12 Giugno 2005 - Nuove prove per la teoria unificata dei quasar
Un'analisi spettrografica conferma la correttezza del modello
Il modello pił popolare sin dagli anni ottanta, ma non universalmente accettato, a
proposito dei nuclei galattici attivi (AGN), la cosiddetta "teoria unificata",
prevede una struttura molto semplice per questo tipo di galassie: un buco nero al centro,
un disco di accrescimento tutto intorno, e un anello di gas e polvere a forma di ciambella
(un "toro") attorno al disco. Getti di materia vengono espulsi fuori dal centro,
perpendicolarmente al piano del disco di accrescimento.
Ora un team di astronomi di diverse istituzioni, fra cui Lei Hao della Cornell University,
ha fornito nuove prove a sostegno di questa teoria. In uno studio pubblicato sul numero
del primo giugno della rivista "Astrophysical Journal Letters", i ricercatori
riferiscono di aver osservato le previste bande di emissione di silicati da cinque AGN di
tipo 1 (quasar).
Il modello prevede che tutti gli AGN condividano alcune caratteristiche fondamentali, ma
consente differenti schemi di radiazione con la premessa che l'aspetto di un AGN dipenda
dal punto di vista dell'osservatore. Un AGN osservato di fronte, classificato come di tipo
1, mostrerą aspetti della sua regione centrale; in uno visto da lato (tipo 2) queste
caratteristiche saranno oscurate dal toro di polvere. Gli AGN includono i quasar, che
possono sembrare stelle nei telescopi ottici ma emettono gigantesche quantitą di
radiazioni; le galassie di Seyfert, controparti a bassa energia dei quasar; e i blazar,
che esibiscono rapide variazioni nella radiazione emessa in brevi intervalli.
Dal punto di vista sperimentale, il modello ha finora avuto successo. Ma da anni mancava
ancora una prova fondamentale. Gli astronomi possono determinare la composizione e la
temperatura del materiale extragalattico analizzandone lo spettro infrarosso: se la
radiazione passa attraverso polvere di silicato, i grani di polvere la assorbono a
lunghezze d'onda specifiche (10 e 18 micron). Se nel caso degli AGN di tipo 2 gli
scienziati sono riusciti a riconoscere questi silicati, per gli AGN di tipo 1 finora
l'osservazione era mancata.
Ora Hao e colleghi hanno descritto cinque quasar nei quali sono stati scoperte chiare
righe di emissione nell'infrarosso a 10 e 18 micron. Le misure sono state effettuate con
lo spettrografo del telescopio spaziale Spitzer, e potrebbero finalmente mettere a tacere
ogni dubbio sulla correttezza del modello.
Fonte: Le scienze Online
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