19 Novembre 2003 - Un colpevole per l'estinzione di massa di 250 milioni di anni fa
(ANSA) - ROMA, 19 NOV - La più grande estinzione di massa nella storia terrestre,
avvenuta 250 milioni di anni fa, potrebbe avere finalmente un colpevole. Non un asteroide
abbattutosi sul nostro pianeta, bensì un eccesso di solfato di idrogeno nell'atmosfera,
in base alle recenti scoperte presentate negli Stati Uniti, a Seattle, nel congresso
annuale della Società americana di Geologia. Sul fatto che fu un meteorite caduto sulla
Terra a determinare la scomparsa dei dinosauri sembrano infatti non esserci dubbi, ma la
causa della più grande estinzione di massa nella storia del pianeta, 251 milioni di anni
fa, era ancora sconosciuta, affermano i geologi. L'estinzione nel periodo tardo Permiano,
infatti, interessò ben il 95% di tutte le specie presenti sulla Terra, contro il 75% del
periodo in cui si estinsero i dinosauri, ha sottolineato nel congresso l'esperto di
scienze geologiche Lee Kump: "Il periodo tardo Permiano rimane dunque un rebus, dal
momento - ha spiegato - che non c'é alcuna prova dell'impatto di un asteroide".
Quale spiegazione, allora, per questa estinzione di massa? I ricercatori hanno dimostrato
che nel tardo Permiano le acque profonde degli oceani erano prive di ossigeno e ulteriori
ricerche hanno evidenziato come, all'epoca, l'area della piattaforma continentale fosse
anch'essa priva di ossigeno. Una possibile spiegazione, dunque, è che il livello del mare
si sia tanto innalzato da far sì che le acque profonde, prive di ossigeno, ricoprissero
la piattaforma. Una seconda possibilità, invece, è che le acque superficiali dell'oceano
si siano mescolate con quelle profonde, portando al livello superficiale le acque prive di
ossigeno. A questo punto, la decomposizione di organismi nell'oceano profondo può aver
determinato una sovrabbondanza di anidride carbonica. Ad ogni modo, ha affermato Kump,
"é improbabile che l'estinzione di massa sulla Terra sia stata una conseguenza dei
livelli di anidride carbonica. Inoltre le piante, in generale, amano questa sostanza ed è
dunque inverosimile pensare a tale elemento come ad un meccanismo killer". Al
contrario, il solfuro di idrogeno - prodotto negli oceani attraverso la decomposizione del
solfato ad opera di particolari batteri - può facilmente uccidere piante ed animali
oceanici e terrestri. Nel periodo tardo Permiano - dal momento che il livello
dell'ossigeno nell'atmosfera precipitò, mentre si determinò un innalzamento dei livelli
di solfato di idrogeno e anidride carbonica - è probabile che le acque superficiali degli
oceani siano diventate troppo ricche di solfato di idrogeno: ciò avrebbe provocato la
morte della maggior parte delle piante e degli animali oceanici. Il solfato di idrogeno
disperso nell'atmosfera, inoltre, avrebbe determinato la morte di gran parte delle forme
vitali sulla Terra. Ed è proprio in questa direzione che gli studi dei ricercatori stanno
procedendo, per dimostrare che il solfato di idrogeno è appunto la causa dell'estinzione
di massa di 250 milioni di anni fa. Ma quale spiegazione è possibile dare per quel 5% di
specie sulla Terra che riuscirono a sopravvivere? La spiegazione fornita da Kump è che le
acque profonde degli oceani non si mischiarono in modo uniforme con quelle degli strati
superficiali: si crearono così una sorta di "rifugi", dove i livelli di
ossigeno erano ancora buoni, sia negli oceani sia sulla Terra. Fatto che garantì la
sopravvivenza, sia pure di un numero limitato di specie animali e vegetali.(ANSA). CR
19/11/2003 00:19
Fonte: Ansa.it
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