23 Giugno 2003 - La formazione di stelle massive

Il meccanismo all’opera sembra essere identico a quello che governa la formazione di stelle con massa minore

Usando dati forniti da numerosi strumenti e telescopi, l’astronomo dell’European Southern Observatory (ESO) Dieter Nürnberger ha osservato per la prima volta quelli che sono i primi passi della formazione di stelle pesanti. Queste fasi cruciali dell’evoluzione stellare sono normalmente impossibili da osservare, in quanto le protostelle massive sono profondamente immerse nelle loro nubi native di polvere e gas, vere e proprie barriere impenetrabili per ogni strumento, tranne che alle lunghezze d’onda più elevate. In particolare, nessuna osservazione nel visibile o nell’infrarosso aveva mai “colto” l’istante della nascita di stelle massive, e pertanto si sa ben poco dei processi collegati.
Approfittando di forti venti stellari provenienti da stelle adiacenti, che hanno aperto dei varchi nelle nubi in un giovane cluster stellare al centro del complesso NGC 3603, Nürnberger ha scoperto che molti oggetti in prossimità di una gigantesca nube molecolare sono protostelle massive, con un’età di soli 100.000 anni e ancora in crescita.
Tre di questi oggetti, designati come IRS 9A-C, potranno ora essere studiati più dettagliatamente. Sono estremamente luminosi (IRS 9A è circa 100.000 volte più brillante del Sole), massivi (più di 10 volte la massa del Sole) e caldi (circa 20.000 gradi), circondati da polvere relativamente fredda (circa 0°C).
Attualmente esistono due possibili teorie sulla formazione delle stelle massive: per accrescimento di grandi quantità di materiale circumstellare, o per collisione (coalescenza) di protostelle con masse intermedie. Le nuove osservazioni sembrano favorire l’ipotesi dell’accrescimento, vale a dire lo stesso processo della formazione di stelle con masse minori.

Fonte: Le scienze Online

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