15 Maggio 2003 - Analizzato il DNA di uomini di Cro Magnon
Lesame dei campioni contraddice lipotesi multiregionale delle
migrazioni umane dallAfrica
Un gruppo di scienziati italiani, guidato da David Caramelli dellUniversità di
Firenze, afferma di essere riuscito per la prima volta a recuperare materiale genetico
dalle ossa di uomini di Cro Magnon, gli antenati degli attuali europei, vissuti circa
25.000 anni fa. Le sequenze di DNA analizzate si sono rivelate simili a quelle degli
esseri umani moderni e molto differenti da quelle degli uomini di Neandertal. Questo
confermerebbe lipotesi che gli esseri umani odierni e i Neandertal abbiano percorso
due strade evolutive ben distinte.
Le teorie prevalenti sostengono che gli uomini moderni fuoriuscirono dallAfrica
poche centinaia di migliaia di anni fa e che rimpiazzarono altri ominidi, fra cui i
Neandertal, con i quali hanno convissuto per migliaia di anni. Ma altre ipotesi
multiregionali affermano che i Neandertal non fossero poi così diversi dagli
uomini moderni, e che potessero incrociarsi con loro. I Neandertal sono scomparsi circa
30.000 anni fa. Il genetista Svante Pääbo era stato il primo a estrarre DNA
mitocondriale (mtDNA) da resti di Neandertal, ma finora nessuno aveva analizzato il DNA
dei Cro Magnon. Il mtDNA viene ereditato inalterato dalla madre e permette agli scienziati
di ricostruire il percorso genetico per centinaia di migliaia di anni.
Il team di Caramelli ha estratto e analizzato segmenti di mtDNA dalle ossa di due
individui giovani, un maschio e una femmina, rinvenute a Grotta Paglicci, un sito del
paleolitico nel Parco Nazionale del Gargano. Quando è stato confrontato con i dati
esistenti provenienti da uomini di Neandertal vissuti fra 29.000 e 42.000 anni fa, non è
stata trovata virtualmente nessuna somiglianza. Il confronto con linformazione
genetica di quattro europei preistorici vissuti fra 5.500 e 14.000 anni fa e con un
database di mtDNA di 2566 abitanti moderni di Europa e Medio Oriente ha invece mostrato la
presenza di molte sequenze identiche. In particolare - spiega Giorgio Bertorelle
dellUniversità di Ferrara, uno degli autori dello studio - molti abitanti del Medio
Oriente presentano sequenze analoghe a quelle dei campioni di Grotta Paglicci. Questo è
ragionevole, in quanto si tratta delle regioni attraversate nelle prime migrazioni.
Lo studio è descritto in un articolo pubblicato online sulla rivista Proceedings of
the National Academy of Sciences" (PNAS).
Fonte: Le scienze Online
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