16 novembre 1999 - Scoperte egiziane

Da 'La Stampa' del 31-08-1999: "Tra le dune dell'antichissima terra
d'Egitto e' tutt'altro che raro vedere affiorare ossa umane. In genere,
sono i resti di quelle che un tempo erano mummie: vengono abbandonati
dai tombaroli, che sfidano i divieti delle autorita', disperatamente a
corto di risorse per riuscire a difendere tanti tesori straordinari.
Cosi', quando Ashry Shaker, capo della sovrintendenza alle antichita' di
Bahariya - un'oasi nota per i suoi vini, a 230 chilometri a Sud del
Cairo -, ascolto' il racconto di uno dei suoi guardiani, capi'
immediatamente che qualcosa di eccezionale era appena avvenuto.  Il
guardiano gli aveva spiegato che era con il suo asino sulla strada tra
Bawiti e Farfra, quando l'animale inciampo' e una zampa si conficco' nel
terreno. L'uomo si affretto' a scavare per liberarlo e, non appena
fisso' lo sguardo nel buco, fu folgorato: vide una camera sotterranea e
una serie di sagome, che sembravano i profili di mummie coperte d'oro.
Non appena Shaker verifico' l'esistenza della camera, decise di
schierare i guardiani intorno alla tomba, dopodiche' guido' fino a Giza,
alle porte del Cairo. Sapeva che li' avrebbe trovato al lavoro Zahi
Hawass, il sovrintendente per la piana delle piramidi che e' anche il
piu' famoso archeologo egiziano del mondo. Comincio' a raccontargli
della scoperta e un sempre piu' emozionato Hawass gli disse di tornare
subito indietro e di cominciare a scavare in segreto la tomba di
Bahariya. Lui l'avrebbe raggiunto di li' a una settimana. Oggi, a tre
anni di distanza, Hawass confessa l'eccitazione di trovarsi di fronte
quella che e' probabilmente la piu' grande scoperta archeologica in
Egitto da quando, nel 1922, Howard Carter e Lord Carnavon penetrarono
nella tomba di Tutankhamon. Hawass ha deciso di ribattezzare la zona
'Valle delle Mummie d'Oro'. 'Non riuscivo a credere che potessero venire
alla luce reperti del genere', spiega. 'Gli occhi delle mummie mi
fissavano come se fossero vive. Altre, semplicemente avvolte nelle bende
di lino, mi hanno fatto venire in mente quelle di Hollywood'. Non solo,
ma e' ancora piu' straordinario il fatto che il sito non sia mai stato
violato in oltre duemila anni. Quelle mummie cosi' perfettamente
conservate, molte ricoperte d'oro e finemente decorate, stanno emergendo
intatte dalla piu' grande necropoli di epoca ellenistica e romana mai
trovata, vale a dire del periodo che va dalla conquista di Alessandro
Magno, nel 332 a.C., al quarto secolo. Hawass e' convinto che siano
stati sepolti almeno diecimila corpi in un'area che si allunga per sei
chilometri. Gli scavi sono ripresi lo scorso marzo: si e' cominciato con
quattro tombe, che erano state tagliate nella roccia e che custodivano
105 mummie: uomini, donne e bambini. Nella numero 54 l'interno' sembrava
in preda a un incendio, tanto erano incredibili i riflessi delle placche
d'oro', racconta Hawass. Si poteva ancora sentire il profumo delle
resine utilizzate per l'imbalsamazione. 'E' incredibile che gli
archeologi siano arrivati nella ''Valle'' per primi', osserva Roger
Bagnall, professore di antichita' classiche della Columbia University di
New York. 'Normalmente siti del genere vengono saccheggiati dai
tombaroli. Se si troveranno le diecimila mummie previste, avremo a
disposizione un gigantesco 'database' sulle condizioni di vita
nell'Egitto antico. Scopriremo qual era la vita media, le malattie piu'
comuni, il numero di gravidanze per donna, l'alimentazione. Non solo.
Bagnall e' convinto che molte mummie siano state avvolte in fogli di
papiro: 'Non 'nuovo', ma di scarto, gia' utilizzato per scrivere e
quindi ricco di informazioni altrimenti destinate a essere perdute per
sempre'. E tuttavia la scoperta ha provocato non poche polemiche. Alcuni
archeologi, per esempio, contestano che a guidare il team sia proprio
Hawass: 'Non e' un esperto di quel periodo e nemmeno di quella zona.
Certo, e' molto abile, anche con i media, ma resta da capire perche' lo
scavo sia stato affidato a lui'. Ma il sovrintendente di Giza e' finito
sotto accusa anche perche' ha dichiarato di voler tenere lontano il
pubblico dall'oasi. Per ora, e' previsto che appena cinque mummie
vengano esibite a Bawiti, a fine anno, mentre una sesta - quella di un
uomo di 35 anni - e' stata inviata al Cairo per essere sottoposta a
studi approfonditi. Mentre il suo superiore, il presidente del Consiglio
per le Antichita' Egiziane, ha fatto sapere che Bahariya verra' aperta
al turismo, Hawass continua a smentire l'annuncio: 'Sono convinto che le
mummie non debbano essere messe in mostra. Si ferisce lo spirito del
morto'. Cosi', la citta' dei morti potrebbe continuare indisturbata il
suo sonno millenario".
Sempre 'La Stampa', il 31-08-1999, ha scritto: "Nell'inverno tra il 1922
e il 1923 Howard Carter entrava e usciva da uno stretto passaggio nella
Valle dei Re perennemente avvolto dagli sguardi e dalle domande di
giornalisti e di curiosi. Per la prima volta nella storia uno scavo
archeologico diventava evento mediatico. Tutankhamon rinasceva sotto
forma di titolo di giornale. L'Egitto era una febbre collettiva. Come al
tempo di Erodoto e Plutarco e come nel 1798, con lo sbarco di Napoleone
e dei 'savants'. Da allora senza tregua: le scoperte (e le riscoperte)
sono state imponenti quanto le piene del Nilo, in un ipnotico
feuilletton capace di intrecciare le vite di avventurieri, archeologi,
ladri e artisti con quelle di faraoni e regine, con monumenti e misteri.
Dice Rainer Stadelman, direttore dell'Istituto archeologico tedesco del
Cairo, che nella terra delle piramidi basta sollevare un po' di sabbia
per portare alla luce meraviglie. Stavolta, a Bahariya, ci ha pensato un
asino a fare la parte di Belzoni, Maspero o Kent Weeks. 'Tremila anni di
civilta' hanno lasciato segni ovunque'. Anche in un'oasi finora
considerata la minore tra quelle sahariane, da Siwa a Kharga', spiega
l'egittologo Silvio Curto:'Se davvero emergeranno diecimila mummie, si
avra' un'ennesima prova che l'Egitto e' una sterminata 'miniera',
ovunque'.  Anche quest'ultimo ritrovamento brilla per tempismo.
Hollywood lancia 'La Mummia' e Cristian Jacq ha da poco completato la
serie dei romanzoni storici cominciata con Ramses, mentre prospera il
mercato dei libri e dei documentari, seri, semiseri e inventati di sana
pianta. Ma e' tale il ritmo con cui le sabbie riversano al sole del 2000
il loro passato da spiazzare perfino i maniaci. E le autorita' egiziane
sono sconcertate: non hanno soldi, tecnologie, personale e spazio a
sufficienza per studiare, proteggere ed esibire tutti quei tesori. Solo
il museo del Cairo ha centoventimila reperti e molti di piu' nei
magazzini e il progetto di ampliarlo e' ormai confinato alla dimensione
dei sogni impossibili. In pochi mesi Saqqara ha svelato la tomba della
nutrice di Tutankhamon, nella Valle dei Re e' emersa quella dei 52 figli
di Ramses II, Abydos ha restituito le iscrizioni piu' antiche del mondo,
Akhmim promette un tempio in grado di rivaleggiare per gigantismo con
quello di Karnak a Luxor, a Giza e' spuntato un cimitero di operai,
nella penisola del Sinai si e' scoperta una rete di fortezze del 1500
a.C., Alessandria stupisce con i resti del faro e dei palazzi di
Cleopatra e Antonio. I network hanno firmato contratti miliardari per
l'esclusiva delle immagini e Zahi Hawass, il potente sovrintendente alla
piana di Giza, ha raggranellato dollari guidando la Fox Television tra i
cunicoli sotto i colossi di Cheope, Chefren e Micerino. Se i turisti
sono ormai ingestibili, intaccando con fiati e sudore le pietre della
Grande Piramide e i dipinti della tomba di Nefertari, e' sui loro
portafogli che l'Egitto - del passato e del presente - gioca la propria
sopravvivenza. Che continuino a pagare,prigionieri dell'incantesimo di
Tutankhamon. E se poi vogliono credere che le piramidi imitano la
costellazione di Orione, che la Sfinge ha quindicimila anni e che i
faraoni sono gli eredi di Atlantide tanto peggio per loro".
Collaborazione: Mysteria 01-11-1999.

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