2 Marzo 2005 - Nuove scoperte di Cassini
Misurate con maggior precisione le masse e le orbite delle lune di Saturno
Durante la sua
esplorazione del sistema di Saturno, la navicella spaziale Cassini della NASA continua a
compiere nuove ed entusiasmanti scoperte. Ha osservato, fra le altre cose, lune vaganti
composte da detriti, nuovi anelli massicci, fortissime tempeste e una magnetosfera
dinamica.
"Negli ultimi sette mesi - commenta Dennis Matson, ricercatore del progetto Cassini
presso il Jet Propulsion Laboratory a Pasadena, in California - la nostra missione
scientifica è stata incredibilmente densa e senza sosta, e ci ha già consegnato
moltissimi nuovi risultati".
Le deboli onde di densità lineare provocate negli anelli di Saturno dalle piccole lune
Atlante e Pan hanno permesso ai ricercatori di effettuare nuovi calcoli più affidabili
delle loro masse. Queste misurazioni suggeriscono che le lune siano molto porose, forse
costituite da ammassi di detriti. Sarebbero dunque simili alle lune che accompagnano
l'anello F di Saturno, Prometeo e Pandora.
Un'altra scoperta è stata una minuscola luna, con un diametro di circa 5 chilometri,
recentemente battezzata Polideuce. Si tratta di una compagna (o luna "troiana")
di Dione. Le lune troiane si trovano vicino a punti stabili gravitazionalmente, davanti o
dietro una luna più grande. Saturno è l'unico pianeta conosciuto che possiede satelliti
con lune troiane compagne.
Le nuove scoperte, descritte in un articolo pubblicato sulla rivista "Science",
non si fermano qui: includono miglioramenti dei calcoli delle orbite di diversi piccoli
satelliti del Pianeta. Fra i risultati più interessanti, c'è l'orbita eccentrica e
leggermente inclinata di Pan, nell'anello A. La forma dell'orbita è significativa, in
quanto indica il tipo di interazione della luna con il materiale dell'anello che la
circonda. Se l'orbita rimane eccentrica a causa di questa interazione, significa che anche
i pianeti che crescono in un disco di materiale attorno a una stella possono avere orbite
eccentriche. Questo spiegherebbe i percorsi dei pianeti extrasolari.
Fonte: Le scienze Online
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