Bollettino informativo del CUSI - Gennaio, Febbraio, Marzo 2004

GLI 8 CASI UFOLOGICI MEGLIO DOCUMENTATI
di WILLIAM H. SPAULDING
(per gentile concessione THE BOOK OF LIST 2 - BANTAM 1980)

Uno dei più grandi esperti UFO nel mondo e' William Spaulding, ingegnere per il controllo qualitativo della AiResearch, una compagnia aerospaziale di Phoenix, Arizona. Egli si occupa di ufologia da oltre 20 anni, e dalla meta' degli anni '60 e' direttore degli Stati Occidentali americani della Ground Saucer Watch, un'organizzazione dedita alla analisi seria dei dati ufologici. Molti del materiale classificato e' stato ottenuto da Spaulding con la FOIA (Atto per la libertà dell'informazione).

1. LE FOTOGRAFIE DI McMINNVILLE
scheda11_01.gif (48959 byte)Paul Trent, un contadino che vive a McMinnville, Oregon, ha ottenuto due delle piu' chiare fotografie nella storia degli UFO. Nel maggio 1960 il testimone osservo' un oggetto a forma di disco in lontananza. Immediatamente il sig. Trent prese la sua macchina fotografica e scatto' due foto all'UFO. Le fotografie vennero scattate con la luce del sole e contengono entrambe numerose informazioni sul soggetto e sul fondale. Dai dati delle fotografie, si ottengono due possibilita' circa la vera origine dell'oggetto. Poteva essere o un piccolo oggetto appeso ai cavi elettrici, o un grande oggetto in lontananza. Comunque una fotografia venne analizzata dai maggiori esperti dello stato e venne definita come "una delle migliori fotografie UFO analizzate"; cio' avvenne non prima di aver utilizzato un processo computerizzato che confermo' le supposizioni. Dopo un dettagliato processo computerizzato, simile alle analisi svolte dagli ufficiali spaziali della NASA sulle immagini dei satelliti, la fotografia venne giudicata autentica. Assolute misurazioni e immagini ad alta risoluzione verificarono che l'immagine era grande ed era a una distanza imprecisata dalla camera. Il sig. Trent fece una delle poche fotografie valide che sfidarono la scienza.

2. L'UFO CHE DIMOSTRO' UN CONTROLLO INTELLIGENTE
Nella sera del 14 Luglio 1952, i piloti di un volo di linea Pan Am si stavano avvicinando a Norfolk, Virginia, notarono una luminosita' rossa ad est della citta'. Il globo luminoso velocemente si divise in sei oggetti brillanti che sfrecciarono sotto l'aereo a bassa quota. Gli UFO era rossi intensi. "Le loro estremita' erano definite, la forma era chiaramente visibile ed apparentemente circolare" riferì il capitano Nash. "In pochi secondi", disse, "potemmo osservare che erano in precisa formazione a scaglione - una linea leggermente rialzata, con l'oggetto in testa nel punto piu' basso e ogni oggetto che seguiva, leggermente più in alto. "Quando la linea dei dischi fu quasi del tutto sotto l'aereo, gli UFO si alzarono all'unisono e invertirono direzione. L'estremita' esposta appari' ai testimoni spessa 15 piedi, dando agli oggetti un aspetto del diametro da 1 a 6. Non appena il sesto oggetto si allontano', due UFO aggiuntivi partirono da sotto l'aereo e si unirono in una nuova e precisa formazione e volarono via ad una velocita' tremenda. La mattina seguente gli investigatori dell'Aereonautica interrogarono i piloti per oltre due ore. Tutti gli elementi vennero confrontati con altri sette rapporti da terra. I piloti calcolarono la velocita' degli oggetti ad oltre 10.000 miglia orarie. L'agilita' degli UFO, così come la loro precisione mentre erano in formazione, spinse l'Aereonautica a catalogare questo caso come sconosciuto.

3. WASHINGTON, D.C., AVVISTAMENTI
scheda11_02.gif (23912 byte)In due consecutivi week-end nel luglio del 1952, gli UFO volarono su Washington D.C. Altamente mano-vrabili, .eseguenti bizzarre manovre gli oggetti furono visibili da piloti esattamente dove i radar li indicava. Tre unita' radar separate mostrarono 12 obiettivi non identificati a velocita' di centinaia di migliaia miglia all'ora, mentre eseguivano delle manovre incredibili. Sconcertati, gli ufficiali inviarono degli intercettori che poterono solo guardare le incredibili manovre degli UFO. Tutti i segnali radar furono controllati e gli strumenti giudicati in funzionamento perfetto. Tutti i segnali radar erano solidi, forti obiettivi. Successivamente, sotto pressione, l'Aereonautica americana riferi' che le immagini sul radar erano state causate da un'inusuale inversione di temperatura e che delle luci al suolo erano state riflesse in cielo, causando un'illusione ottica. Cio' segno' l'inizio del ostruzionismo da parte dell'Aeronautica e fu il preludio delle centinaia di spiegazioni illogiche usate per calmare il pubblico americano.

4. I MISTERI DELLE IMMAGINI DI MAYHER
scheda11_03.jpg (18630 byte)Nel tardo luglio 1952, a Miami, Florida un marine chiamato Ralph Mayher filmo' uno spettacolare oggetto non identificato. Questa fu una testimonianza multipla, che coinvolse un infuocato oggetto di forma ovale. Mayher scatto' circa 50 fotogrammi prima che una struttura sullo sfondo bloccasse i suoi sforzi. Il testimone riferi' il suo avvistamento al proprio supervisore militare e consegno' la pellicola per le analisi. Una cosa intelligente che Mayher fece fu quella di trattenere i primi sette fotogrammi della pellicola a 16 mm. Passo' un anno ed il film non fu mai restituito all'osservatore. Nel tardo 1957 la storia venne pubblicata e la CIA prese contatto con Mayher per la parte di film mancante. Anni dopo la Ground Saucer Watch analizzo' i pochi fotogrammi rimasti con il computer e affermo' l'autencita' dell'avvistamento. Se solo l'intero filmato fosse stato analizzato... Di pari passo con le analisi fotografiche, la GSW fece causa alla CIA (il caso Meyher fu una delle prime azioni legali), ma il film non e' stato ancora restituito, mentre sono emersi numerosi documenti CIA riguardo l'avvistamento. E' solo questione di tempo prima che i fotogrammi perduti vengano restituiti dal governo.

5. IL CASO RADAR-VISUALE
scheda11_04.gif (40886 byte) Un importante caso militare UFO durante manovre veloci avvenne il 6 dicembre 1952, a bordo dell'USAF B-29 durante un volo di addestramento sul Golfo del Messico. Uno strano segnale radar venne registrato da uno degli strumenti ausiliari. Quando l'asta del visore radar rifece il giro dello spazio aereo l'oggetto aveva percorso 13 miglia! L'equipaggio attonito stimo' la velocita' dell'UFO attorno alle 5000 miglia orarie. Immediatamente il capitano inseri' l'unita' radar principale; dopo una regolazione, rilevo' l'oggetto. Venne allora azionato un terzo sistema che rilevo' l'oggetto. Il pilota ordino' ai suoi di osservare l'oggetto. Attoniti, i soldati riferirono di una luce lampeggiante bluastra. Nei minuti successivi, gruppi di UFO vennero osservati sia visivamente che sui radar. L'equipaggio osservo' nervosamente l'UFO avvicinarsi al loro velivolo. A quella velocita' terrificante non avrebbero potuto nemmeno pregare. Immediatamente, un enorme UFO appari' sui visori, un segnale di oltre mezzo pollice. L'oggetto si muoveva ad una velocita' di oltre 5000 mi/h, e nel frattempo si univa col piccolo oggetto. Istantaneamente l'oggetto enorme accelero' a circa 9000 mi/h. Gli uomini dell'Intelligence attesero che il velivolo atterrasse per interrogarne l'equipaggio. Nulla pote' inficiare la loro storia; non c'erano errori nelle letture radar. Il caso e' classificato ancora come inspiegabile nei registri del Progetto Blu Book.

6. IL CASO DEL B-47
Il 25 settembre 1957, durante una missione di addestramento sul Golfo del Messico e negli Stati del centro-sud, un velivolo B-47 dell'Aereonautica americana incontro' un UFO "grande come un granaio", con un nucleo rosso. Qesto effettuo' numerosi cambi di velocità e sembrava balzare da un punto ad un altro. Tutti gli avvistamenti visivi erano coordinati con quelli radar sia a terra che in cielo. L'oggetto emetteva un'energia elettromagnetica di grande intensita'. Dopo che l'equipaggio fu interrogato, il governo fece pressioni, e nessuna delle registrazioni venne poi ritrovata. Il velivolo era equipaggiato con attrezzature elettroniche di misurazione. L'UFO "gioco'" con l'aereo e fece letteralmente alcuni cerchi attorno ad esso. Poiche' l'aereo era dotato di apparecchiature sofisticate, fu possibile misurare il segnale proveniente dall'UFO. L'oggetto emetteva una grande quantita' di elettromagnetismo in una stretta regione di microonde. Sembrava che l'UFO usasse le microonde come sistema di propulsione e che questo sistema fosse capace di ridurre o annullare la forza gravitazionale. Non mi chiedo perche' il governo americano voglia mantenere il segreto su queste storie, ma se esse raggiungessero il pubblico dimostrerebbero l'alta vulnerabilita' del nostro sistema militare.

7. UN GRANDE AVVISTAMENTO UFO PRECEDETTE IL FLAP DEL 1957
Il flap del novembre 1957 inizio' poche ore dopo che il secondo satellite russo venne messo in orbita. Il luogo fu la periferia di Levelland, Texas. Un'ora prima di mezzanotte il primo testimone di una serie di misteriosi eventi notturni chiamo' l'ufficio della polizia per segnalare l'incontro con un grande UFO. Il testimone riferi' di una strana luce lampeggiante in un campo. "Quindi si alzo' dal campo e si diresse verso di noi, accelerando. Quando fu vicina, le luci del mio camion si spensero e il motore tacque. Io uscii e colpii il cofano del camion ed in quel mentre l'oggetto passo' direttamente sopra il camion con grande rumore e spostamento d'aria. Sembrava un tuono; il mio camion oscillo'. Sentii il batticuore". L'oggetto era oltre i 200 piedi di lunghezza e pulsava di colore rosso mentre si muoveva in lontananza. Entro tre ore giunsero altri nove avvistamenti aggiuntivi di quello che sembrava essere il medesimo oggetto. In sei casi i veicoli dei testimoni risentirono di forti effetti elettromagnetici, ogni qualvolta l'UFO si avvicinava ai testimoni. Le spiegazioni del governo furono tendenziose, e questa serie di incontri raccicinati di UFO diedero prova evidente dell'esistenza del fenomeno e cambiarono il comportamento dei politici, che da allora hanno sbeffeggiato questi rapporti.

8. UN CASO IRANIANO   
Nel settembre 1976, circa sei anni dopo la chiusura del progetto Blue Book da parte dell'Aereonautica, un avvistamento coinvolse due jet f-4 e un UFO sui cieli di Teheran in Iran. Dopo l'avvistamento visivo di uno strano oggetto luminoso e brillante da parte di centinaia di testimoni, i radar iraniani iniziarono a rilevare un obiettivo non identificato. Due jet vennero mandati ad intercettare e identificare l'UFO. Appena il primo velivolo si "avvicino'" (entro le 25 miglia nautiche), le comunicazioni si interruppero. Nel frattempo anche il secondo jet si avvicino' velocemente. E il pilota pote' vedere che dall'UFO era partito un piccolo oggetto. Istantaneamente l'aereo perse le comunicazioni e il pilota armòo'i missili aria-aria. Il piccolo UFO volò vicino al velivolo iraniano bloccandogli il sistema missili. Il pilota esegui' un'azione evasiva (una picchiata) per distaccare l'oggetto "sparato" dalla punta della calotta dell'UFO. L'aereo venne mancanto. Allora il piccolo oggetto volò verso il grande UFO e vi si uni' perfettamente. Il documento al riguardo venne ottenuto grazie all'Atto per la Libertà dell'Informazione, e fu impossibile per il governo cercare di smontare questo caso.

(per gentile concessione laretecun)


MEGALITISMO

scheda11_05.jpg (33254 byte)Nelle considerazioni precedenti abbiamo riflettuto sul linguaggio delle Pietre quale costante della storia e comunicazione umana, evidenziando altresì l'ambiguità antropologica della parola progresso. Abbiamo sottolineato che il Sistema delle Età di Thomsen va inteso quale indicatore di stadi di sviluppo e non di datazioni. Con tali premesse si è delineato l'avvento della metallurgia nello scenario dell'Europa neolitica, discendendo alla realtà del Bronzo nell'Italia Centromeridionale ed in particolare in Puglia. Uno zoom è stato riservato all'insediamento capannicolo a carattere protourbano della costa pugliese, onde conoscere - sia pure in modo approssimato - la vitalità dei nostri progenitori negli scambi culturali dell'epoca bronzea. Adesso è necessario ritornare sui nostri passi per accostare il fenomeno del megalitismo europeo, in quanto esso va a radicarsi nel IV millennio a.C. (e più?), nel Neolitico, per la maggior parte delle aree europee (ivi compreso l'arcipelago maltese), a differenza della realtà megalitica pugliese la quale è posteriore e tutta nel Bronzo. Il megalitismo: ma che cosa significa megalitico? Megalitico è aggettivo abusato, meramente strutturale ed equivale a edificato con grandi pietre.Strutture megalitiche formano un eterogeneo gruppo di monumenti rituali e cultuali a cavallo di preistoria e protostoria europea. Ne sarebbe sinonimo - fantasioso ed improprio - l'aggettivo ciclopico, allorché si parla di mura ciclopiche, a carattere per lo più difensivo (si ricordino in Puglia le mura ciclopiche di Altamura ed i resti delle mura ciclopiche inglobati nella struttura del convento di S. Benedetto a Conversano). Rientrano nelle strutture megalitiche: Menhir (pietre in forma di parallelepipedi allungati, talora di altezza smisurata, conficcarti nel suolo); Alignment (allineamenti di vari menhir); Circoli di pietre; alcuni Henge; numerosi esempi di Tomba a Camera magari dolmeniche; Mura Ciclopiche, ecc.… È opportuno rimarcare la differenza tra termini strutturali e termini funzionali. La struttura risponde a quesiti del tipo: come è fatto? Di che cosa è fatto? quanto misura? ecc. La funzione risponde al quesito: a che cosa serve? Se, per esempio, diciamo dolmen (parola di origine bretone: dol, tavola; men, pietra) descriviamo solo una struttura che consta di due pietre verticali (ortostati laterali) coperte da una lastra orizzontale di pietra. Il dolmen diviene tomba a camera megalitica con descrizione della funzione sepolcrale. A sin. Dolmen di Bagneaux (Francia) grande come un grosso garage. Così menhir (dal bretone men, pietra; hir, lunga) non suggerisce di per sé alcuna interpretazione funzionale. Strutture megalitiche sono presenti nell'architettura extraeuropea p.e. presso le civiltà precolombiane in America: pertanto il termine non connota neanche esclusività geografiche.


IL MEGALITISMO IN EUROPA

scheda11_06.jpg (33037 byte)In Europa, l'inizio di una vera e propria architettura può essere fatta risalire al Neolitico. A partire dal IV millennio a.C., tribù di pastori ed agricoltori edificarono rozzi monumenti caratterizzati da megaliti (dal greco, megas, grande; lithos, pietra). Non si tratta mai di abitazioni bensì di qualcosa che ha a che fare con opere pubbliche (C. Dan): monumenti, tombe collettive, recinti cultuali (sorta di templi all'aperto). La complessità tecnologica di tali costruzioni è notevole e suscita ammirazione. Le antiche comunità europee dovettero sottoporsi ad uno sforzo prolungato e coordinato per erigere opere che rivelano buone doti di progettualità. Comunque non c'è nulla di fantascientifico nel lavoro dei nostri progenitori. Eppure il solo nominare Stonehenge evoca ancora oggi fantasie di misteriose cerimonie magico-religiose oppure fantasie di sapore astronautico. È evidente che la dimensione di taluni edifici ha solleticato e solletica l'immaginario collettivo proprio perché nel tempo i discendenti di tali costruttori hanno smarrito il significato iniziale e reale delle costruzioni. È stato anche grazie a questa "aura" favorente fenomeni di tipo proiettivo, che alcune opere sono giunte fino a noi con poche manomissioni. La stessa Chiesa Cattolica nel Medioevo ha emanato più volte divieti locali di culto oppure ha tentato di cristianizzare menhir (apponendovi delle croci), nel disperato tentativo di dipanare l'intreccio religioso con culti pagani pregressi. Talora il tentativo di cristianizzare è stato operato dallo stesso singolo: nel cimitero bretone attiguo alla strada dipartimentale 781, nei pressi di Locmariaquer - ove si ammira il menhir più alto che si conosca e lo splendido dolmen detto la Tavola dei Mercanti (vedi foto, sotto) si può apprezzare un menhir cristianizzato che in altezza contrasta con le lapidi funerarie delle tombe vicine. Gli stessi nomi dati ai monumenti megalitici - Tavola dei Mercanti, Pietra della Fata (il Grande Menhir spezzato di Locmariaquer), Montagna delle Fate (il tumulo di Mené-er-Hroec'h) ecc. - sottolineano la necessità, durante il Medioevo, di "attualizzare" monumenti inquietanti. La "celtomania", diffusasi nella prima metà dell'800, indicava ancora nei dolmen altari druidici, ove sacerdoti sacrificavano le loro vittime e compivano oscuri riti. Solo la scoperta di utensili non metallici cominciò ad insospettire i primi scavatori. Ma di quanto era possibile retrodatare un manufatto nel secolo scorso? Prima delle teorie di Darwin (1859) si supponeva che l'origine dell'Uomo coincidesse con la sua creazione biblica e ci si rifaceva alla cronologia di Ussher: l'arcivescovo irlandese Ussher, agli inizi del 1600, calcolando a ritroso le genealogie bibliche, aveva stabilito che l'Uomo era stato creato nel 4004 a.C. John Lightfood, dell'Università di Cambridge, nel 1642, fu ancora più preciso nella datazione: il 23 ottobre del 4004, alle ore nove del mattino (!). Dobbiamo attendere il 1925 perché fosse pubblicata la prima sintesi della preistoria europea su basi moderne: The Dawn of European Civilisation dell'australiano Vere Gordon Childe. Altro motivo d'equivoco derivato dalla parola megalite sorge dall'accostare fantasiosamente grandi pietre lontane fra loro nel tempo e nello spazio: così qualcuno ha tentato di accomunare allineamenti di menhir (p.e. Carnac, nel Morbihan-Bretagna) ai famosi Moai dell'isola di Pasqua (vedi foto a colori, sotto), i quali risalgono a secoli dopo Cristo. Non c'è alcun nesso storico tra megaliti di diversi continenti se non quello che intercorre tra "una chiesa cristiana, una moschea musulmana e una pagoda" (C. Dan). Il nesso è dunque antropologico, è l'uomo che ha sempre dovuto ridimensionare l'angoscia esistenziale sistematizzandola in cosmogonie e rituali. Appare utile, nell'ambito europeo, supporre l'esistenza di una cultura megalitica autoctona. La gamma dei megaliti europei è ampia e gli archeologi hanno inizialmente mutuato dal lessico popolare vocaboli come menhir, dolmen, cromlech (sempre dal bretone crum, curva; lech, pietra), henge (termine inglese affine a cromlech), dysser (danesi), ecc. Successivamente, con l'arricchirsi di conoscenze e metodi di studio, si è privilegiata una nomenclatura che rispecchiasse, ove possibile, la funzione cultuale, templare o sepolcrale e molti dolmen sono stati identificati come tombe a camera , alla pari del Tholos (egeo), Domus de ianas (sarde), delle Tombe dei Giganti (sarde), Hunebed (olandesi), Dysser (danesi) ecc. La tomba a camera può essere ricondotta a tre modelli principali: tomba a corridoio, tomba a galleria, tomba ad entrata. Essa compare dopo l'introduzione dell'agricoltura e prima degli inizi della metallurgia, per cui assume facilmente attributi megalitici nel contesto europeo. Un bell'esempio ci viene dalla tomba a camera di Quanterness, nelle isole Orcadi, Scozia, la quale si stima contenesse i resti di quattrocento individui, grazie ad una circonferenza di 45 m. ed altezza al centro di 3,5 m. In realtà è una tomba a camera centrale con sei camere laterali. Quanterness rivela alla datazione con Carbonio 14 un utilizzo a partire dal 3200 a.C. e risulta quindi anteriore di qualche secolo rispetto alle piramidi egiziane più antiche. Tale rilievo, assieme ad altri, consente di "sfatare" la vecchia concezione diffusionistica, secondo cui l'Europa "barbarica" si sarebbe limitata a riprodurre le civiltà del vicino Oriente. In Europa esistono alcune decine di migliaia di monumenti megalitici, dall'Europa atlantica a quella mediterranea: grazie alle datazioni con il C-14 si è appreso che in varie aree europee atlantiche i monumenti sono antecedenti agli esempi del bacino mediterraneo e, pertanto, sono d'origine locale. Comunque ritenere la diffusione di senso opposto (cioè verso il Mediterraneo) sarebbe un altro errore: basti ricordare che i templi maltesi vanno dal 4100 a.C. al 2500 a.C. (Zebbug, Ngarr, Ggantija, Saflieni e Tarxien). Renfrew ha suggerito cinque o sei aree del tutto indipendenti, nelle quali il megalitismo sarebbe sorto spontaneamente e non "importato": la Bretagna francese, Portogallo e forse Spagna, Danimarca, Irlanda, Inghilterra Meridionale. Ma il problema è tutt'altro che risolto e risolvibile. E Malta? Ivi la cultura dei templi già accennata è opera di popolazioni sicule giunte nell'arcipelago intorno al 4100 a.C.. Le origini dei templi sono "precedenti alla civiltà minoico-micenea, sumerica ed egiziana " (R. Berretti) e l'architettura appare originale e raffinata: ogni ambiente è caratterizzato da simbologie sacrali, nicchie, raduni, portali, altari sacrificali che ricollegano al culto della da madre.

scheda11_07.gif (53028 byte)È un'altra area da aggiungere a quelle di Renfrew. C. Renfrew, nella propria impostazione analitica, ha dato molto rilievo alla distribuzione temporale e spaziale dei monumenti megalitici del Wessex preistorico. Tale distribuzione non appare casuale ed, unitamente al concetto di scala assoluta, rende plausibile una certa "territorialità" dei monumenti sovradimensionati, cioè una gerarchia su base territoriale con differenziati bacini d'utenza. La scala assoluta tenta di calcolare la grandezza d'investimento di manodopera richiesto dall'edificazione di un monumento megalitico. Le stime sono fondate su metodi semplici di rimozione della terra, sull'uso d'utensili elementari (pale di legno, picconi di corna di cervo ecc.). Si è calcolato così che tumuli lunghi del Wessex - non strettamente megalitici - hanno richiesto 1000 - 10000 ore lavorative, il che equivale al lavoro esprimibile da parte di venti uomini in una cinquantina di giorni. I grandi Henge del tardo Neolitico hanno richiesto 1000000 di ore fino a giungere alla stima di 18-30 milioni di ore lavorative per Silbury Hill e Stonehenge (R.J.C. Atkinson, Un. College di Cardiff). Ricerche sperimentali filmate (archeologo J.P.Mohen, 1979) hanno consentito di stabilire che, per muovere un blocco di pietra di 32 tonnellate, occorrono 200 persone, 170 funi, 30 rulli di legno e molti tronchi : l'avanzata possibile è di circa 80 metri al giorno, il che significa che per trasportare dal punto di estrazione alla sede definitiva di Bougon-Poitiers (4 km) un lastrone di copertura di dolmen sono stati necessari almeno un mese e mezzo di lavoro. Esiste dunque una gerarchia fondata sulle ore di lavoro occorse. Renfrew ipotizza, nel sud dell'Inghilterra, l'esistenza di società gerarchizzate (chiefdom) incentrate sui cinque henge molto grandi del Wessex. L'ipotesi è suggestiva e stimolante anche per la nostra area megalitica. Quanta manodopera è occorsa in Puglia per l'erezione di monumenti sia pure più modesti? È possibile anche da noi una gerarchizzazione? O perlomeno una delimitazione dei bacini d'utenza? Malgrado il minor dimensionamento, anche da noi sono stati trasportati blocchi litici e talora da lontano: la pietra blu di Stonehenge ha percorso centinaia di miglia prima di essere posta in loco ed - in scala ridotta - il menhir di Canne-Barletta proviene da una posizione geologica distante alcuni chilometri dal luogo ove oggi lo possiamo ammirare. Eventi nuovi, nel calcolo delle scale assolute, possono essere da noi l'utilizzo di utensili diversi, forse anche metallici. Quel che balza evidente nella letteratura recente è il nuovo riferimento allo studio dell'aggregazione sociale. Per l'edificazione delle tombe a camera, Renfrew propone tre spiegazioni socioarcheologiche: La coesione sociale (enfasi dell'unità sociale; atto simbolico derivante dalla durevolezza dei materiali litici rispetto ai lignei, punto di riferimento "territoriale"; orgoglio sociale); Il diritto alle terre della comunità (attraverso la conservazione e l'indicazione della tomba degli avi); Legittimazione di interessi settoriali all'interno della società (lignaggio? contrasto di classe? dominio degli anziani?). In pratica le tre spiegazioni - l'ultima risente dell'impostazione neomarxista di Christopher Tilley, Un. Di Lund - si integranofunzionalisticamente nell'asserzione di Renfrew: "I monumenti fungono da segnali territoriali di società segmentarie". Ogni segmento è un gruppo di persone, un corpo permanentemente autosufficiente,scheda11_08.jpg (12998 byte) economicamente e politicamente autonomo che esercita un controllo efficace sulle sue risorse produttive. Azzardato? Per Renfrew la transizione da tombe semplici a monumenti complessi segna l'avvento di un controllo politico centralizzato nel Neolitico dell'Europa occidentale. Più comunità indipendenti si erano "consorziate" intorno a centri rituali come Stonehenge e Silbury Hill, per la cui edificazione occorse la forza-lavoro di migliaia di uomini (non semplici e sparuti clans). Malgrado i seri indizi, l'ipotesi rimane t ale anche se la si confina al Sud dell'Inghilterra ma la tentazione di allargarla altrove è forte. Molte, infatti, sono le affinità culturali p.e. tra Stonehenge e Carnac (in Francia). In entrambi i centri è evidente la pratica di un culto solare, di per sé abbastanza aspecifico ed ubiquitario: vi si svolgevano con ogni probabilità cerimonie simili con una processione che percorreva i "viali sacri" per concludersi in un "santuario". I "viali" di Carnac sono litici e costituiti dagli allineamenti est - ovest di menhir: quello di Menec conta circa 1100 menhir su undici file; un'area circolare che si potrebbe assimilare a "santuario all'aperto" è il cromlech, ove probabilmente si arresta l'incedere maestoso e lento dei partecipanti al rito. La visita assai suggestiva si effettua percorrendo la Strada D196 per Auray e richiede circa 4 km di marcia in mezzo ai menhir, in uno scenario di verde, sole atlantico e casette bretoni con tetti di lavagna. A Carnac, per sottolineare l'incedere verso la sacralità e la maestosità del divino, i menhir aumentano d'altezza via via che ci si avvicina al santuario.La regione inglese del Wiltshire corrisponde per ricchezza archeologica alla Bretagna francese. Qui si trovano concentrati i più famosi "templi solari" all'aperto: Avebury, Woodhenge, Durrington Walls, Stonehenge. L'henge circoscrive un'area circolare come il cromlech (che andrebbe scritto cromlec'h) ma si differenzia dal monumento bretone per la circonferenza segnata da fossati e terrapieni, e per il materiale adoperato (legno per Woodhenge, pietra per Stonehenge). Comunque la pianta e le funzioni dell'henge sono sovrapponibili a quelle dei cromlech e si possono assimilare a "viali" le cosiddette avenues d'Avebury (delimitate da allineamenti di pietre Sarsen) e di Stonehenge (delimitate da argini e fossati paralleli). Celeberrimo è il fulcro di Stonehenge, costruzione megalitica a ferro di cavallo, formata da cinque triliti accostati. Sia Avebury che Stonehenge datano dal tardo Neolitico all'inizio del Bronzo (W. Bray, D. Trump).

(ndr) Durante una visita a parenti residenti a Combremont nel Canton Vaud (Svizzera Francese), ho scoperto che a yverdon, in un campo alla periferia della città, si possono ammirare dei megaliti risalenti a 5000 anni fa (vedi fotografia sotto). Nel prossimo bollettino vi daremo maggiori informazioni.scheda11_09.jpg (85938 byte)

 

Il megalitismo nella vicina Malta

Autoctona, indipendente ma anche affine appare la più volte citata civiltà megalitica dell'arcipelago maltese. I templi furono innalzati tra il 4100 e il 2100 a.C.. da popolazioni sicule che si sovrapposeroalla fase di Skorba. Gli edifici templari -cultura dei templi - rispecchiano una tipologia reniforme "assimilabile alle più antiche tombe ad ipogeo di Skorba" (R. Berretti). Gli stessi imponenti ipogei di Saflieni (3300-25000 a.C.), che si articolano su tre livelli e risultano interamente scavati nella roccia, non sono che la trasposizione degli schemi architettonici degli edifici megalitici esterni: ivi si praticava la c.d. incubazione cioè la formulazione di un oracolo da parte di una sacerdotessa in trance. Possiamo immaginare quanto amplificate e solenni dovessero suonare le profezie della sacerdotessa attraverso i numerosi e calibrati fori che attraversano le pareti degli ipogei. Saflieni era dunque contemporaneamente luogo di sepoltura e rituale. Ci soffermiamo sull'arcipelago maltese per la ricchezza dei rinvenimenti e per la vicinanza con la regione pugliese. Abbiamo già considerato che Malta potrebbe essere un'area indipendente del megalitismo europeo da aggiungere a quelle descritte da Renfrew e il precedere temporalmente quella pugliese in un settore del Mediterraneo disegnato da rotte obbligate rende plausibile l'ipotesi di un influenzamento della prima sulla seconda.

scheda11_10.gif (48806 byte)Si prenda per esempio la stratigrafia di Tarxien sino alla necropoli bronzea [bronze age necropolis: cimitero a cremazione], la quale presenta strutture sì impoverite ma chiaramente dolmeniche: il commercio era allora attivissimo come attestano le ceramiche egee di Thermi importate sin dal tardo Neolitico e presenti nel livello bronzeo della necropoli. La particolare del tempio di Tarxien. ceramica micenea è invece reperibile a Borg in Nadur (1450-800 a.C.). Il complesso templare di Ggantija (3600-3300/3000 a.C.), che precede Tarxien, è presente sulla sommità di un largo pianoro dell'isola di Gozo, raggiungibile con un traghetto. Tipica della fase di Ggantija è la struttura a trifoglio. I blocchi enormi di calcare a globigerine con cui sono costruite le pareti, risultano convessi all'interno onde consentire maggiore stabilità alle lastre di copertura. L'edificio meridionale è il più antico e misura circa 1000 mq. con 34 m. di lunghezza; il tempio nord ha un asse di 28 m. e presenta l'evoluzione delle decorazioni spiraliformi (della più recente Tarxien). I massi esterni sono di calcare corallino. Si ritiene che le apparecchiature murarie dei templi maltesi, rivestite internamente di impasto di macinazione (calcare con ocra rossa), sostenessero un soffitto di travi a raggiera su palo centrale con copertura di paglia e pelli (R. Berretti). L'ocra rossa rivestiva anche i defunti inumati. Alla fase di Ggantija risale anche il tempio di Hagar Qim (3600-3300 a.C.), sito nei pressi del villaggio di Qrendi, in prossimità del mare, a sud e di fronte all'isola di Filfola. Il primitivo impianto di Hagar Qim è impostato su due coppie di stanze absidate, separate da un corridoio: successivamente una camera fu abbattuta per far posto ad un grappolo di quattro nuove celle. L'intero complesso è di calcare a globigerine. Peculiarità: un gigantesco monolite di oltre 9 m. sul versante nord e delle aperture ad oblò al centro di enormi lastroni litici quali accessi di due camere anteriori. Importanti ritrovamenti: la Venere di malta, statuetta acefala in terracotta di 15 centimetri, che s'inserisce nella tematica europea del culto delle Veneri (v. introduzione); la Signora Accovacciata (Squatting Lady) che segna una fase di transizione tra la Venere di Malta e la Signora dormiente, terracotta ritrovata ad Hal Saflieni. Quest'ultima rappresenta una sacerdotessa in trance? Vicino ad Hagar Qim vi è il complesso di Mnajdra (3600-3000 a.C.) con tre templi, di cui il più antico è impostato a trifoglio (fase di Ggantija).Da ricordare nel tempio centrale un graffito di incerta interpretazione (prospetto di un tempio? firma del costruttore?) ed un altare con incise una serie di coppelle che si susseguono su line ondulate (simbologie planetarie?).Qui le affinità astronomiche con Stonehenge sono fin troppo suggestive: da un foro al centro dell'architrave, nei giorni di equinozio, si proietta un raggio di luce che colpisce l'altare principale. Si giunge così al complesso di Tarxien (3300/3000-2500 a.C.), famoso per i resti della Venere grassa, di cui residuano le grosse gambe e l'orlo della gonna a grandi pieghe: integra doveva superare i tre metri di altezza. Qui è osservabile una vasta varietà di decorazioni e rilievi ed un evoluto grado di finiture architettoniche. Consta di quattro templi, di cui il più ad est risale alla fase di Ggantija ed ha il pavimento concavo. Su di un altare a motivi spiraliformi fu rinvenuto un coltello sacrificale in selce e nei pressi ossa carbonizzare d'animali; vi è anche un altare a motivi oculiformi - lo sguardo della divinità; un altarino con rilievi animali. Da ricordare ancora un tazzone in calcare, raffiguranti una processione di olocausti (un ariete, un maiale ed una capra), due buoi gibbosi ed una scrofa che allatta tredici porcellini (simboli di forza e fertilità). Le ultime fasi, Saflieni e Tarxien, pur rappresentando l'apogeo stilistico dell'architettura megalitica maltese, contengono i germi della decadenza del popolo costruttore dei templi megalitici. Aumento del clima secco, minore fertilità dei suoli, forse eccessivo potere della classe sacerdotale, scarsità di cibo ed aumento delle malattie: a tali fattori di decadenza si aggiunge la grande invasione di un popolo proveniente quasi sicuramente dalla penisola salentina, con caratteristiche dolicocefaliche - i costruttori dei templi erano brachicefali. La cosa strana è che non ci sono vistose tracce della nuova civiltà che aveva una forza tecnologica in più, il bronzo, ma scarsa inclinazione all'architettura. Qualcuno afferma che il vecchio popolo fu tradotto altrove ma non ci sono prove. Certo che se così fosse, si avrebbe un indizio circa il trapianto megalitico da Malta in Puglia, ove difficilmente si ritiene autoctona tale cultura. Ma le ipotesi sono una cosa e la fantasia un'altra.

laretecun Alfredo Lissoni


DERREL SIMS, ALIEN HUNTER,
di Alfredo Lissoni (fonte: NotizieUFO)

scheda11_11.jpg (10079 byte)Ha sollevato un grande polverone, specie nel mondo telematico, la sua apparizione alla popolarissima trasmissione Domenica In, il 19 ottobre scorso, durante la quale ha mostrato una valigetta piena di impianti alieni. Stiamo parlando di Derrel Sims, texano, ex agente della CIA, ufologo "cacciatore di alieni" e a sua volta da questi cacciato. Sarebbe infatti stato rapito dai Grigi (piccoli, glabri e macrocefali) sin dall'età di tre anni e mezzo

"Alien Hunter" è il nomignolo affibbiatogli da un giornalista fantasioso e da allora divenuto addirittura il "dominio" del suo sito Internet (www.alienhunter.org); Derrel Sims è un personaggio tutto d'un pezzo. Alla Rai non s'è certo lasciato intimidire dal taglio della trasmissione condotta dal comico Paolo Bonolis (che anzi, per l'occasione, si è dimostrato estremamente serio e rispettoso), ed è passato indenne di fronte alla campagna di discredito messa in atto dallo Csicop americano (l'associazione di ultrascettici e razionalisti fondata da P. Kuntz e J. Oberg), come pure dalla traumatica rottura con il suo principale collaboratore, il podologo Roger Leir, che operava per l'estrazione degli impianti (esiste un video che mostra una di queste asportazioni) e che negli ultimi anni avrebbe danneggiato molto Sims prima di essere estromesso dal team. Nei confronti di Leir, già giudicato colpevole dai tribunali di alcuni Stati americani per altri tipi di dolo, Sims ha deciso di non procedere ad un'azione legale, temendo per la salute, già compromessa a
livello cardiaco dell'ex collega.

CHI É DERREL SIMS
Nato a Weatherford, Texas, nel 1948, di origine celtica (irlandese) e Nativa americana, ha frequentato per qualche anno l'università ed è stato poi assunto dalla CIA, il temibile servizio segreto americano. Di questa parentesi presso i servizi segreti non si sa molto, in quanto Sims, che è il classico patriota tutto d'un pezzo, tiene rigorosamente la bocca chiusa. Si sa però che ad un certo momento abbandonò l'Agenzia (così gli agenti segreti chiamano in codice la sede della CIA a Langley, in Virginia) senza offrire come al solito molte spiegazioni. Secondo i maligni, in quel periodo questo bizzarro personaggio, che adesso vive a Houston (Texas) del suo lavoro di psicoterapeuta, avrebbe avuto casualmente accesso ad alcuni x-files supersegreti circa la presenza di una razza aliena in mezzo a noi, e da quel giorno la vita di Derrel non sarebbe stata più la stessa. Ma si tratta probabilmente di una leggenda. Sims gli extraterrestri non solo sostiene di averli visti in molte occasioni (una volta avrebbe notato atterrare un disco volante ed uscirne due creature umanoidi in tuta aderente) ma ritiene di esserne stato rapito ben sette volte per venire sottoposto probabilmente ad esami medici a bordo della loro astronave. Il ricordo di queste traumatiche esperienze, di cui Sims non parla facilmente, sarebbe stato in parte cancellato dagli alieni con qualche tecnica sconosciuta. "Non ho infatti delle memorie ben precise di queste esperienze. Ma, da quando ho cominciato ad occuparmi di ufologia, ed in particolar modo di rapimenti da parte degli alieni, ventisette anni fa, ho scoperto che proprio i vuoti di memoria, che gli esperti chiamano missing time o tempo mancante sono spesso indici di un rapimento UFO", mi ha raccontato nel 1996. Proseguendo: "Questi esseri sequestrano segretamente, lontano da occhi indiscreti, uomini e donne della Terra, li portano a bordo dei dischi volanti, li stendono su un lettino e li sottopongono a diverse analisi mediche, quasi stessero studiando la specie terrestre. Dopodiché riportano a terra la cavia, perfettamente incolume, ma con il ricordo dell'esperienza rimosso o cancellato. So che tutto questo può sembrare fantascienza, ma in America esiste moltissima letteratura seria al riguardo, opera di psichiatri e psicoterapeuti accreditati, come il premio Pulitzer John Mack", racconta Sims. Sono passati diversi anni da quando incontrai Sims per la prima volta, a Roma (in seguito ci rivedemmo a S.Marino; lo feci anche intervistare dal tg di Studio Aperto per la trasmissione "X-files all'italiana"). Il suo punto di forza, quello che gli ha attirato l'odio e l'invidia non solo degli scettici, ma anche di taluni ufologi, sono gli impianti. Paradossalmente, a dispetto di quanto è stato diffuso per molti anni, Sims non ha mai veramente pensato che gli oggetti ricavati dagli interventi della sua vecchia équipe fossero alieni; lo ha solo supposto; ma se glielo si chiede oggi, vi risponde che sia troppo presto per dirlo, e sospetta che i veri impianti alieni non siano rilevabili né tantomeno estraibili. "Peraltro, gli oggetti ricavati durante gli interventi sono di una certa stranezza, la cui funzione è rimasta sconosciuta, nonostante le molteplici analisi effettuate dagli scienziati che, scopertamente o in forma anonima, fanno parte del suo team", dichiara la dottoressa Giulia D'Ambrosio, referente di Sims in Italia e owner del sito www.primocontatto.net. Queste "sonde" potrebbero alterare la produzione di serotonina del cervello, provocando allucinazioni e percezioni confuse del rapimento. Il sospetto che a creare tutto questo siano i servizi segreti è forte. Del resto, le sonde terrestri sono da tempo una realtà; studiate sin dagli anni Sessanta su animali, sono adesso persino commercializzate via Internet, nella loro versione più soft (quello di rintracciare a distanza le persone) dalla ditta Lotek.


RAPIMENTI UFO

E gli alieni, allora? Tutto rimangiato? Niente affatto. "Io stesso sono stato ripetutamente rapito", mi ha dichiarato Sims. "La prima volta a tre anni e mezzo e la seconda a quattordici. Non ricordavo nulla dell'esperienza. La prima volta mi sembrava di essere stato in un bosco per un picnic con dei simpatici orsacchiotti. Solo in seguito, sotto ipnosi, ho scoperto che gli alieni mi avevano impiantato una falsa memoria nel cervello. Avevano cancellato quello che era successo, forse per non farmi spaventare, ed avevano sostituito il ricordo con delle immagini piacevoli per un bimbo. Comunque, una volta scoperto cosa era successo, nacque in me un fortissimo interesse per gli UFO. Da allora cerco le prove concrete dei rapimenti UFO". Per fare ciò ha creato, negli anni, diverse "strutture di sostegno", la Saber, il First, la Houston UFO Network, tutte associazioni ufologico-scientifiche, supportate da medici e studiosi sparsi discretamente in tutto il mondo (in Turchia come in Italia) "per tutte quelle persone che affermano di avere avuto esperienze di questo tipo e sentono il bisogno di essere aiutate". L'estrazione degli impianti è gratuita, come ha ribadito Sims ad un congresso ufologico a S.Marino, allorché ha invitato gli eventuali "impiantati" a farsi avanti. Con questi ultimi, non sempre sono rose e fiori. Il celebre plurirapito Whitley Strieber, che afferma di avere una sonda in testa, si era prima detto disponibile a farsi operare e poi si è tirato indietro (forse perché così non sarebbe più stato un personaggio?); un cicappino, in una mailing list riservata, l'ha definito "truffatore e imbroglione", ma quando gli ho chiesto da dove avesse attinto tali informazioni, ha glissato; diversi ufologi ed alcuni rapiti americani hanno addirittura diffuso un appello perché le persone che ritengono di avere in corpo degli impianti evitassero di rivolgersi a lui; fra questi, due rapiti che nell'agosto 1995 accettarono di farsi estrarre chirurgicamente dei piccolissimi oggetti da una mano e da un piede, col pretesto di non avere poi saputo più niente dei referti. Ma si tratta chiaramente di accuse inconsistenti, architettate ad hoc - dicono i maligni - per sviare l'attenzione dei ricercatori dal vero problema, i rapimenti.

SONDE NELLA PELLE

scheda11_12.jpg (11060 byte)"Queste esperienze sono straordinariamente reali ed hanno delle costanti ben precise, il che dimostra che non si tratta di allucinazioni", racconta Sims. "Quasi tutti i rapiti dagli UFO descrivono, in tutto il mondo, gli stessi esseri, bassi, macrocefali e con gli occhi ovali, ribattezzati Grigi per il colore della pelle". Grazie ai propri studi, Sims è riuscito a catalogare diverse razze extraterrestri, alcune mai descritte, ed una serie di disturbi ricorrenti causati dai rapimenti alieni. Con essi è possibile stabilire se si sia stati soggetti ad un'abduction di cui è stato in seguito cancellato il ricordo. "Un'altissima percentuale di rapiti ha incubi ricorrenti circa mostri con gli occhi neri, o soffre di allergie a farmaci come le procaine (non sopportano la novocaina, l'anestetico dei dentisti. Si tratta di un'allergia molto rara); il 60% soffre di cecità notturna e digrigna i denti nel sonno; molti hanno un bisogno eccessivo di sale; altri crescono in maniera anomala (un mio collaboratore aumenta di venti centimetri dopo ogni rapimento) o si devono tagliare le unghie tre volte al giorno, perché hanno una produzione abnorme di cheratina nel sangue. Tutti questi disturbi sono tipici dell'esposizione allo spazio, come ben sanno gli astronauti...". Ma le vere prove che Sims ha collezionato nel corso degli anni sono gli impianti (uno dei quali studiato anche dal prestigioso MIT americano, l'Istituto della Tecnologia del Massachusetts), una ventina di sonde che gli alieni - o chi per essi - inseriscono nel corpo dei rapiti per monitorarli internamente e per rintracciarli in qualsiasi momento. "Gli impianti dimostrano che i rapimenti sono reali. Queste sonde sono composte da elementi chimici comuni: carbonio, ossigeno, titanio. Alcuni contengono cheratina (il che probabilmente provoca la crescita smodata delle unghie) e plastiche non polimeriche. Non abbiamo mai trovato parti elettriche identificabili. La metà di essi li abbiamo fatti asportare chirurgicamente direttamente dai rapiti dall'équipe medica con cui ho lavorato a Houston. Si tratta di oggetti veramente strani, non provocano infezioni interne e diventano luminosi se esposti agli ultravioletti, anche quando sono all'interno di un corpo! Ne abbiamo scovati nelle braccia e nelle gambe, nella testa e nei genitali. Probabilmente queste sonde hanno scopi differenti, servono per l'identificazione ed il rintraccio dei rapiti (noi facciamo la stessa cosa con gli animali) ma anche per la raccolta di informazioni chimiche, emozionali e fisiologiche. Gli impianti difatti reagiscono all'assunzione di farmaci e alle scariche ormonali. In questo modo i rapitori sarebbero in grado di studiare l'evoluzione genetica della razza umana nel corso degli anni, per motivi che ancora ci sfuggono. In tutto questo c'è anche una sorta di condizionamento del rapito. Le sonde alterano la produzione di serotonina del cervello, provocando allucinazioni e percezioni confuse del rapimento. In un'occasione, tre persone vennero sequestrate, ma solo una ricordava effettivamente quello che era accaduto. Degli altri due, uno credeva di aver fatto solo un lungo viaggio in macchina, mentre il secondo era convinto di avere incontrato Dio nel cielo...".

IL MISTERO DEI CERCHI NEL GRANO
di Giorgio Pattera, biologo. CUN Parma.

La vicenda dei CROP CIRCLES (letteralmente=cerchi nel grano, anche se questo termine appare riduttivo; sarebbe più preciso chiamarli PITTOGRAMMI) comincia nel 1978, annata famosa, guarda caso, per il gran numero di avvistamenti UFO in tutto il mondo, anche se il primo caso documentato approssimativamente risale al 1966 a Tully, in Australia. In un periodo in cui i "dischi volanti" vengono avvistati, filmati o fotografati da centinaia di persone, in Inghilterra comincia a manifestarsi un fenomeno alquanto singolare: la comparsa, nei campi di grano della Scozia, di insoliti anelli circolari, in cui le spighe mature erano ripiegate dolcemente ed ordinatamente in senso orario, sovrapposte le une alle altre e descrivevano una circonferenza perfetta.
L'episodio, dapprima circoscritto, non ebbe al tempo alcun seguito, finché lo straordinario fenomeno non si diffuse anche in Germania, Svizzera, Afghanistan, Brasile, Svezia, Belgio, Francia, Italia, Ungheria, Bulgaria, Giappone, Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti e (allora) URSS: nel giro di un decennio le misteriose figurazioni composite, sempre più belle e complesse e per questo denominate "pittogrammi", hanno conquistato a pieno merito l'attenzione della stampa e dell'opinione pubblica, anche per il fatto davvero singolare e incredibile di comparire improvvisamente nel giro di una sola notte.
scheda11_13.jpg (24677 byte)Nell'estate del 1981 il ricercatore inglese Pat Delgado, ex-ingegnere della NASA, cominciò ad interessarsi all'argomento e a studiare l'insolito fenomeno, servendosi della collaborazione di Colin Andrews, ingegnere elettrotecnico. Entrambi avrebbero raggiunto, per ora, una sola certezza: nonostante la diffusione della notizia secondo la quale due pensionati sessantenni avevano confessato alla stampa di essere gli autori dei cerchi, fabbricandone alla presenza di un giornalista uno falso, risultato tuttavia poco soddisfacente perché alquanto impreciso e con LE SPIGHE SPEZZATE, "la prima ipotesi da escludere con certezza scientifica circa l'origine dei cerchi è che siano di origine umana, cioè il frutto del lavoro di qualche buontempone. L'opera richiederebbe l'impiego di pesanti e complesse attrezzature, mentre non si è trovata alcuna traccia di passaggio umano". Dal 1978 al 1995 sono stati segnalati oltre 2.000 CROPS, catalogati nelle formazioni più curiose: chiocciole, formiche, delfini, croci celtiche, alberi della vita, cerchi concentrici, scorpioni, figure umane, simboli sumeri, sistemi planetari, figure matematiche, ecc. In tutti la caratteristica comune è che le spighe di grano mature risultano piegate verso il terreno mediante un movimento rotatorio o a spirale, deciso ma delicato, tanto da non spezzarle, ma anzi da consentirne l'ulteriore crescita in senso orizzontale.Talvolta la piegatura della spiga inizia addirittura sotto terra. I Cereologi (vale a dire gli studiosi dei cerchi, che si fanno così chiamare in onore di Cerere, la dea latina delle messi) ritengono d'aver trovato dimostrazioni della natura extraterrestre dei pittogrammi da vari tipi di analisi condotte da scienziati di varia estrazione. All'interno dei cerchi, infatti, i registratori captano un sordo "ronzio" (un suono "artificiale" di frequenza tra 5.0 e 5.2 khz.) e, in alcuni casi, sono state rilevate anche tracce di microonde, gli effetti delle quali, tra l'altro, sono riscontrati di frequente nei casi di atterraggio di presunti UFO. In particolare Levengood, biofisico alla Michigan University, ha riscontrato che tutte le spighe rinvenute al centro di un cerchio erano senza chicchi e che il 90% delle spighe si trovavano in uno stadio detto di "poliembrionìa", cioè con più embrioni nella stessa spiga, evento questo assai raro. Nelle spighe di un altro pittogramma Levengood riscontrò la presenza di alterazioni nei semi e nei nodi, che risultavano più grossi; la qual cosa gli fece dedurre che il grano dei cerchi doveva essere stato sottoposto a qualche tipo di radiazione. Anche altri studiosi hanno rilevato singolari anomalie a carico del terreno su cui sono apparsi i cerchi, che risulterebbe più povero di sostanze nutrienti rispetto alla media e con livelli di radioattività abnormi. Tutto questo viene interpretato come una prova del fatto che i cerchi possano essere ottenuti con l'uso di energia radiante proiettata dall'alto e proveniente dagli UFO, che molto spesso sono stati segnalati la notte precedente proprio sulla zona ove il mattino successivo sono apparsi i pittogrammi. Nel marzo del 1994 un antropologo tedesco, Michael Hesemann, avrebbe dimostrato che solo una minima parte dei "crop circles" sono frutto di manipolazioni umane e che invece esiste un'ampia documentazione a favore di un intervento extraterrestre. D'altronde è ormai noto che il fenomeno in questione non è sorto nel 1978: unascheda11_14.jpg (35848 byte) tavoletta medioevale riproduce la "materializzazione" di un cerchio nel grano, supponendolo come "effetto del potere psicocinetico" di un sacerdote druidico; mentre una stampa del 1678 attribuisce lo stesso fenomeno all'opera di un fantomatico "diavolo mietitore", che , evidentemente, si divertiva a piegare di notte il grano a cerchio. Hesemann ha raccolto decine di testimonianze che descrivono altrettanti piccoli UFO sorvolare le spighe a bassa quota e lanciare fasci di LUCE-SOLIDA sulle coltivazioni, disegnando così i pittogrammi. Uno di questi UFO sarebbe stato addirittura ripreso con una videocamera. Il compianto astrofisico statunitense A.J.Hynek, interrogato sul mistero dei crops, dichiarò: <<Possiamo tranquillamente ammettere che il fenomeno dei cerchi nel grano sia riconducibile all'attività di esseri intelligenti. Se così fosse, indubbiamente vorrebbe dire che "essi" conoscono molti aspetti della nostra realtà fisica e psicologica che noi stessi ignoriamo e che, al contrario, sanno utilizzare al meglio per i loro fini ancora ignoti>>. In conclusione, considerando tutti gli elementi in gioco, si fa sempre più consistente l'ipotesi secondo cui abbiamo a che fare non con un fenomeno che segue parametri casuali, bensì determinato da una forza in qualche modo controllata. A questo punto, però, il mistero si infittisce, perché allo stato attuale delle nostre conoscenze tecniche e scientifiche un'energia capace di tanto ancora non la conosciamo. Tuttavia ci pare di intravedere per i cerchi nel grano l'analogo, tipico trattamento riservato agli UFO dagli enti ufficiali e governativi: disinteresse apparente oppure demolizione sistematica di ogni prova e testimonianza.
<< Ciò che conosciamo è limitato; quel che non conosciamo è infinito; dal punto di vista intellettuale siamo come un profugo su di un'isoletta sperduta nell'immensa vastità dell'oceano. Il compito di ogni generazione è quello di conquistare un pezzettino di terra in più alla conoscenza, strappandolo al mare >> (T.H.HUXLEY).

TESTIMONIANZA INVIATA DAL SIG. ENRICO CALZOLARI AL CUSI

Come suggeritomi dal Vostro WebMaster invio la testimonianza di avvistamento UFO fatto in Atlantico, presso le Isole Azzorre, nell'autunno del 1956. Sono nato a Lerici (La Spezia) il 15.04.1938. Dopo essermi diplomato all'Istituto Nautico della Spezia, nella Sezione Capitani, nel luglio 1956, e dopo un mese di vacanza dedicato alla barca a vela, mi imbarcai sulla M/N "Oscar Sinigalia" dell'armatore lericino Giobatta Bibolini, essendo risultato il migliore nelle votazioni ed avendo così vinto il premio in denaro e il pronto imbarco messo in palio da questo armatore. Ero già molto esperto di navigazione in quanto già nel periodo estivo del 1954 e del 1955 avevo navigato sulla Motocisterma "Fiaccola" in Mediterraneo Orientale, in Mar Rosso, Golfo Persico ed Oceano Indiano. Il comandante, preso atto della mia seria preparazione nautica, mi affidò la guardia dalla mezzanotte alle quattro del mattino, essendo il Secondo Ufficiale impegnato come "giornaliero" a fare le paghe dell'equipaggio, in quanto l'armatore era morto e la nave aveva cambiato ragione sociale. Mentre ero di guardia, circa le ore due del mattino, avvistai sulla prua della nave una palla rosso fuoco. Dopo essersi fermata in direzione della prora, schizzò velocemente a sinistra, in una direzione ortogonale alla nostra rotta, si fermò, tornò indietro, sempre molto velocemente, si fermò ancora posizionata sulla direzione della prora, schizzò quindi velocemente a destra, secondo una traiettoria ortogonale alla prora. Si fermò, tornò indietro, posizionandosi ancora in direzione della prora, quindi schizzò via in direzione della prora stessa, scomparendo. Avevo avuto consegna dal comandante di avvisarlo in caso di anomalie. Mandai il marinaio a chiamarlo, perché aprisse il radar e controllasse se eravamo finiti in mezzo ad una esercitazione aereo-navale russa o americana. Il comandante salì in plancia, si arrabbiò molto perché nel radar non appariva nulla, se non le isole Azzorre, mi arronzò e minacciò di togliermi dalla guardia se avessi avuto altre allucinazioni. Fui anche condannato a pagar da bere (whiskey) a tutti gli ufficiali di coperta. Arrivammo a Newport News e per l'entrata nel fiume venne a bordo il pilota. Era allora usanza sulle navi che il pilota offrisse al comandante il giornale con le ultime notizie. Il comandante si sedette nello sgabello rotante dietro la girobussola per godersi le ultime novità dal mondo. Improvvisamente si alzò in piedi dicendomi "Calzolari, vieni a leggere qui!". Il pilota rimase un po' sconcertato e fu così necessario spiegargli il perché. Nel giornale era riportato che il Secondo Ufficiale di una nave polacca, giunta in porto qualche giorno prima di noi, era stato testimone di un simile avvistamento. Mi fu restituita la credibilità e feci pagare agli altri ufficiali di coperta il tradizionale tributo in whiskey. Va detto che l'avvistamento non fu per me traumatico, perché fu immediatamente catalogato come un fatto di guerra fredda navale. Va detto che la mia esperienza precedente mi aveva fatto vivere un evento simile, perché nel rientrare dal Mar Egeo verso la Sicilia (la petroliera era diretta alla raffineria di Augusta) una notte avvistammo, il Secondo Ufficiale ed io, una piccola palla di fuoco che appariva e scompariva ritmicamente, alta nel cielo. Il Secondo mi disse che non aveva mai visto un simile fenomeno astronomico. Io feci alcuni calcoli di azimuth e di altezza e gli dissi che per me era il vulcano Etna che stava lanciando in cielo esplosioni di lava! Fui preso in giro. Allora feci una scomessa con il Secondo (il solito whiskey) da verificare appena il Radiotelegrafista avrebbe aperta la stazione R.T., fatto che avveniva puntualmente alle cinque del mattino. L'Agenzia Italia aveva da poco diramato che nella notte l'Etna aveva cominciato ad eruttare. Ho saputo qualche giorno fà che il comandante Beltrami, di cui all'avvistamento delle Azzorre, è morto mentre era in visita a Macchu Pichu.


EDIZIONI MIR - DISPACCIO STAMPA
da Alfredo Lissoni (fonte: NotizieUFO)

scheda11_15.jpg (35842 byte)Arriva KOSMOS, la prima rivista dedita alla ricerca di vita extraterrestre
È nato Kosmos, il primo bimestrale scientifico italiano interamente dedicato alla ricerca di vita extraterrestre, alla colonizzazione dello spazio ed all'astrobiologia. Con nomi prestigiosi come Tullio Regge, Massimo Teodorani, Albino Carbognani, Carlo Pelanda, il primo numero ha in serbo per il lettore un'ampia gamma di interessanti notizie e riflessioni, nell'ottica della futura colonizzazione dello spazio. Diretta da Stefania Genovese, la pubblicazione e edita da MIR e richiedibile a info@miredizioni.it. La sua filosofia e sintetizzabile come segue. "Oriundi tutti d'altronde siamo del seme del cielo", sosteneva il poeta latino Lucrezio; forse e per questo che tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo persi nell'immensità nel cielo, nel rimirar le stelle? … nell'ottica di questo bisogno interiore dell'uomo, e della prospettiva "cosmica" che le esplorazioni dello spazio stanno riservando alle generazioni future - che forse un giorno inizieranno a colonizzare altri pianeti - che nasce questa rivista; Kosmos si configura difatti come la prima pubblicazione in assoluto a trattare in maniera scientifica delle problematiche SETI sulla ricerca di vita extraterrestre, dell'esplorazione e colonizzazione dello spazio, dell'astrobiologia. Quest'ultima e la disciplina che si occupa del problema dell'esistenza della vita nell'universo in generale e in particolare nel sistema planetario. Sviluppatasi con alterna fortuna a partire dagli anni Cinquanta. Fra i pionieri, l'astronomo sovietico G. A. Tikov condusse esperienze da laboratorio per riprodurre e verificare le più disparate condizioni favorevoli allo sviluppo degli organismi viventi. Presupposto dell'astrobiologia e che l'esistenza nell'universo di elementi chimici, approssimativamente nelle stesse proporzioni trovate sulla Terra e sul Sole, e di molecole organiche porta a pensare alla possibilità che la vita possa manifestarsi anche su altri pianeti. Naturalmente, poiche l'acqua e indispensabile alla vita, si pongono subito dei limiti di temperatura (non incide invece la pressione). A livello del sistema solare, condizioni adatte alla vita, o alla sviluppo artificiale della stessa con un nostro progetto di "terraforming", sono riconoscibili su Marte, Venere, su alcuni satelliti di Giove e Saturno e, in condizioni particolari, su Mercurio. Se su questi pianeti la vita, nemmeno a livello batterico, non c'e o non c'e più (circa Marte, la missione Viking del 1976 spense molte speranze), non e detto che un giorno non possa esservi esportata, quanto meno limitatamente al pianeta rosso. Ma c'e anche chi punta alla Luna, con la costruzione di particolari cupole atte all'organizzazione di un sistema sociale strutturato. In questo senso l'avvio dell'era spaziale ha aperto inaspettate possibilità per verificare la validità delle ipotesi che prevedono che la vita dell'universo non sia confinata al nostro pianeta, ed anche per la messa a punto di progetti di colonizzazione del sistema solare. In questo primo numero di Kosmos, dunque, nell'ottica dello spazio come nuova casa, nuova frontiera per l'umanità, "Terra 2", passeremo dunque in rassegna la posizione della scienza e della Chiesa circa i viaggi spaziali e la vita aliena; fra gli altri, il noto fisico Tullio Regge ci guiderà in un viaggio ideale tra i pianeti, e l'ingegner Stiavelli presenterà un modello logico per il terraforming di Venere. Se già americani e cinesi pensano ad una nuova casa nello spazio (si legga il pezzo di R. Barella), le nuove ricerche in campo cosmologico rischiano di rivoluzionare le ultime posizioni scientifiche (si legga il pezzo sulla genesi dell'universo della nostra caporedattrice Stefania Genovese); ed ancora, i meteoriti killer (G. Giorgi) e le Lune di Giove (V. Campi), i radiomessaggi alieni, forse criptati di proposito (G. Lancetti) ed i viaggi nel tempo (e. Grisoli); per le nuove frontiere della scienza, segnaliamo due interessantissimi articoli su fenomeni atmosferici ancora poco noti: le luci di Hessdalen (M. Teodorani) ed i fulmini globulari (A. Carbognani); ed ancora, spunti e riflessioni sulla vita extraterrestre, con un'eccezionale intervista al grande psicologo junghiano Aldo Carotenuto e l'articolo "Soli o tanti nell'universo" dell'economista futurologo C. Pelanda. ed infine, le nostre Cosmorubriche: recensioni librarie, siti Internet e software, Home Video, incontri e conferenze, osservazione del cielo e mitologie con la collaborazione della UAI.

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