5 Agosto 2004 - L'origine delle spicole solari

Il fenomeno non č ancora stato spiegato dagli astrofisici

scheda569.jpg (7183 byte)L'analisi di filmati del Sole ad alta risoluzione ha permesso, secondo alcuni ricercatori, di svelare un mistero vecchio di 125 anni, determinando che cosa produce i getti di materia gassosa che zampillano all'improvviso dalla superficie solare verso l'alto a una velocitā di venti chilometri al secondo.
Questi getti, chiamati spicole solari, hanno un diametro di circa 500 chilometri e raggiungono un'altezza di diverse migliaia di chilometri. Sono stati osservati per la prima volta nel 1877: sorgono dalla fotosfera, la superficie visibile del Sole, e raggiungono l'atmosfera solare. Si trovano in ogni punto della stella, e ne possono essere attivi anche 100.000 contemporaneamente. Eppure, fino a ora, nessuna teoria č stata in grado di spiegarne il comportamento.
I filmati raccolti dai ricercatori mostrano che le spicole sorgono spesso dalla superficie ogni cinque minuti circa, soprattutto dalle aree dove sono presenti tubi di flusso magnetici, campi magnetici estremamente concentrati forti quasi la metā rispetto a una macchia solare. Secondo Bart De Pontieu, del Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory di Palo Alto, in California, il periodo di cinque minuti corrisponde a un ben noto schema delle onde acustiche che pulsano nell'interno del Sole e che fa sollevare alcune aree della superficie solare a una velocitā di poche centinaia di metri al secondo. Normalmente queste oscillazioni non possono sollevare materiale al di sopra dello strato superficiale. Tuttavia, De Pontieu e due colleghi dell'Universitā di Sheffield, in Gran Bretagna, hanno dimostrato che i tubi di flusso magnetici che si inclinano rispetto alla verticale sono in grado di spingere il gas fino all'atmosfera solare per dare origine a una spicola.
Un modello al computer avrebbe confermato questa teoria. Lo studio č stato pubblicato sul numero del 29 luglio della rivista "Nature", ma alcuni fisici solari non sono ancora del tutto convinti della bontā della spiegazione.

Fonte: Le scienze Online

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