Giove - I satelliti

Io, il più particolare tra i corpi del sistema solare. I suoi vulcani ancora attivi danno luogo a spettacolari eruzioni.

La notte del 7 gennaio 1610 Galileo Galilei (1564-1642) rivolgeva lo sguardo verso il cielo e scopriva, grazie al cannocchiale di sua invenzione, che Giove aveva quattro oggetti nelle sue immediate vicinanze. Da allora vengono indicati genericamente come "satelliti galilaiani" ed i loro nomi (Io, Europa, Ganimede e Callisto) furono proposti dall'astronomo Simon Marius (1570-1624), un contemporaneo di Galileo che tentò invano di "rubare" l'onore della scoperta. In seguito Keplero si riferì a queste lune chiamandole satellites, un termine latino che descrive quelle persone che gravitano (è il caso di dirlo) attorno ai più potenti, nella speranza di ottenerne i favori.

Io, il più vicino tra i satelliti galileiani, dista dal centro di Giove quasi mezzo milione di chilometri (approssimativamente la stessa distanza che c'è fra il centro della Terra e la Luna); di un colore arancione brillante, la sua superficie è coperta di zolfo e la sua caratteristica principale è di possedere almeno otto vulcani in attività, che nascondono con le loro colate le tracce di crateri meteoritici. Io impiega soltanto 1,77 giorni per girare intorno a Giove: ben poco rispetto ai 27,32 giorni che la Luna impiega per fare un giro intorno alla Terra. Lungo il percorso orbitale di Io vi è una nube di sodio, che emette una luce gialla, simile a quella dei lampioni stradali. Probabilmente la nuvola viene "espirata" da un deposito di cloruro di sodio (il comune sale da cucina) presente sulla superficie del satellite.

Ganimede il più grande non è completamente roccioso ma ha uno spesso mantello di ghiaccio, comprendente metano, ammoniaca e acqua. I satelliti conosciuti sono sedici, gli ultimi tre Adrastea, Metis e Tebe, sono stati scoperti tra il 1979 ed il 1980.

Fotografie: Callisto (60 kb)

giove_satelliti_europa.jpg (8344 byte) Europa.
L'aspetto è quello di una sfera biancastra, dalla superficie completamente ghiacciata e priva di vulcani. Sono stati identificati soltanto tre crateri, nessuno dei quali ha un diametro che superi i 20 chilometri. Forse possiede un nucleo roccioso avvolto da una crosta di chiaggio dello spessore di 100 chilometri.
giove_satelliti_callisto.jpg (5859 byte) Callisto.
Al telescopio si presenta come il meno luminoso dei quattro satelliti galileiani. La sua crosta è definita come uno strato di "ghiaccio sporco" e dovrebbe avere uno spessore di 200-300 chilometri. La sua superficie è molto craterizzata ma queste "lesioni" sono poco profonde.
giove_satelliti_ganimede.jpg (6929 byte) Ganimede.
E' il più grande dei satelliti nel sistema solare. Composto da una mistura equivalente di acqua e roccia, la sua superficie è caratterizzata da macchie scure mescolate a zone più chiare. Le prime sono costituite dal materiale più antico. La crosta ghiacciata forse si estende in profondità per meno di 100 chilometri.
giove_satelliti_io.jpg (6959 byte) Io.
Di colore arancio brillante, è caratterizzato da un'intensa attività vulcanica. Probabilmente al di sotto di un solo chilometro di roccia solida potrebbe esserci un "mare" di zolfo e di anidride solforosa dello spessore di 4 chilometri. L'intenso calore sfuggirebbe allora sotto forma di lava, con violente eruzioni gassose di anidride solforosa.

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