10 Febbraio 2003 - Riconnessione magnetica ad alta velocità
Svelato il meccanismo che libera energia durante le eruzioni solari
Astronomi dellUniversità del Maryland, guidati dal fisico James Drake, hanno
forse trovato la spiegazione di uno degli enigmi che tormenta gli scienziati da più di
quarantanni: il modo in cui i campi magnetici rilasciano enormi quantità di energia
durante le eruzioni solari, le tempeste magnetiche ai limiti dellatmosfera terrestre
e molti altri eventi cosmici in tutto luniverso.
Le linee di forza dei campi magnetici si comportano come enormi elastici. I fisici sono da
tempo convinti che il meccanismo primario per il rilascio dellenergia magnetica sia
un processo chiamato riconnessione magnetica, che si verifica quando linee di campo con
direzioni opposte vengono in contatto. Nel corso di questo processo, le linee di campo
parallele si rompono e si riconnettono, fiondando energia nelle due direzioni
verso lesterno. La maggior parte dellenergia viene trasmessa al flusso di
particelle ionizzate (plasma) che sono spinte lungo le linee in espansione. Tuttavia, la
teoria presenta un problema: predice un rilascio graduale dellenergia, cosa che
invece non si verifica. I calcoli teorici, per esempio, prevedono che uneruzione
solare debba impiegare anni o decenni per liberare energia, mentre le osservazioni
mostrano che impiega solo pochi minuti.
Le osservazioni di Drake e colleghi, pubblicate nel numero del 7 febbraio della rivista
Science, indicherebbero per la prima volta che almeno parte di questa
esplosione di energia avviene come risultato delle turbolenze del plasma generate durante
la riconnessione. Con laiuto di simulazioni al computer su larga scala e di dati del
satellite Polar della NASA, gli scienziati hanno scoperto che vengono generate intense
correnti di elettroni. Queste provocano forti turbolenze, formando regioni tridimensionali
dove la densità elettronica è molto bassa. Lintenso campo elettrico associato a
queste zone provoca scattering di elettroni abbastanza forte da sostenere una
riconnessione veloce.
Fonte: Le scienze Online
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