Messaggi da forze sconosciute - Le Impronte del Graal
di Candida Mammoliti

La relazione tre gli antichi miti arturiani, UFO e cerchi nel grano

scheda22_01.jpg (16847 byte)Un soffio di vento scivola tra le opulente messi di grano dell’Inghilterra meridionale. Una calda notte d’estate, rischiarata da un cielo stellato e immersa nel silenzio, interrotto solo dal canto dei grilli. All’improvviso un agricoltore della zona ode uno strano rumore, simile ad uno scricchiolio di paglia schiacciata, e nota in cielo una luce candida ed abbagliante che si mette a danzare per qualche istante e poi scompare. L’indomani mattina, impresso in un campo di grano, viene trovato inspiegabilmente un pittogramma, detto la chiave, che punta con precisione su Silbury Hill, la più grande collina europea eretta da mani umane, un tumulo funerario riferito all’antico culto druidico. Il pittogramma si estende maestoso sulle messi. un disegno di assoluta perfezione, dai contorni nitidi, scolpiti nel grano. Le sue forme sono date dalle spighe piegate al suolo secondo un sistema a spirale di perfezione matematica. Ma questo non è l’unico pittogramma ritrovato in ciò che oggi viene definito un Paesaggio Sacro nella "Terra degli Angeli", l’Inghilterra (England, da "Angel-Land" ). Dal 1990 sono centinaia i simboli misteriosi rinvenuti nei campi di grano, segale o colza nelle immediate vicinanze della Tor Hill, una collina sacra che, a dire degli storici, avrebbe permesso agli uomini del passato l’accesso ad un’altra dimensione. Lo stesso fenomeno si è verificato a Glastonbury e Avebury, nelle quali la tradizione identifica rispettivamente la mitica Avalon dell’epoca arturiana e Camelot, residenza di re Artù. Non di meno accade a Stonehenge, che studiosi ed astronomi ipotizzano trattarsi di un osservatorio astronomico formato da megaliti, vecchio almeno quanto le piramidi d’Egitto. Una specie di "computer astronomico della preistoria", luogo operativo degli iniziati celti come Merlino, concepito da una vergine e da un demone che aveva abusato di lei nel sonno. Merlino il grande Druido ereditò così la scienza infusa e la conoscenza delle cose passate e future. Il tentativo di comprendere l’apparire dei misteriosi simboli nel grano ci spinge nel passato, dove nel vissuto di personaggi remoti risiedono le radici di questi fenomeni, e forse anche la loro chiave di lettura.

Un fascio di luce dalle stelle

Primo secolo dopo Cristo. Giuseppe di Arimatea, discepolo di Gesù, dopo un lungo viaggio dal Medio Oriente intrapreso con alcuni pellegrini, giunge a Glastonbury, portando con sé un sacro calice, forse lo stesso usato durante l’ultima cena, il Graal. Si tratta di un oggetto prezioso, dal quale scaturiscono energie apportatrici di benefici e chiaroveggenza, nonché virtù di luce, di rivelazione e di mantenimento della vita oltre i limiti umani. Il materiale di cui è composto il Graal è ignoto, ma viene definito pietra celeste o pietra della luce. Attentamente sorvegliato e custodito da alcune vergini nel castello del Graal, esso assume il significato di cuore di Cristo o anche centro del mondo, ed ha la proprietà di apparire soltanto a coloro che vi cercano l’origine di ogni cosa, il Sè…. Chi vi si avvicina necessita una preparazione spirituale intensa. Come per l’albero della vita nella Genesi, ne fa la guardia la potenza Cherubim. Gli elementi di questa narrazione non sono frutto di leggende o antiche credenze popolari, la loro presenza nella tradizione del Graal è ben reale. Essi costituiscono anzi il filo conduttore per riconnettere all’aspetto metastorico ed iniziatico della leggenda del Graal anche l’aspetto storico, relativo ad avvenimenti particolari. Lungi dall’essere primitive nel senso di originarie, gran parte delle tradizioni in questione altro non sono che riferimenti ad antiche civiltà, forse non terrestri. Così oggi è impossibile capire cosa fosse il "fascio di luce proveniente dalle stelle" che illuminò una roccia nella piazza della cittadina di Carduel, una notte di Natale del sesto secolo dopo Cristo, nel meridione della terra Anglosassone. Una luce dalla quale discese una spada, che si conficcò fino all’elsa nella pietra, detta anche pietra nascosta o materia prima. La spada raffigura l’arma della conoscenza, che si ricava da se stessi e che potrà rivelarsi nel momento opportuno. Quando nelle cose umane e nelle umane istituzioni ci si trova in un vicolo cieco, bisogna rimettersi al potere divino. Excalibur, la spada della verità, viene estratta dalla roccia senza alcun sforzo dal sedicenne Artù, figlio illegittimo di Uter Pendragon, re di Logres, e di Ingerne, moglie del duca di Tintagel. Artù, inconsapevole delle sue discendenze regali e incaricato dal destino di riscoprire le sue origini, creerà l’unione cavalleresca della Tavola Rotonda. Formazione istituzionale, questa, basata sull’uguaglianza (tavola rotonda, cioè senza angoli contrapposti gli uni agli altri), e di cui fecero parte numerosi cavalieri appartenenti alla Cavalleria Spirituale.

I cavalieri della Tavola Rotonda

Non se ne conosce il numero esatto, ma pare siano stati oltre cinquanta, tra cui Galvano, Parsifal il visionario, Lancelot du Lac, Gahariet, Agravain e molti altri, tutti personaggi impegnati nella cerca del Graal. Sarebbe troppo complesso descrivere le loro molteplici avventure iniziatiche, teniamo dunque presente solo alcuni aspetti. Tali avventure o prove possono essere distinte in due gradi:

  1. Conferma delle qualità guerriere e virili dei cercatori del Graal.
  2. L’iniziale atteggiamento psicologico aggressivo e bellicoso è destinato a trascendere la forza fisica per raggiungere la sapienza ed una vocazione interiore.

Queste caratteristiche vengono incarnate dalla Dama che contempla, l’amante immortale o spirito immanente. La dama ed il Graal sembrano fondersi talora in un solo ed unico fine, quello di condurre i cavalieri erranti alla conoscenza di una originaria verità ultraterrena. Così, per esempio Parsifal, dopo essere divenuto cavaliere della Tavola Rotonda, viene rapito dal canto degli uccelli ed inizia così a obbedire alla sua vera natura, concretizzando i suoi desideri più profondi. Un simbolismo a cui possiamo solo accennare. Gli esseri dell’aria, gli uccelli, in molte tradizioni, compresa quella cristiana, hanno simboleggiato nature ultraterrene, dei o angeli, così come la lingua degli uccelli ha simboleggiato la lingua degli dei, compresa in una fase di risveglio interiore del proprio essere. Parsifal ed altri cavalieri della cerca "cadevano sporadicamente nel sonno iniziatico", di cui non ricordavano alcunché, e durante le loro avventure venivano spinti sull’isola-rotante o isola-torre, dove appariva la nave. Questa nave introduceva il motivo del mandato o compito, essa conteneva infatti la spada e la corona aurea, in relazione con l’albero delle vita e la regalità sacra (re David).

Pittogrammi e antichi luoghi di culto

Ecco altri pittogrammi scoperti nelle immediate vicinanze di antichi luoghi di culto nell’Inghilterra meridionale ed in Germania:

Alton Barnes, luglio 1990. Il colossale pittogramma si estende per 168 metri in lunghezza. I suoi disegni fanno pensare a chiavi, ruote o dischi. Migliaia di visitatori sono accorsi per vederlo.

Alton Barnes, 2 luglio 1991. Poco lontano dal luogo dove era apparso il precedente pittogramma, ne appare un altro, detto il manubrio. Misura circa 90 metri in lunghezza.

Barbury Castle, 16 luglio 1991. Ai piedi della fortezza collinare, risalente all’età del ferro, appare un pittogramma dalla geometria sacra. Secondo lo studioso del fenomeno John Michell, questo simbolo racchiuderebbe in se il principio del Tre in Uno, in quanto la superficie del cerchio centrale è esattamente la somma delle superfici dei tre cerchi che lo circondano.

Grasdorf, Bassa Sassonia, 22 luglio 1992. Questo gigantesco pittogramma non è stato scoperto in Inghilterra bensì in Germania, nelle vicinanze di Thierberg, luogo di culto germanico, e si estendeva su ben 5000 mq di grano, per una lunghezza di 100 m. ed una larghezza di 50 m. La figura era costituita da sette simboli e tredici cerchi. Nel mezzo di quello centrale, una croce, l’antico simbolo del Sole. Nell’insieme ricordava il noto graffito scandinavo del Carro del Sole, venerato dai germani del nord. Il due agosto si presentò sul posto un uomo in tuta azzurra da lavoro, munito di un costoso metal detector, il quale trovò nel pittogramma tre piastre metalliche del diametro di circa 25-30 cm., del peso di cinque chilogrammi l’una, che recavano impresso lo stesso motivo. Interpellato, il gioielliere della città constatò che le piastre erano costituite di tre strati sovrapposti, uno di oro di grande purezza, il secondo di argento ed il terzo di bronzo. Non si è potuto sapere più nulla dello strano personaggio in tuta da lavoro azzurra e nemmeno si sa chi abbia sotterrato le piastre nel campo di grano in questione.

Pensionati e Porcospini

Nonostante la massiccia presenza di centinaia di crop-circles in Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Svizzera, Ungheria, Canada, Giappone, Australia, Porto Rico e altre nazioni, c’è chi sostiene che si tratti di falsi. Però è certo che non sono stati i pensionati britannici Doug Bower di 70 anni e Dave Chorley di 65 anni a costruire con l’inganno e l’aiuto di qualche asse da cantiere edile i primi cerchi, e nemmeno alcuni studenti buontemponi tedeschi. Non si tratta né di turbini di vento, né di forze geomagnetiche. Tra le varie ipotesi fornite, ecco la più divertente: i cerchi potevano essere stati impressi nel grano da ricci e porcospini nel momento della copula dai loro rivali in amore, che, quali involontari spettatori della scena, correvano in tondo ad una certa distanza dalla coppia, marcando così il bordo esterno dei cerchi. Tuttavia, per gli ormai noti motivi di debunking o cover-up, qualcuno si è divertito a creare artificialmente dei cerchi nel corso del 1992. Ma le differenze sono evidenti, come mostrato dalle immagini. Non si tratta di forme geometriche perfette, e le spighe risultano essere state calpestate e danneggiate. Secondo Sun Bear (orso solare), anziano e saggio guaritore indiano dei Chippewa, i cerchi nel grano sono simboli simili ai cerchi rituali degli antenati del suo popolo, come quelli che si trovano dipinti o incisi sulle pareti delle caverne e sulle tombe preistoriche in Europa e nel resto del modo. Sono i cerchi della antica religione materna, in cui la Terra veniva venerata come "madre dispensatrice di vita". "Dobbiamo tornare ad onorare e rispettare la Terra", dice Sun Bear, "ritrovare il rispetto per la natura equivale al rispetto per noi stessi".

scheda22_03.jpg (10166 byte)I pittogrammi, a mio parere, possono essere interpretati come messaggi simbolici provenienti dal cosmo, una forma di scrittura universale ed ancestrale che, attraverso bellissime immagini, vuol farci capire a livello subcosciente una realtà fondamentale. Qualcuno che non è da considerare un abitante del nostro pianeta ci parla da millenni, ma oltre le parole vi sono anche dei fatti. Riferendomi alle esperienze dei personaggi medievali, non credo sia illecito supporre un intervento extraterrestre che oggi definiremmo un incontro ravvicinato del 3° o 4° tipo, mirato soprattutto ad interferire nella sfera psicologica e istituzionale degli uomini, a scopo di favorirne l’evoluzione.

Excalibur e il potenziale umano

In questo senso, Excalibur è la spada che conduce, tramite un doloroso cammino, alla comprensione della vera natura della nostra esistenza. La roccia, raffigurante la materia prima indifferenziata, è quindi simbolo del potenziale che giace incompreso in noi e che prima o poi dovremo evidenziare. Considero inoltre Excalibur una prima tappa evolutiva, e mi auguro che la seguente sia meno dura. Vi propongo in conclusione un testo di un poeta britannico del 19° Secolo, William Blake:

"E un tempo questi piedi non hanno forse camminato sulle verdi colline d’Inghilterra? E il Santo Agnello non è stato forse visto saziarsi sui suoi opulenti pascoli? E non era qui forse, sopra le nubi di questi colli che la Grazia di Dio splendeva più luminosa? E Gerusalemme non è stata costruita qui, in mezzo a questi mulini infernali? Portatemi un arco d’oro incandescente! Portatemi le frecce del mio desiderio! Portatemi la lancia, oh nubi squarciatevi! Portatemi il mio carro di fuoco! Io non desisterò dai miei sforzi, e la spada non mi cadrà dalle mani finché Gerusalemme non sarà stata ricostruita sui verdi e fertili prati d’Inghilterra!"

crop-circles

scheda22_02.jpg (4771 byte)Che cosa si può dedurre da questi crop circles? Se lo sono chiesti diversi studiosi e cereologi, tra cui l’ingegnere elettrotecnico britannico Colin Andrews, l’ingegnere elettrotecnico Pat Delgado, che ha lavorato per anni per l’aeronautica militare inglese e per la NASA come esperto missilistico, il pilota civile Busty Taylor, l’ingegnere Thomas Roy Dutton, capo del settore ricerca della British Aerospace, nonché l’antropologo ed ufologo tedesco Michael Hesemann. Questi ed altri giungono alla stessa conclusione: i cerchi sono opera di un’intelligenza non umana, la cui natura ci è ancora ignota. Ecco alcune caratteristiche dei pittogrammi:

  1. La maggior parte dei cerchi rappresenta figure geometriche di notevole precisione, dalla forma circolare, ad anello, ellittica o quadrangolare. C’è una netta definizione fra il grano piegato e quello ancora ritto, e solo in pochi casi i cerchi oltrepassano i confini del campo.
  2. Appaiono per lo più sui campi di grano ed orzo, a volte in quelli di colza, avena e sull’erba alta da foraggio, per lo più tra maggio e settembre, quando le spighe hanno raggiunto una certa altezza.
  3. Al momento della scoperta di un cerchio, gli steli delle spighe risultano dolcemente piegati in intrecci o ramificazioni, mai spezzati o danneggiati, e in genere continuano a crescere in posizione orizzontale fino a completa maturazione
  4. Nelle spighe prelevate dai cerchi i nodi degli steli sono più grossi di quelli delle spighe rimaste in piedi nel campo, mentre i chicchi delle spighe risultano deformati, al contrario di quelli del restante raccolto.
  5. Le direzioni possono essere in senso orario, antiorario, centrifugo, rettilineo, a svastica, composito e altre, ma sempre precisi matematicamente e geometricamente.
  6. I cerchi singoli e le composizioni sono posti parallelamente alla conformazione del terreno o ai solchi lasciati dall’aratro, si formano di notte e quasi sempre in assenza di testimoni oculari. I campi che hanno già impressi dei cerchi vengono rivisitati per deporne altri o per completare quelli esistenti, e come luogo scelgono di preferenza zone nelle immediate vicinanze di località preistoriche o di tumuli funerari.
  7. E’ straordinaria la varietà sia dei disegni che delle composizioni; il diametro dei cerchi va da un minimo di 1,5 metri a un massimo di 60 metri, la lunghezza delle formazioni dai 14 ai 200 metri, e la loro complessità è aumentata tra il 1978 e il 1992.
  8. In alcuni casi si sono avuti avvistamenti di UFO poco prima o contemporaneamente alla formazione dei cerchi, vengono avvertiti insoliti rumori, sui nastri magnetici sono registrati ronzii e rombi di cinque kilohertz. Sul posto rimangono energie residue, che possono essere localizzate dai rabdomanti (bombardamenti da microonde, radioattività).

Dalle reazioni e discussioni dei ricercatori del fenomeno risulta quasi unanime l’opinione che si tratti di tentativi di comunicare con il genere umano e di indirizzarlo in una precisa direzione, da noi non ancora pienamente afferrata.

Di seguito le immagini di 2 bellissimi pittogrammi.

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