16 gennaio 1999 - Scoperto nuovo pianeta

La notte fra il 12 ed il 13 gennaio e' stata un florilegio di notizie via radio, tv, Internet e - il giorno dopo - sulla carta stampata circa la scoperta di un ennesimo (qualcuno ha detto diciottesimo) pianeta extrasolare. Articoli sono usciti, il 13, sui maggiori quotidiani italiani e stranieri (potete trovarne dei pezzi, nella data indicata, in Repubblica, Gazzetta di Mantova, Giorno, Corriere della Sera, Giornale di Brescia, Messaggero Veneto, Unione Sarda, Tempo, Messaggero oltrecche' nella stampa internazionale come persino il giornale greco Eleyzerotypia);

Il Corriere della Sera ne ha parlato nell'URL http://www.corriere.it/corriere-online/corriere/1999/01/13/fin/a0079012.spm
Repubblica in http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/newplanet/newplanet/newplanet.html
il Messaggero in http://www.ilmessaggero.it/hermes/19990113/01_NAZIONALE/PRIMA_PAGINA/LIVI.htm
l'Unione Sarda in http://www.unionesarda.it/UNIONE/1999/13-01-99/13-01-99_EST01_A06.html

Il Messaggero ha pubblicato il pezzo nella maniera curiosa che qui vi riproponiamo: "Lassu' qualcuno ci copia - Forse da oggi potremmo sentirci meno soli in un universo - così afferma la teoria del Big Bang - in continua espansione da circa 15 miliardi di anni. Dalla Nuova Zelanda alcuni astronomi hanno annunciato di aver rintracciato nella Via Lattea una specie di fratello gemello della nostra vecchia Terra. Un corpo celeste sito al di fuori del sistema solare, ma con una massa e un'orbita attorno al suo Sole piu' o meno simili a quelli del nostro pianeta. E dunque - almeno potenzialmente - capace di ospitare qualche forma di vita. Dopo anni di caccia cosmica al "pianeta perduto", un gruppo di scienziati neozelandesi, australiani, giapponesi ed americani ha annunciato dunque di aver fatto centro. E in una regione, tutto sommato, a due passi dal nostro sistema. Tra miliardi e miliardi di stelle, ne hanno individuata una nella via Lattea, a circa trentamila anni luce di distanza, che presentava una di quelle "irregolarita' gravitazionali" che fanno scattare l'attenzione degli Indiana Jones del Cosmo, impegnati nella caccia del "pianeta perduto". Solo che, in questo caso, gli astronomi che conducono le loro ricerche negli osservatori di Mont John in Nuova Zelanda e di Mount Stromlo, vicino a Camberra in Australia, hanno utilizzato una nuova tecnica, la cosiddetta "microlente gravitazionale", per individuare la natura del corpo celeste - ovvero se si tratta di una stella o di uno, o piu', pianeti - capace di procurare tale "irregolarità gravitazionale".

In questo caso le oscillazioni dell'anonimo sole della Via Lattea sarebbero provocate da un pianeta situato a una distanza simile a quella che separa la Terra dal Sole e dotato di una massa solo leggermente superiore a quella del nostro globo. Dopo aver verificato i calcoli della curvatura della luce emessa dalla stella indagata, il professore Philip Yock, docente dell'Universita' di Auckland in Nuova Zelanda, ha potuto proclamare di aver fatto Bingo. Il corpo che con la sua massa provocava quella curvatura era da considerarsi un "pianeta terrestre", ovvero un fratello della nostra Terra. Un gemello per ora rimasto senza nome, ma oggetto di grandi attenzioni. 'Le condizioni di questo pianeta sono tali da consentire un qualche tipo di vita, anche se non nelle forme in cui noi la conosciamo', ha affermato il professor Yock. La scoperta e' stata comunicata alla Societa' americana di astronomia. Ed e' stata riferita ad Austin, nel Texas, al congresso che riunisce astronomi del mondo intero. Una comunicazione che ha l'effetto di un macigno gettato nello stagno dello scetticismo e della frustrazione. Da quando - alla fine del 1995 - furono per la prima volta individuate nella stella Pegaso 51 irregolarita' gravitazionali dovute presumibilmente alla vicinanza di un grosso pianeta, si sono susseguite in tutto 17 "scoperte" di possibili gemelli della Terra. Salvo poi a verificare che non erano nemmeno lontani parenti del nostro mondo. Secondo il piu' celebre cacciatore di "pianeti perduti", l'astronomo Geoffrey Marcy, i nuovi sistemi solari scoperti - gli ultimi nelle costellazioni del Delfino e dei Pesci - non hanno alcuna caratteristica che li accomuni alla Terra. Si tratta infatti di pianeti enormi, con una massa superiore a quella di Giove, e tutti assai vicini alle loro stelle, con orbite assai piu' ellittiche rispetto a quelle percorse dai pianeti del nostro sistema solare. 'Si tratta di giganti in grado letteralmente di spazzar via dai loro sistemi pianeti di dimensioni simili alla Terra', ha sostenuto il professor Marcy. 'E' un grave colpo alla ricerca di vita intelligente nella nostra galassia', aveva concluso l'astronomo.

Un suo collega, il professor William Cochran, dell'Universita' del Texas, aveva spinto la sua delusione fino a mettere in dubbio le attuali teorie sulla formazione dei pianeti. 'Questi colossi della stazza di Giove difficilmente hanno potuto formarsi dalle stelle attorno a cui gravitano, forse provengono da altrove', aveva ipotizzato. Ora la scoperta annunciata in Nuova Zelanda rida' fiato e argomenti alla ricerca di forme di vita intelligente al di fuori del nostro sistema solare. Non e' ancora possibile stabilire se sulla superficie dell'anonimo fratello gemello della Terra vi siano acqua o altri elementi essenziali per sostenere forme di vita simili alla nostra. Ma la speranza illumina un nuova parte del Cosmo. In attesa che la messa in orbita del nuovo telescopio spaziale, prevista per l'anno 2007, possa far compiere nuovi passi in avanti".

Un intervento specifico (e scettico) sul NG it.discussioni.ufo ha condannato il grande clamore suscitato dalla notizia della scoperta del pianeta, individuato sfruttando l'effetto di lente gravitazionale, la cui esistenza deve essere ancora confermata, dato che al momento vi sarebbero solo "indizi dell'esistenza di un corpo di massa sub-gioviana che ruota attorno ad una debole nana rossa". Il comunicato stampa del gruppo che ha effettuato la scoperta e' consultabile all'URL http://www.nd.edu/~srhie/MPS/98-BLG-35/press.html
si veda anche il sito http://news.ninemsn.com.au/technology\19990112_2140461_218_0105.asp

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