Non siamo soli, dice Rubbia.
Carmelo Scuderi ci invia questo testo: " Miliardi di Terre, forse non siamo soli -
Intervista a Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, docente all'università di Pavia -
di Sisto Capra.
Quali saranno le frontiere della fisica delle particelle nel XXI secolo? Abbiamo chiesto
una profezia al fisico italiano più noto, il Premio Nobel Carlo Rubbia, padre nobile del
Cern di Ginevra e docente all'università di Pavia.
"L'infinitamente piccolo ci riserva ancora grandissime sorprese e non c'è dubbio che
la ricerca debba essere continuata con lo stesso vigore con cui si porta avanti la ricerca
nell'infinitamente grande. Il telescopio e il microscopio sono ancora strumenti
estremamente importanti per comprendere la natura che ci circonda".
Si scopriranno particelle più piccole dei quark, finora i costituenti ultimi della
materia?
"Il Modello Standard, che è il modello di comprensione dell'Universo, offre una
spiegazione perfettamente logica al nostro livello di sapere. Ma la conoscenza della
fisica delle particelle elementari, degli ultimi costituenti della materia, è incompleta.
Per esempio ci sfugge l'esatta natura del neutrino, del quale sappiamo che esiste in tre
tipi, e che, inizialmente privo di massa, poi la acquisisce. Ma come e perché questo
avvenga è un grande punto interrogativo".
Perché è così importante sapere la verità sul neutrino?
"L'Universo è letteralmente riempito di neutrini prodotti al tempo del Big Bang
iniziale. Conoscere la massa eventuale del neutrino vuol dire, ad esempio, svelare il
mistero della massa mancante, o nera, cioè della struttura invisibile dell'Universo. Se
proviamo a fare l'inventario cosmico di stelle, gas e tutti gli oggetti visibili
della Via Lattea e delle altre galassie, e ne calcoliamo la massa, scopriamo che essa è
molto inferiore a quella che dovremmo avere per spiegare la dinamica dell'Universo in base
alle leggi di Newton. Quindi l'Universo ha una massa che c'è ma non si vede. Più
precisamente, tutto quello che si "vede" nel cielo è solo lo 0,5% (!) della
massa ed energia dell'Universo". Alcuni postulano una fisica alternativa, mettendo
totalmente in discussione la visione dell'Universo oggi accettata. "Il Modello
Standard è stato introdotto negli anni '70 e '80 e il suo culmine è stata l'osservazione
delle W e delle Z. Nell'83-84 i fisici delle particelle elementari hanno cercato
disperatamente di metterlo in difficoltà, ma il Modello Standard finora ha resistito a
ogni assalto, nonostante il vastissimo impiego di forze, investimenti e
persone. Oggi è una fase compiuta delle conoscenze del genere umano, altrettanto
importante che la relatività e la meccanica quantistica".
Dopo il 2000 il Modello Standard sarà superato?
"La fisica fondamentale oggi accetta la validità del Modello Standard ma professa la
sua ignoranza su molte altre proprietà della natura che sfuggono allo schema del Modello
Standard. Nel XXI secolo, pertanto, si cercherà di scrivere il capitolo successivo al
Modello Standard".
Il Terzo Millennio scioglierà l'enigma numero uno dell'Universo?
Conosceremo se esso si dilata infinitamente o si restringe fino ad annullarsi nel Big
Crunch e magari riespandersi in un secondo Big Bang?
"La questione dell'evoluzione dell'Universo è collegata a quella della massa
mancante. Quando conosceremo la sua origine, sapremo dov'è nascosta la massa invisibile
dell'Universo, e quindi qual è il suo destino. La connessione tra l'infinitamente piccolo
e l'infinitamente grande è straordinaria. Quando noi andiamo indietro nel tempo e ci
avviciniamo al Big Bang, troviamo oggetti sempre più piccoli, più caldi, più eccitati.
Proprio studiando le condizioni fisiche della materia, con i nostri acceleratori al Cern,
possiamo indagare l'evoluzione dell'Universo".
Solo il neutrino ci racconterà il nostro futuro?
"Anche le altre particelle nuove che stiamo andando a cercare, come le
supersimmetriche. Le galassie che vediamo, per quanto sterminate, non sono che una piccola
parte dell'Universo. Ecco perché la cosmologia esercita un'enorme pressione: il Modello
Standard non ci dà abbastanza per capire una cosa semplicissima come la Via Lattea".
Per carpire all'Universo il segreto del neutrino è partita una straordinaria corsa tra il
Cern in Europa, il Fermilab negli Stati Uniti e il Superkamiokande in Giappone. Chi
vincerà?
"La principale competizione è oggi tra Europa e Stati Uniti, ma anche i giapponesi
non scherzano! Per studiare le oscillazioni, cioè le modificazioni, del neutrino, si
tratta di inviare un fascio di neutrini dal Cern di Ginevra al laboratorio del Gran Sasso,
in Italia. La realizzazione del progetto richiede l'investimento di almeno 80 miliardi. Ma
sarà difficile competere con gli americani perché l'inerzia e la viscosità del sistema
europeo-italiano potrebbero essere perniciose. Io spero che l'Europa la spunti e in
particolare che l'Italia, che ha speso tanti soldi per il laboratorio del Gran Sasso,
possa trovare in questa operazione un giusto ritorno degli investimenti fatti. Ma non sono
ottimista. Gli americani hanno già mobilitato grandissime risorse e lanciato un programma
analogo al nostro, col quale mandano i neutrini prodotti dal Fermilab a un laboratorio che
è più o meno alla stessa distanza tra il Cern e il Gran Sasso".
E l'Europa cosa fa?
"E' al palo, perché gli 80 miliardi non si trovano".
I giapponesi, invece?
"Anche loro partecipano al campionato mondiale: si mettono a sparare neutrini sotto
terra dal laboratorio di Sukuba per 200 chilometri fino al rivelatore di Kamiokande,
vicino a Tokyo".
Nel XXI secolo scopriremo altri mondi abitati?
"Oggi siamo convinti che la vita sia cominciata nello spazio esterno, dalla polvere
stellare, che è il più grande elaboratore chimico dell'Universo, e che poi sia ricaduta
sotto forma di pioggia di meteoriti, di polvere cosmica, sul pianeta Terra e qui abbia
trovato le condizioni favorevoli per svilupparsi. Nel XXI secolo andremo su
Marte, che all'inizio aveva acqua e atmosfera, per capire se abbia avuto un momento di
evoluzione biologica, per cercare se Marte come la Terra abbia avuto i dinosauri.
L'astronomia sta scoprendo che ogni sistema solare, nella vastità del nostro Universo, è
costellato non solo di stelle che vediamo, ma anche di pianeti che circolano intorno ad
esse. Se abbiamo dieci miliardi di soli nella Via Lattea, cominciamo a pensare che ci
siano ben più di dieci miliardi di pianeti che girano intorno ad essi, molti in
condizioni climatiche analoghe alla nostra Terra. E la nostra galassia è soltanto una di
un numero incredibile di altre galassie. Quindi è lecito domandarci se la vita esista o
sia esistita o esisterà in miliardi e miliardi di pianeti oltre alla Terra".
Ma come possiamo saperlo?
"Questo è il problema. Non c'è dubbio che la ricerca di una vita extraterrestre
sarà uno dei domini più eccitanti, fondamentali e anche filosoficamente più
soddisfacenti della ricerca scientifica".
Nel Sistema Solare, cercheremo la vita solo su Marte o anche da altre parti?
"Uno dei posti dove cercare sarà Europa, uno dei satelliti di Giove, completamente
coperto di acqua e di una specie di ghiaccio analogo a quello dell'Antartide. Noi pensiamo
che, al di sotto di questo strato di ghiaccio, l'acqua rimanga liquida, un po' come
succede al Polo Sud. L'uomo cercherà di inviare una sonda su Europa, per capire se la sua
acqua contenga i "pesciolini" della vita. E questa missione meravigliosa si
potrà effettuare in un tempo a mio parere abbastanza ragionevole".
Dopo il satellite "antartico" di Giove, l'uomo cercherà la vita fuori del
Sistema Solare?
"Questo sarà un passo successivo. Bisognerà vedere se in altri sistemi solari
esistono pianeti con ossigeno. Noi sappiamo che l'ossigeno è quasi necessariamente
un'indicazione della vita. L'ossigeno sulla Terra e su Marte è stato prodotto dai
microrganismi. Se noi trovassimo un bel pianetone, che so, anche in un sistema solare
distante, in cui il 20% è ossigeno e il resto è azoto, avremo l'indicazione che forse su
quel pianeta qualche meccanismo di vita ha funzionato".
In quale galassia si sta cominciando a sbirciare?
"Per adesso nella Via Lattea. C'è per esempio la stella Alfa Centauri, a cinque anni
luce da noi, un bel po' di strada ma non una distanza impossibile".
Ma Alfa Centauri ha un pianeta vivibile come la Terra?
"Lei mi chiede di azzeccare i numeri al lotto".
Quali sono i progetti di ricerca cui lavorerà a partire dal Duemila?
"Ho cominciato a lavorare con l'Asi, l'Azienda spaziale italiana, a un progetto
divertente: costruire motori per raggiungere Marte in tempi ragionevoli".
Fonte: iltirreno.it, ml chucara2000.
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