Speciale Stonehenge
Il computer di pietra
di Marco Fornari. Stonehenge è il più noto monumento megalitico del mondo, probabilmente
il più visitato e sicuramente il più misterioso. Si trova nel cuore dell'Inghilterra
meridionale, immerso nella campagna del Wiltshire, una zona particolarmente ricca di siti
megalitici. Ma che cosa sono i megaliti? Si tratta di enormi pietre a volte informi, a
volte squadrate che le antiche culture nord europee erigevano per scopi non ancora del
tutto chiari. Questi antichi monumenti (forse i più antichi del mondo) si trovano isolati
nella campagna, allineati in interminabili file, come a Carnac in Bretagna o disposti a
cerchio come a Stonehenge. I popoli che li hanno eretti migliaia di anni fa non hanno
lasciato testimonianze scritte e solo l'archeologia moderna consente in parte di far luce
su questo mistero.
- L'alba di Stonehenge
La costruzione di Stonehenge (parola che significa le pietre sospese) è avvenuta, secondo
gli archeologi britannici in varie fasi.
La prima Stonehenge fu costruita intorno al 3500 a. C da una comunità di pastori
seminomadi dediti anche all'agricoltura che, probabilmente per motivi religiosi,
realizzarono un argine circolare con un fossato e scavarono intorno al perimetro una
cinquantina di buche ancora visibili chiamate Aubrey Holes.
Appena fuori dall'entrata di questo complesso venne eretta anche la prima pietra
verticale, la Heel Stone. Un paio di secoli dopo venne tracciato un viale tra due argini
per collegare il sito con il fiume Avon (distante circa tre chilometri). Dalle Prescelly
Mountains (nel nord del Galles) furono quindi trasportati ottanta massi di turchese
dapprima per via marittima poi per via fluviale a bordo di enormi zattere. I blocchi
furono poi trascinati, facendoli scorrere su rulli per tutto il viale che conduceva a
Stonehenge dove vennero eretti a formare due cerchi concentrici. A quest'opera titanica ne
fece seguito a breve distanza un'altra. I massi di turchese furono infatti rimossi per far
posto ad altri enormi blocchi di pietra, pesanti circa 25 tonnellate, trasportati dal nord
del Wiltshire. Questi nuovi blocchi di pietra, che sono quelli attualmente visibili nel
complesso, vennero sistemati collocando una pietra orizzontale a mò di architrave sopra
due pietre verticali e dando così origine ai triliti (così chiamati perchè composti da
tre pietre). I triliti vennero disposti a formare esternamente un cerchio e internamente
un ferro di cavallo, disposizione ancora oggi riconoscibile.
Circa 1500 anni dopo la prima costruzione, Stonehenge subì altre modifiche. I massi di
turchese furono ricollocati, ma all'interno del cerchio di pietre e nello stesso periodo
di fronte a uno dei triliti venne posta quella che oggi è conosciuta come la Pietra
dell'Altare, un grosso masso di arenaria verde proveniente dal Galles.
Gli studiosi sono concordi nell'affermare che Stonehenge venne abbandonato circa tremila
anni fa.
- La riscoperta di Stonehenge
Perso il ricordo della civiltà che lo aveva realizzato il monumento cominciò a decadere
inesorabilmente e lo scopo per cui era stato costruito divenne un vero e proprio enigma.
Conosciuto dal popolo dei Sassoni (furono loro a chiamarlo Stonehenge) e descritto in
alcune cronache medievali, il complesso megalitico venne tuttavia riscoperto soltanto nel
XVII° secolo, quando re Giacomo I, durante un soggiorno nell'attuale Wiltshire fu
incuriosito da quel gruppo di pietre che, si diceva, erano lì fin dalla notte dei tempi.
Il sovrano diede incarico a un noto architetto dell'epoca, Inigo Jones, di scoprire
l'origine di quel complesso. Jones svolse numerose e lunghe ricerche e giunse alla
conclusione (errata) che si trattava di un tempio romano risalente al 79 d.C.
Da allora le possibili spiegazioni sullo scopo e la destinazione del complesso megalitico
si sono succedute una dopo l'altra. Si avanzò l'ipotesi che si potesse trattare di un
luogo sacro ai druidi e qualcuno affermò addirittura che sulla Pietra della Altare si
sarebbero svolti dei sacrifici umani. Ma questa ipotesi venne poi abbandonata per far
posto a teorie basate su fatti più concreti: una di queste teorie parte dalla scoperta
negli Aubrey Holes dei resti di defunti cremati. Dal momento che, come si è potuto
constatare, il sole di mezza estate (periodo da sempre carico di simbolismo religioso)
sorge tra la Heel Stone e un'altra pietra oggi non più visibile, si è ipotizzato che
forse i primi costruttori di Stonehenge intendevano esporre i popri morti al sole
dispensatore della vita e che quindi la prima funzione del luogo era legata ai riti
funerari.
Per Joni Michell, scrittore e ricercatore inglese, i megaliti di Stonehenge sarebbero un
tempio cosmico dedicato alle dodici divinità dello zodiaco che rappresenterebbe così la
cosmologia ideale, ovvero la perfetta e completa immagine dell'universo.
Quello che è certo è i costruttori di Stonehenge non erano degli sprovveduti, ma
possedevano notevoli conoscenze e una grande abilità.
Agli inizi del Novecento l'astronomo e scienziato inglese Sir Norman Lockyer, direttore
del Laboratorio di Fisica Solare (e fondatore della rivista Nature) pubblicò un'opera
intitolata Stonehenge e altri megaliti in Inghilterra affermando che molti cerchi
megalitici inglesi erano curiosamente orientati nella direzione del Sole e di altre
stelle. Lokyer si era già dedicato allo studio degli allineamenti astronomici nei
monumenti antichi e in particolare aveva condotto ricerche sulle piramidi egizie,
anch'esse orientate con il sole.
Il libro dello scienziato inglese conteneva in realtà molte imprecisioni ma spianò la
strada ad altri ricercatori che si cimentarono in quella disciplina relativamente recente
che viene chiamata astroarcheologia. Tra questi il dottor Alexander Thom, professore di
Ingegneria all'Università di Oxford che, nel 1930 cominciò una minuziosa indagine
visitando tutti i siti megalitici inglesi ed effettuando meticolose misurazioni
topografiche. Le sue sconcertanti conclusioni furono pubblicate solo nel 1967: secondo
Thom, che visitò 600 siti megalitici, i cerchi di pietra erano stati tutti progettati con
criteri geometrici ed erano stati orientati in senso astronomico con una precisione
incredibile.
Alle stesse conclusioni giunse anche Gerald Hawkins, professore di astronomia presso
l'università di Boston che però si spinse ancora più in là, sviluppando negli anni
Sessanta una teoria affascinante basata su rigorosi calcoli matematici. Secondo Hawkins
Stonehenge era un sofisticatissimo strumento per osservare il cielo. Una sorta di
osservatorio che poteva servire anche per eseguire calcoli astronomici. In pratica un
computer di pietra.
Con l'aiuto di un moderno calcolatore, Hawkins decodificò la posizione della luna, del
sole e delle stelle come dovevano essere nel 1500 a. C. mettendo in relazione la posizione
di alcuni massi con il sorgere del sole a metà inverno o con i tramonti della luna. Non
solo, riuscì anche a dimostrare che i megaliti di Stonehenge potevano essere utilizzati
per prevedere le eclissi lunari e solari.
Per quanto inizialmente contestata, la teoria di Hawkins fece molti proseliti. Il
professor Richard Atkinson dell'Università di Cardiff in un primo tempo sottovalutò le
scoperte del collega di Boston, liquidandole come fantasie, ma in seguito cambiò idea
arrivando ad ammettere che la divergenza tra gli archeologi nasceva dal fatto che era
difficile accettare l'idea che in pieno Neolitico una civiltà in Europa possedesse
conoscenze astronomiche e matematiche così profonde. A quell'epoca infatti, secondo
quello che si legge nei libri di storia, solo in Medioriente esistevano civiltà
abbastanza evolute, prima fra tutte quella egizia. L'Europa avrebbe dovuto essere ancora
in uno stadio molto vicino alla barbarie...
- Stonehenge e i Druidi
Nel 1976 il dottor Euan MacKie, dell'Hunterian Museum di Glasgow scoprì presso Durrington
Walls, un sito preistorico vicino a Stonehenge, tracce di un insediamento vecchio di 4500
anni che attesterebbe la presenza di uomini organizzati in una società più evoluta di
quelle del resto della regione. Una società di uomini che potrebbero essere i costruttori
dei megaliti. Dunque, contrariamente a quanto si pensa la Civiltà non è originaria
dell'area mediorientale, ma si è evoluta indipendentemente in varie regioni del globo?
Per alcuni è possibile. Come è anche possibile che la capacità di realizzare opere
così imponenti e sofisticate sia stata il frutto del genio di un singolo. Resta comunque
il mistero di come facessero i costruttori di megaliti a tramandare le loro conoscenze
senza utilizzare la scrittura. A questo proposito Richard Atkinson ipotizza che le nozioni
astronomiche e matematiche venissero tramandate oralmente. E qui entrano in gioco i Druidi
che, secondo quanto ci riferisce anche Giulio Cesare (giunto in Britannia 1500 anni dopo
l'ultima costruzione di Stonehenge) avevano notevoli capacità mnemoniche che utilizzavano
per trasferire oralmente ai propri discepoli il loro patrimonio di conoscenze evitando
così che esso cadesse nelle mani del volgo. L'ipotesi che i Druidi potessero essere gli
eredi degli antichi costruttori di megaliti avrebbe quindi tutto sommato un fondamento.
Nel 1833 vide la luce a Londra l'Antico Ordine Unito dei Druidi, una sorta di massoneria
che tra i vari rituali comprendeva periodiche visite a Stonehenge per celebrare il giorno
del solstizio d'estate. Il legame tra questo ordine e gli antichi Druidi è praticamente
inesistente ma ha contribuito a radicare nell'opinione pubblica l'associazione spontanea
Stonehenge=Druidi. Fino al 1985 la cerimonia di mezza estate ebbe luogo ogni anno. Il
rituale veniva officiato nella piana di Stonehenge dai confratelli dell'ordine
rigorosamente vestiti di bianco che sfilavano tra i megaliti suonando arpe e trombe
cantando e bruciando dell'incenso. Culmine della celebrazione era l'omaggio alla Heel
Stone. La cerimonia fu in seguito proibita dalle autorità per evitare che il monumento
subisse danni.
In ogni caso quale che sia lo scopo originario della struttura megalitica di Stonehenge,
tutti sono concordi nell'affermare che essa emana una suggestione a cui è molto difficile
sottrarsi. In tempi neanche tanto lontani si pensava che i megaliti avessero addirittura
dei poteri di guarigione e che potessero favorire la fertilità. Il che significa che,
almeno nell'inconscio popolare, Stonehenge è un luogo davvero speciale.
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