21 Settembre 2004 - Vita su Marte? Trovato un indizio
Potrebbero esserci batteri
E un altro piccolo passo che potrebbe rivelarsi interessante per la ricerca della
vita su Marte. Il Planetary Fourier Spectrometer (PFS), uno strumento di progettazione
italiana imbarcato sulla sonda Mars Express dellEsa europea, ha rilevato che
nellatmosfera del pianeta rosso, a 10-15 chilometri sopra la superficie, il vapore
acqueo è pressoché uniforme. Tuttavia, più vicino alla superficie, al di sopra di tre
grandi regioni della fascia equatoriale (Arabia Terra, Elysium Planum e Arcadia-Mnemonia),
il vapore acqueo e il metano coesistono in dosi rilevanti, la concentrazione è superiore
di due o tre volte a quelle delle altre regioni osservate. Interessante è notare che in
corrispondenza di queste zone, nel sottosuolo la sonda Odissey della Nasa ha scoperto nel
recente passato anche la presenza di ghiaccio dacqua. Un legame sembra unire i tre
elementi del puzzle, già noti, prospettando ora conclusioni importanti e ipotesi
intriganti.
DUE IPOTESI - "Nelle aree scandagliate abbiamo misurato una
concentrazione di vapore acqueo tre volte più elevata rispetto allalta atmosfera
dove invece è ben distribuito e uniforme - spiega Vittorio Formisano, dellIstituto
di fisica dello spazio interplanetario dellInaf e responsabile dello spettrometro
Pfs raccoglitore dei dati -. Altrettanto dicasi per il metano e ciò fa supporre una
sorgente comune". Gli scienziati si sono chiesti immediatamente quale fosse la
provenienza e due sono le ipotesi che finora riescono a formulare. "La prima è
unorigine idrotermale - precisa Formisano -. I gas emessi da una sorgente liquida
proveniente dalle profondità per effetto del calore sprigionato da qualche sorgente
geotermica, sono inglobati nel ghiaccio che si forma appena il liquido si avvicina alla
superficie dove la temperatura è diverse decine di gradi sotto lo zero. Però nelle zone
equatoriali, a causa delle temperature relativamente più elevate le sue condizioni non
sono stabili, per cui il ghiaccio sublima e i gas finiscono nellatmosfera".
Secondo le riprese effettuate dagli occhi elettronici della sonda americana Odissey a
partire dal maggio 2002 il ghiaccio dacqua si troverebbe a circa una trentina di
centimetri al di sotto del materiale secco e rossastro che ricopre la superficie, in una
forma chiamata permafrost, che è un miscuglio solido di ghiaccio e terriccio.
ALLA RICERCA DEI BATTERI - "La seconda ipotesi per spiegare le alte
concentrazioni di metano - prosegue Formisano - è di natura biologica. In questo caso si
suppone che sotto lo strato ghiacciato dove lacqua è ancora liquida possano
esistere forme di vita capaci di sopravvivere in quelle condizioni ambientali estreme
generando attraverso la loro digestione, appunto, il metano". I risultati sono stati
presentati al convegno dellAgenzia Spaziale Italiana in corso a Ischia dedicato ad
un esame delle missioni di esplorazione marziana. "Il passo successivo lo compirà il
radar Marsis anchesso nato in Italia e sempre imbarcato sulla sonda europea Mars
Express - commenta Simona Di Pippo responsabile in Asi dellOsservazione
dellUniverso - Esso ha la capacità di scoprire eventuali laghi nascosti nel
sottosuolo".
NUOVE ESPLORAZIONI - La sua attivazione è prevista allinizio
dellanno prossimo, una volta completate le simulazioni per togliere il sospetto che
la sua apertura (sono due aste lunghe venti metri) possa squilibrare la sonda e disturbare
le altre osservazioni. Una parola ancora più precisa la potrà in seguito dire il radar
Sharad sempre fornito dallAsi italiana che sarà imbarcato su una prossima missione
della Nasa.
"Naturalmente conferme certe a favore di una delle due ipotesi si potranno avere solo
con la raccolta di campioni di permafrost da parte di una sonda robotizzata - aggiunge
Formisano -. Ma intanto abbiamo davanti unaltra sfida interessante e riguarda
lidentificazione della natura delle molecole di altri gas scoperti
nellatmosfera".
Diverse, infatti, ne sono state segnalate dagli strumenti ed ora si dovranno studiare
quelle definite "bandiera", cioè capaci di portare informazioni utili alla
conferma della vita. Questo sarà il lavoro che impegnerà di nuovo lo spettrometro
italiano nella primavera prossima.
Fonte: Corriere della Sera
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