. Il movimento fluisce libero da tutto il corpo. Dobbiamo arrivare al punto di potere usare ogni parte del corpo come un pugno, appena in contatto con l’avversario. Ora avviene una costante scelta di come utilizzare al meglio la forza, mantenerla
o riversarla verso fuori. La posizione è forte come fosse sostenuta da tutti i lati. A questo punto abbiamo raggiunto 50% Yin e 50% Yang. Questo è il livello di un maestro.

Tutti i movimenti sono in sintonia con il principio del Taijiquan, il movimento diventa invisibile.
Ora esiste un forte legame tra la coordinazione dello spirito, le contrazioni ed il rilassamento dei muscoli, il movimento dei muscoli e le funzioni degli organi interni. Anche un attacco a sorpresa non riuscirà più a crearci pensieri. Ma la ricerca continua anche a questi altissimi livelli di maestria. Non ci sono limiti, anche per il Taijiquan, la bellezza ed efficacia del sistema in ogni sua sfaccettatura, non possono mai venire raggiunti in una vita sola.

*****