EDST, la possibile soluzione per i viaggi interstellari.
di Enrico Baccarini
L’argomento
che mi accingo a esporre ora, ha visto i miei collaboratori e me,
immersi per molto tempo in ricerche e raffronti che hanno infine
portato buoni frutti al nostro studio. Quanto verrà esposto
non è stato ripreso, come si potrà pensare, da
materiale fantascientifico, bensì da riviste specializzate,
testi accademici e studi compiuti da ricercatori qualificati.
Il
nostro intento non è di spiegare né presentare come
vere queste teorie, ma di allargare i nostri orizzonti cognitivi e di
farci avvicinare verso un futuro ancora incerto.
Il limite
attuale impostoci, non consiste solo in quello che ci viene dato
dalla tecnologia, ma anche quello che ci viene dal mondo scientifico.
La comunità scientifica ha sempre osteggiato la possibilità
che esseri provenienti da un altro pianeta potessero superare le
distanze interstellari per raggiungerci; ma come mai questo? La
motivazione ufficiale è che essi non possiederebbero la
tecnologia necessaria per raggiungerci.
Consideriamo un
fattore, ovvero che se sono riusciti ad arrivare fino a qua
sicuramente hanno trovato la tecnologia necessaria, migliore della
nostra, per poter percorrere le distanze del cosmo.
Siamo
stati abituati spesso, come in Star Trek per esempio, a sentire
parlare di effetti di distorsione spazio-temporale o warp
drive, collegati alla possibilità
di percorrere immense distanze nell’universo.
Oggi
recentissime teorie ci dicono che quello che noi credevamo
incredibile o impossibile è invece realtà, realtà
non però per i nostri giorni ma per un futuro che ancora si
deve schiudere. Con tale argomento vogliamo anche pensare che sia
realmente possibile da parte di altre specie non terrestri poter
viaggiare nelle immensità del cosmo con un tempo di tragitto
estremamente breve.
Alla luce di recenti ricerche possiamo
oggi finalmente affermare che è possibile, in via del tutto
teorica, compiere viaggi attraverso lo spazio-tempo, aggirando quelle
che sono le leggi conosciute della fisica. Il sostanziale deficit
alla nostra teoria è però l’impossibilità
attuale di costruire un apparecchio in grado di distorcere il tessuto
stesso dello spazio-tempo ma nulla ci vieta che ciò possa
avvenire una volta acquisita la tecnologia necessaria.
Curioso
a dirsi ma noi viviamo già in una distorsione
spazio-temporale, tale distorsione è causata dalla massa del
nostro pianeta. Secondo la fisica classica, un qualsiasi oggetto
avente massa esercita un’attrazione gravitazionale ed è
soggetto ad attrazione gravitazionale, tale forza (nella teoria della
relatività generale), viene espressa e descritta come un
curvatura del continuum spazio-temporale.
La relativamente
grande massa che il nostro pianeta possiede provoca la formazione di
quella che viene definita nella terminologia scientifica “buca
gravitometrica”. Tutto ciò
che si trova all’interno e intorno ad essa tende a precipitare
verso il suo centro, è per questo motivo che se lanciamo un
qualunque oggetto in aria questo ricade a terra e noi interpretiamo
questo fenomeno come attrazione.
Dalla
relatività generale possiamo evidenziare anche che una massa
in rotazione nello spazio-tempo provoca nello stesso delle onde o
frastagliature e queste, propagandosi, provocano delle alterazioni
spazio-temporali del luogo.
Le interazioni si intensificheranno
all’aumentare della massa, della densità e delle
dimensioni. Risulterebbe quindi più semplice alterare la trama
spazio-temporale se riuscissimo ad avere “oggetti” super
massivi ed in rotazione.
Le alterazioni così create
potrebbero portare a possibili viaggi spazio-temporali e a
spostamenti superluminali
Negli anni trenta un ricercatore che
aveva oramai raggiunto la fama mondiale, Albert Einstein, si dedicò
durante le sue ricerche al fenomeno della distorsione dello
spazio-tempo. Da tali ricerche vennero definite degli oggetti con
struttura a cunicolo, molto particolari, e che presero il nome di
“ponti di Einstein-Rosen”, o wormholes, questi ponti
diventarono la base per tutte le future ricerche sui sistemi di
propulsione a distorsione.
Oggi, nel duemila, cerchiamo
ancora una fonte di combustibile che ci possa permettere di spostarci
con una certa autonomia nello spazio Aspettando che una tecnologia
sofisticata ci permetta di realizzare i primi velivoli che sfruttino
la propulsione esposta nella nostra ricerca.
Lo stato attuale
delle nostre tecnologie ci impedisce categoricamente il
viaggio interstellare, sappiamo altrettanto bene dalla cronaca che i
viaggi interplanetari, ovvero all’interno del nostro sistema
solare, presentano continui problemi, basta vedere la quantità
di sonde automatizzate inviate in questi ultimi anni nel pianeta
rosso e quante di queste hanno funzionato.
Da ciò
potremmo desumere che non esistono quindi possibilità per i
viaggi interstellari!
Sbagliato!!!!
L’idea che molti
scienziati hanno proposto, e che noi vogliamo presentarvi, si basa su
di una nuova concezione del volo spaziale. L’idea è
quella di non utilizzare, come è stato fatto fino ad oggi, un
sistema di propulsione convenzionale,basato cioè sul principio
di azione-reazione postulato da Newton, ma un sistema di propulsione
che sfrutta una tecnologia ancora a noi ignota, ma che potrà
in un futuro diventare realtà, la distorsione
spazio-temporale.
Come affermato in precedenza la teoria
della relatività ci insegna che niente può superare la
velocità della luce, ma dobbiamo precisare che niente può
viaggiare localmente
più veloce della luce. Ciò significa che niente può
viaggiare più velocemente in riferimento a marcatori locali di
distanze, con marcatori di distanze vogliamo identificare osservatori
immobili che assistono ad un fenomeno.
Nel momento in cui
andiamo a curvare lo spazio-tempo, questi marcatori di distanze
locali non funzionano di necessità a livello globale. Se è
possibile modificare il continuum, gli oggetti che sono in moto a
velocità localmente anche molto basse, potrebbero, in teoria,
e in conseguenza di una espansione e di una dilatazione dello
spazio-tempo, percorrere distanze immense in piccoli intervalli di
tempo.
Recentemente, nel 1994, un fisico gallese, Miguel
Alcubierre, è riuscito a dimostrare la possibilità di
creare una configurazione dello spazio-tempo in cui un veicolo possa
viaggiare fra due punti in un tempo arbitrariamente breve. Inoltre, e
questo è un punto fondamentale nella nostra trattazione, nel
corso di tutto il viaggio il veicolo potrebbe muoversi rispetto al
suo ambiente locale ad una velocità molto inferiore a quella
della luce rispetto ad un osservatore che vedrebbe il limite di tale
barriera infranto, così che anche il paradosso degli orologi
insegnatoci da Einstein andrebbe a decadere.
Dalle equazioni
einsteniane, Alcubierre riuscì a estrapolare soluzioni che
hanno molte delle caratteristiche del motore a curvatura. La bolla di
curvatura spazio-temporale creata da tale sistema di propulsione
sarebbe in grado di trasportare un’astronave ipotetica, a
velocità arbitrariamente alte rispetto ad un osservatore che
si troverebbe fuori dalla bolla.
Vogliamo aprire una piccola
parentesi ricordando che fenomeni del genere sono spesso associati ad
alcuni avvistamenti ufologici, nei quali gli oggetti sembrano
sfrecciare a velocità incredibili oltre che compiere manovre
per noi impossibili, ciò forse è dovuto ad un
annullamento totale o quasi della forza di gravità e
dell’attrito terrestri, nei confronti del velivolo.
Il
motore a curvatura sembrerebbe violare i postulati di Einstein
secondo i quali non è possibile superare in velocità un
segnale luminoso percorrendo il suo stesso cammino. Quando lo spazio
è curvato, dovrebbe essere possibile però anticipare il
segnale luminoso seguendo una via diversa : una scorciatoia creata
dalla contrazione dello spazio-tempo di fronte alla bolla e dalla sua
espansione dietro ad essa.
Un problema del genere sul modello
di Alcubierre, venne evidenziato da Sergej V. Krasnikov,
dell’Osservatorio astronomico centrale di Pulkovo, vicino a San
Pietroburgo. Egli vide che l’interno della bolla non ha
connessioni causali con il suo margine anteriore. Come conseguenza la
bolla non può essere pilotata, avviata o arrestata dal
comandante dell’ipotetica astronave, ma bisogna operare una
programmazione anticipata da un agente esterno. Per aggirare tali
problemi, Kasnikov propose un’altra teoria molto interessante
definita dei “tunnel superluminali”, inerente un tubo di
spazio-tempo modificato (diverso dal varco spazio-temporale) che
connette un punto di partenza con una eventuale stella lontana. Tale
tunnel consentirebbe il viaggio solo in un senso e dovrebbe essere
creato dall’equipaggio dell’astronave durante il viaggio
di andata, effettuato a velocità subluminale . Il viaggio di
ritorno, al contrario, potrebbe essere effettuato alla velocità
consentita dalla curvatura. Il tunnel di Krasnikov implica, come
vedremo in seguito, energia negativa, così come le bolle di
curvatura ed altri metodi ipotizzati per effettuare viaggi
interstellari. Questo è un secondo metodo evidenziato per
effettuare viaggi a distorsione.
Dobbiamo tener presente che
nel momento in cui riuscissimo a costruire dei varchi
spazio-temporali o dei motori a curvatura, anche il viaggio nel tempo
diventerebbe realizzabile. Il trascorrere del tempo ,come sappiamo, è
relativo e dipende dalla velocità dell’osservatore, una
persona che lascia la terra in moto a velocità prossima a
quella della luce, al ritorno sarà invecchiata molto meno di
coloro che sono rimasti sul nostro pianeta. Sembra che la relatività
generale ci permetta tutti questi lussi, anche se le situazioni
finora descritte sembrerebbero violare buona parte delle leggi della
fisica da noi conosciute. Da quanto abbiamo descritto, abbiamo visto
che l’energia negativa è alla base di questo tipo di
propulsione futuristico.
La fisica quantistica, tuttavia,
impone delle rigide restrizioni all’utilizzo dell’energia
negativa, dette disuguaglianze quantistiche,
secondo le quali, ad esempio, maggiori sono le dimensioni di un varco
spazio-temporale e maggiore risulta essere l’energia negativa
necessaria per realizzarlo. Il problema consiste nel fatto che una
così elevata quantità di energia deve essere confinata
in una banda estremamente sottile. Qualora le disuguaglianze
quantistiche vengano applicate ai varchi spazio-temporali ed ai
motori di curvatura emerge che o tali strutture debbano essere
limitate a scale submicroscopiche o se sono macroscopiche, che
l’energia negativa rimanga appunto confinata in bande
estremamente sottili.
E’ stato stimato che l’energia
negativa capace di creare un varco di un metro nella trama del
continuum spazio-temporale debba essere uguale all’energia
fornita in un anno da 10 miliardi di stelle, per varchi più
ampi la situazione non cambia molto. Il problema che eventuali
progettisti incontrerebbero nel costruire macchine a curvatura
sarebbe quello di confinare queste enormi energie in volumi
estremamente ridotti. Nel modello di Alcubierre una bolla di
curvatura spazio-temporale che si muova a dieci volte la velocità
della luce deve avere una parte non più spessa di 10-32
metri. Una bolla abbastanza grande per contenere una nave di 200
metri richiederebbe una quantità di energia negativa pari a 10
miliardi di volte la massa dell’universo osservabile.
Chris
Van de Breock dell’università di Lovanio, Belgio, ha
proposto però un’altra teoria che impiega quantità
di energia molto inferiori ma pone l’ardua sfida di infilare
l’astronave in una bottiglia di spazio-tempo curvo il cui collo
misura 10-32 metri di diametro.
Abbiamo voluto
rimarcare più volte che la tecnologia necessaria per poter
costruire tutto ciò sia oggi come oggi improponibile, quanto
irrealizzabile. Pensiamo, tuttavia, per un momento, che agli inizi
del nostro secolo volare nel cielo era considerato come una sfida
stessa ai disegni di Dio e alle regole imposte agli uomini, oggi però
siamo andati sulla luna distante centinaia di migliaia di chilometri
e ci stiamo avvicinando sempre più ad orizzonti che sarebbero
sembrati, anche decenni fa, irrealizzabili. Nulla però vieta
che il progredire esponenziale delle nostre conoscenze e delle nostre
scoperte ci possa portare, non sappiamo quando, a realizzare anche
questo sogno.
Se come abbiamo detto riuscissimo ad alterare
il tessuto stesso dello spazio-tempo, facendolo espandere e
contrarre, il veicolo sottoposto a tale sistema si muoverebbe (non
nel termine che gli connotiamo noi abitualmente) insieme allo spazio
che lo circonda e avremmo lo stesso risultato di una tavola da surf
che si trova sopra un’onda.
La nave in questa maniera
non si troverebbe mai a viaggiare localmente a velocità
superluminali, poiché la luce verrebbe trasportata insieme
all’onda di espansione nello spazio. In questa maniera non
violeremmo nessuna delle leggi dettateci dalla fisica, le
bypasseremo semplicemente.
Si andranno a creare in tale maniera
enormi onde gravitazionali che però non sarebbero mai vicine
al veicolo e di conseguenza non minaccerebbero la salute di un
eventuale equipaggio.
Il costo della soluzione adottata però
deve tener conto che le varie configurazioni dello spazio-tempo sono
connesse ad una qualche distribuzione sottostante della materia e
dell’energia.
Perché lo spazio desiderato sia
“fisico”, occorre che si possa conseguire la
distribuzione richiesta della materia e dell’energia.
Abbiamo
finora esposto l’ipotetico funzionamento di un motore a
curvatura, che ci permetterebbe viaggi verso le stelle a costi di
tempo estremamente bassi e con rese eccezionali. Abbiamo voluto più
volte specificare che non esiste oggi, per quanto ne sappiamo, sul
nostro pianeta una tecnologia in grado di costruire un apparecchio
che sfrutti tale sistema di propulsione ma allo stesso tempo abbiamo
voluto evidenziare come molte teorie e scoperte che sono state
elaborate nel corso degli ultimi anni tendano ad avvalorare una sua
possibile costruzione futura.
Assodato che tale motore sia
costruibile, almeno in via ipotetica, dobbiamo tener conto però
del membro di destra delle equazioni di Einstein, ossia la
distribuzione della materia e l’energia richiesta per la
produzione della curvatura spazio tempo. [E=mc2 ]
Ipotetici
viaggiatori spazio-temporali che si muovessero all’interno di
questi varchi ad alta velocità, potrebbero misurare intorno a
loro una energia negativa, il tipo di energia necessario per produrre
una propulsione a curvatura. Ricerche dimostrano che anche
osservatori in quiete rispetto alla nave rivelerebbero una energia
negativa. Le soluzioni della relatività generale, richieste
per mantenere aperti i tunnel spazio-temporali, implicano che la
materia debba respingere gravitazionalmente altra materia. Nella
relatività generale troviamo un teorema grazie al quale questa
condizione equivarrebbe in generale a richiedere che l’energia
della materia sia negativa.
Qualora la regione centrale del
varco spazio-temporale fosse “costituita” da energia
positiva anziché negativa, le pareti interne collasserebbero e
occluderebbero il varco stesso, rendendo impossibile il suo
attraversamento da parte di un ipotetico velivolo spaziale. Il motivo
per cui la realizzazione dei varchi spazio-temporali richiede
obbligatoriamente energia
negativa, consiste nel fatto che all’interno del tunnel, si
troverebbero forze gravitazionali negative grazie alle quali le
pareti interne invece di collassare, si respingerebbero
reciprocamente, mantenendo così aperto il passaggio.
Dobbiamo
a questo punto concederci un piccolo spazio per precisare alcuni
punti. Come abbiamo potuto evincere da quanto detto, perché
possa avvenire una distorsione dobbiamo impiegare qualcosa che stiri
e tiri il continuum, questo qualcosa deve essere correlato con la
gravità e deve poter usufruire delle sue leggi. Nel corso di
questo secolo, miriadi di ricercatori si avvicinarono a soluzioni che
Einstein iniziò a prospettare prima di morire e che lo
assorbirono negli ultimi anni della sua vita, parliamo
dell’unificazione delle quattro interazioni fondamentali.
Come sapete bene l’intero universo, noi compresi, è
governato da quattro interazioni o forze fondamentali (quella
elettromagnetica, nucleare debole, nucleare forte e gravitazionale.
Dopo svariati decenni di ricerche, scienziati da tutto il mondo sono
riusciti a trovare punti d’appoggio nonché vere e
proprie correlazioni tra tre di queste quattro forze unificandole a
livello matematico e dandogli il nome di GUT
(Grande Teoria Unificata). In questa unificazione non è
presente però la forza gravitazionale che possiamo
sperimentare tutti i giorni ma i cui bosoni
vettori, detti gravitoni,
non sono stati ancora rilevati e a tale scopo sono stati varati vari
progetti internazionali il cui fine sarebbe proprio quello di portare
alla luce queste particelle enigmatiche.
Sarebbero proprio i
gravitoni che, opportunamente modulati, permetterebbero lo stiramento
e l’allungamento del tessuto spazio temporale, ma mancando la
prova sperimentale riguardo all’esistenza di tali particelle
non è possibile oggi pensare neanche ad un loro utilizzo
pratico, ma semplicemente teorizzare quelli che potrebbero essere i
loro impieghi. Le teorie a supporto della loro esistenza sono
molteplici, e avvalorerebbero anche le ipotesi dell’uomo che
nel 1918 le ipotizzo, Albert Einstein.
Ritornando al discorso
affrontato precedentemente, il fatto sorprendente per noi è
che nel momento in cui accostiamo la meccanica quantistica alla
relatività ristretta, vediamo una implicazione che, per quanto
riguarda almeno le scale submicroscopiche, presenta una
distribuzione locale di energia che può essere negativa. In
effetti sembra che le fluttuazioni quantistiche abbiano proprio
queste proprietà.
Abbiamo detto prima che il tessuto
spazio-temporale può essere modificato, piegandolo ed
increspandolo grazie ad una forte quantità di onde
gravitazionali focalizzate in un punto. Perché avvenga ciò
dobbiamo avere il controllo all’origine di una onda
gravitazionale, controllo che ancora ci sfugge. Il punto chiave del
controllo della gravità consiste nella scoperta di un tipo di
particella a noi noto a livello teorico, la scoperta dei gravitoni.
Sappiamo dalle teorie quanto-meccaniche che la forza di gravità
potrebbe essere causata dal continuo scambio di gravitoni tra due
corpi dotati di massa. Il risultato che avremmo, e in cui viviamo
senza accorgercene, sarebbe un’attrazione fra i due corpi.
Manipolando le stesse particelle potremmo imporgli una forza
repulsiva causando così il fenomeno definito antigravità.
Il
problema è se questa tecnologia sarà resa disponibile
al pubblico, se non è gia stata creata e utilizzata a nostra
insaputa. Spesso le innovazioni tecniche ed il loro ritmo non sono
destinati a soddisfare bisogni quanto invece a creare bisogni,
Dobbiamo quindi chiederci se il nostro bisogno, nostro inteso come
popolo e non come governo, sarà quello di spingerci oltre
certi confini.
Nei primi mesi di quest’anno siamo stati
molto sorpresi nel vedere una delle maggiori riviste di divulgazione
scientifica pubblicare, dedicandole niente meno che la copertina, un
articolo di due ricercatori statunitensi, Lawrence H. Ford e Thomas
A. Roman, della Tufts University inerente l’energia negativa e
la possibilità di distorcere lo spazio-tempo con essa.
In
questo affascinante articolo, pubblicato sulla rivista “Le
Scienze”, i due autori ci introducono nelle implicazioni e
nelle scoperte che nei loro dieci anni li hanno portati a formulare
un’ipotesi plausibile su come distorcere il continuum
spazio-temporale.
Secondo la fisica quantistica, ed in
particolare il principio di indeterminazione di Heisenberg, non è
possibile attribuire un valore di energia nullo al vuoto, in quanto
per farlo occorrerebbe un tempo di misura infinito. Ora per
l’equivalenza tra energia e massa, esiste una certa probabilità
che compaiano spontaneamente coppie di particelle-antiparticelle
virtuali per un tempo inversamente proporzionale alla loro massa,
secondo un fenomeno detto polarizzazione del vuoto in quella che
viene definita, come schiuma quantistica.
La continua comparsa e scomparsa di particelle virtuali va sotto il
nome di fluttuazioni quantistiche e lo smorzamento o l’attenuazione
di quest’ultime determina l’insorgenza, in alcune parti
del vuoto quantistico, di energia negativa.
L’energia
che ci serve per poter aprire un cunicolo capace di farci viaggiare
attraverso lo spazio-tempo, sostengono i ricercatori, è
veramente insolita, ma non è niente di fantascientifico, si
tratta dell’energia negativa. Con il termine “energia
negativa”, non vogliamo intendere però l’antimateria
(che ha sempre energia positiva), né dobbiamo associarla a
quella che viene comunemente chiamata energia “esotica”.
Le onde di luce ordinaria hanno densità di energia positiva o
nulla in diversi punti dello spazio, quando noi interagiamo con
alcuni stati che vengono definiti “spremuti”, la densità
di energia in un certo istante di tempo può diventare
negativa in qualche punto, per compensazione la curva di energia
positiva deve aumentare. Più elevato è il valore di
energia negativa e più breve è l’intervallo di
tempo che intercorre tra l’impulso di energia negativa e quello
di energia positiva.
Alcuni tra i più importanti
laboratori mondiali, come il Los Alamos National Laboratory (LANL),
sono riusciti a creare per brevissime frazioni di secondo impulsi di
energia negativa che purtroppo si sono dissolti pochi istanti dopo
per il consequenziale subentro massiccio di energia positiva. Il
problema attuale è quello di riuscire a contenere pacchetti di
energia negativa in ambienti stabili. Dalle ricerche compiute è
stato notato che la presenza di energia negativa è sempre ed
inderogabilmente associata ad energia positiva; ciò comporta
quindi che il nostro primo punto di ricerca sia quello di isolare i
due tipi di energia.
Il concetto di energia negativa è
presente in molte branche della fisica moderna e lo possiamo anche
ritrovare in quei misteri cosmici che sono i buchi neri.
Oggi
sappiamo che i buchi neri sono “oggetti” estremamente
complessi, le cui leggi sembrano violare alcune delle nostre più
accreditate conoscenze, siamo certi però che le singolarità
siano enormi produttori di energia negativa.
Stephen Hawking,
una delle menti più geniali di questo secolo, ha ipotizzato
una base per la creazione dell’energia negativa. Hawking
postula, che, nel momento in cui certe stelle iniziano a collassate e
quindi a morire, si vengono a sprigionare forze incredibili. Tali
forze condensano la materia a tal punto da portare stelle enormemente
più grandi del nostro sole a raggiungere il raggio di qualche
chilometro e la gravità diventa talmente forte da trattenere
qualsiasi radiazione. Si viene così a creare, per un fenomeno
a noi ancora ignoto, un buco nero che continua ad irradiare
radiazione (la radiazione di Hawking) e a contrarsi fino a che
l’orizzonte degli eventi scompare e la singolarità
interna viene esposta all’universo. Dal punto di vista
teoretico, Hawking ha osservato che la singolarità nuda (così
viene chiamata la singolarità di un buco nero quando viene
esposta all’universo circostante) presenta una massa negativa.
A conclusione di quanto detto, la scienza talvolta osteggia
teorie nuove, molte volte bollando gli stessi ricercatori come
“scienziati eretici”. L’unica speranza è che
nel momento in cui tali tecnologie saranno possibili non si
interpongano ragioni di stato o militari che ne vincolino o
precludano l’utilizzo. Come affermò Max Planck, grande
ricercatore di questo secolo : “ …l’ortodossia
scientifica è tutt’altro che immutabile e i fenomeni che
vengono derisi come assurdità in una data generazione possono
diventare oggetto di serio studio in quella successiva”.
E’
doveroso sottolineare, per l’ultima volta, tuttavia, che allo
stato attuale delle conoscenze scientifico-tecnologiche, non è
possibile realizzare sistemi propulsivi spaziali non convenzionali
che sfruttino la distorsione del continuum spazio-temporale al fine
di compiere viaggi interstellari.Qualora i ricercatori fossero in
grado di bypassare, in qualche modo, le fastidiose e noiose
disuguaglianze quantistiche, la realizzazione di tali sistemi
propulsivi diverrebbe verosimile e possibile. Nel momento in cui le
disuguaglianze quantistiche venissero aggirate e quindi i sistemi di
propulsione non convenzionale venissero realizzati, nessuno potrebbe
più ragionevolmente escludere la possibilità che
civiltà aliene tecnologicamente avanzate abbiano interagito,
interagiscano o interagiranno con il pianeta terra e l’umanità.
Bibliografia:
- Lawrence M. Krauss, “La fisica di Star Trek”, ed. TEA 1995
- John Gribbin, “Costruire la macchina del Tempo, viaggio attraverso
i buchi neri ed i cunicoli spazio-temporali”, ed. Aporie 1999
- Le Scienze” numero 379 marzo 2000
- Physic Review, Quantum Gravity 11 (1994) L73-L77m Printed in UK
- Materiale inviato da Marc G. Millis del NASA Breakthrough Propulsion Physic
Program
Ritorno alle pillole
CUSI - Centro Ufologico della Svizzera
Italiana