5 Luglio 2000 - Vacanze esotiche sulla MIR

Nuova vita per la Mir, la vecchia stazione spaziale russa, che potrebbe venire utilizzata addirittura come 'hotel' per chi vuole provare l'emozione di una vacanza stellare. A credere nel progetto è Walt Anderson, un miliardario americano di 46 anni che si è arricchito con la divisione della At&t e che sta investendo oltre 20 milioni di dollari nell'idea. La Mir ha compiuto 14 anni a febbraio: mostra non pochi segni di cedimento, e non è certo un alloggio superlusso. I principali problemi sono sorti nel 1997, quando un incendio e uno scontro hanno quasi distrutto una sezione della stazione, e che hanno seriamente compromesso la 'vivibilità' di tutta la Mir. Gli ultimi astronauti l'hanno abbandonata alla fine dell'agosto 1999. Eppure, il progetto di riutilizzo turistico può funzionare, sostengono gli esperti, perché è già 'sul luogo', cioè non deve essere costruita da zero, ma solo 'ristrutturata'. Anderson dovrebbe firmare un accordo per l'utilizzo della stazione orbitante, con la societa' spaziale russa Energiya, proprietaria della Mir. Anderson, Energiya e altri investitori daranno vita alla 'Mir Corporation', con sede alle Bermuda, la prima società che spera di guadagnare coi viaggi 'privati' nello spazio. Anderson è convinto che sia la più grande impresa di riconversione mai tentata: "La stazione stava per essere smantellata, ed era una grande opportunità - sostiene il miliardario in un'intervista - E' vero, è vecchia e ha dei problemi, ma non si distruggono i vecchi edifici perché non hanno l'aria condizionata, li si ristrutturano". Anderson e il suo consulente spaziale, Rick Tumlinson, presidente della Fondazione no-profit Space Frontier, hanno contattato lo scorso anno i russi sulla possibilità di riconvertire la Mir, dopo che l'agenzia spaziale russa aveva annunciato l'intenzione di affondare la stazione nell'oceano entro il 2000. Invece, la rotta della Mir e' stata resa stabile attorno alle Terra e verranno effettuati periodici sopralluoghi per verificare se la stazione può essere resuscitata.
Ma Anderson e i suoi soci non pensano solo di aggiustare l'esistente, ma anche di aggiungere nuove 'camere', rendendo la Mir anche più grande della International Space Station progettata dalla Nasa, che dovrebbe avere le dimensioni di un campo di calcio, e la cui realizzazione viene continuamente posticipata. Detto così, sembra semplicissimo, ma sono gli stessi finanziatori a buttare acqua sul fuoco dell'entusiasmo, ammettendo che i problemi tecnici saranno notevoli: corrosione delle strutture e contaminazione chimica, tanto per citare i principali. E oltretutto peggioreranno con il passare del tempo, come avverte il noto UFOscettico James Oberg, ingegnere che ha studiato a lungo il programma spaziale della Mir e che aveva preavvertito la Nasa dei problemi ben prima del disastro del 1997.
I precedenti di recupero però ci sono: nel 1980 proprio i russi resuscitarono una Soyutz completamente morta e congelata. Diverso il parere di chi il disastro della Mir l'ha vissuto in prima persona, l'astronauta americano Jerry Linenger (che ha anche scritto un libro sulla terribile esperienza), e che sostiene che la stazione sia ormai irrecuperabile : "E' già molto se riescono a riscuotere l'assicurazione - dice Linenger - Io non ci tornerei". Smentito però da un suo collega, il terzo americano ad avere abitato nella Mir, John Blaha (e noto UFO testimone): "A tutti coloro che vogliono provare, direi senz'altro la cosa più importante che uno possa fare nella propria vita". Un viaggetto che comunque non sarà proprio alla portata di tutte le tasche. Il primo turista spaziale pagherà la bella cifra di 40 milioni di dollari, mentre quelli che verranno dopo di lui spenderanno dai 20 ai 25 milioni di dollari, secondo il piano di Anderson. Oltre ai problemi tecnici, c'è anche quello d'immagine, rovinata dal disastro del 1997. E per convincere l'opinione pubblica della bontà del suo progetto, Anderson dice che comprerà egli stesso un biglietto per la Mir.


La Rete 255 - aperiodico telematico realizzato in proprio senza fine di
lucro dalla Segreteria Generale del CUN

Torna all'attualità


CUSI - Centro Ufologico della Svizzera Italiana