5 Dicembre 2000 - Il pianeta non può attendere !

Da un'ANSA di novembre

Il pianeta non puo' attendere i tempi lenti dell'eco-politica. Dopo il fallimento del summit dell'Aja gli esperti di clima rilanciano gli allarmi: senza misure ed impegni la crescita dei gas serra sara' del 20% tra 10 anni con un rafforzarsi di uragani, tifoni, alluvioni da una parte e siccita' desertificazione dall'altra. ''Su questo scenario poi -dice Vincenzo Ferrara, climatologo dell'Enea- pende anche la 'spada di Damocle' dei Paesi in via di sviluppo, per cui non sono previste riduzioni di gas serra e che potrebbero fare arrivare il bilancio in crescita delle emissioni a un piu' 30% sempre nel 2010''.
Non prendere decisioni significa quindi arrivare ad aumenti della temperatura nei prossimi 100 anni fino a 6 gradi, un incremento senza precedenti negli ultimi 10.000 anni, e a una crescita del mare fino ad 60 centimetri, un livello che significa la scomparsa di gran parte di atolli, piccole isole, terre lagunari e la creazione di centinaia di migliaia di profughi ambientali che emigreranno in cerca di terra su cui vivere. ''E' da 10 anni che diciamo che i cambiamenti climatici avrebbero causato sconvolgimenti. Tutto si e' verificato -dice Domenico Gaudioso responsabile clima dell' Anpa, l' Agenzia per l' ambiente- per il futuro e' quindi necessario agire''.
E il Mediterraneo in generale e l' Italia in particolare sono regioni, secondo gli esperti di clima dell' Onu dell' Ipcc, che a causa dell' uso del territorio costiero e delle caratteristiche delle coste presentano, fra quelle mondiali, un' alta vulnerabilita' per perdita di ecosistemi e della biodiversita' marino-costiera (altre zone ad alto rischio sono anche i Caraibi, le coste del Mar Baltico e quelle dell' America centro-settentrionale). ''In Italia in particolare -dice Corrado Clini, direttore generale del ministero dell' ambiente- per ridurre i gas serra, secondo gli obiettivi di Kyoto, dovremmo ridurre nei prossimi 10 anni una quantita' di emissioni pari a 100 milioni di tonnellate circa''. Gli scenari italiani in mancanza di impegni di riduzione (le emissioni stanno invece aumentando in media annua di circa l'1%) sono stati elaborati dall' Enea e da un consorzio Ue di Istituti di ricerca. Da una parte c'e' la variazione del clima, presa in considerazione dagli esperti europei, dall' altra la mappa delle terre basse italiane a rischio inondazione e le previsioni particolare su Venezia, sommersa sempre di piu' spesso dall'acqua alta (un giorno su tre).
Secondo gli esperti europei tra 80 anni nel nord Italia le piogge aumenteranno del 30-50%, del 10-20% al centro e si ritireranno invece dal sud, dove e' prevista una diminuzione delle precipitazioni del 10-20% con conseguente rischio siccita' e desertificazione.
L' Enea ha invece aggiornato la mappa dell' Italia destinata a sparire sommersa dal mare. Non solo Venezia e la costa dell' Alto Adriatico, tra Rimini e Monfalcone, rischia di andare sott' acqua a causa dei cambiamenti climatici che fanno crescere il livello del mare, ma anche altre 18 localita' italiane, molte turistiche, come le coste intorno a Trapani o Catania, la costa laziale a nord di Sperlonga e a nord di Terracina, la costa est di Piombino tra S.Vincenzo e Follonica, la costa ed il golfo di Oristano in Sardegna, quella della piana di Sibari e addirittura la laguna di Orbetello. Inoltre a rischio inondazione anche le spiagge intorno alle foci del Magra, dell' Arno, del Tevere, dell' Ombrone, del Volturno e del Sele.

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