Bollettino informativo del CUSI - Ottobre, Novembre, Dicembre 2001

 

La Storia dei files Fascisti (Parte terza)
Autore: Alfredo Lissoni

ED I CACCIA DEL REGNO INSEGUIRONO GLI UFO

 

FILES FASCISTI: NUOVE EVIDENZE

La ricerca sui files fascisti non smette mai di stupire. Le indagini CUN stanno ancora andando avanti, ed i risultati che ogni giorno ricaviamo dimostrano come si sia appena scalfita la punta di un iceberg. In primo luogo, l’esame chimico degli unici originali in possesso degli ufologi - i files veneti del ‘36, recapitati anonimamente a Roberto Pinotti - ha dato esito positivo: i documenti sono autentici; abbiamo così lavorato molto anche in questa direzione, cercando di rintracciare i testimoni coinvolti. Non abbiamo avuto fortuna, in quanto, dai nominativi forniti nei carteggi del ‘36, non vi è più alcun Tolmini a Venezia-Mestre; quanto ai Venanzi (altro nome che appare citato nei files), delle uniche due famiglie rimaste, una non viveva in Veneto negli anni Trenta e l’altra non ha mai avuto a che fare con avvistamenti di alcun tipo. Un testimone indipendente, non citato cioè nei documenti, che aveva assistito a quell’evento pubblico e plateale - la comparsa di un sigaro e di due sfere nel cielo veneziano il 22 agosto 1936 - il nostro Pinotti lo ha comunque rintracciato; un secondo spettatore potrebbe essere il misterioso "C.H. di Mestre" che, nel dicembre del ‘43, scrisse alla rivista teosofica "Arcobaleno" (diretta dal gruppo contattista milanese che oggigiorno edita "Nuove albe, nuovi tramonti") chiedendo lumi sull’esistenza di forme di vita extraterrestre sugli altri pianeti. É solo un’illazione, ma il fatto che proprio un cittadino di Mestre - la città degli avvistamenti UFO del ‘36 - decidesse di ricorrere ad una rivista specialistica e così a circuito chiuso quale "Arcobaleno" (che era stata messa fuori legge dal Regime per certe tematiche che oggi definiremmo contattistiche), adombra più di un sospetto.

CERCANDO NUOVE PROVE

Ho poi indagato sui presunti "bollettini ufficiosi meteorologici" che il Gabinetto RS/33 inviava alla Stefani di Milano (secondo quanto scritto in uno degli ultimi documenti divulgati da Mister X), presumibilmente tra il 1933, anno dell’atterraggio lombardo, al 1940, periodo in cui tutta la documentazione sarebbe stata acquisita in toto dai nazisti. Nella "nota personale riservatissima" che riferiva dell’atterraggio del ‘33 si citava espressamente l’Osservatorio astronomico di Milano Brera; esso era incaricato della diffusione di versioni tranquillizzanti (passaggi di meteore), atte a coprire gli avvistamenti UFO. É stato là che chi scrive ha indirizzato parte delle proprie indagini. Presso la Biblioteca di Brera, una delle due più fornite di Milano, quel bollettino però non risultava. La possibilità di trovarlo era peraltro minima, trattandosi di documenti non ufficiali, quindi coperti dal segreto; certo, sarebbe stato un colpaccio. C’erano invece: il bollettino dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geotermica di Roma (nel ‘36 attivo come Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica); quello degli Atti Ufficiali Prefettura di Milano; il Bollettino parlamentare; quello dell’Aviazione Civile, quello della Specola Vaticana; il Bollettino Ufficiale del CNR. Parte di questi documenti non erano disponibili alla consultazione, parte si riferivano a periodi storici precedenti o posteriori la durata del Gabinetto fascista. Dopo questo buco nell’acqua indirizzai le ricerche presso la Biblioteca dell’Osservatorio Astronomico di Brera. Anche là non risultava alcun bollettino o bullettino, né astronomico né meteorico, riferibile ai files fascisti. C’erano invece gli "Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino", che documentavano le condizioni meteo del giorno dell’atterraggio del ‘33: una giornata piovosa, preceduta, il giorno prima, da un temporale. Un po’ poco per ipotizzare, come hanno fatto altri, un UFO-crash stile Roswell (che alcuni vogliono causato da un fulmine che avrebbe colpito l’UFO). Non venivano riferiti eventi strani (passaggio di bolidi, sismi, globi nel cielo) nel "Bollettino Sismico Macrosismi" del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica di Roma; né, circa i fatti del ‘36, nell’Estratto del "Bollettino del Comitato per la Geodesia e la Geofisica del CNR" (contenente i risultati delle 164 osservazioni del cielo e del sole condotte da alcuni scienziati nel ‘36 sul Monte Rosa, durante i test per misurare la radiazione solare diretta, diffusa e globale). Insomma, sulle pubblicazioni interne di astronomia non vi era alcun riscontro circa i fatti del ‘33. Maggior fortuna abbiamo avuto invece con Marconi, grazie al rinvenimento di un rarissimo volume, scritto durante il fascismo dal giornalista di regime Mario La Stella, che documenta dati alla mano la passione del premio Nobel per gli extraterrestri. Il testo in questione si intitola "Marconi - mago dell’invisibile, dominatore degli spazi" ed è stato pubblicato dalle edizioni sarde Aurora nel 1937, poco prima della scomparsa del fisico. In realtà, la voce che Marconi credesse negli alieni circolò in Italia anche negli anni Sessanta (l’11 maggio 1966 il giornalista Pietro Cimatti ne accennò molto brevemente sulla sulla "Settimana Incom"); La Stella riporta invece due dichiarazioni dello scienziato, apparse rispettivamente sul "Daily Mail" del 26-1-20 e sullo "Evening Standard" del 15-12-31, con cui si riferiva e della ricezione di radiomessaggi alieni, alcuni dei quali simili a lettere dell’alfabeto, dallo spazio esterno; e dell’effettiva possibilità di comunicare "tramite le onde hertziane" con altre intelligenze. Alla luce di queste prese di posizione, non stupisce dunque che Mussolini pensasse proprio a Marconi, come vertice del Gabinetto RS/33. Proseguendo nella ricerca storica, abbiamo avuto ulteriori conferme anche dell’interesse strategico dei servizi segreti fascisti per le misteriose aeronavi; non solo l’Italia rivestiva un ruolo prioritario nella conquista degli spazi aerei, all’epoca; era in realtà dal secolo precedente che il nostro Paese tentava di potenziare il proprio apparato aereo, come ribadiva la Domenica del Corriere del 29 gennaio 1899, inneggiando ad un siluro volante costruito dal tenente Giampietro Vialardi, dell’Università di Pavia, nel tentativo di "gettare le basi per una Società aeronautica italiana". Vialardi custodiva a Milano un prototipo in alluminio a metà strada tra un dirigibile ed un aereo; ideale continuatore delle sue opere fu, agli inizi del Ventennio, quel Gaetano Arturo Crocco della Società Italiana Razzi, scelto per merito come membro effettivo del Gabinetto RS/33.

GLI ARCHIVI BRUCIATI

Riferimenti più precisi verso un’organizzazione così bene articolata ed efficiente, quale si andava configurando ogni giorno di più il Gabinetto RS/33, dovevano essere rimasti nei vari archivi storici. Decisi così di concentrare le mie ricerche sugli archivi delle strutture coinvolte nel recupero lombardo del disco del ‘33. Copia dei documenti, o dei registri che annotavano la presenza degli stessi, dovevano esistere, per legge e per regolamento bibliotecario. La ricerca si restringeva così a tre strutture ben precise: gli archivi della Prefettura, dei Carabinieri, della Questura. In Prefettura, ove legalmente il segreto di Stato decade dopo cinquant’anni (settanta in caso di privacy) non trovai nulla, probabilmente perché i files fascisti (che presumibilmente avvisavano il prefetto del recupero del disco, come è riferito nella "nota personale riservatissima") erano stati spediti all’archivio ministeriale di Roma, da prassi. Quanto ai Carabinieri, un maresciallo, che ho agganciato casualmente durante le ricerche, per poco non mi è scoppiato a ridere in faccia quando gli ho chiesto come arrivare alla documentazione (prudentemente, avevo evitato di dire che si trattava di avvistamenti UFO, preferendo parlare di aerei spia Alleati...). "Su questi fatti c'è sempre il segreto militare", è stata la prevedibile risposta. Quanto alla Questura, una laconica nota sui registri prefettizi avvisava, stile X-files, che "tutti i carteggi dal 1900 al 1943 erano andati distrutti in un incendio". Ma alla fine la costanza è stata premiata e, sempre dagli archivi della Prefettura, sono emersi due dossier dalla dicitura assai intrigante: "Aeroplani sospetti - Segnalazioni 1931 - 1933 - 1934 - 1935" (ma si arrivava sino al 1938). Erano tutti documenti originali che, pur non menzionando in alcun modo i files milanesi del Gabinetto RS/33, riferivano di alcune centinaia di sorvoli anomali nell’arco di sette anni, in tutta Italia. La sigla UFO ovviamente all’epoca non esisteva; si parlava di "velivoli non identificati". Nei circa 500 telegrammi alla Prefettura da me visionati, riferibili ad altrettanti casi, vi erano "UFO" (nel senso lato del termine) di ogni genere: aerei di contrabbandieri, aerei spia o velivoli da turismo che sovente, a causa della quota, delle condizioni meteo o della velocità, non si riuscivano ad identificare; in molti casi, dunque, partiva l'allarme aereo, per le intrusione non autorizzate. Le violazioni del nostro spazio aereo venivano immediatamente segnalate ad una rete di sorveglianza ben precisa (che anticipò di anni quella del Project Twinkle americano); la stessa che, molto probabilmente, venne utilizzata dal Gabinetto RS/33, in quanto attiva ed operativa.

VELIVOLI NON IDENTIFICATI

Per quanto riguardava il capoluogo lombardo, venivano immediatamente allertati la Regia Prefettura (per "Intelligenza Milano", con coinvolgimento cioè dei servizi segreti), gli Uffici di milanesi di Cinisello, Piazza Napoli, Ghisolfa e Arena, il Comando Difesa, gli aeroporti di Taliedo (centro radiotelegrafico) e Bresso, la Questura. Talvolta i telegrammi venivano inoltrati in copia anche al Centro di Raccolta Notizie del Viminale a Roma (con la dicitura "cta precdnz asslt", consigliata precedenza assoluta). Ovviamente mi resi subito conto che in larga parte gli avvistamenti si riferivano a violazioni aeree ben terrestri (spesso gli aerei in seguito venivano identificati e bloccati; molti erano svizzeri), giudicate particolarmente allarmanti nel clima dittatoriale dell’epoca. Non tutti i telegrammi erano però identici, ed i toni e gli allarmi erano tali da lasciare supporre che la "mancata identificazione" dipendesse a volte da ben altro motivo. Una minima ma consistente parte dei telegrammi inviati ai servizi segreti descrivevano velivoli decisamente atipici (da qui, probabilmente, la richiesta formale dell’inoltro all'Intelligence). Facciamo alcuni esempi: "24 luglio del '34 - Precedenza assoluta su tutte le precedenze - Allarme aereo - Comando aeroporto presso prefetti Lombardia - Centro raccolta notizie Viminale Roma". Sondrio segnalava l’avvistamento di un "velivolo non potuto identificare", a quota altissima, apparso sopra la città alle 8.55; venivano allertati gli Uffici milanesi dell’Arena, gli aeroporti di Bresso e Taliedo e la Questura. Altro caso: 5 aprile 1934, telegramma urgente da Genova. Il Semaforo (cioè il punto di osservazione aerea) di Portofino segnalava alle 16.15, sulla rotta aerea di Genova tre ordigni sconosciuti diretti a nordovest. Un minuto dopo gli ordigni diventavano due e venivano avvistati da diversi punti d'osservazione della città: Punto Mesco e Semaforo Genova. 18 maggio 1933; era la volta di un ordigno a quota "altissima", che proveniva dalla Svizzera e si dirigeva verso Como e Milano. 3 giugno del '33: la camicia nera milanese Agosti inviava un fonogramma dal posto di osservazione Solferino chiedendo l'allarme aereo. 8 luglio 1933; erano le 10.55 e due "velivoli sconosciuti", che si differenziavano dai comuni aerei perché invertivano di botto la rotta, sorvolavano Valona. Il 17 agosto 1933 il console Pagani avvisava del sorvolo di un ordigno, su Milano. "Per misure precauzionali ho fatto alzare la pattuglia di allarme", concludeva il fonogramma. Dall’esame dei files più propriamente ufologici (69 su 500) emergeva innanzitutto il fatto che a Milano, come del resto nelle prefetture di tutta Italia, arrivavano in copia i telegrammi contenenti gli avvistamenti; ciò significa che non esistono 500 telegrammi per la sola Milano, ma per tutta Italia. Di questi, sono una ridottissima parte poteva essere a sfondo ufologico, per un periodo compreso fra il 1933 ed il 1937. Non vi erano files degni di rilievo nell’annata 1931; non appariva dunque casuale che le prime schedature risalissero al 1933, anno della nascita del Gabinetto RS/33. I punti di osservazione (i Semafori) da cui provenivano principalmente le segnalazioni erano Capo Noli, Capo Mele, Portofino, Genova per la Liguria; l’aeroporto Mirafiori di Torino; quello di Ghedi a Brescia; Campoformido (UD); altre segnalazioni provenivano da Imperia, La Spezia, Savona, Ravenna, Varese, Aosta, Cuneo, Chiasso, Sondrio, Chiavenna, Littoria, Napoli, Palermo, Trapani. Tutta l’Italia era dunque rappresentata, ma solo 69 volte gli allarmi aerei furono tali da essere considerati decisamente anomali (e solo 9, secondo questa ricerca, potrebbero essere definiti ufologici in senso stretto). Questi 69 documenti sono sostanzialmente ben diversi dalle centinaia di altri da me visionati (ove ad esempio seguiva il riconoscimento degli aerei; a volte Genova confermava l'identificazione di velivoli francesi, Ciampino-Torre Orlando dei tedeschi e olandesi, Varese-Porto Ceresio degli svizzeri, ecc...). In ogni caso quando i velivoli erano chiaramente identificabili, veniva segnalato a chiare lettere. Tranne in 69 casi. L'indagine dunque prosegue...

NON POSSIBILE IDENTIFICARE

Qui di seguito abbiamo raccolto tutte le segnalazioni anomale indirizzate all’Intelligence fascista. Sono 68 fra telegrammi e fonogrammi, sugli oltre cinquecento inviati alla Prefettura di Milano (ed in alcuni casi anche ai servizi segreti) da tutta Italia. Alcuni di esse si riferiscono ad episodi decisamente anomali, per i quali è stato necessario il coinvolgimento di più enti; per altre è assai più semplice ipotizzare una spiegazione convenzionale (da noi proposta a margine, per dare la dimensione statistica della documentazione). Sfortunatamente l’abuso dei termini "velivolo" ed "aereo" (in mancanza dell’allora inesistente sigla UFO) non facilita l’identificazione di taluni episodi. Circa la documentazione raccolta, abbiamo indicato con la sigla "fon" i fonogrammi, con "tel" i telegrammi. I fonogrammi non risultano inviati ai servizi segreti. Le voci in corsivo si riferisco ai casi più anomali, presumibilmente ufologici in senso stretto.

16-4-33 ore 10.10 (fon). Apparecchio "non possibile identificare" fa scattare l’allarme aereo su Milano. Il fenomeno si ripete alle 16.20, facendo nuovamente alzare la pattuglia aerea d’allarme.

13-5-33 ore 18.20 (tel). Ordigno dallo Spluga verso Milano e Como. Il fenomeno si ripete esattamente alla stessa ora, cinque giorni dopo. Probabile aereo.

19-5-33 ore 10.20 (tel). "Aeroplano sospetto" dalla Svizzera a Brescia. Allertati Sondrio, Milano, Brescia e Bresso.

3-6-33. Raffica di telegrammi per un "velivolo sconosciuto" che sfreccia a grande velocità e a quota altissima, attraversando in pochi minuti lo spazio aereo che dalla Svizzera porta a Como e Milano, descrivendo una rotta alquanto anomala; viene intercettato da terra alle 10.00 (da Sondrio), alle 10.10 (da Montespluga), alle 10.22 (da Milano Termine), alle 10.30 (Portoceresio). Alle 11.50 lo stesso ordigno (o uno analogo) punta verso la Svizzera (tornando dunque indietro). Lo spiegamento di forze è notevole. Alle "ore 5" un fonogramma della camicia nera Agosti avvisa che è stato decretato l’allarme aereo dalla postazione milanese di via Solferino.

8-6-33 ore 12.27 (tel). Portofino segnala "aeroplano sconosciuto" diretto a nordovest.

13-6-33 (due diversi tel). In mattinata un velivolo proveniente dallo Spluga si dirige verso Milano.

23-6-33 ore 9.20 (tel). Il brigadiere CC Pleavano segnala velivolo proveniente dalla Svizzera e diretto verso Como e Milano. Alle 20.25 un altro telegramma segnala un velivolo da Pontechiasso a Milano.

28-6-33 (fon). Il Console Soati del Comando Legione Antiaerea di Milano smentisce il passaggio di velivoli sospetti sulla città, a seguito di due fonogrammi di allarme inviatigli alle 10.45 e alle 11.13. Dov’è finito il "velivolo" misterioso?

1-7-33 ore 3 (fon). La camicia nera Giovanni Erri avvisa di un "allarme aereo". Nessun altro dettaglio disponibile.

8-7-33 ore 10.55 (tel). Velivoli che invertono la rotta su Valona (Albania, sotto tutela italiana).

17-8-33 ore 17.25 (fon). Apparecchio "non ben identificato" su Milano. Alzata la pattuglia aerea.

8-9-33 ore 10.10 (tel). Velivolo ad alta quota sopra Varese e Luino.

23-9-33 ore 17.45 (fon). Velivolo su Milano, che viaggia da nord ad est. Il Console Pagani (IIº Legione Milano) ordina il decollo della pattuglia d’allarme.

3-4-34 ore 14.00 (ben sette telegrammi). Velivolo su Imperia. L’ordigno viene segnalato alle 14.12 su Savona, mentre inverte improvvisamente la rotta e sparisce alla vista dietro il monte Madonna del Rio. Alle 14.20 viene segnalato un ordigno che evoluisce sopra Genova e poi sparisce alla vista. Si apprende che alle 13.32 il Semaforo di Genova ha avvistato "tre idrovolanti sconosciuti". Altri apparecchi ignoti avevano sorvolato il capoluogo ligure alle 11.28. Ancora avvistamenti alle 9.29 e alle 18.58 da Capo Mele (IM). Allertati tutti gli Uffici milanesi.

4-4-34 ore 13.26 (tel). Ordigno su Savona che inverte la rotta e sparisce.

18-10-35 ore 10.45 (tel). Il "Distaccamento Boccio Pellice" segnala un aereo ad alta quota diretto al Colle della Gianna (TO).

5-4-34 ore 16.15 (tel). Tre aerei sconosciuti su Genova. Alle 16.30 su Imperia.

12-4-34 ore 17.52 (tel). Velivolo sconosciuto su Imperia.

16-4-34 ore 10.23 (tel). Velivolo su Capo Mele. Alle 16.40 i carabinieri di Milano segnalano un ordigno su Varese.

20-6-34 ore 16.49 (tel). Velivolo sconosciuto su Capo Mele.

24-7-34 ore 8.55 (tel). Ordigno "non potuto identificare" ad altissima quota su Sondrio. Non viene allertata l’Intelligenza ma direttamente il Centro Raccolta Notizie del Viminale a Roma.

16-5-36 ore 15.30 (ben cinque diversi telegrammi). Aereo sconosciuto su Savona, notato da Capo Mele. Improvvisamente inverte la rotta e sparisce alla vista. Lo stesso ordigno, o un altro, era stato segnalato alle 15.10 a Punto Mortola, alle 15.16 a Capo Arma e alle 15.18 a Bordighera. Il telegramma dell’avvistamento delle 15.30 viene inviato due volte dal prefetto savonese Oliveri alla prefettura di Milano, all’Intelligenza, agli aeroporti di Taliedo e Lonate Pozzuolo; quindi, a tutti i prefetti del Regno.

17-5-36 ore 9.09 (tel). Aereo sconosciuto su Bordighera; altro avvistamento alle 9.18 su Imperia. Prob. aerei.

22-6-36 ore 12.09 (tel). Ordigno a quota altissima sopra Varese. Intelligenza non allertata.

28-6-36 ore 8.43 (tel). Ben sei "aerei sconosciuti" da Punto Mortola (IM) diretti a est.

2-7-36 ore 22.43 (tel). Aereo sconosciuto su Monte Circello, Littoria (oggi Latina). Intelligenza non allertata; avvisato Ministero dell’Interno.

17-7-36 ore 15.20 (tel). Aereo sconosciuto su Punto Mortola (IM). Fenomeno analogo alle 15.50 su Capo Noli. Prob. aerei.

29-7-36 ore 15.00 (tel). Un "aereo" proveniente dalla Francia sorvola Ventimiglia a quota bassissima (600 metri); poi viola la zona militare di Gouta e Baiardo. Nonostante la bassa quota, nessuno degli osservatori militari riesce ad identificare l’ordigno; per una strana "mancanza mezzi di comunicazione" (per un black-out?) la Centuria della Milizia Confinaria può avvisare solo in notevole ritardo le prefetture di La Spezia ed Imperia. Scatta l’allarme aereo.

3-8-36 ore 18.34 (tel). Aeroplano sconosciuto a Punta Mortola (IM).

10-8-36 ore 17.08 (tel). Aeroplano sconosciuto a Punta Mortola (IM).

19-8-36 ore 16 (tel). Aereo sconosciuto notato da Capo Mele. Prob. aereo.

27-8-36 ore 9.45 (tel). Aereo sconosciuto notato da Capo Mele. Prob. aereo.

30-8-36 ore 12.34 (tel). Aereo sconosciuto notato da Capo Noli. Prob. aereo.

31-8-36 ore 10.35 (tel). Aereo sconosciuto su Capo Mele. Volo regolare. Altra segnalazione da Genova alle 11.08 (Intelligenza non allertata).

1-9-36 ore 8.25 (tel). Ordigno su Bordighera diretto a nordest. Volo regolare.

8-9-36 ore 11.19 (tel. cifrato). Oggetto su Portofino. Intelligenza non allertata.

22-9-36 ore 15.37 (tel). Aereo sconosciuto su Capo Noli.

13-10-36 ore 8.17 (tel). Aereo "indistinto"; allertato il Ministero degli Interni e la Sicurezza di Roma.

30-10-36 ore 12.25 (tel). Ordigno su Capo Noli. Prob. aereo.

22-1-37 ore 10.45 (tel). Aeroplano sconosciuto sorvola Bordighera. Prob. aereo.

13-2-37 ore 13.03 (tel). "Aero (sic) sconosciuto" su Savona.

18-2-37 ore 12.42 (tel). "Idro sconosciuto" visto dall’Osservatorio di Capo Noli.

13-3-37 ore 10.16 (tel). Aereo sconosciuto su Bordighera. Prob. aereo.

1-5-37 ore 11.10 (tel). Misterioso "rumore aereo" sopra Torino.

10-5-37 ore 9.33 (tel). Misterioso "rumore aereo" sopra Capo Mele.

19-8-37 ore 15.55 (tel). Ordigno proveniente dalla Francia diretto verso Torino; volava a quota altissima.

12-11-37 ore 14.55 (tel). Ordigno su Nuoro. Vengono allertate tutte le prefetture d’Italia ed il Comando Aeroporto Mirafiori di Torino.

Le ricerche sugli X-files di Mussolini vanno avanti ed ogni giorno nuovi elementi confermano l’autenticità dei documenti, delineando parimenti un quadro sempre più completo ed intrigante, composto da insabbiamenti, azioni di guerriglia e trame tessute per mettere a tacere una scomoda verità. Oggi i mass media, brutalmente censurati negli anni Trenta, si sono presi una rivincita "morale" dando ampio risalto a questo giallo del Ventennio: i documenti fascisti sono stati mostrati dal nostro Roberto Pinotti nello Speciale Tg1 andato in onda sabato 30 settembre ed interamente dedicato agli UFO, durante il quale, fra l’altro, l’Aeronautica Militare ha aperto i propri dossier. E la rubrica Tentazioni de "Il Giorno" ai files fascisti ha dedicato un’intera pagina il 7 settembre scorso, con una dettagliata inchiesta del giornalista Gabriele Moroni.

(Fine terza parte)

 

BOB LAZAR

Articolo tratto da " Gli UFO e la CIA" (1993) scritto da Alfredo Lissoni e a seguire l'intervista a Lazar fatta da George Knapp e publicato su laretecun

Bob Lazar è un fisico americano che, nel 1989, sarebbe stato incaricato di condurre uno studio sul funzionamento degli UFO in una base militare ultrasegreta a Site Fork, nel deserto del Nevada. In seguito, sospeso dall'incarico e quindi svincolato dal segreto, Lazar ha dichiarato alla televisione: "Ebbi un incontro del tutto casuale con il dottor Edward Teller, quando lavoravo al Laboratorio Nazionale di Los Alamos, nel Nuovo Messico. Dopo quel colloquio, mi raccomandò. Da anni era uno dei massimi dirigenti di un progetto nel deserto del Nuovo Messico. Era in un luogo chiamato S-4, vicino alla Base 51, dove hanno sede molti progetti governativi top secret. Edward Teller era il direttore del programma e credo che una persona raccomandata da lui fosse molto affidabile. "Erano i primi mesi del 1989 e io mi stavo inserendo nel progetto in questione, anche se lentamente, dato che nel frattempo il governo stava svolgendo accurate indagini sul mio conto. Era qualcosa di diverso da tutto cio' per cui avevo lavorato fino ad allora. Da Los Alamos ebbi l'autorizzazione Q, un fatto abbastanza strano. Mi avevano detto, infatti, che c'erano ben trentotto livelli sopra quello Q. A quel tempo ci voleva un ordine esecutivo per le assunzioni, un ordine che fu firmato dal presidente Ronald Reagan. Sono stato nel programma solo per poco tempo, fino all'aprile 1989, mi sembra, poi le nostre strade si sono divise. E' una lunga storia. "All'inizio, durante i primi colloqui, non mi è mai stato detto specificatamente:"Ehi Bob, lavoreremo assieme sui dischi volanti, sugli scafi alieni recuperati da incidenti", o cose del genere. La mia qualifica era di assistente a Senior Staff. Ufficialmente dovevamo lavorare sulle tecniche avanzate di propulsione. Naturalmente, quando iniziai a operare, lessi i rapporti e la documentazione e mi resi conto in cosa consistesse il progetto. Dovevamo studiare l'origine dei velivoli, la razza o la tipologia di alieni che pilotavano i dischi, quali erano il loro aspetto e la loro struttura fisica in base ai rapporti delle autopsie. "Vedendo il materiale, compresi che non si trattava di un comune progetto di ricerca. Stavamo facendo un'operazione di ingegneria inversa: avevamo il mezzo, lo scafo alieno, e dovevamo capirne il funzionamento. Avevamo il prodotto finito e dovevamo scoprire la tecnica di manifattura, quali leggi fisiche lo governassero. Fu chiaro, allora, su che cosa stavamo lavorando! L'aspetto più strano era che non era mai stata detta esplicitamente una sola parola sull'argomento. Vidi il velivolo, un grande disco, un tipico disco volante. Anche in quel frangente mi costrinsi a pensare:"Beh, questa ovviamente è una nuova creazione del governo, una sorta di oggetto volante sperimentale, forse un aereo da combattimento del futuro, il che spiega tutte le pazze voci che ci sono sui dischi volanti...E noi dobbiamo provare questo apparecchio". "Ma il momento davvero emozionante fu quando entrai nel disco e vidi l'interno del veicolo. Notai che l'equipaggiamento ed i posti di guida erano estremamente piccoli, costruiti per creature nane o per bambini. Naturalmente, questi ultimi non avevano il permesso di entrare nella base. Feci questa sciocca considerazione prima di capire effettivamente di cosa si trattava. Stiamo parlando di cose strane e di una tecnologia...che non dovrebbe esistere! "Le ricerche da eseguire su velivolo erano state suddivise in modo minuzioso. C'era un gruppo che si occupava esclusivamente dell'equipaggiamento per la navigazione, un altro che si occupava della metallurgia ed un terzo che lavorava sulla propulsione e sul sistema di spinta del veicolo. Era quello il gruppo con il quale lavoravo. Così, in breve tempo, poichè quello era il nostro unico compito, riuscii a tirare fuori un buon numero di informazioni sul funzionamento del disco volante. Naturalmente, fu quasi impossibile verificare il mio impiego laggiù. A Los Alamos hanno negato che io vi abbia mai lavorato, così come fece Kirkmeyer, il sovrintendente degli impianti, il che è veramente interessante. In seguito, sono riuscito a scovare un'agenda telefonica del laboratorio con il mio nome sopra. Certo, c'erano dei colleghi che erano pronti a testimoniare che io avevo lavorato a Los Alamos, ma l'amministrazione del centro ha voluto mantenere tutto sotto silenzio, negando perfino che io abbia mai vissuto in città, pur essendo conosciuto da molte persone, colleghi, dirigenti e amici (13)". Questa è la testimonianza di Bob Lazar, un brillante fisico che avrebbe dovuto custodire un segreto troppo grande per lui e che, dopo alcuni mesi di lavoro, avrebbe abbandonato la sezione supersegreta di Dreamland, la Base 51, con tutti i misteri e gli enigmi in essa custoditi. Dreamland è una zona off limits per i curiosi. É vietato sostare, transitare e,soprattutto, curiosare. I liberi cittadini, sorpresi nella zona, vengono minacciati di arresto se non si allontanano immediatamente dal suolo pubblico. E per quanto riguarda il personale della base, il velo di omertà e di reticenze è talmente imperforabile da dare adito a qualsiasi supposizione. Persino per quanto concerne Bob Lazar che, secondo i detrattori, sarebbe soltanto un mistificatore, persino un falso fisico. In realtà, sarebbe un proprietario di bordello che per una sorta di spiccata mitomania, si sarebbe improvvisato rivelatore, testimone di importantissimi segreti militari sugli UFO. Di diverso avviso sono i suoi sostenitori, che trovano naturale il comportamento delle autorità sia di Los Alamos che di Dreamland. Infatti, il modo migliore per annichilire un nemico non è forse ignorarlo e farlo passare per un millantatore? Ma Lazar non si è arreso e,pur sfuggendo i clamori della ribalta, ha continuato a parlare.

L'INTERVISTA A BOB LAZAR

Il 25 luglio 1990 il giornalista George Knapp dell'emittente Klas di Las Vegas, Nevada, durante la trasmissione UFO: the best evidence, intervistava uno schivo Bob Lazar. Il pezzo che segue è la traduzione di quella mitica intervista.

K.: Prego, ci descriva la sua esperienza.

L.:Ho lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratorio per la base S-4, che è una base dell'US Navy.

Dov'è ubicata questa base?

Si trova a circa 10/15 miglia a sud di Groom Lake e a circa 125 miglia a nord di Las Vegas.

Come ha avuto il lavoro?

Non voglio menzionare la persona attraverso la quale l'ho ottenuto (14), ma fui mandato da una persona, ad EG&E, a cui dare il mio curriculum; e là fui intervistato e mi fu detto che il mio lavoro era completamente slegato dalle attività di EG&E.

Le hanno detto quale lavoro avrebbe fatto?

In effetti, non mi è mai stato detto, se non alla fine. Si trattava di un lavoro ad alto contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato molto.

Così è stato assunto. E poi, cosa successe?

Il primo giorno che sono arrivato alla base ho avuto dei colloqui orientativi e mi è parso evidente che la tecnologia con cui avremmo lavorato (propulsione gravitazionale, ecc...) era qualcosa che la scienza convenzionale aveva appena iniziato a sfiorare.

Parleremo tra breve di tutto ciò. Vorrei scoprire un altro aspetto: è da poco piu' di tre settimane che la sua identità e' stata resa pubblica; qualche mese fa lei fu ripreso in televisione in controluce e sotto uno pseudonimo (15); dopo aver resa nota la sua identità che cosa e' cambiato, per esempio, nel rapporto col pubblico?

In effetti, le persone che incontro hanno avuto reazioni di consenso, di supporto, e si sono interessate molto di questi fatti. Ho ricevuto anche delle lettere di dissenso, ma e' normale che non tutti mi credano.

Ci sono state anche richieste da parte dei media? Volevano interviste?

Si', in effetti volevano interviste alla radio, alla televisione, molte persone volevano scavare nel mio passato e conoscere tutto di me.

Molte persone che ci hanno chiamato hanno avuto l'impressione che cio' che dice e' forzato o modificato in seguito a minacce ricevute, e che noi, come emittente, siamo stati censurati da forze molto potenti. Le e' mai capitato qualcosa del genere?

Tutto cio' e' ridicolo. Come si sa, la gente e' sempre sulla difensiva. Nessuno mi ha mai detto niente eccetto quando ero alla base, ove mi avevano esortato a non dire niente.

E come facevano ad essere sicuri che lei non avrebbe detto niente?

Possono arrivare a tutto, fino alle minacce di morte.

Da quando ha cominciato a fare rivelazioni pensa che il suo telefono sia sotto controllo?

Sì. Ho un rilevatore che si attiva molte volte.

Qual è stata la ragione che l'ha spinta a divulgare queste informazioni? E' stato perche' la importunavano?

Sì. Essenzialmente era per fermare tutto questo. Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva piu' e che io non ero mai nato all'ospedale in cui nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su quello che stava succedendo. Cosi' ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito. Cosi' presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch'io, come il mio passato.

Cosi' anche a Los Alamos risultava che non l'avevano mai assunta?

Esatto.

Dopo che il suo resoconto è apparso in televisione cosa è successo?

Mi hanno fatto sapere che mi sono vicini.

Era preoccupato per la sua vita?

E' questo il motivo per cui ho detto tutto ai microfoni. E' un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.

E' ancora preoccupato?

Si'.

Ha constatato che le persone le credono, o vogliono solo più informazioni?

Penso che molte persone mi credano, ma penso che la maggior parte vogliano solo piu' informazioni.

Parliamo ora della tecnologia che ha visto, della prima volta che ha visto qualcosa che a suo parere non era terreno...

La prima esperienza fu con il reattore antimateria.

Ci spieghi che cos'è, come funziona e cosa fa.

E' un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra.. All'interno della torre c'è una scaglia dell'elemento 115, che è un elemento molto pesante. Per il resto la macchina mi e' sconosciuta. Il 115 nell'interno crea un campo gravitazionale ed espelle delle onde gravitazionali, che sono poi amplificate nella parte bassa dell'apparecchiatura. In generale, questa tecnologia ci e' virtualmente sconosciuta.

Abbiamo visto il modello e le foto. Ci sembra troppo semplice per farne qualcosa.

É vero.

Parti in movimento?

Non individuabili. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa. Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto. E se si poteva riprodurre con materiali terrestri.

Da quando studia questa tecnologia?

Mi sembra da tanto, ma non so esattamente da quanto.

Cosa si puo' fare con un generatore di antimateria?

Trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell'uno per cento della trasformazione della materia in energia.

Come funziona?

Quello che so è che quando il 115 è all'interno la reazione comincia. Non ci sono automatismi o altro. Apparentemente il 115 bombardato con protoni rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all'interno del reattore. Questo genera all'interno del calore. E all'interno del sistema c'è un generatore termoionico a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica.

Questo reattore antimateria come e' collegato al campo gravitazionale?

Il reattore ha due funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all'impiego del 115 il cui funzionamento è oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso la parte bassa del generatore, dove ci sono tre amplificatori di gravità che le aumentano.

Così crea un campo gravitazionale tutto suo?

Esatto.

Crede che oggi gli scienziati non abbiano questa tecnologia? C'è alla base S-4, ma noi non l'abbiamo creata. Com'è possibile? Perchè non possiamo? Che cosa ha imparato circa la gravità?

La gravità è un'onda. Ci sono molte teorie sul fenomeno. É stato ipotizzato che la gravità sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. É in definitiva un'onda che può essere ottenuta da un elemento. Di come questo sia possibile, non ne sono certo.

Così si può generare il campo gravitazionale. A cosa serve?

Si ha la possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio. Così facendo si può avere un diverso modo di viaggiare. Così, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a sè la destinazione senza muoversi. Questo accade distorcendo il tempo. Si tratta di una cosa lontanissima dai nostri concetti.

Molti scettici dicono che gli alieni sono troppo distanti nello spazio-tempo per arrivare sino a noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa considerazione. Giusto?

Esattamente. Quando distorci il tempo non c'è più un riferimento normale del tempo, e questo è tutto ciò che fa la gravità che tu produci.

Cioè si può viaggiare avanti o indietro nel tempo?

Non necessariamente. Alla base del disco ci sono i tre generatori di gravità. Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla destinazione. Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano lo spazio verso quel punto. Nel momento stesso in cui si rilascia lo spazio verso quel punto. E tutto questo avviene con la distorsione del tempo. Cosi' il tempo non aumenta e la velocità è teoricamente infinita.

La prima volta che ha usato il reattore antimateria che esperimenti ha eseguito?

Gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce.

Era come se avessero creato un buco nero?

Si', potrei dire che c'e' un'analogia.

Qualche altro esperimento?

Si'. Hanno acceso una candela e l’hanno messa in un campo gravitazionale che distorceva il tempo. La candela bruciava senza consumarsi.

Era stupito nel vedere queste cose?

Si', certo. Lo ero. Ma adesso ci rido sopra perche' -sembrera' ridicolo a tutti cio' che sto per dire- quella era veramente tecnologia aliena.

Circa il 115, che cos'è e perche' dice che non puo' essere prodotto sulla Terra?

E' un elemento molto pesante. Nella carta degli elementi esistenti sulla Terra, che noi abbiamo sintetizzato, ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti (immediatamente dopo il plutonio) questi elementi si disintegrano fino al 106. Gli scienziati ritengono comunque che, fra il 113 ed il 116, gli elementi dovrebbero essere stabili. E questo e' vero perche' il 115 esiste. E' stabile. Ma sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio. Che vengono messi in un acceleratore e vengono bombardati con protoni, immettendo cosi' protoni nei loro atomi per incrementarne il numero atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantita' infinita di potenza e tempo.

Che altre proprieta' ha un elemento cosi'?

Ha una grande capacita' di produrre energia. Non so di altre proprieta'. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacita' di distruzione. Inimmaginabile, usato come arma.

Come che cosa? Cosa causerebbe mezzo chilo di 115?

Un chilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all'idrogeno di 10 megatoni. Un chilo corrisponde, come dimensione, a due prugne.

La gente che ci chiama non crede molto a queste affermazioni. Credono che lei abbia lavorato in S-4, ma credono che il 115, i dischi volanti, i generatori antimateria siano solo progressi nostri di cui lei non era a conoscenza.

Innanzitutto, e' impossibile produrre il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base sono la' per scoprire come siano fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti. L'idea del progetto e' di riprodurre tutto cio' con materiali terrestri. Ovviamente, si trattava di cose trovate, o dateci.

Da dove arriva il 115? Che tipo di ambiente puo' produrlo?

Secondo me, il 115 puo' trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema solare binario, dove c'era maggiore massa durante la formazione, dando cosi' la possibilita' di formazione di elementi pesanti.

Cosi' ha visto un generatore antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha anche letto dei rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti. Ce ne puo' parlare?

La ragione per cui non l'ho mai fatto prima d'ora è perché si trattava solo di rapporti. Erano solo parole scritte sulla carta, e potevano essere una fonte di disinformazione. Certamente, ciò che lessi sul 115 aveva avuto un riscontro pratico nel laboratorio in cui ho lavorato. I rapporti erano sugli alieni e perfino sulla religione.

Precisiamo agli ascoltatori che, prima del servizio, abbiamo visionato il materiale. E abbiamo deciso per il momento di tralasciare la parte sugli alieni. Quindi non e' lei che sta nascondendo qualcosa all'auditorio; e' una nostra decisione. Ha comunque visto anche rapporti del governo che parlavano di alieni. Cosa dicevano?

C'erano fotografie di alieni, rapporti di autopsie, molte informazioni.

Qual era il loro aspetto?

Erano i tipici Grigi. Una creatura alta dai 3 ai 4 piedi. una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe. Magri.

Cosa diceva l'autopsia?

Ho visto dei corpi in esame. L'interno era scuro come se l'elemento principale che li componeva fosse il ferro e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in se' le funzioni di cuore, fegato, polmoni, ecc... Il rapporto, in fin dei conti, riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.

Diceva almeno da dove arrivavano?

Si', un rapporto diceva che arrivavano dal reticolo 4.

Dove si trova questo reticolo?

Mi è stato detto che venivano dalla costellazione Z, e per reticolo 4 intendevano il quarto pianeta da quel Sole. Nello stesso rapporto la Terra era indicata come Solar 3, cioe' il terzo pianeta dal nostro Sole.

Lei ha letto molto sugli UFO. E' possibile che abbia mischiato quelle informazioni con queste apprese nei laboratori?

No. Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro. Non faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più.

Se e' cosi' riluttante ad essere associato al problema UFO, come si sente adesso che ne è coinvolto suo malgrado? Perche' è così riluttante?

Ci sono molte storie in giro; ogni ricercatore ha il suo punto di vista, dice di avere la storia giusta. E cosi' io non voglio prendere le parti di nessuno perche' non so da che parte vengano le informazioni. Sebbene tutti concordino sui fatti base, che ci sono astronavi aliene sulla Terra.

Prima di esser messo nel programma S-4 lei si interessava agli UFO. Come e' possibile che qualcuno che ha un interesse venga poi assunto per lavorare in un programma che segue lo stesso filone?

A quel tempo avevo mandato il mio curriculum in diversi posti, perche' volevo rientrare nel campo scientifico. Quasi simultaneamente ho incontrato John Lear e, dopo aver letto qualcosa delle sue ricerche, ho pensato che fosse matto ma che evidentemente aveva buone fonti di informazione. Perche' per parte di cio' che lessi, trovai riscontro nei laboratori durante i miei esperimenti.

Per quanto concerne gli UFO, come scienziato pensa che qualcosa sia stato mistificato?

Assolutamente no. Posso sostenerlo fino alla morte.

Molti ufologi vorrebbero aiutarla, proteggerla, sentire le sue esperienze. Ma lei ha sempre evitato tutto questo, facendo solo un paio di trasmissioni in tv e le interviste qui alla nostra radio, rifiutando il circuito degli UFO. Perche'?

Per il motivo che ho detto innanzi. Non voglio essere associato a quel problema. E poi a quante persone devi aprire il tuo passato, investigatori, gruppi che studiano gli UFO...E poi il mio scopo era rilasciare qualche informazione per proteggermi.

Qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete mentre lavorava nei laboratori di S-4 e collaborava con loro. E' vero?

Non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno, ma di più non posso dire.

In definitiva, stava rompendo i giuramenti fatti al governo. Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario?

Pensi alla grandezza di cosa sta succedendo...Tutta la tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma certamente il profilo generale di cio' che accade non puo' essere tenuto segreto ne' agli americani ne' al resto del mondo. Divulghiamo i fatti basilari. Ad esempio, che almeno una volta queste astronavi sono venute sulla Terra e ci hanno lasciato qualcosa da analizzare. Non c'e' bisogno di divulgare dati sul generatore antimateria sul potenziale distruttivo, e così via.

Cosa significherebbe dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa?

E' difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare completamente diverso. E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo? Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.

Pensa che tutto questo verrà mai divulgato?

Personalmente no.

 

Conclusione

Recentemente, nel tentativo di conoscere la verità, l'ufologo californiano Jacques Vallée, noto per la sua serieta' e competenza, si e' recato da Lazar e si e' intrattenuto a lungo con lui, cercando inutilmente di coglierlo in fallo, di dimostrare che era un mistificatore. Inutilmente. Vediamo assieme il commento di Vallée:"Francamente, sono rimasto affascinato da Robert Lazar. Non mi aspettavo la sua sincerità, la sua apparente dirittura ed il modo retto di riflettere seriamente sulle domande prima di rispondere. Questa qualità non è tipica della maggior parte degli adepti della New Age. Essi hanno molto spesso tutte le risposte pronte, prima anche che le domande siano poste! Quando parlano di fisica, gli ufologi americani utilizzano sovente dei termini impropri, confondendo massa e peso, velocita' e accelerazione. Molti di loro non distinguono la galassia dal sistema solare, la velocita' della luce da quella del suono. Non era il caso di Lazar. Il suo vocabolario tecnico era preciso e questo dettaglio rendeva la storia ancora piu' strana. Possedeva due diplomi di fisica, mi ha detto, e aveva lavorato a Caltech. Era specializzato nella costruzione di rivelatori di particelle alfa, che vendeva ancora al Laboratorio Nazionale di Los Alamos. L'incontro ebbe luogo nei locali della EG&G, una sezione del Ministero della Difesa. Cosa questa che non implica, sottolineò Lazar, che questa impresa partecipi al progetto...Lazar dava prova di una conoscenza della fisica atomica non facilmente accessibile per un profano...(17)". Durante l'incontro con Vallée, Lazar ammise di avere dei vuoti di memoria circa la sua permanenza nell'Area 51. "Mi hanno fatto bere un liquido giallo che sapeva di pino. E credo di esser stato ipnotizzato più volte, senza aver mai saputo il perchè..." ha dichiarato il fisico. Che, con lo pseudonimo di Dennis, aveva avvicinato il sopracitato John Lear per cercare di far sapere al mondo, tramite una fonte molto ascoltata, la verità sull'Area 51.

TONY PELHAM: Conferma dei racconti di Lazar sarebbe però arrivata da un'altra via, tramite un inaspettato giornalista a nome Tony Pelham. Costui, incuriosito dalle strane voci sull'Area 51, si era ripetutamente recato sul posto, sfidando i cartelli militari di divieto di accesso, ed aveva cercato di scattare delle foto. Intervistato, Pelham ha dichiarato:"Il deserto laggiu' e' pieno di truppe in uniforme mimetica, portano degli M16 e non hanno alcun cartellino di riconoscimento. Non sono dell'Aeronautica, non sono dell'esercito, non hanno alcun genere di distintivo. E c'e' mancato davvero poco: stavano per arrestarmi, una o due volte. Ho trovato che questo fosse davvero insolito. Ho sentito le piu' strane teorie riguardo a questi uomini. Ma loro sfidavano me ed io sfidavo loro. Quando si avvicinavano e mi chiedevano:'Cosa stai facendo qui?' io rispondevo:'Cosa state facendo VOI qui, questo e' territorio libero'. Stavo ronzando intorno ad una zona proibita. La mia opinione e' che il governo nasconda qualche cosa che e' molto piu' protetto dello Stealth o dell'U2, qualcosa di clandestino. Non so se ci sia una base sotterranea aliena, non so se siano UFO o extraterrestri, so solo che hanno un apparato di sicurezza molto maggiore di quello che si vede abitualmente attorno a qualsiasi tipo di installazione militare e non capisco perche' le guardie in uniforme non abbiano alcun distintivo. Quando ho chiesto loro:'Siete dell’Aeronautica o dell'Esercito?' non ho avuto risposta. Vi dicono solo di lasciare la zona. Alla fine mi hanno fermato e hanno chiamato il distretto di polizia della contea di Lincoln, in ben tre differenti occasioni. E ogni volta hanno riempito dei fogli su di me ed hanno intimato di non avvicinarmi piu' alla zona. L'ultima volta, con il pretesto che non avevo nulla da fare vicino ad una installazione militare. Io ho spiegato che non ero nemmeno ad un miglio dalla base, che mi trovavo su un territorio libero. Sei mesi dopo mi avvicinai al ranch Merlin a riprendere un blazer, uno dei loro furgoni fantasma. Non mi ero mai arrischiato troppo a ridosso della zona protetta, ma a volte ci sono andato vicino. Al mio ritorno ad Alamo lo sceriffo chiese di vedermi, riempi' un'altra pila di documenti e, in modo molto formale, mi disse:'Mister Pelham, questa e' l'ultima volta che l'avvisiamo. La prossima volta, e parlo a nome dei miei superiori, se lei ritorna su questa strada e si avvicina nuovamente alla base, lei va dritto in prigione!'. "In un'occasione in particolare ho avuto una strana esperienza con delle luci che sembravano inizialmente essere lontane, ma che in pochi secondi furono sopra di me. E pensare che non mi sono mai recato li' con una macchina da ripresa, mai rivolto alla stampa o a investigatori per dire che avevo visto un UFO. Io non so cosa ho visto quella notte. Poco tempo dopo, mentre stavo tornando indietro, un blazer mi si avvicino' da una strada laterale, ne uscirono i militari in uniforme mimetica con i loro M16 e mi chiesero come mai stessi ritornando da un'istallazione militare. Risposi che me ne stavo li' da solo, seduto nel deserto. Mi replicarono:'A fare cosa?'. 'Sto guardando le luci'. E loro:'Quali strane luci, quali luci? Noi non vediamo nessuna luce'..." (17). La luce sarebbe stata invece vista, e fotografata, da Gary Schultz, il 5 dicembre 1990. L'uomo si trovava in compagnia dell’investigatore UFO Norio Hayakawa, un ricercatore del gruppo nipponico Japan Space Phenomena Society. Quest'ultimo aveva avuto modo di filmare le luci il 21 febbraio ("una luce volante giallastro-aracione") assieme al team della Nippon Television Network. Nella foto presa assieme a Schultz nella zona conosciuta come S-4 si vede chiaramente, su sfondo nero, un disco con cupola, noto in ufologia come modello adamskiano, oltremodo ricorrente nella casistica degli avvistamenti (18). Un'ulteriore foto recuperata dalla Japan Space e scattata da Itsuro Isokawa con una nikon FE 2 a 1600 asa mostra un globo luminoso, allungato, in movimento (19). A questo punto, fra foto e filmati, i documenti si accumulano. E diventa sempre più difficile chiudere gli occhi, come fanno i militari di Groom Lake!

(Fonte Laretecun)

 

Il nostro sito Web è stato recensito dal mensile UFO del CUN (Centro Ufologico Nazionale) del mese di agosto.

www.ticino.com/cusi/

Il Centro Ufologico Svizzera Italiana (CUSI) da ormai numerosi anni svolge un ruolo molto importante in Svizzera per la divulgazione e la ricerca sul fenomeno ufologico. Ospite, attraverso i suoi responsabili, delle maggiori manifestazioni svizzere e italiane si è sempre distinto per la serietà e la qualità delle ricerche condotte dai suoi aderenti. Il sito si presenta gradevole di aspetto e ricco di contenuti. Numerosi i documenti presenti nella sezione "Ricerche", molte le pubblicazioni e gli avvistamenti recensiti sul sito. Varie le pagine dedicate al CUSI, alle sue attività e ai tanti argomenti affrontati nel corso degli anni. Diversamente da altri siti, in questo abbiamo trovato alcuni collegamenti molto simpatici: Giochi e Musica sono due links attraverso i quali si può accedere a delle aeree interamente dedicate ai due temi con musiche o giochi, sul tipo arcade, scaricabili direttamente dal sito stesso. Nel complesso abbiamo apprezzato l'impegno e la qualita del materiale presentato all'internauta, qualità che è fondamentale per una ricerca che si sviluppi su basi serie e scientifiche.

 

AVVISTAMENTI UFO

La settimana 33 ossia dal 10 o 13.8.98, penso mercoledi 12, ore 16.00 di pomeriggio ho avvistato uno strano oggetto in cielo in alta Leventina e piu precisamente da Cari Brusata (monti di) guardando in alto verso il monte Molare. Il tempo era bello con passaggi di nuvole in alta quota, vidi uno strano "taglio"bianchissimo,come fosse uno sfregio dall'alto al basso, verticale; difficile dire la lunghezza,per avere un'idea, allungando il braccio teso e il pollice verso l'oggetto coprivo esattamente la lunghezza dello stesso. Non ero solo, altri 4 amici, testimoni, videro l'oggetto strano che rimaneva immobile. L'oggetto si trovava sicuramente sopra l'altezza delle nuvole perché a volte scompariva, mi incuriosiva, perché feci alcuni ragionamenti, un aerostato non poteva essere, aereo neppure, sonda?? Striscia lasciata da aerei nemmeno. Rimase immobile per circa un'ora, purtroppo non potei fotografare perché ero nei boschi a raccoglire mirtilli. Ma lo guardai molto bene con un piccolo binocolo che mi porto sovente appresso. Mi sembrava un pochettino l'omino Michlen, a forma di carota con dei rigonfiamenti laterali e una specie di rigonfiamento pronunciato sulle spalle, due punte verso il basso, di cui una leggermente piu corta; sovente faceva una rotazione su se stesso di modo che lo vedevo solo di profilo, sembrava scomparisse, non emetteva nessun rumore, troppo lontano. A occhio nudo pareva una lama di un coltello luccicante bianchissimo, l'ho guardato a lungo e tutti i miei amici si sono meravigliati dello strano comportamento, loro non davano peso...ma per me che non credo molto a queste cose mi incuriosì parecchio. Circa alle 17 di pomeriggio, l'oggetto si spostava verso la Bassa del Nara, direzione da nord a sud, piano piano, fino ad un certo punto, poi scomparve in un attimo verso il fondo valle di Blenio ca. le 17.30. Grazie al giornale "Illustrazione Ticinese" ho trovato il vostro E-Mail e mi sono affrettato a descrivere alla bell'e meglio. Curiosità molto strana, il giorno dopo lessi sul Corriere del Ticino in ultima pagina, che, l'oggetto come da me descritto, l'avevano visto un centinaio di persone in Francia la domenica prima. Potete ritrovare l'articolo del giornale di metà agosto del 1998.

P.G.

 

Volevo segnalare il seguente avvistamento:

data: 01.01.2000

ora: 00.10 circa

luogo: sopra lugano

Da Noranco (zona garage Sonvico) stavo guardando con un amico in direzione nord nord-est (verso Lugano) i vari fuochi d'artificio di Montagnola, Pambio eccetera. Sopra Lugano erano visibili i riverberi dei fuochi della città. Dall'alto notammo entrambi una "piccola" luce tondeggiante azzurro/blu che scendeva (o sopraggiungeva dall'orizzonte) verso Lugano. Arrestatasi per un attimo in quello che potrebbe essere appunto l'immediato cielo sopra Lugano compiva alcuni repentini cambi di direzione e cambiando colore da azzurro/blu a giallo/arancio/bianco. Dal nostro punto di vista la direzione era dapprima verso destra (Est) poi di nuovo verso sinistra (ovest) per poi riallontanarsi all'orizzonte (sopra Montagnola) e riprendendo il colore azzurro/blu. Il tutto ha avuto una durata di una trentina di secondi circa. Già alcuni anni fa (1994/1995) ho assistito ad un fenomeno di luci (quella volta erano 3) che intravidi tra le nuvole di temporale durante un black-out di corrente durato oltre mezz'ora a Balerna. Il colore era lo stesso giallo/arancio/bianco ma decisamente molto più vicine di questa dell'altro giorno, ma essendo appunto tra le nuvole l'avvistamento durò solo una frazione di secondo e non vi erano altri testimoni. Spero che queste note vi possano essere utili.

M.G. + I.A.

 

Articolo tratto da "La Repubblica 15/06/2001 Ed. Palermo"

Occhio agli asteroidi "cattivi" consulto per evitare l'impatto. Trecento astronomi di tutto il mondo si sono confrontati a Palermo sui rischi di collisione di un corpo celeste con la Terra.

"Vi ricordate dei dinosauri? Fu un asteroide piombato sulla Terra a spazzarli via, 65 milioni di anni fa. Non sarebbe accaduto se la scienza avesse scoperto in tempo tutti i corpi celesti e catalogato le loro orbite. Il controllo scientifico è un'ottima polizza di assicurazione che purtroppo i tirannosauri non furono abbastanza astuti da sottoscrivere". Il fisico Richard Binzel è uno dei tanti scienziati impegnati a studiare il cielo per tenere la Terra al riparo da rischi di collisioni astrali che in passato hanno distrutto più volte numerose specie viventi sul nostro pianeta. La crosta terrestre porta ancora addosso i segni di questi impatti violenti. Nei continenti si contano più di cento crateri, con dimensioni superiori al chilometro, scaturiti da urti planetari; sono molti di più se consideriamo anche le terre sommerse. Queste cicatrici si riferiscono a scontri avvenuti nelle ultime centinaia di milioni di anni, mentre le più vecchie sono state cancellate dai secolari fenomeni di erosione e di continue variazioni geologiche. Nel 1908 i centri abitati hanno corso un bel rischio quando un asteroide, piuttosto piccolo, cozzò contro la Terra. Per fortuna cadde in una zona disabitata del Tunguska siberiano, distruggendo parecchie migliaia di chilometri quadrati di foreste. E per il futuro c'è la certezza che altri oggetti torneranno a colpire, se non verranno bloccati prima. "Il tempo - afferma Binzel - è l'elemento più importante nella salvaguardia della terra. Se si scopre che un corpo ci sta venendo addosso, è chiaro che più tempo abbiamo per agire, meglio è. Senza il nostro intervento, l'impatto sarebbe inevitabile. Una ricerca estesa è quindi il modo migliore per fronteggiare rischi e pericoli. Se siamo in grado di prevedere che un asteroide impatterà tra diverse decine di anni, abbiamo il tempo di utilizzare le nostre capacità tecnologiche per spostarlo un po' dalla sua orbita, evitando così la collisione. Una piccola spinta, quando è molto lontano, basterebbe per fargli mancare la Terra di molto". Controllare gli asteroidi più vicini, quelli che passano a meno di sette milioni di chilometri dalla Terra, non è sempre agevole, in quanto le loro orbite, per le influenze di diversi pianeti, sono caotiche, cioè subiscono variazioni in tempi piuttosto rapidi. Questo rende molto difficile disegnare gli scenari che si configureranno nell'arco di un secolo. "Stiamo cercando di scoprire tutti gli oggetti minacciosi - dice l'astrofisico Vincenzo Zappalà - in modo da prevedere con largo anticipo un loro passaggio ravvicinato. Oggi siamo a metà strada, ma tra dieci anni l'obiettivo sarà raggiunto". Il calcolo delle probabilità è rassicurante: il rischio che la Terra venga colpita da un corpo piccolo è di una volta ogni secolo, di una ogni 500 mila anni se il diametro dell'asteroide è vicino al chilometro. Addirittura di un milione di anni per i corpi ancora più grandi. Ma anche una probabilità infinitesimale fa paura. Perché c'è l'incognita del "quando". C'è inoltre da mettere nel conto la possibilità che oggetti, oggi a rischio zero, possano trasformarsi nel giro di poche migliaia di anni in strumenti di distruzione. Migliaia di anni, cioè un tempo relativamente breve se rapportato al Big Bang, come manciate di minuti nella vita di un uomo. "Possiamo stare tranquilli per molti anni a venire - aggiunge Zappalà - tuttavia il "nemico" va conosciuto bene perché possiamo fronteggiarlo adeguatamente al momento opportuno. Grande attenzione, dunque, ma senza allarmismi e speculazioni". Per fortuna è improbabile che gli asteroidi noti collidano con la Terra. Tuttavia alcune delle loro orbite sono conosciute con scarsa precisione. Occorrono, pertanto, continue misurazioni perché ci sia l'assoluta sicurezza dell'assenza di pericoli. "Ci preoccupa di più il fatto che questi oggetti rappresentino solo una piccola percentuale dei corpi che ci ruotano intorno - precisa Binzel - Il nostro obiettivo prioritario è quindi trovare quelli ancora ignoti e catalogare le loro orbite per tenere la Terra al sicuro". Per lo scienziato statunitense la vera preoccupazione, a breve termine, è quella di scoprire all'improvviso un oggetto che punti dritto verso di noi senza che si abbia il tempo di trovare una controffensiva. "Ci vogliono telescopi ancora più potenti per completare la ricerca - dice - ed essere sicuri che almeno in questo secolo non ci siano oggetti orbitanti in agguato. Se vogliamo che la specie umana resti in vita per milioni di anni, dobbiamo imparare a evitare le collisioni con asteroidi e comete, perché una cosa è certa: questi eventi drammatici sicuramente accadranno nel tempo lungo". Gli asteroidi, vecchi di miliardi di anni ma scoperti appena due secoli fa, sono piccoli corpi del sistema solare; la maggior parte di loro si muove lungo un'orbita compresa tra Marte e Giove, mentre una piccola frazione incrocia l'orbita terrestre. Gli scienziati ritengono che alcuni siano stati originati da una nube composta di gas e polvere, e che altri siano derivati dalla frantumazione di un pianeta. Come tutti i pianeti, non generano luce propria perché, contrariamente alle stelle, non hanno una massa talmente grande da innescare meccanismi di fusione nucleare al loro interno, in grado di produrre una fonte continua di energia. Gli asteroidi, formati da composti rocciosi, tondi o allungati come sigari, si sono formati nelle zone più interne, quindi più calde, del sistema solare. Le comete, invece, si sono generate nelle aree più esterne e risultano composte essenzialmente da ghiaccio mischiato con polvere. I frammenti di entrambi sono i meteoriti. A Palermo gli scienziati hanno scrutato bene anche l'altra faccia degli asteroidi, quella buona, per avviare un progetto di avvicinamento al fine di sfruttare grandi quantità di materie prime di cui sono impastati, sostanze indispensabili per il futuro degli umani. Nelle superfici di questi astri, veri "fossili" nelle prime fasi di formazione planetaria, infatti, ci sono ancora in abbondanza i minerali presenti nel sistema solare primitivo. Mentre nei pianeti maggiori, a causa del processo di fusione, gli elementi più pesanti e anche più preziosi sono scivolati per gravità nel profondo, negli asteroidi invece sono rimasti in superficie. Così, composti chimici molto rari o irraggiungibili sul nostro pianeta, in un futuro non molto lontano diventeranno accessibili. Naturalmente con l'apertura di queste miniere arriveranno anche le regole ad hoc per il loro sfruttamento. Lo spazio sarà il Klondike di inizio millennio. Alcuni asteroidi contengono metalli utili per costruire strutture spaziali e acqua per la sopravvivenza di esseri umani. Entro la fine del secolo le stazioni orbitali verranno certamente realizzate con minerali estratti nelle cave del cielo. Non ci sarà bisogno di continuare a usare costosi razzi per mandare materiali in orbita. "Gli asteroidi e le comete, vecchi di cinque miliardi di anni - conclude Binzel- sono quel che rimane del materiale che risale all'epoca della formazione del sistema solare. Sono proprio i blocchi da costruzione che hanno costituito la terra. Potevano agglutinarsi fino a formare un pianeta, invece sono rimasti com'erano all'origine. Studiarli ci aiuta inoltre a capire quale sia il meccanismo della formazione del nostro pianeta".

Per laretecun

Gildo Personè


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