29 Marzo 2002 - Envisat ha "aperto gli occhi".

Il satellite Esa è operativo

Il satellite Envisat -foto esa.int-

Il satellite Envisat dell'Agenzia Spaziale Europea, lanciato nella notte tra il 28 febbraio e il primo marzo, ha finalmente “aperto gli occhi” sul nostro pianeta ed ha fornito le prime immagini attraverso le quali sarà da adesso più agevole tenere sotto controllo lo stato di salute della Terra.

Le prime foto sono state presentate giovedì 28 marzo a Frascati, presso Roma, all'Esrin la sede italiana dell'ESA. Raffigurano l'Oceano Atlantico al largo della Mauritania con la distribuzione del fitoplancton e il grande iceberg (3.250 km quadrati) che si è staccato alcuni giorni fa dal ghiacciaio di Larsen, il più grande blocco mai creato dal pack antartico. La foto evidenzia anche le parti di ghiacciaio che si sono staccate in quattro fasi negli ultimi dieci anni per l'aumento della temperatura.

"Con Envisat - ha detto il direttore generale dell'ESA, Antonio Rodotà - abbiamo iniziato a fare un vero chek-up alla Terra. Paragonando la Terra ad una persona, possiamo dire che finora era possibile misurare solo la febbre e la pressione per cercare di capirne lo stato di salute. Ora possiamo invece fare uno screening completo e capire l'interazione tra tutti i parametri. Inoltre tutte le immagini ricevute sono quasi immediatamente utilizzabili, tanto che il nostro obiettivo è di metterle a disposizione dei ricercatori entro tre ore dalla ripresa. Ciò consentirà inoltre all'ESA di diramare mensilmente un 'bollettino medico' sullo stato di salute della Terra".

I compiti principali di Envisat sono il monitoraggio del buco dell'ozono, del riscaldamento del pianeta su scala globale con la conseguente riduzione dei ghiacci polari e l'innalzamento del livello degli oceani, dell'inquinamento dell'atmosfera. Con una massa di oltre 8 tonnellate, Envisat è il più grande satellite ambientale costruito in Europa. Completamente dedicato allo studio della Terra, Envisat permette di valutare gli impatti delle attività umane sull'ambiente.

La prima foto di Envisat: l'Africa - foto Esa Portal.

Grazie alle informazioni trasmesse, potremo conoscere meglio il nostro pianeta, valutare la gravità di situazioni d’emergenza e intervenire in tempi più brevi, ma soprattutto, Envisat ci aiuterà a preservare l'ambiente in cui viviamo anche per le future generazioni. Envisat consolida e amplia le conoscenze ottenute con i satelliti ERS 1 e 2 ed estende il campo delle osservazioni grazie anche a nuovi sensori sviluppati con il coordinamento dell'ESA e che consentono di acquisire parametri geofisici, fondamentali per una migliore conoscenza dell'ambiente.

Per questi compiti, Envisat dispone di ben dieci strumenti di rilevamento, di cui tre costruiti in Italia. Un radaraltimetro stima l'altezza degli oceani o della crosta terrestre con una precisione di tre centimetri, contro i 5-10 dei precedenti satelliti ERS-1 e ERS-2. Envisat esegue studi sulle correnti oceaniche e calcola gli spostamenti di energia termica tra Poli ed Equatore o l'influenza di fenomeno come il Nino.

Tutti elementi indispensabili per la comprensione di dinamiche che influiscono sul cambiamento globale del clima. Un radar ad apertura sintetica fornisce una mappa dettagliata del suolo anche di notte o con le nuvole, consentendo applicazioni che vanno dal controllo dell'urbanizzazione a quello delle fonti di inquinamento, delle colture agricole, fino a monitoraggi scientifici come il fenomeno della subsidenza.

In quest'ultimo caso, il controllo delle variazioni di altezza del terreno potrà portare ad una migliore comprensione di fenomeni come frane o terremoti. Envisat potrà inoltre fornire dati di immediato impiego pratico come, ad esempio, la previsione della protezione fornita dall'ozono dai raggi ultravioletti o l'indicazione delle migliori zone di pesca.

Envisat immortala l'Antartide - foto Esa Portal.

Envisat ha una massa di 8.140 kg, 10,5 m di altezza, dieci strumenti di osservazione contro i cinque dei precedenti satelliti europei ERS 1 e ERS 2 (European Remote Sensing Satellite). Il lancio è avvenuto con un vettore Ariane-5. Envisat osserva la Terra da un'orbita polare sincrona rispetto al Sole ad una quota di 800 Km, con un periodo di 101 minuti e trasmette una mappa completa del globo ogni 36 ore.

Il satellite é stato costruito per l'ESA da Astrium come capocommessa. La vita operativa in orbita è prevista in un minimo di 5 anni. Il controllo in orbita è affidato al centro Esa di Darmstadt. Poiché Envisat ruota attorno al globo 14 volte al giorno,enormi quantità di dati di osservazione sono raccolte, immagazzinate ed inviate alle stazioni a terra in tutto il mondo. Ogni giorno è inviata a terra una quantità di dati tale da riempire la memoria di 500 PC. Tutti i dati raccolti dalle stazioni di Kiruna (Svezia) e del Fucino (Italia) - grazie anche al nuovo satellite europeo di rilancio dati realizzato da Alenia Spazio, Artemis - sono trasmessi al Centro Esrin con una velocità di 100 Megabit per secondo.

I tre strumenti costruiti in Italia (da Alenia) hanno un valore di 125 milioni di euro sul totale di 2 miliardi del costo del satellite. Si tratta di un radar altimetro, un radiometro a microonde e di parte del radar ad apertura sintetica. Ognuno di questi ha caratteristiche uniche, che lo pongono all'avanguardia nel mondo dal punto di vista tecnico.

Fonte: TiscaliNet Canale Scienza

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