Psicoanalisi e contatto cosmico

Di Candida Mammoliti

Relazione per il convegno di S. Marino.

Buongiorno gentili Signore e Signori
"Non so quanto ognuno di voi sappia sulla psicoanalisi dalle letture o per sentito dire.Sono comunque obbligato a rendere noto, che essa rappresenta un cammino irto di difficoltà e di affermazioni sgradevoli che urtano contro pregiudizi intellettuali ed estetico-morali".

Inizia così una delle numerose relazioni di Sigmund Freud, colui che è considerato a tutt'oggi il padre della psicoanalisi, presentata ad un pubblico accademico nell'Università di Vienna all'inizio di questo secolo. "La prima di queste sgradevoli affermazioni della psicoanalisi", continua Freud, "è che i processi psichici sono di per sé inconsci e che di tutta la vita psichica sono consce soltanto alcune parti e alcune azioni singole. Tenete presente che, al contrario, noi siamo abituati ad identificare lo psichico con il cosciente. La coscienza è da noi ritenuta addirittura la caratteristica che definisce lo psichico, la psicologia la dottrina dei contenuti della coscienza. Questa equiparazione ci sembra talmente ovvia, che crediamo di avvertire come palese controsenso ogni sua contestazione. Tuttavia la psicoanalisi non può fare a meno che sollevare questa contestazione, né può accettare l'identità di cosciente con psichico, bensì deve sostenere che esiste un pensiero inconscio e un volere di cui si è inconsapevoli."

Sigmund Freud, nato il 6 maggio 1856 a Freiberg, in Moravia, uno dei più insigni studiosi dell'animo umano, era abituato a giocarsi la simpatia di tutti gli amici della sobrietà scientifica del suo tempo. I suoi studi e le sue teorie innovative pubblicate in numerosi saggi hanno voluto scuotere le fondamenta di una civiltà sostanzialmente moralista e pervasa da condizionamenti etico-religiosi. Freud suddivide l'interiorità individuale in una parte psichica, fondamentalmente inconscia, che definisce "il cieco ES", nell'IO, ovvero parte razionale e cosciente, espressione dello stato evolutivo dell'individuo e nell' "SUPER-IO", che significa letteralmente "ciò che è al di sopra dell'Io", inteso come rigida strutturazione sociale, le norme e le leggi che regolano la vita degli uomini. L'Io si troverebbe dunque teso tra gli impulsi psichici inconsapevoli e le regole di adattamento alla società in cui vive.Carl Gustav Jung, nato il 26 luglio 1875 a Kesswil, nel cantone svizzero di Turgovia, medico e psicologo dalle conoscenze enciclopediche, si spinse oltre le teorie freudiane, sostenendo l'esistenza dell'inconscio collettivo, una "zona transpersonale" situata nelle profondità del nostro essere, scenario inesplorato, luogo di manifestazione dei fenomeni "dell'anima dei popoli", una sorta di "piazza" dove ci siamo noi con la nostra individualità e dove evidentemente ci sono anche "altri" o quantomeno i loro influssi.

Oltre all'inconscio collettivo, Jung studiò molti altri aspetti dell'indole umana con tutte le sua caratteristiche, osservandone attentamente le sue interrelazioni con l'ambiente circostante, inteso come vicino, immediato, etnico-sociale, universale. Di particolare importanza ritengo siano state le sue ricerche riferite all'energetica psichica, su cui intendo soffermarmi. Jung sostiene che sia stato dibattuto a lungo il problema se l'evento psichico possa o no essere sottoposto anch'esso a una concezione energetica. Non esiste a priori nessun motivo per cui ciò non dovrebbe essere possibile, poichè non vi sono ragioni di distinguere l'evento psichico dai dati obiettivi dell'esperienza, dal momento che anche ciò che è psichico può essere a sua volta oggetto d'esperienza. Il concetto di energia psichica è da un punto di vista scientifico altrettanto legittimo quanto quello di energia fisica e l'energia psichica ha le stesse misure quantitative e le stesse diverse forme dell'energia fisica.

Inoltre egli dichiara di essere persuaso che l'energia psichica sia intimamente connessa con il processo fisico, benché al momento attuale non siamo a perfetta conoscenza come ciò avvenga. La relazione psicofisica è, a suo parere, un problema che un giorno sarà risolto. Intanto però, la psicologia non deve lasciarsi arrestare da questa difficoltà, ma può considerare la psiche come un sistema relativamente chiuso che merita essere trattato come un fenomeno in sé e non come epifenomeno della chimica organica del nostro corpo.

Possiamo quindi affermare quanto segue:

1. Le energie psichiche sono quantità e grandezze analoghe alle energie fisiche
2. Esse sono reciprocamente trasformabili l'una nell'altra, in quanto forme diverse del lavoro psichico e della potenzialità psichica.
3. Possono ugualmente essere trasformate in energie fisiche e viceversa grazie all'intervento dei processi fisiologici.

Le energie psichiche non sono quindi da ritenere un epifenomeno biologico, bensì un sistema relativamente chiuso.

Ma dove potremmo ubicarlo?

Molte culture antiche ammettevano l'esistenza di un altro corpo oltre al nostro corpo fisico. Possiamo definirlo un doppio energetico avente le stessi forme di quello fisico.

In Egitto era noto come ka, i Greci lo conoscevano come eidolon, i Romani come larva, mentre nel Tibet ancor oggi è chiamato il corpo bardo. In Germania era ed è denominato energetischer Doppelgänger, oppure Astralkörper, in Norvegia è il fylia, gli antichi britannici gli davano vari nomi: fetch, waft, task e fye. Per i cinesi è il thankie, per gli indù il pranamayakosha.Il doppio energetico, o semplicemente il corpo astrale, è a sua volta formato da diversi corpi sottili e composto da diverse "sostanze".

I fenomeni astrali sono da anni oggetto di intenso studio presso la Society of Psichical Research a Londra. Uno dei maggiori studiosi in questo campo è l'inglese Robert Crookall, biologo e geologo, che ha aggiunto una gran mole di dati alle già esistenti conoscenze in questo indubbiamente difficile settore. In base alle sue ricerche egli evidenzia una componente semifisica del corpo astrale, costituita da ectoplasma, o da ciò che egli chiama "la parte ultra-gassosa ed elettromagnetica dell'intero corpo fisico".

Vi è anche la prova che il doppio energetico è fondamentalmente di natura elettrica, la cui funzione è interconnessa con quella degli elettroni; ma non solo, tutti i campi elettrodinamici che tengono insieme il nostro organismo sono in interrelazione con il veicolo astrale. Veicolo astrale, si perchè di un "veicolo" in realtà si tratta, il quale, in particolari circostanze, può essere proiettato dall'individuo fuori dal corpo fisico.

Rimanendo pur sempre collegato tramite il cosiddetto "cordone argenteo" al corpo materiale, esso può viaggiare oltre la dimensione fisica e sensoriale in maniera appunto extra-corporea, extra-sensoriale e riportare a livello conscio, inconscio oppure onirico dell'individuo tutte le esperienze raccolte durante la proiezione fuori dal corpo. Il veicolo astrale è chiaroveggente ed emotivamente ricettivo oltre la soglia del proprio essere in un modo che posso solamente definire collettivo. Esso sarebbe inoltre in grado, per sua affinità naturale, di assorbire energia cosmica, una forza presente ovunque.

Osservando le tradizioni di antichi popoli e tribù, che troppo spesso nelle nostre latitudini sono spregevolmente definiti "primitivi", scopriamo quanto profonda sia la loro saggezza.

I Dakota, per esempio, concepiscono così questa forza: il sole è wakanda, non il wakanda o un wakanda, ma semplicemente wakanda. La luna è wakanda, e così pure il tuono, il fulmine, le stelle, il vento. Sono wakanda anche gli animali, gli uomini, specialmente gli sciamani, e così pure i demoni degli elementi e gli spiriti. L'espressione wakanda può forse essere resa, a preferenza di ogni altro termine, con "segreto", ma anche questo concetto è troppo ristretto, perciò wakanda può significare anche sacro, vecchio, grandezza, animato, immortale.

Analogamente al wakanda dei Dakota, l'oki degli Irochesi, il manitù degli apache, sono usati da questi popoli nel significato astratto di "energia produttiva". Wakanda è la concezione di un'energia vitale o di una forza universale diffusa ovunque, invisibile, ma che può essere maneggiata e trasferita.

Molto simile è il concetto di wong presso i popoli della Costa d'Avorio. Wong può essere un fiume, un albero, un amuleto e così pure laghi, sorgenti, termitai, alberi, coccodrilli, serpenti, uccelli. Wong sta a dimostrare un rapporto dinamico tra l'uomo e la creazione.

Le ricerche dell'etnologo C. Lumbholtz, pubblicate nel suo libro "Unknown Mexico", hanno dimostrato che anche i Huichol messicani possiedono una concezione fondamentale di una forza che circola tra gli uomini, gli animali, le piante e che è presente in tutto il creato.

E che dire degli antichi celti, che con i loro riti druidici e le loro conoscenze sulle leggi che governano la natura erano in grado di porsi al di sopra della realtà materiale e visibile per mettersi "in contatto con una realtà superiore", una dimensione che andava ben oltre la percezione sensoriale.

Narra Tuan Mac Carell, un capo irlandese della contea di Donegal, nel suo libro scritto attorno il 1100 d.C., che in tempi remoti e imprecisabili scese dal "cielo" un popolo di divinità denominato "Tuatha de Danann", definizione questa significante "le genti del dio la cui madre è Danu". Talvolta Danu porta anche il nome di Brigit, una dea tenuta in grande onore nell'Irlanda pagana. Danu era figlia del dio Dagda, "il buono" e madre di Ecne che significa "sapienza e poesia".

La tribù a cui diede il suo nome rappresenta la personificazione più chiara delle potenze della luce e della sapienza che si trova nei miti irlandesi. Bisogna ricordare che tra tutte le tribù mitiche, Tuan Mac Carell attribuì la qualifica di "dei" soltanto al popolo di Danu, definito da lui stesso (Mac Carell) anche "popolo dei megaliti" e divinità tutelari delle scienze e della poesia, conoscitori delle energie universali.

Ritornando ai nostri giorni e da quanto fin qui esposto possiamo dedurre che siamo sostanzialmente energia e che ogni forma fisica è un'espressione dell'energia stessa che la contiene. Abbiamo evidenziato che il nostro raziocinio, legato com'è ai nostri sensi, non può inabissarsi fino in fondo al nostro mondo interiore. Rimane quindi in noi una "zona inesplorata", l'inconscio personale o collettivo che sia, dal quale emergono in continuo impulsi e sensazioni che il nostro stato cosciente cerca di elaborare.

In ufologia abbiamo potuto ripetutamente constatare nell'ambito dello studio degli incontri ravvicinati del terzo e del quarto tipo, che sono esattamente le nostre energie, oltre alla nostra biologia, a destare particolarmente l'interesse di coloro che ci contattano e evidentemente ci studiano, l'utilizzo delle loro energie mentali, spirituali o altamente tecnologiche, le terminologie si confondono, nell'avvicinarci e nel comunicarci sin dai tempi remoti messaggi universali. Evidentemente ciò non sarebbe possibile se tra noi e loro non esistessero delle similitudini ed affinità. Una volta in più ci si rende conto, che occuparsi di ufologia e di fenomeni extraterrestri significa al medesimo tempo cercare di capire meglio chi siamo, da dove proveniamo e dove siamo diretti. Banditi i fanatismi e gli aspetti patologici del contattismo ci troviamo di fronte ad una palese realtà che ci mostra che per nostra integra e naturale costituzione siamo da sempre compartecipi ad un universo multidimensionale, di cui noi stessi ne rappresentiamo con tutte le nostre caratteristiche uno specchio. Siamo un microcosmo nel macrocosmo, popolato da creature diversificate tra di loro, così come d'altronde lo siamo anche noi.

Sono persuasa, che nella nostra interiorità vi siano tutte le soluzioni e le risposte ai nostri grandi enigmi ed interrogativi esistenziali, ma che queste giacciano nascoste in quella parte di noi che i padri della psicoanalisi Freud e Jung appunto hanno denominato "l'inconscio", personale o collettivo.

Se lo desideriamo veramente, nulla ci potrà distogliere dal riconoscerle, a tempo debito, inseguendo il nostro cammino evolutivo su questo pianeta, che irrefrenabilmente, nonostante le macchinazioni e le menzogne legate a sinistre forme di abuso di potere, ci condurrà ad una consapevolezza maggiore di noi stessi e, a mio avviso, ad un inevitabile contatto cosmico tutto da scoprire al quale siamo storicamente destinati.

Fonti bibliografiche:

BGreen.gif (1209 byte) Introduzione alla psicoanalisi, Sigmund Freud, ed. Boringhieri
BGreen.gif (1209 byte) Energetica psichica, Carl Gustav Jung, ed. Boringhieri
BGreen.gif (1209 byte) L'inconscio, Carl Gustav Jung, ed. Oscar Mondadori
BGreen.gif (1209 byte) Il corpo astrale, Herbert B. Greenhouse, ed. Armenia
BGreen.gif (1209 byte) I miti celtici, T.W. Rolleston, ed. TEA

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