Terra - Il suolo lunare

Il cielo è nero, non ci sono mirabili tramonti sul nostro "magico" satellite, che non può permettersi un'atmosfera come la terrestre

Oggi è noto che la Luna è composta da materiale roccioso, eruttato in enormi quantità dai vulcani, la cui attività è terminata circa tre miliardi di anni fa. L'infanzia della Luna, infatti, è del tutto simile a quella degli altri pianeti di tipo terrestre: era fusa nelle grandi profondità e i suoi vulcani eruttavano enormi cascate di magma. Poi grossi asteroidi andarono a schiantarsi in questo infernale scenario, creando bacini che in un secondo momento vennero riempiti di lava. Oggi solo le cupole (o domi), le colline tondeggianti che sembrano piccoli vulcani a scudo, testimoniano il passato vulcanico della Luna. I rilievi hanno forme diverse e hanno altitudini che superano anche i 9000 metri.

Tutte le rocce dunque si sono originate da processi avvenuti grazie alle alte temperature e praticamente senza la presenza di acqua. I basalti sono rocce di lava che riempiono i mari, le zone ampie e scure che, nei giorni successivi all'invenzione del telescopio, vennero scambiati per oceani e quindi vennero chiamati "mària". Dal punto di vista chimico e minerale, le rocce sono simili a quelle terrestri di natura eruttiva (lava). Gli altipiani lunari contengono le rocce a bassa densità e si sono formati circa 4 miliardi e mezzo di anni fa, quando la "crosta di feldspato" venne sbriciolata e costretta a galleggiare su un oceano di magma, che coprì la Luna per uno spessore di molte decine di chilometri. A causa del continuo bombardamento di detriti provenienti dal cosmo, la superficie lunare non ha potuto sopravvivere in forma di roccia solida. Si è così generato una specie di terreno a "puzzle", cioè molto fratturato e compatto (breccia) dovuto agli impatti meteorici.

La superficie è ricoperta da pietrisco di rocce e polvere, chiamato "regolite lunare". Questo è formato da vari elementi: le terre alte sono ricche di anortositi, un silicio-alluminato di calcio, feldspato e olivina (cristalli di colore verde pallido di qualche millimetro di diametro. I crateri che costellano tutta la superficie lunare hanno due possibili spiegazioni: o sono buchi dalla forma a imbuto creati dalla caduta di meteoriti o sono dovuti all'attività vulcanica avvenuta durante la consolidazione della Luna. I crateri possono avere i diametri più diversi: da decine di chilometri per i più piccoli ai 240 per quelli più grandi, che vengono chiamati circhi.

Pare che sulla Luna non si trovino i resti delle meteoriti perché, in assenza dell'atmosfera e della sua azione frenante, la velocità di caduta è così elevata da vaporizzare la meteorite durante l'impatto. Il grande bacino scuro chiamato "Mare Imbrium" (Mare delle piogge) è formato da giganteschi crateri di impatto (100-150 chilometri di diametro), e fu riempito di lava 3,5 miliardi di anni fa. Oggi i mari sono distese piatte e ampie, ricoperte da polvere soffice, che si suppone sia stata lanciata dai crateri, caduta a distanza, rimescolata dai numerosi impatti delle meteoriti che hanno prodotto crateri minori e leggermente elaborata dal vento solare. La polvere dunque è un miscuglio di particelle provenienti da vari luoghi vicini e lontani. La parabola di lancio, infatti, può essere molto ampia a causa della bassa gravità. Vi sono frammenti di roccia simili ad alcune delle nostre rocce eruttive, in minor parte consistono di sostanze vetrose a forma irregolare di color arancio-verde.

La superficie delle rocce e i grani minerali sono stati indistintamente arricchiti di elementi chimici seminati dal vento costituito da radiazione solare. Ecco perché la Luna ha registrato 4 miliardi di anni della storia del Sole in modo stupefacente.

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