14 Gennaio 2004 - In Asia il più antico antenato dell'uomo
(ANSA) - ROMA, 14 GEN - Un animaletto di non più di 30 grammi di peso, ghiotto di
insetti cui forse dava la caccia di giorno in Asia già 55 milioni di anni fa, potrebbe
essere il più lontano antenato dell'uomo. Appare così, sulla rivista Nature, l'identikit
di un nuovo fossile rinvenuto in Cina dal gruppo Istituto di Paleontologia e
Paleoantropologia dei Vertebrati dell'università di Pechino coordinato da Xijun Ni.
Secondo i ricercatori il piccolo mammifero potrebbe essere il progenitore di tutti i
primati, il gruppo di mammiferi che comprende scimmie e uomo. Il fossile, scoperto nella
provincia di Hunan, comprende un piccolo cranio e una mascella che dovevano appartenere ad
un insettivoro, almeno a giudicare dai denti taglienti. Si tratta del più piccolo primate
mai trovato e la scoperta potrebbe avere gigantesche ripercussioni in Paleontologia: non
solo, il suo ritrovamento fa pensare che la culla dei primati sia in Asia piuttosto che in
Nord America, dove fino ad oggi gli scienziati l'avevano collocata. Ma potrebbe anche
rappresentare la prova che questi esemplari siano migrati dall'Asia in Europa e Nord
America in un secondo tempo. Ma quest'ipotesi migratoria divide da subito gli scienziati,
i quali mettono in campo anche la possibilità che due famiglie di primati siano nate in
maniera del tutto indipendente l'una dall'altra nei due continenti Asia e America. Ma non
è tutto, il ritrovamento riaccende anche il dibattito sull'eventualità che i precursori
dei primati si siano mossi tra Asia ed Europa, terre ancora separate dal mare in quel
periodo, tanto che gli studiosi avevano sempre escluso simili passaggi. Con la scoperta
questa supposizione vacilla e, anche se è difficile dire come, questi viaggi potrebbero
essere avvenuti. Gli esperti cinesi hanno infatti notato una similitudine non casuale tra
il fossile, battezzato col nome scientifico di Teilhardina asiatica, e un'altra specie del
genere Teilhardina, rinvenuta in Europa, per la precisione in Belgio, in precedenti scavi.
Gli esemplari cinese e belga si somigliano a tal punto che, sostiene il ricercatore,
devono avere un certo grado di parentela spiegabile con tutta probabilità con la
migrazione da Asia ed Europa di un'unica specie di partenza. Il fossile evidenzia un'esile
struttura ma con ampia scatola cranica ed orbite oculari delimitate da ossa, tutti tratti
distintivi di un primate. Le orbite piccole fanno pensare che fosse un animale attivo di
giorno ed anche questo è un segno contraddittorio perché i primati più antichi sono
ritenuti essere stati animali notturni. Anche tra notte e giorno si accende una diatriba
tra studiosi. Ad esempio, Robert Martin del Field Museum di Chicago sostiene che i
colleghi cinesi abbiano tenuto in scarsa considerazione alcune informazioni sulla storia
conservate dal cranio. Un grosso foro per il nervo olfattivo ed un'apertura altrettanto
larga per i nervi connessi ai baffi secondo Martin fanno pensare ad un animale che si
aggirava di notte guidato dal fiuto più che dalla vista. Tutti questi dubbi indotti dal
cranio dissotterrato, comunque, non devono offuscare una scoperta così importante,
ribadisce lo stesso Martin, osservando che la scoperta comporta informazioni cruciali sui
primi passi dei primati in Asia.(ANSA). Y27
14/01/2004 00:14
Fonte: Ansa.it
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