10 aprile 1999 - Marte, ultima frontiera

Anche l'Europa prepara la sua prima missione per Marte, anzi una piccola invasione della superficie del Pianeta Rosso. Mars Express, la sonda di cui nei giorni scorsi l'Agenzia spaziale europea ha affidato la costruzione alla Matra-Marconi, e' destinata a far scendere ben tre moduli con una serie di strumenti. Mars Express sara' lanciata a giugno 2003; il viaggio durera' sei mesi e l'arrivo e' previsto per Natale. Il 2003 e' la migliore 'finestra di lancio' fino al 2012. Se si vuole approfittare di questa possibilita', il veicolo dovra' essere costruito con un ritmo accelerato. ''Uno dei tre moduli - ha detto Maurizio Candidi, direttore dell'Istituto di Astrofisica spaziale del Consiglio Nazionale delle Ricerche - potrebbe essere un piccolo veicolo semovente come il Sojourner. La parte della sonda che rimarra' in orbita, avra' un radar capace di cercare acqua o ghiaccio fino ad un chilometro di profondita' e svolgera' anche funzioni di ponte radio per le successive missioni'. Il robot semovente dovrebbe funzionare fino al 2007. ''Mars Express - ha detto Marcello Coradini, coordinatore delle missioni nel Sistema Solare per l'Esa - sara' costituita da un orbiter che rimarra' attorno al pianeta e tre lander che atterreranno nel 2004''.Quattro - prosegue Coradini - gli strumenti principali dell'orbiter: una telecamera per lo studio della morfologia e dell'altimetria, uno spettrometro ad infrarossi per i minerali, un interferometro per la composizione e la dinamica dell'atmosfera e il radar in grado di penetrare il terreno marziano. La sfida per i progettisti e' di fare presto e di non superare i 300 miliardi compreso il lancio ma esclusi i lander. Questi - prosegue Coradini - saranno forniti da gruppi di ricerca esterni ai quali l'Esa offrira' un 'passaggio' su Mars Express. Negoziati sono in corso con la NASA, la Russia, un gruppo di ricerca britannico e un consorzio paneuropeo di cui fa parte anche l'Italia''.''Per il momento - ha detto Andrea Carusi, dell'Istituto di Astrofisica Spaziale del CNR e presidente del gruppo di studio sui piccoli corpi celesti - almeno uno degli strumenti dell'orbiter dovrebbe essere italiano. E' l'interferometro progettato e costruito dall'Istituto di astrofisica spaziale e dall'Istituto di fisica dello spazio interplanetario, entrambi del CNR, con la collaborazione di altri enti fra cui le universita' di Lecce, Cassino e Padova e l'Istituto di navigazione di Napoli. Anche nello spettrometro, realizzato in Francia, c'e' una collaborazione italiana'. Uno dei moduli destinati a scendere sulla superficie di Marte sara' denominato 'Beagle-2' (come la nave di Darwin).

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