22 agosto 1999 - Cassini sfiora la Terra
La sonda Cassini sta piombando verso la Terra a 56.000 Km. orari ma ogni ipotesi di
collisione e' da escludere, assicurano gli sperti della Nasa che hanno studiato il
passaggio vicino al pianeta per mettere il modulo su una sicura rotta per Saturno. Se
all'inizio della missione la possibilita' di un errore di calcolo era una su un milione,
ormai si sa con certezza che non puo' esserci alcuna collisione, ha affermato il manager
del progetto Cassini Bob Mitchell, invocando le leggi della fisica che permetteranno alla
sonda di imboccare la tangente gravitazionale della Terra per sfruttarne l'effetto
propulsivo. Il passaggio a 1.200 chilometri dalla superficie terrestre, ha spiegato
Mitchell dal laboratorio della Nasa di Pasadena, in California, serve proprio a dare una
spinta alla sonda con la cosiddetta fionda gravitazionale, come si chiama la combinazione
di forze di attrazione e repulsione legate a un campo di gravita'. Anche eventuali errori
di calcolo si sarebbero potuti correggere, aggiunge sicura la responsabile scientifica del
progetto Carolyn Porco, ricordando che Cassini e' stata dotata di motori a combustibile
chimico (nitrogen tetroxide o NTO e monomethyl hydrazine o MMH) per la cambi di orbita e
traiettoria ed altri 16 piccoli motori sempre 'tradizionali' (hydazine) per le minori
correzioni di rotta. Come per tutte le sonde spaziali non vi e' un motore per la
"propulsione" in quanto, una volta impressa una certa velocita' iniziale (con
motori e/o effetto fionda) questa resta praticamente costante fino alla prossima
variazione di stato (accensione motori, entrata in un campo gravitazionale, ecc.)
Il generatore nucleare della Cassini (Radioisotope Thermoelectric Generators o RTG) serve
a produrre energia elettrica (628 Watt) per alimentare i sistemi di bordo (computer,
comunicazione, ecc.), in quanto durante la missione la distanza dal Sole sara' tale da non
consentire l'utilizzo dei pannelli solari. L'RTG genera energia elettrica convertendo
direttamente il calore generato dal decadimento del plutonio: un sistema in uso fino dagli
anni 60, missioni Apollo comprese. Trovate ulteriori notizie qui: http://www.jpl.nasa.gov/cassini/".
Sempre la responsabile scientifica del progetto, Carolyn Porco, precisa che il plutonio e'
fissato in una struttura tale da non rappresentare rischi anche in caso di collisione.
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