29 Aprile 2005 - "Hot spot" sulle stelle di neutroni
Il risultato consentirà di studiare la struttura interna delle pulsar
Grazie ai dati dell'osservatorio spaziale XMM-Newton dell'ESA, un gruppo di astronomi
italiani ha osservato per la prima volta alcuni "hot spot" sulla superficie in
rotazione di tre vicine stelle di neutroni. Il risultato rappresenta una pietra miliare
nella comprensione della "geografia termica" delle stelle di neutroni, e
fornisce la prima misurazione di caratteristiche molto piccole su oggetti distanti
centinaia o migliaia di anni-luce. La dimensione degli hot spot varia da una sessantina di
metri a oltre un chilometro.
Le stelle di neutroni sono oggetti estremamente densi e in rapida rotazione, composti
principalmente da neutroni. Nascono in seguito all'esplosione delle supernove, e la loro
temperatura superficiale è inizialmente elevata ma decresce gradualmente con il tempo.
Alcuni astrofisici hanno ipotizzato l'esistenza di meccanismi fisici con i quali l'energia
elettromagnetica da loro emessa sarebbe incanalata in certe regioni della superficie.
Queste regioni, o "hot spot", verrebbero perciò nuovamente riscaldate e
raggiungerebbero temperature molto superiori al resto della superficie in raffreddamento.
Questo fenomeno, però, non era ancora stato osservato direttamente.
Ora Andrea De Luca, Patrizia Caraveo, Sandro Mereghetti, Matteo Negroni dell'Istituto
Nazionale di Astrofisica (IASF) di Milano e Giovanni Bignami del CESR di Tolosa e
dell'Università di Pavia hanno osservato hot spot in rotazione su tre stelle di neutroni
isolate: PSR B0656-14, PSR B1055-52 e Geminga, rispettivamente a circa 800, 2000 e 500
anni-luce dalla Terra. Le macchie osservate sono probabilmente legate alle regioni polari
delle stelle, dove i campi magnetici incanalano le particelle cariche verso la superficie.
Lo studio è stato pubblicato sul numero del 20 aprile della rivista "Astrophysical
Journal".
Fonte: Le scienze Online
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