8 Agosto 2003 - Un sottomarino alla velocità della luce
La soluzione del paradosso potrebbe essere applicata anche alla termodinamica dei buchi neri
La teoria della
relatività si avvicina al suo centesimo compleanno, eppure presenta ancora molti enigmi.
Sul numero di luglio della rivista "Physical Review D", un ricercatore offre la
prima soluzione completa di un paradosso relativistico che da tempo affascinava gli
scienziati. Un sottomarino che si muove quasi alla velocità della luce dovrebbe sembrare
un po' più corto e denso agli osservatori sulla terra, e dunque dovrebbe affondare. Ma i
marinai a bordo dovrebbero vedere l'acqua più densa, e quindi dal loro punto di vista il
sottomarino dovrebbe galleggiare. Gli esperti di relatività sapevano già che la
soluzione risiede nello speciale comportamento della gravità in un sistema di riferimento
che si muove velocemente, ma nessuno finora aveva risolto il problema nei dettagli. I
risultati potrebbero anche aiutare a comprendere meglio qualcosa che Einstein non aveva
previsto: la termodinamica dei buchi neri.
Il paradosso era stato risolto da James Supplee nel 1989 usando la forma limitata della
teoria, nota come relatività speciale. Pur contenendo molte approssimazioni, la sua
soluzione conteneva molte idee interessanti e concludeva che il sottomarino comunque fosse
spinto verso il basso. Ora, George Matsas dell'Università statale di São Paulo in
Brasile, ha risolto matematicamente il problema usando la teoria più completa, nota come
relatività generale. Secondo la sua interpretazione, gli oggetti che si muovono
rapidamente trasportano energia extra, ma anche i campi che si muovono rapidamente
guadagnano energia extra. Questo campo maggiormente energetico spinge in giù il
sottomarino con più forza di quanto farebbe un campo a riposo rispetto al sottomarino
stesso.
Secondo Matsas, la soluzione potrebbe essere applicata anche ai buchi neri. La seconda
legge della termodinamica richiede infatti che i buchi neri emettano un tipo di radiazione
detta di Hawking, che può esercitare una sorta di "forza galleggiante" sulla
materia vicina. Secondo la teoria di Matsas, dunque, un corpo che orbita rapidamente
attorno un buco nero dovrebbe "galleggiare di meno".
Fonte: Le scienze Online
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