12° SIMPOSIO MONDIALE A SAN MARINO, 19-21 MARZO 2004
UFO FRA PASSATO E PRESENTE
di Candida Mammoliti

Gentili Signore e Signori

scheda23_01.jpg (21811 byte)UFO fra passato e presente, il tema di questo simposio, ci porta indietro nel tempo, alla ricerca delle nostre radici e della nostra storia antica, che in ufologia ha un nome: "paleoastronautica".

È questo il termine usato dai ricercatori nell’ambito ufologico, quando tracce, reperti d’arte rupestre e documentazioni archeologiche riconducono ad una conoscenza scaturita dal mito degli "DEI", venuti dal cielo ad istruire l’uomo sulla via dello sviluppo tecnico, sociale e culturale. Questo diviene più che un indizio, nel momento in cui i testi pervenutici dalle antiche civiltà del pianeta, esprimono tutti una simile realtà, a ricordarci che gli "DEI" vennero dal cielo.

C’era una volta...così noi spesso ci esprimiamo con semplicità, quando vogliamo introdurre il racconto di eventi passati ed è grazie a semplici e anonime persone che l’ufologia oggi può avere migliaia di testimonianze, che permettono a tutti gli studiosi del fenomeno di redigere statistiche e metodologie di ricerca. Insostituibili, i testimoni rappresentano un patrimonio d'enorme valore. Essi si contrappongono all’occultamento del fenomeno UFO messo in atto da quasi tutti i governi sul nostro pianeta.

Occultamento e smentite sono gli strumenti messi in atto quando si vuole assolutamente escludere e rimuovere dal presente e dal passato qualcosa di molto importante, per esempio, l’inquietante presenza sulla Terra di una civiltà esterna al nostro pianeta, negando la possibilità che essa abbia interagito nel nostro sviluppo, partendo da quello della mitica Atlantide.

Non esiste una concreta e determinata datazione dell’inizio del fenomeno UFO nel passato, ma, per mezzo della paleoastronautica e dei suoi sostenitori, è stato possibile raccogliere una vasta documentazione, che ogni giorno si arricchisce di nuovi elementi. Archeologi, geologi, scienziati e ricercatori sono oggi all’opera per gettare un fascio di luce sul nostro remoto passato ed affrontando con serietà un tema spinoso come questo, anche se il loro operato è ancora poco considerato dalla scienza ufficiale e non aspettandosi molto da essa.

Desidero ora riportare una serie di tracce, indizi e elementi raccolti in tempi diversi e in luoghi distanti l’uno dall’altro, partendo da alcune ricerche fatte dallo scrittore svizzerotedesco Erich Von Daeniken.

Nel 1938, nella regione tibetana di Bayan Kara Ula, ai confini con la Cina, furono rinvenute all’interno di una caverna una serie di tombe e di dischi di granito, dal diametro di mezzo metro. Lo scopritore, l’archeologo cinese Chi Pu Ti, constatò che le tombe contenevano degli scheletri di piccole dimensioni con la particolarità di possedere dei grandi crani, non in rapporto con le dimensioni del resto dello scheletro. Accanto ad essi vi erano dei dischi in pietra, circa 700, coperti da geroglifici. Il professor Tsum Um Nui, curò la traduzione di tali incisioni. Il risultato è stato sorprendente. Vi si narrava di strani esseri discesi sulla terra ben 12000 anni fa. L’incontro con gli indigeni, vi si narra, fu molto difficile. Si noti la datazione, questa data ricorre con frequenza ed è assoggettata alla civiltà di Atlantide.

scheda23_02.jpg (23874 byte)Certamente l’antico Egitto rappresenta una fonte di grande importanza, nel momento in cui una serie di studiosi fa risalire la costruzione della Sfinge a ca. 15000 anni fa, in totale assenza di qualsivoglia tecnologia. Ricordiamo, che in merito alle piramidi egiziane non vi sono ancora delle certezze assolute sulle modalità della loro costruzione ed è comunque più che discutibile il fatto, che, in assenza della ruota come elemento di trasporto, gli egiziani abbiano utilizzato, massacrandoli, centinaia di migliaia di schiavi per realizzarle. Sono molti gli indizi che fanno supporre un legame tra l’antico Egitto e visitatori extraterrestri. Nel 1992 l’archeologo Howard Carter scoprì la tomba del mitico faraone Tutankhamen. Insieme a reperti di inestimabile valore, spiccavano le figure di due piccole mummie dalle dimensioni fetali. Una era sicuramente un feto mummificato, ma la seconda mummia, avvolta in bende sacre, non presentava una morfologia umana o meglio, terrestre.

L’essere aveva una gabbia toracica più larga ed alta della nostra, braccia e dita erano insolitamente lunghe, il viso terminava a punta, con zigomi sporgenti, il naso e la bocca erano minuscoli, la testa aveva la forma di "una pera rovesciata". Questo identikit corrisponde in molti dettagli alla casistica delle EBE, definite spesso "i Grigi". Misteriosamente la mummia andò persa durante il suo trasferimento al Cairo, unitamente a un gran numero di foto.

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L’ipotesi aliena è presente in tutta la storia dell’antico Egitto. Le autorità del Cairo si sono mostrate in diverse occasioni reticenti a fornire permessi di studio sulla Sfinge e sulla zona adiacente ad archeologi coraggiosi e pertanto non ortodossi, quali John West e Robert Bauvall. Questi fanno risalire l’esistenza della Sfinge a 15000, e delle tre piramidi di Giza a 12000 anni orsono. Robert Bauval assieme ad Adrian Gilbert ("Il mistero di Orione" ed. Corbaccio 1997) sostengono, che lo schema stellare della costellazione "Orione" attorno al 10400 a.C., era rispecchiato a terra dalle piramidi.

Analogie astronomiche di questo genere sono state riscontrate nella costruzione dei templi di Angoorvat in Oriente e nelle costruzioni realizzate dalle civiltà precolombiane. Mitiche e perdute civiltà e presenze aliene si intrecciano fino a divenire parte non scindibile della nostra storia. Di Atlantide ne parlò già Platone, in "Timeo e Crizia". In questi dialoghi, vengono riportate le rivelazioni fatte a Solone dai sacerdoti egizi di Sais.

scheda23_04.jpg (24941 byte)scheda23_05.jpg (28834 byte)Numerose sono le incisioni rupestri. Nella regione del Tassili in Africa, sono stati rinvenuti dei pittogrammi, sui quali sono visibili disegni di esseri con scafandri.

Nella grotta di Fergana in Russia, una pittura rupestre mostra un "essere" con casco e guanti. Nella mano stringe un disco, recante una serie d'iscrizioni, paragonabili al nostro "alfabeto morse". Alle sue spalle, si può notare chiaramente un disco volante in volo, a terra vi è una figura simile ad un astronauta. Potessimo confermare con certezza d'autenticità a questa pittura, potremmo fornire la prova definitiva della presenza d'astronavi e astronauti extraterrestri nella nostra antichità.

Un’altra incisione, datata a ca. 7000 anni orsono, ci proviene dalla baia delle "fiamme enigmatiche" in Giappone. Essa riproduce fedelmente la figura di un aereo-razzo con ali.

Nel papiro di Tulli (1425 a.C.) vengono descritte numerose apparizioni di "cerchi di fiamme più splendenti del sole ed in volo sui quattro pilastri del cielo". Nel "libro dei morti degli antichi egizi" (una raccolta di papiri), un’immagine raffigura chiaramente un globo di fuoco che scende dal cielo ed atterra, mentre il faraone si getta in ginocchio chiedendo pietà al "Dio venuto dal cielo". Così come il Dio "Horus" viaggiava all’interno di un oggetto volante, che gli permetteva di vigilare sugli uomini (l’occhio di Horus).

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Pitture aborigene australiane ci presentano raffigurazioni simili a quelle africane e russe.
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Misteriosi oggetti in oro ritrovati in antiche tombe colombiane riproducono nella forma nostri aerei attuali. Tra questi è particolarmente rimarchevole quello chiamato "l’aereo di Bogotà" , che ora si trova presso la Banca Nazionale di Columbia. Lungo 5 cm, ripropone con le caratteristiche ali, l’aerodinamica dei moderni caccia ad "ali delta". Queste sculture sono state definite da diversi ricercatori di paleoastronautica e dall’Areonautical Institute di New York, dei modellini in scala di aerei a reazione.

Secondo Von Daeniken, creature extraterrestri ritenute dai popoli antichi divinità, contribuirono a più riprese allo sviluppo delle civiltà terrene. Il ricordo deformato di questi visitatori e colonizzatori sopravvive in molte tradizioni e culture, in cui si parla dei "Fondatori", ad esempio di Iside e Osiride a Tebe, delle "Potenze " nei testi Indù, dei Malachim nei testi dei Sumeri.

I Vangeli Apocrifi e diversi passaggi delle nostre Sacre Scritture, si noti la descrizione del profeta Ezechiele del "Carro glorioso e luminoso del Signore", possono aprire nuove prospettive nell’interpretazione degli antichi testi e dei loro messaggi. Ricordiamo anche i Tachies presso gli Etruschi, i Kappas giapponesi, anche in questi casi si tratta di viaggiatori spaziali.

Gli dei "Nommo", provenienti dalla costellazione Sirio, insegnarono alla popolazione dei Dogon, che vive nella Repubblica africana del Mali, che Giove ha i satelliti, la Luna è un pianeta spento, Saturno ha gli anelli e che il sistema stellare di Sirio ha una terza stella, Sirio B, conoscenze, queste ultime, conquistate solo di recente dagli scienziati moderni.

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La descrizione del profeta Ezechiele del "Carro glorioso e luminoso del Signore".

Il geologo e archeologo Angelo Pitoni ha compiuto diverse spedizioni nella zona della Sierra Leone, situata fra la Guinea e la Liberia, e racconta: "In un giacimento alluvionale, a 12 m di profondità, dove erano venute alla luce delle singolari pietre, che dalle analisi sembravano essere di materiale artificiale, sono state trovate delle statue raffiguranti uomini dalla testa grande, sproporzionata rispetto all’esile corpo, e dagli occhi sporgenti. La gente chiama ancor oggi questo luogo "Nomoli"". È evidente l’analogia con i "Nommo" dei Dogon. La datazione di queste statue si può far risalire a 11000 -12000 anni fa.

Ed infine chi non le ricorda, le misteriose creature come fate, elfi, nani, giganti ed altre figure magiche delle leggende popolari, esseri di un mondo antecedente al nostro, che hanno fatto parte della nostra infanzia. Per molti di noi sono state figure reali, come i bambini del vicinato, con cui giocavamo.

Da quando siamo diventati adulti però, abbiamo accantonato questo tipo di realtà e forse ce ne ricordiamo solo per raccontare delle fiabe ai nostri figli. Da quei giorni, fate ed elfi sono usciti per sempre dal nostro quotidiano, anzi ne sono stati scacciati.

Per le generazioni dei secoli passati, o meglio, dei millenni scorsi, le cose non stavano così. Crescevano, vivevano e morivano credendo fermamente al "piccolo o grande popolo misterioso", formato da esseri invisibili, che si pensava popolassero i boschi ed i monti e che, di tanto in tanto, si facevano anche vedere. Solo agli inizi del Rinascimento, la Chiesa riuscì ad opprimere queste convinzioni popolari.

Sarà forse per questo che, dopo tanta repressione e noncuranza, oggi premono con forza ai confini del nostro mondo, adeguandosi alle attuali tecnologie, esigenze e fantasie dell’uomo moderno. Questi esseri ci sono stati descritti talvolta come creature amabili e pronte ad aiutarci, in altri casi, come esseri crudeli ed orribili da vedersi.

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Sirio B, la terza stella del sistema stellare di Sirio.

Si conoscono numerose leggende e fiabe di elfi e fate, ma la maggior parte proviene dall’Irlanda, dall’Inghilterra e dalla Scozia. "Le trame originarie che si tramandano da secoli devono essere antichissime", osserva il filologo Martin Lopelmann. I più antichi manoscritti irlandesi giunti fino a noi risalgono al IX secolo e, pertanto, possono dirsi davvero impressionanti. In effetti, tutte le leggende riguardanti "il piccolo popolo" hanno origine nel mitico periodo storico che precede la nascita di Cristo.

Dal passato al presente.

Oggi, nonostante la frenesia dei nostri giorni, questi misteriosi esseri e le loro astronavi continuano a solcare i nostri cieli, pazientemente e spesso con molta discrezione, quasi a dirci, che ci sono ancora, ma che non vogliono disturbarci, distoglierci troppo dalla nostra quotidianità.

Ma a qualcuno di noi, forse a quelli un po’ più sensibili e mentalmente aperti, è ancora possibile carpire briciole della loro presenza.

È ciò che è accaduto recentemente nel Canton Ticino, avvistamenti UFO, vissuti da una mezza dozzina di testimoni, di cui vi riporto una fedele ricostruzione dei fatti:

scheda23_12.jpg (6079 byte)Nella prima settimana di questo mese veniamo contattati da una signora di Novazzano, località situata al confine con l’Italia, che ci descrive un suo avvistamento UFO: "Il 2 di marzo, alle ore 21.30, mi trovavo in giardino con il mio cane, quando la mia attenzione è stata attratta dal cielo, dove ho notato una grande "palla", quasi della stessa dimensione della luna piena, di color bianco-freddo ma molto luminoso. Attraversava il cielo ad alta velocità, ad un’altezza difficilmente precisabile e lasciava dietro di sé una scia luminosa. L’ho vista per pochi secondi, poi è sparita dal mio campo visivo. Era troppo grande per essere una meteorite." E nemmeno un bolide aggiungiamo noi, poiché non siamo a conoscenza di bolidi perfettamente sferici di color bianco-freddo. Il colore e la forma di un bolide è quello di massa stellare entrata in combustione entrando nella nostra atmosfera.

Il giorno seguente, un altro testimone ci segnala l’avvistamento di una "luce velocissima e bianchissima" vista sfrecciare nel cielo il 3 di marzo alle 19.07 nelle vicinanze del Monte Nara nel Sopraceneri, quindi a nord rispetto all’avvistamento avvenuto a Novazzano.

Facendo una divulgazione via radio, un giovane ci invia un e-mail, descrivendo lo stesso oggetto notato dalla testimone di Novazzano, avvistato il medesimo giorno, il 2 di marzo, alle 21.00 nel cielo sopra Breganzona vicino a Lugano a una trentina di chilometri a nord di Novazzano. Pochi istanti dopo ce ne perviene un altro da un’altra persona, che ci descrive "una specie di palla infuocata di color giallo con contorno rosso, che lasciava una scia di scintille luminose", vista anch’essa a Breganzona il 2 di marzo alle 21.00.

Qualche giorno dopo mi scrive via posta elettronica un amico, dicendomi che l’8 di marzo, al rientro dalla partita di Ice-Hockey alle ore 23.07, sul tratto autostradale tra Airolo e Bellinzona, scorge nel cielo un "oggetto volante molto grande e luminoso, di grandezza come la luna piena", muoversi ad alta velocità, fatto confermato da un’altra testimonianza data da altre due persone che, come il mio amico, si trovavano sullo stesso tratto autostradale e rincasavano dopo aver visto la stessa partita. Il loro avvistamento è avvenuto sull’autostrada all’altezza della località Castione alle ore 23.06, quindi esattamente un minuto prima. Il loro oggetto viene descritto come una grande sfera bianca e luminosissima, avente un contorno verde, lasciava una scia di luce e l’hanno vista precipitare verso il basso. Fosse stato un bolide, avrebbe dovuto schiantarsi a suolo, cosa non avvenuta, e comunque, avessimo voluto ritenere tutti questi oggetti semplicemente della "massa stellare cadente", si sarebbe indubbiamente trattato di un gran traffico di meteoriti e bolidi avvenuto in pochi giorni nel cielo ticinese!

Alla luce di quanto scaturisce dalle indagini qui esposte e dalle molte altre fatte, è dunque più che lecito supporre, che gli UFO ed i loro possibili occupanti facciano parte sin dai tempi più remoti della nostra realtà e che ci abbiano accompagnati attraverso tutta la nostra storia.

Oggi, noi tutti qui siamo riuniti per testimoniare questi fatti, per informare e divulgare in modo disinteressato ciò che ufficialmente dovrebbe essere portato a conoscenza della popolazione, permettendole di integrare conoscenze storiche, culturali e spirituali che sono di diritto comune e necessarie per favorire lo sviluppo degli individui.

Forse, così facendo, si aprirebbero nuove vie di comunicazione tra gli uomini, basate su un senso civile di equità e non di sopraffazione e violenza, come tutti i giorni siamo costretti a constatare. Considerando che non siamo soli nell’universo, che non lo siamo mai stati, si aprirebbero forse di nuovo le "porte dei cieli", rendendo infine palese sul nostro pianeta la nostra origine universale e la nostra comunione con l’immenso Creato.

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