22 Ottobre 2004 - Dubbi sulla costante gravitazionale
Ipotizzato un valore di G diverso per i fotoni
Una delle costanti fondamentali della natura - quella gravitazionale - potrebbe non
essere la stessa per ogni tipo di particella nelluniverso. Lo suggeriscono nuovi
calcoli che potrebbero risolvere il mistero della quantità di elio creata nei primissimi
minuti successivi al big bang.
La costante gravitazionale G, stimata per la prima volta da Isaac Newton e nota anche come
costante di Newton, descrive la forza dellattrazione gravitazionale che i corpi
esercitano luno sullaltro. Per particelle a riposo come protoni, neutroni ed
elettroni, questa forza dipende dalla loro massa, mentre nel caso della luce - i fotoni -
dipende dallenergia.
Nei modelli convenzionali, la costante è la stessa sia per le particelle di materia sia
per i fotoni della luce. Ma John Barrow dellUniversità di Cambridge, in
Inghilterra, e Robert Scherrer della Vanderbilt University di Nashville, negli Stati
Uniti, si sono chiesti che cosa accadrebbe se fosse differente per materia e luce.
Volevamo solo mettere alla prova questa idea, - spiega Scherrer - in modo da
escluderla o limitarla in qualche modo. Ma, con loro sorpresa, i due fisici hanno
scoperto che cambiando la costante gravitazionale in un modello al computer non si
osservavano contraddizioni nello sviluppo delluniverso primordiale. Se per i fotoni
G avesse un valore più piccolo rispetto a protoni e neutroni, il modello spiegherebbe
anzi perché lelio sembra essere meno abbondante nei primi istanti
delluniverso di quanto le teorie prevedono.
Lo studio è stato pubblicato il 12 ottobre sullarchivio di pre-print della Cornell
University di Ithaca, negli Stati Uniti.
Fonte: Le scienze Online
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