28 Agosto 2002 - Il gene dell'evoluzione
Potrebbe essere coinvolto in qualche modo nellespansione del cervello
Un team internazionale di ricercatori ha annunciato la scoperta di un interessantissimo
gene che distigue gli esseri umani dalle scimmie e dagli altri animali. Il fatto che
questo gene sembri essere scomparso dal nostro genoma circa tre milioni di anni fa, poco
prima che imparassimo a camminare eretti, è particolarmente significativo. La scoperta è
stata descritta sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences".
Il gene in questione controlla la produzione dell'acido sialico, e potrebbe essere in
qualche modo coinvolto nell'espansione del cervello che ha caratterizzato i primi esseri
umani. "Questa mutazione - spiega il ricercatore Ajit Varki, dell'Università della
California, a San Diego - avvenne dopo il nostro ultimo comune antenato con i bonobos e
gli scimpanzè, e prima dell'origine degli esseri umani moderni". Gli uomini di
Neanderthal, i più antichi da cui è stato possibile estrarre campioni di DNA, ne sono
infatti privi.
"Si tratta - continua Varki - della prima differenza genetica nota fra esseri umani e
scimpanzè, e marca una grande divergenza", aggiungendo però che il ruolo del gene
non è completamente noto.
"Il gene stesso - spiega - è coinvolto nel cambiamento della superficie di tutte le
cellule del corpo, che sono ricoperte di zuccheri".
Gli esseri umani e gli scimpanzè condividono circa il 98 per cento del loro materiale
genetico: la differenza tra le due specie, che si sono separate da un antenato comune più
di sei milioni di anni fa, è dunque data da pochi geni.
Del team fanno parte anche lantropologo Meave Leakey della Fondazione Leakey di
Nairobi, Kenya, e Svante Paabo del Max-Planck-Institut di antropologia evoluzionaria di
Lipsia, Germania, che ha collaborato allo studio del primo DNA neanderthaliano.
Fonte: Le scienze Online
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