2 Giugno 2001 - La NASA a caccia di E.T..

Dal Giorno del 31-5-01: "La Nasa si prepara a ospitare 'E.T.' Caccia all'alieno che forse non c'è. L'agenzia spaziale americana costruirà un laboratorio da milioni di dollari per analizzare le eventuali forme di vita che saranno raccolte durante la prima missione su Marte. Un compito ingrato, senza nessuna certezza.

Creare un laboratorio da milioni di dollari, che nessuno sa come progettare, per ospitare organismi che forse non sopravviveranno, sempre che arrivino sulla Terra da un pianeta dove non c'è certezza che esistano forme di vita... Non è un po' troppo per una manciata di rocce e polvere da Marte? "E' soltanto una questione di prudenza". Così commenta l'ingrato compito John Rummel, responsabile per la Nasa della "difesa planetaria" - un vero "man in black" senza i Ray-Bans e le pistole - incaricato di sistemare nel laboratorio una quarantina di eventuali "forme aliene". Una necessità sempre più impellente, ora che l'Agenzia spaziale considera di portare sulla Terra entro i prossimi dieci anni alcuni campioni prelevati da Marte. Il laboratorio da realizzare dovrà essere a tenuta perfetta, come ogni altra struttura predisposta per contenere microbi che possano essere pericolosi per la Terra, e altrettanto organizzata di ogni centro informatico. Ma bisogna anche decidere quando e come rilasciare i campioni ad altri istituti di ricerca, facendo del futuro laboratorio una sorta di Ellis Island - dove venivano riuniti gli immigrati negli States prima di essere smistati - per gli scienziati interplanetari del microscopio. Servono dunque tante ricerche per mettere a punto la struttura a prova di sicurezza secondo le indicazioni della National Academy of Science, tanto che la Nasa deve cominciare da subito a lavorare perché altrimenti il laboratorio rischia di non essere pronto fino al 2014.

"Lo studio dettagliato di questi campioni è indispensabile per rispondere a una delle domande fondamentali sul pianeta rosso: può aver ospitato o no forme primitive di vita?", spiega John Wood, ricercatore dell'Harvard Smithsonians Center for Astrophysics di Cambridge. "E anche se le possibilità di trovare organismi viventi è estremamente ridotta, tuttavia non è pari a zero". Il laboratorio per mettere in quarantena questi campioni dovrà essere diverso da qualsiasi altro mai costruito. E' necessario che sia in grado di isolare la Terra da ogni possibile contaminazione, e nel contempo di mantenere i campioni il più possibile inalterati per non rendere inefficaci gli studi.

Ma c'è anche un altro problema da risolvere: di solito nei laboratori che trattano organismi biologici la pressione è mantenuta più bassa che nell'ambiente esterno. Se così non fosse, entrerebbe aria da fuori a portare pericolosi microbi. Ma per mantenere integri i campioni da Marte, nelle stanze dove verranno esaminati la pressione dovrà essere leggermente più alta rispetto a quella normale, per prevenire l'ingresso di polvere o batteri. Coniugare entrambi gli approcci non è mai stato fatto prima d'ora in alcuna struttura.

Inoltre il progetto indica regole precise per cedere i campioni ad altri scienziati. Se si tratta di elementi privi di ogni traccia o forma di vita passata o presente, possono essere spediti velocemente ad altri centri di ricerca. Se invece i campioni presentano anche solo ambigui segni di vita, bisognerà sterilizzarli prima di inviarli ad altri laboratori di massima sicurezza. E quando venissero trovate prove certe di forme di vita, allora andrebbe organizzato un livello superiore di ricerca nel laboratorio per stoccarli, maneggiarli e studiarli. Ma bisognerà anche stabilire se i reperti che non rechino segni di vita ne siano davvero privi, oppure se il test risultato negativo non sia stato in grado di riconoscere organismi diversi da quelli che gli umani abbiano mai conosciuto sulla Terra. Per evitare sommosse popolari quando si comincerà a selezionare il luogo dove erigere il laboratorio, la Nasa considera di sistemarlo vicino al Center for Disease Control di Atlanta, alle strutture di ricerca dell'Università del Texas a Galveston oppure al Centro per lo studio delle malattie infettive dell'Esercito americano. Tra due settimane si cominceranno a stendere le linee guida della ricerca scientifica per testare, conservare e distribuire i campioni. Il piano completo dovrebbe essere pronto entro il 2004".

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