2 Agosto 2000 - Endorfine e impianti alieni, un connubbio obbligato ?
Di Giorgio Pattera, CUN Parma.
Cosa può indurre un uomo di 35 anni (quindi già maturo e formato) a mutare
sensibilmente il proprio comportamento ed a controllare la propria emotività, fino a
qualche tempo prima tendenzialmente ipersuscettibile, aggressiva e (per certi versi)
violenta, fino a divenire un soggetto equilibrato e addirittura "agréable", pur
essendosi trasferito dalla nazione d'origine (Albania) nel nostro Paese, incontrando le
intuibili difficoltà d'inserimento sociale?
La presenza di un "impianto" di origine sconosciuta (un microchip, per
intenderci) nella zona interdigitale pollice-indice della mano sinistra, diagnosticata
radiologicamente, può anche solo in parte essere all'origine della situazione? E ancora:
il soggetto che lo ospita può avvertire a livello del subconscio l'influsso positivo che
questo eserciterebbe sul suo comportamento, tanto da rifiutarne la rimozione?
Dobbiamo all'intuizione ed alla perseveranza dell'amico e collega Dr.Giuseppe Colaminè
del C.U.N. di Napoli (che ci ha aperto il passo su una strada ricca di interrogativi e di
ipotesi di lavoro tutte da dimostrare) se oggi mi sento di proseguire nel tentativo di
spiegare, sotto il profilo biologico, gli effetti sull'uomo da parte dei peptidi
morfinomimetici (nel caso specifico, dalle endorfine) in concomitanza con le presunte
"abductions" operate da entità aliene. Argomento, peraltro, da me già
affrontato a partire dal 1994.
Abbiamo potuto verificare (anche se non sarebbe stato indispensabile, data l'indiscutibile
professionalità del Dr.Colaminè) che la zona d'inserzione del presunto impianto alieno
è situata, secondo l'agopuntura cinese, in un punto (il n.°3, per la precisione)
appartenente al Meridiano GI (= del grosso intestino), che raggiunge la massima intensità
energetica alle ore 6: particolare, quest'ultimo, di notevole significato, come vedremo in
seguito. Ricordiamo che, per la filosofia orientale, la malattia in quanto tale non
esiste: ogni sintomatologia, quindi, è derivata dalla mancanza di energia o, al
contrario, dall'accumulo e dal ristagno di essa negli organi collegati al meridiano
corrispondente. Il concetto di "salute", pertanto, è legato al mantenimento del
perfetto equilibrio energetico nei vari organi del corpo umano. Per reintegrare questo
equilibrio, ogni punto dei vari Meridiani può essere adeguatamente stimolato, con
tecniche diverse, allo scopo di incrementare l'afflusso di energia nel Meridiano stesso
(tonificazione) o di sedarla, facendola scorrere dalle zone in cui si trova in eccesso a
quelle in cui è carente (dispersione). Per ottenere l'effetto di tonificazione il medico
inserisce l'ago, lo ruota e dopo qualche istante lo estrae; per detonificare, invece,
inserisce l'ago e lo lascia "in situ" per 8-20 minuti. Anche questo secondo
particolare va tenuto presente, alla luce delle conclusioni che trarremo.
La medicina allopatica (quella occidentale, per intenderci) ha recentemente scoperto che
l'intestino crasso (controllato appunto dal meridiano GI, secondo i princìpi
dell'agopuntura) produce una sostanza denominata VIP (vasoactive intestinal polypeptide),
deputata a funzioni vasodilatatorie locali e, quindi, favorenti la digestione. Tuttavia la
stessa molecola viene prodotta anche in alcune aree del sistema nervoso centrale, in
particolare in una zona del cervello chiamata ippocampo, sede di importanti funzioni
neurologiche (memoria, comportamento, ecc.). Un'ipotesi che si affaccia, a questo punto,
è che tale polipeptide (VIP) venga prodotto simultaneamente sia a livello viscerale che
nervoso, viste le innegabili ripercussioni che le funzioni biologiche (nella fattispecie
la digestione) esercitano sullo stato comportamentale dell'individuo.
E se non fosse il VIP la molecola che entra in gioco in tutta questa complessa
trattazione?
In un lavoro precedente (<
Vediamo ora in base a quali argomentazioni ciò sia sostenibile.
1) Inizialmente le endorfine furono chiamate encefaline (leu-enkefalina e met-enkefalina)
in quanto isolate da estratti cerebrali. Di recente la met-enkefalina è stata rinvenuta
anche in tutto il tratto gastroenterico, specie nel colon, a conferma (una volta tanto)
che la medicina tradizionale e quella "ufficiale", pur partendo da concetti
diversi, possono giungere ai medesimi risultati. Il picco massimo delle endorfine si
raggiunge nell'individuo intorno alle h.6 del mattino, orario corrispondente al periodo di
massima intensità energetica del meridiano GI.
2) La produzione endògena di endorfine è inversamente proporzionale all'età: i valori
più elevati si riscontrano fra i 18 e i 44 anni, mentre dal 45° inizia una netta
riduzione del livello liquorale di endorfina: è per questo motivo che ai presunti
"rapiti" (tenendo presente gli effetti farmacologici della EP, che vedremo in
seguito) non appartengono quasi mai persone anziane, almeno secondo la casistica in nostro
possesso? Sarebbe interessante, a questo proposito, sollecitare una richiesta di dati dai
colleghi statunitensi: questo perché sembra che la più alta % di "abduction"
si rilevi oltre Atlantico.
3) Da esperimenti effettuati "in vitro" appare evidente che la endorfina induce
e modula la produzione endògena di cellule particolari, le NK ("natural
killer"), deputate al riconoscimento, all'attacco ed all'inattivazione degli antigeni
tumorali circolanti all'interno dell'organismo. Quesito: visto che in passato molti
testimoni di presunti "incontri ravvicinati" di 3° e 4° tipo hanno accusato
patologie tumorali, in qualche caso letali, determinate dall'esposizione a radiazioni
ionizzanti, assorbite nel corso del contatto con l'UFO, è solo fantasia ipotizzare che
entità extraterrestri (non meglio individuate finora, ma senza dubbio tecnologicamente a
noi superiori) vogliano salvaguardare per il futuro l'integrità fisica degli
"addotti", anche in previsione di quella "continuità della linea
genetica" che sembra essere alla base del fenomeno dei "repeaters"? Anche
in questo caso occorrerebbe un riscontro ad ampio raggio sull'eventuale variazione in %,
rispetto alla media, di patologie oncògene nei protagonisti di IR4, sia prima che dopo il
"boom" del fenomeno abductions degli anni '80 negli USA.
4) Recenti studi hanno dimostrato che le endorfine esercitano numerosi influssi sulla
psiche, tra cui emerge quello di diminuire la reattività dell'individuo di fronte a
situazioni di emergenza, aumentandone la soglia dell'emotività di fronte allo shock.
Questo è un fattore molto importante nella cura della schizofrenia, che ultimamente si
tende ad inquadrare (proprio come farebbe la medicina cinese) come squilibrio nella
concentrazione di endorfine cerebrali. A riprova del fatto, si è verificato
sperimentalmente che con la somministrazione di elevate dosi di endorfina si può
riprodurre una sindrome catatònica simile a quella presente negli schizofrenici; un
effetto analogo si riscontra anche nel caso di pazienti epilettici. A conferma di quanto
sperimentato, alte dosi di naloxone (cortisonico endorfino-antagonista) servono a
migliorare le turbe comportamentali degli psicotici. Nei soggetti affetti da sindromi
depressive, invece, massicce dosi endovenose di endorfine ottengono un rapido quanto
fugace miglioramento della sintomatologia.
5) La sintesi endògena delle endorfine viene incrementata nei pazienti sottoposti ad
elettroagopuntura e nel corso delle sedute di ipnosi profonda, la tecnica impiegata dagli
psicoterapeuti per far riaffiorare ricordi di esperienze sepolte nell'inconscio.
Quest'ultimo fattore potrebbe spiegare come il medico riesca a far rivivere al soggetto in
ipnosi regressiva, come se la realtà si ripetesse, gli eventi traumatizzanti di cui è
stato involontario protagonista, senza che lo stesso ne subisca nuovamente i danni
psichici. Va inoltre ricordato che anche l'effetto analgesico ottenuto con
l'elettroagopuntura viene inibito dal naloxone.
6) Una proprietà della ?-endorfina, recentemente individuata, è quella di interagire con
i centri cerebrali della memoria, ottenendo l'obnubilazione del ricordo relativo agli
eventi traumatici subìti nell'arco dei cinque anni precedenti. E' curioso a questo
proposito ricordare che il Signor M. ritiene di avere da circa cinque anni l'impianto
nella mano sinistra e di cominciare solo ora ad avere ricordi confusi di "missing
time".
Circa la funzione dell'impianto abbiamo già convenuto con l'amico Ing.Magenta che, per
ragioni tecniche legate a dimensioni e microtensioni bio-elettriche che sarebbe troppo
lungo esporre in questa sede, il presunto impianto alieno non può fungere da
apparecchiatura né trasmittente né ricevente. Ma allora a cosa serve?
E' assodato che il "corpo estraneo" risulta presente da non più di cinque anni
(periodo corrispondente, fra l'altro, alla trasformazione comportamentale del soggetto) e
che l'ignoto autore di tale "impianto" ha voluto renderlo definitivo o,
perlomeno, a lunga permanenza, impedendone il fenomeno di rigetto e il conseguente
incapsulamento in tessuto granulomatoso (dimostrando in tal modo l'assoluta padronanza
sull'inibizione delle reazioni immunitarie). Richiamiamo ora uno dei princìpi basilari
dell'agopuntura: la stimolazione prolungata (nel nostro caso, addirittura permanente) di
un punto appartenente ad un meridiano ottiene un effetto "decongestionante"
sull'attività degli organi interni ad esso correlati e non incrementante, come sarebbe
lecito attendersi nella fattispecie. Perché allora inserire nel punto 3 del Meridiano GI
uno stimolo permanente, col risultato di abbassare il tasso endorfinico sia liquorale che
plasmatico? Sarebbe un controsenso (sempre, ovviamente, ragionando con la
"nostra" mentalità), perché otterrebbe il risultato contrario a ciò cui
presumibilmente si tendeva: il Sig.M. avrebbe dovuto aumentare la propria aggressività,
ma ciò non è avvenuto; anzi...
Alla luce di tutto questo sarei orientato ad assimilare la funzione del microchip in
oggetto a quella di un "perfusore" parenterale o intrafusore, vale a dire di
quell'apparecchiatura automatica che provvede, in assenza dell'operatore tecnico, ad
infondere nei vasi sanguigni dei pazienti allettati sostanze farmacologicamente attive,
secondo posologie e tempi predeterminati. Nel caso del microchip (ripeto, si procede per
ipotesi...) ci sarebbe una piccola ma fondamentale variante: l'azione stimolante di
quest'ultimo sui centri deputati alla produzione di endorfina non viene impostata
dall'esterno (come nel caso dell'infermiere che, al letto del paziente, programma
l'intrafusore), ma agisce per autoregolazione. In altre parole, l'impianto funzionerebbe
anche da "sensore" del livello endorfinico circolante e passerebbe dalla fase di
monitoraggio alla fase di stimolo non appena le condizioni plasmatiche scendano sotto la
soglia "di allarme". Una specie di "pompa autoinnescante", insomma
(tipo la pompa ionica presente nella parete delle cellule, che regola l'equilibrio
osmotico); una sorta di "orologio parabiologico", in grado di mantenere elevate
concentrazioni di endorfina in circolo: le endorfine liquorali, infatti, oltre che subire
una rapida degradazione enzimatica nei vari distretti (durata dell'attività non superiore
a 45':, passano con difficoltà dal cervello al sistema circolatorio e viceversa, perché
trattenute dalla barriera meningea.
CONCLUSIONI
Anche se in un campo esclusivamente sperimentale come quello ufologico è sempre azzardato
trarre conclusioni, cerchiamo tuttavia di tirare le fila delle argomentazioni finora
esposte, formulando l'ipotesi che i cosiddetti "impianti alieni",
indipendentemente dalla zona di inserzione, potrebbero fungere da dispositivi
automodulanti, atti a mantenere il soggetto impiantato in uno stato alterato di coscienza
(vagamente assimilabile alle onde alfa emesse dal cervello nella fase pre-ipnotica), allo
scopo di consentire all'organismo, come in un sistema omeostatico, risposte adattative a
stimoli stressanti di provenienza esterna, in campo emozionale, reattivo, della percezione
del dolore, ecc. Il tutto verrebbe ottenuto (il condizionale, come sempre, è d'obbligo)
mediante l'innalzamento costante del tasso, sia plasmatico che liquorale, delle endorfine
di produzione endògena, le quali (particolare non secondario) sortirebbero anche
l'effetto collaterale di annullare il ricordo dell'evento traumatizzante pregresso.
Giorgio Pattera
BIBLIOGRAFIA
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Caleidoscopio n.° 33 Medical System, Genova - 1988
Buzzetti / Cavallo / Giovannini - Citochine ed ormoni - Caleidoscopio n.° 90 Medical
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G.C.Giudice - Agopuntura cinese - Caleidoscopio n.° 123 / Medical Systems, Genova - 1998
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