19 Settembre 2005 - Emissione bipolare da una stella

La dinamica del fenomeno non è ancora del tutto chiara

Il telescopio spaziale Hubble ha "catturato" la luce emessa dalla nebulosa planetaria Boomerang in nuove immagini riprese con l'Advanced Camera for Surveys. Questa nube di polvere e gas riflettente ha due lobi (o coni) di materia quasi simmetrici che vengono espulsi da una stella centrale. Quest’ultima, nel corso degli ultimi 1500 anni, ha perso quasi una volta e mezzo la massa del nostro Sole in un processo chiamato emissione bipolare.
Il nome della nebulosa planetaria deriva dalla sua struttura simmetrica, come viene vista dai telescopi terrestri. Hubble ha la capacità di risolvere le strutture e le increspature della nebulosa - non visibili dalla Terra - nelle vicinanze della stella centrale. Gli astronomi non sono certi delle cause dell'emissione bipolare di questa e di molte altre giovani nebulose. Potrebbe trattarsi di un disco di materiale in lento movimento, situato attorno all'equatore della stella, che blocca il materiale emesso più rapidamente, consentendo soltanto alla materia vicina ai poli di essere espulsa. Ma potrebbe anche darsi che i campi magnetici siano responsabili dell'intrappolamento del materiale, causando la forma a doppio lobo che caratterizza la nebulosa.
Le emissioni bipolari sono state osservate frequentemente in stelle molto giovani ("protostelle"), ancora in fase di collasso e formazione, e in stelle antiche giunte quasi al termine della propria vita e divenute giganti rosse. Si ritiene che la nebulosa Boomerang consista negli strati esterni espulsi da una vecchia gigante rossa. Ogni lobo della nebulosa è lungo circa un anno-luce, il che rende la lunghezza totale della nebulosa quasi la metà della distanza del nostro Sole dalle sue stelle più vicine, il sistema stellare di Alfa Centauri.

Fonte: Le scienze Online

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