Giove - L'occhio rosso del ciclope

Il cielo di Giove non è capriccioso come quello terrestre: da noi le perturbazioni cambiano forma nel giro di minuti e di ore ed un eventuale astronomo extraterrestre vedrebbe la nostra atmosfera in continua evoluzione. Su Giove invece le nubi possono permanere nell'atmosfera per anni, cambiando di pochissimo la loro forma. Come la Grande Macchia Rossa, ovale e grande due volte il nostro pianeta. Le osservazioni all'infrarosso, tenendo conto della direzione di rotazione della macchia, indicano che questa è una regione ad alta pressione, le cui nubi superficiali sono particolarmente alte e fredde rispetto a quelle della regione circostante.

giove_occhio.jpg (19386 byte)La Grande Macchia Rossa dunque è un gigantesco uragano, che ha il vezzo di darsi un tocco di colore più o meno intenso nel corso dei secoli. Nel 1878 divenne piuttosto appariscente, di un colore rosso mattone, tanto che un mediocre telescopio poteva scorgerla facilmente, mentre negli anni '50 scomparve quasi completamente, per poi tornare a colorarsi di un rosa vivace nel 1961, colore che ha mantenuto fino ad oggi. La longevità di questo fenomeno della meteorologia gioviana è ancora un mistero ma sembra dovuto alle sue eccezionali dimensioni, anche se le ultime osservazioni fanno sospettare che il fenomeno non durerà per sempre.

Un'altra peculiarità di Giove è la presenza di un anello che fu scoperto dal Voyager 1 alla fine degli anni '70. Un anello formato da piccole particelle solide in orbita attorno all'equatore, invisibili dalla Terra. Probabilmente queste particelle sono frammenti di roccia scura, dalle dimensioni simili ai granelli di polvere che fluttuano all'interno di una stanza. La parte più luminosa dell'anello blocca meno dello 0,1% della luce che attraversa, quindi è praticamente trasparente. Il Pioneer 11 attraversò l'anello nel 1974 senza accorgersi della sua presenza. Tali briciole sono così minuscole che la camera della sonda Voyager riusciva a vederli quando li riprendeva in modo che fossero illuminati dal Sole ma da dietro, in modo cioè da osservarne la luce diffusa e non quella riflessa.

Questi detriti compiono giri completi attorno al pianeta in 5-7 ore ma non sono stabili: le particelle tendono a cadere verso la superficie di Giove. Apparentemente l'anello può contare su un continuo rifornimento di materiale grazie alla polvere proveniente dai satellidi Adrastea e Metis, che percorrono le loro orbite attraversando la regione occupata dall'anello oppure, e sembra più probabile, è l'attività vulcanica di Io a mantenere l'unico anello di Giove.

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