17 Marzo 2004 - Risolto dopo 30 anni l'enigma dei raggi gamma

(ANSA) - ROMA, 17 MAR - Dopo 30 anni il problema dei raggi gamma nella Via Lattea ha finalmente una soluzione. A trovarla è stato l'osservatorio spaziale per i raggi gamma dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), Integral, in uno studio pubblicato su Nature e nel quale l'Italia ha avuto un ruolo di primo piano. Per la prima volta i dati forniti da Integral sono riusciti a spiegare l'origine della diffusa luminescenza di raggi gamma dal centro della nostra galassia, dimostrando che proviene da 91 singole sorgenti. A osservarle è stato IBIS, il telescopio per raggi gamma montato su Integral e realizzati per l'ESA da un consorzio internazionale guidato da Pietro Ubertini, dell'Istituto di Astrofisica IASF di Roma. Integral è quindi il primo telescopio che riesce a distinguere chiaramente le sorgenti, mentre negli ultimi 30 anni gli altri telescopi erano riusciti solo a vedere una nebbia misteriosa e confusa di raggi gamma. Fin dalla loro scoperta, avvenuta a metà degli anni '70 con esperimenti su palloni stratosferici, i raggi gamma sono stati oggetti misteriosi. Gli astronomi li chiamano il ''debole sottofondo" della galassia, caratterizzato dalla stessa quantità di energia usata dai medici per le lastre ai raggi X. In un primo momento sembrò che la loro luminescenza fosse dovuta a interazioni fra atomi di gas: un'ipotesi che spiegava la natura diffusa dell'emissione, ma che lasciava molti altri aspetti irrisolti, primo fra tutti la grande potenza dei raggi gamma. Integral è riuscito a diradare la nebbia e a indicare chiaramente le sorgenti. I dati sono stati analizzati, oltre che da Ubertini, dal francese Francois Lebrun del CEA Saclay. Sorpresa nella sorpresa: circa la metà delle sorgenti non rientra nella classificazione riconosciuta di oggetti che emettono raggi gamma e i ricercatori non escludono che ci si possa trovare di fronte a un nuovo tipo di emettitori di raggi gamma. I primi indizi di una nuova classe di oggetti celesti che emettono raggi gamma risalgono allo scorso ottobre, quando Integral scoprì la sorgente IGRJ16318-4848. I dati rilevati da Integral e confermati dal telescopio europeo XMM-Newton indicavano la fonte dei raggi gamma in un sistema binario che forse ospitava un buco nero o una stella a neutroni, avvolti in uno spesso guscio di polveri e gas freddi. Quando il gas è stato inghiottito dal buco nero, è stata rilasciata energia a tutte le lunghezze d'onda, ma soprattutto sono stati emessi raggi gamma. Lebrun è comunque cauto nel trarre conclusioni premature sulla sorgente scoperta al centro della galassia: sono possibili altre interpretazioni che potrebbero non prevedere un buco nero. Ad esempio, questi oggetti potrebbero essere quello che resta di stelle esplose, improvvisamente energizzate dalle pulsar, vere e proprie centrali elettriche celesti che ruotano rapidamente su loro stesse.(ANSA). BG
17/03/2004 00:44

Fonte: Ansa.it

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