16 Marzo 2000 - E.T. sugli altri pianeti

Da ‘Il Messaggero’ del 24-12-1999: "Non siamo piu’ soli, su un pianeta c'e’ E.T.’. Dal nostro corrispondente Anna Guaita - Quando fu messo in orbita, dieci anni fa, la delusione fu cocente: per la miope spilorceria di un pugno di politici, gli scienziati della Nasa dovettero rinunciare agli ultimi controlli, e non si accorsero che una delle lenti del telescopio era fuori fuoco. Quando ‘Hubble’ comincio’ a trasmettere immagini a Base Terra, la risata fu omerica: il telescopio che doveva rendere limpido l'universo, produceva foto sfocate. Ma ne e’ passata di acqua sotto i ponti. Riparato dagli uomini dello Shuttle, lo Hubble si e’ rivelato una delle grandi creazioni dell'uomo. Mario Livio, professore di astronomia e primo ‘teorico’ allo Space Telescope Science Institute, ci aiuta a valutarne l'importanza: Professore, quali sono i maggiori successo di Hubble? ‘Il telescopio orbitante ci ha fatto vedere e capire una infinita’ di cose del nostro universo. Ci ha provato l'esistenza di fatti che prima si immaginavano solamente: i buchi neri ad esempio. Ci ha confermato che esistono altri pianeti, e ci ha fatto capire l'eta’ del nostro universo. E ci ha fatto vedere galassie lontane 12 miliardi di anni luce, cosi’ lontane cioe’ che la loro luce ha cominciato a viaggiare verso di noi quando l'universo era ancora giovanissimo’. Quanti anni ha l'universo? ‘Dai dodici ai quattordici miliardi di anni’. Se lei dovesse fare una classifica delle scoperte di Hubble, cosa metterebbe al primo posto? ‘Beh, sto per pubblicare un libro sull'universo che si espande, quindi non posso che risponderle che al primo posto metterei la scoperta che l'espansione dell'universo non sta rallentando, come si era sempre creduto, ma sta accelerando. Edwin Hubble, l'astronomo, era convinto che l'esplosione cataclismica del big bang avesse dato origine a un cosmo che andava dilatandosi man mano che stelle e galassie si allontanavano l'una dall'altra. Hubble, il telescopio, ha confermato questa dilatazione e ha calcolato la velocita’ a cui essa avviene. E qui ci ha sorpreso tutti: si credeva che la forza di gravita’ stesse progressivamente rallentando questa dilatazione, invece e’ chiaro che l'universo contiene una forza repulsiva piu’ potente, che fa aumentare l'accelerazione’. Ma allora l'universo continuera’ a espandersi per sempre? ‘E' uno dei grandi dibattiti del nostro secolo. Abbiamo davanti molte difficili domande a cui stiamo ancora cercando una risposta. Fortunatamente, il programma Great Observatories della Nasa continuera’ nei prossimi dieci anni con progetti ambiziosissimi, che dovrebbero aiutarci a chiarire molti dei nostri dubbi. Nel 2007 verra’ messo in orbita un nuovo telescopio che leggera’ la luce infrarossa delle piu’ lontane galassie, cioe’ delle prime che si formarono quando l'universo si raffreddo’ a sufficienza per permettere l'aggregarsi di strutture. Sara’ messo in orbita a un milione e 600 chilometri dalla Terra, sei volte la distanza di Hubble dal nostro pianeta. Poi la Nasa mettera’ in orbita il telescopio Terrestrial Planet Finder, un vero e proprio telescopio ‘cercapianeta’, e infine il Life Finder, il ‘cercavita’. Si tratta di telescopi in grado di decifrare le componenti dei pianeti, di cercare quelli simili alla Terra, e di capire se presentino condizioni che sostengano la vita’. Non molto tempo fa simili progetti avrebbero causato sarcasmo negli uomini di governo che tengono i cordoni delle borse. Come mai questo cambiamento di disponibilita’? ‘Sono cambiate tante cose in questi ultimi anni. Basti dire che tutti i libri di astronomia piu’ vecchi di cinque anni andrebbero ritirati e corretti. Credo che la scoperta dell'esistenza di altri pianeti e di altri sistemi solari, unita alla scoperta che il carbonio e l'ossigeno, gli elementi della vita, sono ovunque, ci abbiano convinto che qualche forma di vita probabilmente esiste anche fuori del nostro pianeta. Noi lo chiamiamo ‘il principio di Copernico’: Copernico ci dimostro’ che la terra non era al centro di tutto, cioe’ ci dimostro’ che non eravamo nulla di speciale. La nostra Terra e’ un granello nel mare infinito dell'universo. Per lo stesso principio, perche’ dovremmo essere tanto speciali da essere gli unici esseri viventi - o gli unici esseri intelligenti - dell'universo?’. Lei crede davvero che non siamo soli? ‘E' solo una deduzione basata su osservazioni scientifiche. Ma voglio sottolineare che per svilupparsi la vita richiede miliardi di anni. Sulla Terra ad esempio le prime forme di vita elementare comparvero piuttosto presto, poche centinaia di milioni di anni dopo la nascita del nostro pianeta. Ci sono voluti tre miliardi di anni perche’ di sviluppasse un organismo multicellulare, un altro miliardo prima che dall'acqua la vita si trasferisse sulla terraferma. In altri pianeti la vita potrebbe essere al livello in cui era sulla Terra quattro miliardi di anni fa. Oppure potrebbe essere avanti di quattro miliardi di anni, e allora sarebbero loro a percepire noi come delle amebe o poco di piu’".

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