26 Ottobre 2001 - Via Lattea, vita in 500 mila pianeti

Rivalutata l'equazione di Drake

Centinaia di migliaia di pianeti nella sola Via Lattea potrebbero ospitare forme di vita: è quanto sostengono alcuni meteorologi tedeschi dell'Istituto di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico, in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica britannica 'New Scientist'.

Secondo la tesi dei ricercatori teutonici, il pianeta abitato più vicino alla Terra potrebbe trovarsi solo a qualche centinaio di anni luce di distanza. Nel 1961, lo scienziato statunitense Frank Drake ideò una formula per calcolare il numero di pianeti nella Via Lattea capaci di ospitare forme di vita.

L'equazione di Drake - sottolinea però il 'New Scientist' - contiene alcuni parametri molto difficili da stimare, come il numero di pianeti simili alla Terra che orbitano attorno alle stelle e la percentuale di questi che potrebbero offrire le condizioni adatte allo sviluppo della vita.

I meteorologi dell'istituto tedesco hanno, però, fissato nuovi limiti per questi parametri. Guidati da Siegfried Franck, gli studiosi hanno calcolato anzitutto quanti pianeti si 'affacciano' sulla zona abitabile di una stella, cioè la regione in cui la temperatura permette la fotosintesi.

L'equazione prevede quindi l'ipotesi secondo cui solo l'1% delle stelle nella Via Lattea sono accompagnate da pianeti simili alla Terra. Inoltre, i meteorologi hanno ipotizzato che la vita può svilupparsi solo nell'1% di tutti i pianeti abitabili. Da questi calcoli è emerso che la Via Lattea continene almeno 500.000 'Gaia', cioè pianeti extra-solari dotati di biosfera.

L'utopia di possibili forme di vita nello spazio sta diventando, dunque, sempre più reale. Soprattuto in considerazione del fatto che nell'ultimo periodo le segnalazioni sono cresciute tantissimo. Merito sicuramente della tecnologia che ha permesso di oltrepassare limiti fino a poco tempo fa insuperabili.

Innanzitutto, l'11 settembre scorso, quando analizzando 60 mila foto scattate dalla sonda Mars Global Surveyor, un’equipe di scienziati ungheresi ha annunciato di aver scoperto tracce di licheni su Marte.

Oppure il caso del 27 febbraio scorso, quando la Nasa, l’Ente Spaziale Americano, stupì il mondo confermando la possibilità della presenza di vita su Marte , dopo che un’equipe di ricercatori di tutto il mondo aveva effettuato diversi studi su dei frammenti del meteorite Allen Hill 84001 ritrovato in Antartide e proveniente dal pianeta rosso. A questa scoperta si aggiunse, poi, la ricerca di alcuni studiosi dell'Università «Federico II» di Napoli che, in collaborazione con l'Istituto Geomare-Sud del Cnr, scoprirono e analizzarono alcuni batteri extraterrestri.

Fonte: TiscaliNet Canale Scienza

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