8 Novembre 2004 - Reattori nucleari geologici
La fissione dell'uranio in Gabon veniva controllata dall'acqua
Alcuni scienziati
ritengono di aver risolto il mistero dei "reattori nucleari" di Oklo, in Gabon:
due miliardi di anni fa alcuni processi geologici avrebbero agito in modo da creare
l'equivalente di un impianto nucleare da 100 kilowatt che ha prodotto impulsi di energia
ogni tre ore per un periodo di circa 150.000 anni.
Il fenomeno era stato scoperto nella regione di Oklo nel 1972. I ricercatori avevano
individuato prove geologiche che le vene di uranio avevano sperimentato reazioni a catena
di fissione che avevano generato un calore intenso. Durante il processo, i neutroni
liberati dal decadimento radioattivo dell'uranio avrebbero indotto altri atomi di uranio a
decadere, dando origine a una cascata di fissione nucleare con un sostanziale rilascio di
energia sotto forma di calore. Esattamente come nei moderni reattori nucleari.
Ci si chiedeva, tuttavia, perché i "reattori" di Oklo non avessero dato origine
a una reazione a catena incontrollata con la conseguente fusione della vena di uranio o
addirittura un esplosione. Negli impianti nucleari, la reazione è tenuta sotto controllo
grazie all'uso di "moderatori", sostanze che rallentano la reazione a catena
assorbendo alcuni dei neutroni della fissione oppure la incoraggiano modificando le
energie dei neutroni.
Alex Meshik e colleghi della Washington University di St. Louis hanno scoperto che i
"reattori" di Oklo si attivavano e disattivavano ciclicamente. In un articolo
pubblicato sulla rivista "Physical Review Letters", i ricercatori spiegano che
periodi attivi di circa 30 minuti venivano seguiti da fasi dormienti di quasi due ore e
mezza. Secondo gli scienziati, ciò era dovuto alla presenza di acqua nelle rocce.
Quando un nucleo di uranio subisce una fissione nucleare, i neutroni emessi viaggiano
troppo in fretta per essere assorbiti da altri nuclei e innescare una nuova fissione,
dunque non c'è reazione a catena. Ma l'acqua può rallentare i neutroni: nei reattori di
Oklo, l'acqua consentiva il mantenimento della reazione. Man mano che veniva generato
calore, però, l'acqua evaporava e i reattori si "spegnevano". Solo dopo che si
erano raffreddati e che l'acqua era stata rifornita dalle falde sotterranee, il processo
poteva ricominciare.
Fonte: Le scienze Online
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