28 Ottobre 2002 - Sulla Iss è allarme per le radiazioni

Forte aumento del rischio tumori

Iss, uno schema dell'interno dell'abitacolo

Una recente analisi condotta a bordo della Iss, la stazione spaziale internazionale, ha verificato come i livelli di radiazione a cui sono sottoposti gli astronauti a bordo della stazione siano rimasti praticamente inalterati rispetto alla più arcaica stazione russa Mir e nonostante gli accorgimenti presi dalla Nasa per dotare la Iss di schermi più efficaci. I dati raccolti dalla NASA e da una collaborazione russa/austriaca mostrano che gli astronauti vengono raggiunti da un millisievert di radiazione al giorno, pari all'esposizione al fondo naturale sulla Terra in un anno...

L'esposizione ad un tale livello di radiazione per tre mesi causa un aumento del rischio di sviluppare tumori pari a un decimo di quello a cui vanno incontro i fumatori incalliti. Tuttavia occorre tener conto del fatto che oltre il campo magnetico protettivo della Terra la radiazione si fa ancora più pericolosa. "Se si mandassero due persone su Marte, una morirebbe," dice Marco Durante, dell'Università Federico II di Napoli, che ha studiato gli effetti delle radiazione sulla salute degli astronauti della MIR.

Le radiazioni che colpiscono la Iss hanno origine dall'urto degli ioni pesanti dei raggi cosmici con lo scafo di alluminio, durante il quale si ha la formazione di una cascata di particelle secondarie. Per contrastare questo effetto, la Stazione spaziale internazionale è stata dotata di schermi ulteriori di polietilene, materiale che contiene nuclei atomici leggeri che quindi hanno meno probabilità di emettere neutroni durante gli urti. Secondo i dati, questo accorgimento ridurrebbe l'esposizione di pochi punti percentuali, variazione giudicata irrisoria da Thomas Berger, dell'Atom Institute di Vienna.

Gli schermi potrebbero essere ulteriormente aumentati, in modo da eliminare fino al 30 per cento della dose nei punti di Lagrange, dove la NASA spera di poter un giorno installare un'altra stazione spaziale. Ma ancora non è abbastanza, sostiene Frank Cucinotta, del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California. "Non si elimina l'intera esposizione a meno che non si mettano tanti schermi da renderla (la stazione) incredibilmente pesante". Devono essere sviluppate tecnologie di schermo interamente differenti, ma non si sa quanto tempo sarà necessario.

Fonte: TiscaliNet Canale Scienza

Torna all'attualità


CUSI - Centro Ufologico della Svizzera Italiana