7 Giugno 2001 - L'Mpgc, il primo "microscopio astronomico"

La stessa logica dello studio degli elettroni

Un “occhiale” tutto italiano permetterà di esplorare per la prima volta gli oggetti più misteriosi dell'universo, come buchi neri e stelle di neutroni. Lo strumento, nato dall'incontro tra l'astrofisica e le ricerche nell'infinitamente piccolo, è stato descritto sulla rivista specializzata Nature. "Combinando i due settori siamo riusciti a realizzare uno strumento che permetterà di aprire una nuova finestra sull'astronomia", hanno detto i due autori della ricerca, Enrico Costa, dell'Istituto di astrofisica spaziale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma, e Ronaldo Bellazzini, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) di Pisa, specializzato nella ricerca sui rivelatori di particelle.

L'occhiale si chiama Mpgc (Micro-pattern gas chamber) ed è in grado di misurare il campo magnetico delle stelle di neutroni e la massa degli anelli di materia incandescente che ruotano attorno ai buchi neri. ". Esteticamente è simile a un contatore Geiger. Cattura i raggi X emessi da buchi neri e stelle di neutroni ed emette elettroni nel momento in cui i raggi X attraversano il gas contenuto nella camera. Quindi registra il tracciato degli elettroni, la cui direzione corrisponde a quella del campo elettromagnetico.

"Per la prima volta questi oggetti saranno misurati direttamente - ha rilevato Costa - e sarà possibile ricostruire la mappa del loro campo magnetico". L’“occhiale” ha già sollevato tantissimo interesse in campo internazionale, sono già arrivate da tutto il mondo diverse proposte di installarlo a bordo di un telescopio a raggi X.

Buchi neri, stelle di neutroni, quasar sono distanti dalla Terra milioni di anni luce e dalla Terra sono talmente piccoli da sfuggire a ogni tentativo di catturarne tracce o immagini. Gli strumenti a disposizione finora, infatti, non sono stati abbastanza potenti. Ma adesso le cose sembrano essere cambiate, almeno sulla carta, grazie allo strumento italiano, che potenzialmente promette di risolvere le principali questioni scientifiche ancora in attesa di risposta.

"L'unico modo per riuscire a vedere questi corpi lontanissimi è misurare la luce polarizzata", hanno detto i ricercatori. "La soluzione era l'uovo di Colombo - hanno aggiunto - perché è stato sufficiente cercare di osservare oggetti tanto diversi dalle normali stelle da un nuovo punto di vista. Si è pensato infatti di mettere a punto una sorta di "microscopio astronomico" basato sullo stesso principio che permette ai fisici delle particelle di inseguire gli elettroni, ricostruendone il tracciato. Infatti, nell'infinitamente piccolo, le particelle conservano una memoria della direzione impressa dal fotone che le ha generate.

“È nata così - ha detto Bellazzini - l'idea del polarimetro fotoelettrico, estremamente più sensibile degli strumenti attuali, tanto da impiegare 2-3 giorni per osservazioni che con i mezzi tradizionali di giorni ne richiedevano mille. “L'effetto fotoelettrico - ha osservato Costa - é stato ottenuto in laboratorio 70 anni fa, ma gli strumenti erano enormi, complessi ed estremamente costosi, impossibili da utilizzare nello spazio". L'Mpgc ha invece l'aspetto di una scatola piccola e compatta, tanto da poter essere collocata nel fuoco di un telescopio a raggi X.

Fonte: TiscaliNet Canale Scienza

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