Giove - Dalla nascita ad oggi

Se Giove fosse diventato un Sole forse si sarebbero formati altri pianeti di tipo "terrestre", oltre a quelli conosciuti, adatti ad ospitare la vita

La formazione di Giove è stata piuttosto turbolenta, come del resto per tutti gli altri pianeti: la forza di gravità addensava il materiale cosmico fornito dalla nebulosa solare, Giove cominciava ad assumere la forma sferica, diventava sempre più grosso e il suo interno sempre più caldo. Gli astronomi hanno calcolato che quando il materiale si esaurì, il neonato pianeta aveva un diametro dieci volte più grande di quello attuale, una temperatura centrale di cinquantamila gradi (oggi trentamila) ed una luminosità pari all'uno per cento di quella del Sole. Aveva tutte le carte in regola per diventare una stella, cioè un secondo Sole. Invece la massa non è stata sufficiente, cominciò a raffreddarsi e dopo dieci milioni di anni il pianeta si rimpicciolì fino alle sue attuali dimensioni. La sua luminosità così è man mano diminuita e dopo milioni di anni Giove emetteva solamente un centomillesimo della radiazione solare, oggi soltanto un decimilardesimo.

Oggi Giove è un pianeta gassoso dal cuore di roccia. Al telescopio non è possibile osservare la parte solida, che rimane avvolta nella coltre dello strato gassoso. Uno strato che non fa parte dell'atmosfera ma del pianeta stesso. La densità di Giove infatti aumenta spostandosi verso il centro (come succede, per esempio, ai cioccolatini che hanno al centro una nocciola) e l'inizio dell'atmosfera viene convensionalmente fissata in quello strato in cui la pressione si aggira intorno ai 10 bar. La composizione di Giove è molto simile a quella del Sole: 10% di elio e 90% di idrogeno (nel Sole i valori sono 11% e 89%). Sono presenti anche quantità minime di vapore acqueo, metano, neon, acido solfidrico e cianidrico. Le nubi fluttuanti sono cirri (cioè nubi alte dall'aspetto filamentoso), che avvolgono il pianeta in una coltre impenetrabile e sono formate da ammoniaca e idrosolfuro di ammonio. Su Giove spirano venti fortissimi, che raggiungono anche i 640 chilometri all'ora. Le grandi strisce che appaiono al telescopio solo la manifestazione di questi spostamenti di masse gassose. Inoltre le piccole differenze in composizione chimica e temperatura fanno sì che queste bande si colorino in modo diverso, donando al pianeta un aspetto striato. probabilmente la minima presenza di composti dello zolfo è responsabile del colore giallo, rosso e marrone. Quel che è certo è che i colori cambiano con l'altitudine delle nuvole: più in basso si osservano strisce bluastre, seguite da marroni e bianche, per chiudere con il rosso.

La turbolenza dell'atmosfera sembra confermare l'ipotesi che i venti trovino la loro forza non tanto nell'energia proveniente dal Sole quanto da una fonte interna del pianeta. Giove, infatti, in termini di energia ricevuta dal Sole, spende molto più di quello che guadagna. Gli scienziati non conoscono ancora quale fisica e chimica consentano a Giove di mantenere un "tenore di vita" così alto ma l'ipotesi più accreditata è quella che considera il cosiddetto meccanismo di Kelvin-Helmholtz. In pratica il pianeta produce calore al suo interno grazie alla lenta compressione del pianeta su se stesso. La forza di gravità attira la massa del pianeta verso il centro, la cui temperatura è stata stimata intorno ai 30'000 gradi centigradi. Questa auto-pressione riscalda il materiale interno, consistente in idrogeno metallico (uno stato particolare dell'idrogeno in cui elettroni e protoni non sono legati fra loro). Gli strati superiori più caldi poi tendono ad andare verso la superficie, dove influenzano la complessa situazione meteorologica del pianeta.

Il pianeta più grande del sistema solare vanta anche la rotazione più veloce di qualsiasi altro pianeta: una giornata su Giove, quindi, sarebbe decisamente stressante, dovremmo svegliarci, pranzare, lavorare, cenare e dormire in meno di mezza giornata terrestre! Un punto situato sull'equatore di Giove percorre 45'000 chilometri in un'ora, descrivendo un giro completo su se stesso in quasi 10 ore (un punto sull'equatore terrestre si muove a 1670 chilometri all'ora descrivendo un cerchio completo nelle familiari 24 ore). Non è possibile fornire un valore preciso per tutto il pianeta perchè essendo soprattutto una palla gassosa, il movimento non è uniforme come quello che, per esempio, caratterizza la Terra. La fascia equatoriale ha, infatti, una rotazione più breve di quella del resto del pianeta, di circa cinque minuti. Una rotazione così rapida è la responsabile del forte schiacciamento ai poli e dell'ingrossamento all'equatore. Come già venne osservato nel 1691 da Gian Domenico Cassini che, con il suo telescopio, notò che Giove non si presentava come un disco, come accadeva per il Sole o la Luna, ma come un'ellisse quasi perfetta. Mercurio, Venere o la Terra ruotano molto più lentamente, infatti, e non hanno uno schiacciamento così evidente. Il Sole, pur ruotando con una certa velocità, invece, ha una forza gravitazionale così intensa da non permettere all'equatore di "gonfiarsi" durante la rotazione. Giove ha un parametro di schiacciamento pari a 0,062 (se fosse una sfera perfetta il valore sarebbe 1) ed è 19 volte quello della Terra. Ecco perché fin dalle prime osservazioni gli astronomi hanno potuto dedurre che il grande pianeta compisse delle rotazioni al proprio asse in modo particolarmente rapido.

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