6 Aprile 2005 - Nuove stelle dalle collisioni galattiche
Osservato un "anello mancante" nel processo di formazione delle stelle
Nuovi dati provenienti dall'ISO, l'osservatorio a infrarossi dell'Agenzia Spaziale
Europea (ESA), hanno fornito le prime prove dirette dell'eccitazione del gas che dà
origine a nuove stelle da parte delle onde d'urto generate dalle collisioni fra galassie.
Il risultato fornisce anche importanti indizi su come la nascita delle prime stelle sia
stata innescata ed accelerata nell'universo primordiale.
Osservando la nostra e altre galassie, gli scienziati hanno da tempo concluso che le
esplosioni di stelle massive - come le supernove - generano onde d'urto e
"venti" che viaggiano attraverso le nubi di gas circostanti, eccitandole. Questo
processo innesca il collasso del gas che conduce alla nascita di nuove stelle, in una
sorta di effetto domino. L'"impronta" caratteristica di questo processo è la
radiazione emessa dall'idrogeno molecolare, che può essere rivelata nell'infrarosso. Ma
questo tipo di radiazione è osservabile anche nei luoghi dove collidono le galassie e
dove la formazione di nuove stelle procede a un tasso molto elevato. Finora, tuttavia, non
era chiaro che cosa avvenisse nel periodo compreso fra la collisione di due galassie e la
nascita delle prime nuove stelle.
Ora l'anello mancante è stato individuato da un gruppo di astronomi tedeschi che hanno
analizzato i dati dell'ISO di una coppia di galassie chiamata "Antennae" (NGC
4038/4039). Queste due galassie, situate a 60 milioni di anni luce di distanza nella
costellazione del Corvo, si trovano attualmente nelle prime fasi di collisione. Gli
scienziati hanno notato che la loro regione di sovrapposizione è molto ricca di idrogeno
molecolare, il quale si trova in uno stato eccitato. Eppure ci sono troppe poche
esplosioni di supernove o regioni di intensa formazione stellare per spiegare le emissioni
di idrogeno molecolare osservate. Pertanto, l'eccitazione deve essere dovuta a quella
prima fase della formazione stellare - molto rara da osservare - nella quale l'idrogeno
viene eccitato dall'energia meccanica prodotta nella collisione e trasportata dalle onde
d'urto.
I risultati, ottenuti da Martin Haas e Rolf Chini dell'istituto astronomico della Ruhr
dell'Università di Bochum (AIRUB) e da Ulrich Klaas del Max-Planck-Institut di astronomia
di Heidelberg, saranno pubblicati sulla rivista "Astronomy and Astrophysics".
Fonte: Le scienze Online
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