1 Marzo 2005 - Una galassia oscura

Si tratta di una nube di idrogeno immersa nella materia oscura

scheda667.jpg (4515 byte)Un gruppo internazionale di astronomi provenienti da Gran Bretagna, Francia, Italia e Australia ha scoperto un oggetto che sembrerebbe una "galassia invisibile", composta quasi interamente da materia oscura, la prima di questo tipo mai individuata. La scoperta è stata descritta in un articolo di prossima pubblicazione sulla rivista "Astrophysical Journal".
Si tratta di un'area dell'universo contenente una grande quantità di massa che ruota come una galassia, ma senza contenere alcuna stella. Non producendo luce, quest'oggetto può essere individuato soltanto con i radiotelescopi. La galassia, battezzata VIRGOHI21, è stata osservata per la prima volta grazie al telescopio Lovell, in Gran Bretagna, e la sua esistenza è stata poi confermata con il radiotelescopio di Arecibo, a Porto Rico.
"L'universo - spiega Jon Davies, uno degli astronomi dell'Università di Cardiff che ha guidato lo studio - ha ancora moltissimi segreti da rivelare, ma questa scoperta ci mostra che stiamo cominciando a cercare nella direzione giusta".
I ricercatori hanno studiato la distribuzione degli atomi di idrogeno in tutto l'universo. Il gas di idrogeno libera radiazioni che possono essere captate a determinate lunghezze d'onda radio. Nell'ammasso di galassie della Vergine (a circa 50 milioni di anni luce di distanza dalla Terra), gli scienziati hanno scoperto una massa di atomi di idrogeno pari a quasi cento milioni di volte la massa del Sole. "Dalla velocità con cui ruota - afferma l'astronomo Robert Minchin - abbiamo capito che VIRGOHI21 è un migliaio di volte più massiva di quanto sarebbe se fosse composta dai soli atomi di idrogeno. Se fosse una galassia normale, dovrebbe essere molto luminosa e sarebbe visibile anche con un telescopio amatoriale".

R. Minchin, et al., "A Dark Hydrogen Cloud in the Virgo Cluster". Astrophysical Journal. Preprint disponibile online: http://www.arxiv.org/abs/astro-ph/0502312 (2005).

Fonte: Le scienze Online

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