23 gennaio 1999 - KGB files: i primi risultati

Non c'e' pace per i KGB files. Giuseppe Monticelli, responsabile della sezione CUN di Lodi, Ettore Maini, referente per quella di Piacenza, assieme al collega Giuseppe Piccoli ci hanno fatto pervenire i primi risultati dello studio sui piu' interessanti footage russi (gli scontri UFO in volo, l'autopsia, il recupero del disco precipitato). I nostri colleghi, in un documento siglato a tre mani, ci hanno inoltrato questo rapporto: "Confermiamo l'impressione negativa. Non e' necessario essere specializzati in anatomo-patologia per capire che, per quanto concerne l'autopsia, il tessuto cutaneo dell'addome sia un 'nonsenso'. In uno dei fotogrammi ove i 'medici' stanno tagliando il bordo inferiore del corpo dell'alieno si nota chiaramente che lo spessore sottocutaneo di tessuto adiposo e tessuto muscolare - per quanto esile potesse essere 'l'alieno' - non raggiunge lo spessore di 5 mm. Innaturale poi la 'piega' assunta dal lembo di addome che, dopo essere stato tagliato, viene sollevato da uno dei medici. Non ci soffermiamo sull'avambraccio, che non ci 'azzecca' col moncone di braccio rimasto attaccato. Se si guarda la foto a pagina 4 di Dossier Alieni e si controlla il margine reciso del tronco si nota che la sezione e' appiattita ed ha una conformazione piatta come 'uno stoccafisso gelato', con il margine destro che finisce con un angolo talmente acuto che non trova riscontro in nessun altro caso. La facilita' poi nel girare il tronco fa ritenere che il materiale usato sia plastica o cartapesta plastificata.

La dottoressa che si vede di spalle calza degli stivali che non hanno niente a che fare con le sale autoptiche, idem per i guantoni. Inoltre il tipo di camice indossato e' di quelli che si usano per le visite in corsia. Arrivando al disco, abbiamo notato che in una delle poche inquadrature girate sul fianco sinistro si nota che lo spessore del 'disco' e' troppo esiguo, sicuramente meno di 1 metro, (chissa' perche' le riprese non sono state effettuate anche nella parte posteriore).

Per quanto riguarda i caccia anche se non siamo degli esperti, riteniamo che sia piu' che verosimile l'ipotesi gia' formulata di duelli tra caccia e tiri ai bersagli. Giuseppe Monticelli, Ettore Maini, Giuseppe Piccoli". Precisiamo che sia Monticelli che Maini hanno una lunga pratica ospedaliera. Monticelli ci ha poi inoltrato il verdetto di un medico dell'ospedale di Lodi, che ha preteso l'anonimato. Il documento riferisce, in merito all'autopsia: "Abbigliamento non consono ad un esame autoptico, anche per un esame su un corpo umano. Se sono medici devono essere degli imbecilli. Tronco squadrato, troppo perfetto per essere il risultato di un qualsiasi incidente. Probabilmente artificiale. Film di fantascienza, di scarso interesse. Eseguito senza nemmeno una consulenza medica. Inutile prendere in considerazione altri aspetti. Firmeremo esclusivamente dichiarazioni su filmati che ci consentano una valutazione obiettiva, dove e' possibile visionare manipolazioni mediche per intero".

Questo il parere del fisico Luis Lopez, consulente scientifico del CUN Milano e referente per la cittą' di Cinisello Balsamo: "Per quanto concerne l'autopsia, alcuni dettagli, come il tipo di forbici, sono corretti. Stupisce invece che i dottori non portino mascherine, non siano protetti ma anzi agiscano come se fossero sicuri di non esporsi ad alcuna contaminazione (pure negli anni Sessanta i russi ben conoscevano i pericoli delle contaminazioni batteriche e virali). E' come se avessero confidenza con il 'materiale' alieno trattato. Ad un certo momento uno di questi dottori mette la testa quasi dentro il tronco alieno. Degli esperti avrebbero usato maggiori precauzioni. Durante l'autopsia non fuoriesce sangue, i guanti dei dottori appaiono puliti. Il poco liquido che macchia di giallo i guanti e' dunque plasma, non sangue. Chiaramente l'essere, cosi' mal ridotto, si e' gia' dissanguato. Nel complesso quest'autopsia mi pare assai meno credibile rispetto a quanto abbiamo visto nel Santilli Footage. Per quanto riguarda il recupero del disco, non si riesce a capire se esso sia conficcato in superficie. Se cosi' fosse, il terreno sottostante dovrebbe essere gonfio e smosso e dovremmo avere della polvere e della terra sul disco, ma non e' cosi'. L'oggetto, inclinato, dovrebbe avere spazzato via gli alberi in fase di caduta, invece essi appaiono intatti, si intravedono solo dei rami rotti davanti al disco e non dietro. Questo dovrebbe fare pensare che sia caduto quasi in verticale. Ma se fosse stato cosi', il terreno avrebbe dovuto essere stato rialzato. Non ci sono tracce di bruciatura, eppure se il disco e' precipitato con l'angolazione che vediamo, avremmo dovuto avere attrito e liberazione di calore. Effettivamente pero' non si nota della neve accanto alla base del disco; potrebbe essere stata sciolta dal calore. La struttura del disco appare in ferro; il colore della struttura ricorda pero' manufatti umani; a terra vi sono travi e slitte per spostarlo; esso non ha abbattuto gli alberi dietro di se', anzi sembra appoggiato ad uno di essi. Cio' significa che l'ordigno dovrebbe essersi fermato in cielo, poi si e' inclinato e poi e' caduto 'a piombo' a terra; questo e' quanto si ricava dall'inclinazione, che ci fornisce la traiettoria della caduta. Noto anche che gli alberi circostanti, oltre a non essere stati abbattuti, sono verdi. Non sono stati bruciati. E o questa e' una contraddizione o il disco si trovava nella foresta da molto tempo, il periodo necessario per permettere alla vegetazione di ricrescere (ma in questo caso non sarebbe esso stesso stato ricoperto dalla vegetazione? O questa e' stata rimossa dai russi?). Tutt'intorno non ci sono pezzi o frammenti del disco. Di esso non riusciamo a capire se stiamo vedendo il sopra o il sotto. Il disco potrebbe essersi spezzato - per questo non ha smosso il terreno - e capovolto. Effettivamente lungo un lato sembra di intravedere una linea spezzata. Si nota poi uno sportello e in un angolo una scaletta componibile composta da travi forate. E' molto piccola ed i suoi scalini non sono per un piede umano, ma la fattura non pare futuristica, ma ricorda certe scale utilizzate negli anni Sessanta. La mia valutazione e' che non stiamo assistendo ad un incidente vero e proprio. Non escluderei che il filmato si riferisca ad un test con una V-7 nazista ricostruita dai russi. In tal caso il filmato avrebbe un valore eccezionale, non esistendo una documentazione certa al riguardo. Ma a naso penso di avere a che fare con due film falsi".

In attesa di leggere sulle riviste della Futuro il verdetto di altri colleghi e dello staff romano circa le ricerche condotte in parallelo da altri studiosi, due errata corrige: Adriano Forgione ci ha comunicato che non vi e' alcuna "bara" portata dagli agenti russi per raccogliere i resti del cadavere alieno. Lo strano oggetto rettangolare portato da alcuni soldati in una sequenza del recupero del crash e' piu' semplicemente una trave di legno utilizzata per spostare il disco; Remo Ponti, l'ufologo del CISU da noi citato sul numero 39 de La Rete, ci ha fatto rilevare un nostro errore di battitura circa la descrizione dell'ordigno che impatta contro il Mig russo. Non si tratta del "getto del motore di un razzo a missile" ma - si legga - "del getto del motore a razzo del missile".

E intanto l'ufologo olandese Andy Denne di Nijamengen ha protestato con Kal Korff per essere stato improvvisamente ed immotivatamente escluso, dopo i primi accordi, dallo studio dei frammenti dei rottami russi.

Collaborazione: Giuseppe Monticelli, CUN Lodi; Ettore Maini e Giuseppe Piccoli, CUN Piacenza; Luis Lopez, CUN Cinisello Balsamo; Adriano Forgione, IFAS; Remo Ponti, CISU.

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