Mercurio - Un cratere di 1300 chilometri
Crateri, scarpate, oceani di lava solidificata: Mercurio, per quanto vicino, rimane ancora in gran parte un mistero
Il fatto di non avere una protezione da parte di un'atmosfera, rende Mercurio un
pianeta vulnerabile agli attacchi di rocce e granelli di polvere che, durante il loro
viaggio nello spazio, vanno a collidere contro la sua superficie. Gli impatti sono molto
violenti: la velocità con cui viaggiano i proiettili cosmici si somma alla rapidità con
cui il pianeta si muove attorno al Sole, la cui forza di gravità lo costringe a muoversi
molto rapidamente.
La maggior parte degli oggetti colpisce Mercurio alla velocità di 30 chilometri orari ma
sono possibili valori quattro volte maggiori. Ed è un corpo dal diametro probabile di 100
chilometri che, entrando in collisione con Mercurio, ha formato il Bacino Caloris, il più
grande cratere conosciuto. Ha un diametro di 1300 chilometri (più del 25% del diametro
del pianeta) e la sua profondità raggiunge i 9 chilometri, un abisso paragonabile a
quello dei grandi oceani presenti sulla Terra. L'onda d'urto dell'impatto che ha portato
alla formazione di Caloris si è trasmesso fino alla zona diametralmente opposta, formando
quello che oggi si chiama "terreno bizzarro", una piccola porzione della
superficie di Mercurio che non è mai stata osservata su nessun altro pianeta. E' formata
da massi e rilievi mescolati alla rinfusa, distribuiti in catene o formanti campi isolati.
Quando si formò il Bacino Caloris, le onde d'urto cariche di energia si trasmisero per
tutto il pianeta, fino a quando raggiunsero il punto opposto, determinando un immane
terremoto che portò alla formazione del "terreno bizzarro".
Ma Mercurio presenta anche zone lisce, non solo all'interno di Caloris ma anche su diversi altri punti della superficie planetaria. Essi sono molto probabilmente oceani di lava solidificata.
CUSI - Centro Ufologico della Svizzera Italiana