9 Aprile 2004 - La costante di struttura fine non è cambiata
Un nuovo studio contraddice un risultato precedente
Alcuni anni fa, un team di astronomi australiani dell'Università del Nuovo Galles del
Sud aveva annunciato che le leggi della fisica potevano essere leggermente cambiate dal
big bang in poi. La luce dei quasar proveniente dagli angoli più distanti dell'universo,
infatti, sembrava suggerire che una costante fondamentale in passato fosse leggermente
diversa rispetto a oggi. In particolare le linee scure dello spettro, dovute
all'assorbimento da parte del gas interposto, non avevano tutte lo stesso red shift. I
ricercatori avevano attribuito le deviazioni a cambiamenti nella cosiddetta costante di
struttura fine, un numero che dipende dalla velocità della luce, dalla costante di Planck
e dalla carica dell'elettrone. Avevano pertanto concluso che, miliardi di anni fa, questa
costante era più piccola di circa 6 parti per milione rispetto a oggi. E alcuni fisici
teorici, nel tentativo di riconciliare la teoria della relatività con la meccanica
quantistica, hanno studiato teorie dove questa "costante" varia con il tempo.
Ma in un articolo pubblicato sulla rivista "Physical Review Letters", un altro
team di ricercatori ha applicato la stessa tecnica a nuovi dati e ha concluso che, se c'è
stato un cambiamento, è molto più piccolo di quanto i loro colleghi avessero affermato.
Usando il VLT dell'ESA, Arnard Srianand dell'Inter University Center for Astronomy and
Astrophysics di Pune, in India, avrebbero concluso che la costante di struttura fine è
davvero una costante, e che la variazione osservata nello studio precedente è altamente
improbabile.
R. Srianand, H. Chand, P. Petitjean, B. Aracil, Limits on the Time Variation of the
Electromagnetic Fine-structure Constant in the low Energy Limit From Absorption Lines in
the Spectra of Distant Quasars. Phys. Rev. Lett. 92, 121302 (26 marzo 2004).
Fonte: Le scienze Online
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