14 Agosto 2000 - Il SETI continua
Dal Corriere della Sera e da altri quotidiani del 3-8-00. New York - ET aspettaci,
stiamo tornando a cercarti e, prima o poi, ci incontreremo. Lo stanno pensando in queste
ore i radioastronomi di tutto il mondo dopo aver appreso che due esponenti di punta della
Microsoft hanno deciso di investire milioni di dollari nell'agonizzante programma Seti per
la ricerca di segnali di vita intelligente extraterrestre. Paul Allen, uno dei fondatori
del gigante del software americano, e Nathan Myhrvold, il suo guru della tecnologia,
finanzieranno con 13 milioni di dollari (26 miliardi di lire) oltre il 50% delle spese
necessarie per la costruzione di un nuovo rivoluzionario radiotelescopio che sarà
dedicato esclusivamente alla ricerca di altre civilità nell'Universo.
Di questa pioggia di dollari c'era proprio bisogno, dicono quanti sono convinti della
necessità di salvare il programma Seti, nato 40 anni fa ma incagliatosi negli ultimi
tempi nelle secche dei tagli di bilancio. A partire dagli anni sessanta, il grande
radiotelescopio di Arecibo, a Portorico, e altri impianti simili in Europa e Australia
hanno setacciato i cieli alla ricerca di una sola cosa: un segnale che segua uno schema,
che sia cioè diverso dal caos di suoni, impulsi di energia, improvvisi scoppi di luce e
rabbiose esplosioni nucleari che sconvolgono continuamente l'Universo.
Era così forte la convinzione che primo o poi questo segnale di vita intelligente sarebbe
arrivato che quando, nel 1967, in Gran Bretagna il radiotelescopio di Cambridge captò per
la prima volta il ticchettio regolare di una stella pulsar, gli scienziati ebbero un tuffo
al cuore e pensarono che il gran momento dell'incontro fosse giunto. Verranno così presi
di mira migliaia di soli gialli e caldi più o meno come il nostro, attorno ai quali
ruotano verosimilmente dei pianeti le cui emissioni radio verranno costantemente ascoltata
alla ricerca del famoso segnali intelligente.
Al resto la fondazione Seti ha già pensato. Il resto in questo caso è rappresentato dal
vero ostacolo finanziario incontrato negli anni scorsi dal progetto originale: quello del
tempo e delle risorse - ambedue proibitivi - necessari all'esame dell'enorme massa di dati
raccolta. E' infatti impensabile che pochi scienziati, aiutati da pochi supercomputer,
trascorrano la loro vita a cercare quel vero e proprio ago nel pagliaio rappresentato da
una breve sequenza di impulsi intelligenti tra i tantissimi captati in altrettante
frequenze.
E così la Seti ha già iniziato da un anno a distribuire in giro per il mondo tanti
piccoli pezzettini di dati a migliaia e migliaia di semplici possessori di personal
computer. Ciascuna di queste macchine esamina il suo pezzettino di dati (con un
programmino simile a un normale salvaschermo) ed il compito titanico e in apparenza
insolubile di trovare ET nella vastità degli spazi siderali diventa così abbordabile.
Insomma, la ricerca riprende. Come Ulisse non si fermò alle colonne d'Ercole, così
l'umanità semplicemente non ci sta a pensare di essere davvero sola al mondo.
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