1 Dicembre 2004 - Incontro ravvicinato fra il Sole e unaltra stella
Le simulazioni al computer ne mostrano le possibili conseguenze
Alcune simulazioni al computer mostrano che un incontro ravvicinato con una stella di
passaggio, circa 4 miliardi di anni fa, potrebbe aver dotato il nostro sistema solare del
suo limite improvviso e aver lasciato piccoli pianetini in orbite molto distanti attorno
al nostro sole. Lo studio del fisico Ben Bromley dellUniversità dello Utah e
dellastronomo Scott Kenyon dello Smithsonian Astrophysical Observatory, che hanno
utilizzato un supercomputer al Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in
California, è stato pubblicato sul numero del 2 dicembre 2004 della rivista
Nature.
Bromley e Kenyon hanno simulato quello che sarebbe accaduto se il nostro sole e
unaltra stella nella Via Lattea fossero passati relativamente vicini luno
allaltra, a una distanza da 22 a 30 miliardi di chilometri, qualche centinaio di
milioni di anni prima della formazione del sistema solare. A quel tempo, attorno al sole
si trovava soltanto un disco planetario di gas, polvere e rocce in rotazione,
con alcuni pianetini appena formati dai materiali più piccoli.
Un eventuale contatto dei due giovani sistemi solari in formazione avrebbe spazzato via le
loro estremità esterne: la collisione dei dischi planetari avrebbe polverizzato le rocce
lanciando particelle in tutte le direzioni. Secondo i due ricercatori, i giovani pianeti
già formati, in orbite circolari, sarebbero stati catapultati in orbite estremamente
allungate. Ciò potrebbe spiegare lesistenza di Sedna, un "planetoide con
un diametro di circa 1000-1500 chilometri che orbita oltre Plutone.
Limpatto avrebbe inoltre dotato il sistema solare di unestremità netta,
tagliando via la parte più esterna della fascia di Kuiper, linsieme di piccoli
oggetti ghiacciati che orbita oltre Nettuno e che termina di colpo a circa 7,5 miliardi di
chilometri dal Sole. Infine, avrebbe consentito al nostro Sole di catturare un pianeta o
qualche oggetto più piccolo proveniente dal sistema dellaltra stella. Anche in
questo caso, Sedna potrebbe essere un esempio.
Gli astronomi cercano pianeti extrasolari da anni, - ha commentato Kenyon - ma pochi
hanno preso in considerazione la possibilità che il pianeta extrasolare più vicino a noi
possa trovarsi addirittura nel nostro sistema solare.
Fonte: Le scienze Online
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