Terra - Come è oggi

Se potessimo riavvicinare i continenti come i tasselli di un gigantesco puzzle, i loro profili combacerebbero in gran parte

Le terre emerse sembrano le componenti di un gigantesco puzzle spezzettato: i contorni di quasi tutti i continenti si incastrano molto bene gli uni con gli altri. Fino a 220 milioni di anni fa, infatti, tutti i continenti erano uniti in un unico supercontinente chiamato Pangea, mentre il resto della superficie (Pantalassa) era sommerso dall'acqua. Il movimento degli strati sotterranei ha fratturato la Pangea, iniziando così la formazione dei continenti. Si pensi per esempio al perimetro occidentale dell'Africa e quello orientale dell'America Meridionale: è evidente che queste terre derivano da un unico continente (Gondwana) che milioni di anni fa ha iniziato la sua frammentazione e dalla quale hanno avuto origine, fra gli altri, l'Antartide, l'India, l'Australia ed il Madagascar. Partendo da queste osservazioni, si è sviluppata la teoria della "deriva dei continenti" o tettonica a placche: si è ipotizzato che la crosta terrestre sia suddivisa in zolle che galleggiano sulla parte superiore del mantello, che arriva fino ai 2900 chilometri di profondità, dove le rocce sono fuse ma subiscono pressioni così elevate da formare uno strato rigido come l'acciaio. Un po' come succede a dei pezzetti di pane che galleggiano in un pentolino pieno di sugo bollente, le zolle (spesse dai 75 ai 100 chilometri) si muovono e si scontrano.

Lungo i bordi delle zolle che una volta erano a contatto, infatti, si trovano fratture dalle quali fuoriuscirono fiumi di magma: così le zolle o si allontanano oppure vengono ingoiate dagli strati sottostanti. Quando un continente incontra una di queste zone turbolente, subisce un attrito così violento da piegarsi, dando luogo alle montagne. Alcune delle grandi catene montuose rappresentano così una specie di "cicatrice" che unisce due zolle: la catena dell'Himalaya per esempio rappresenta l'unione tra la zolla indiana e quella asiatica. Lungo i confini delle zolle le probabilità di terremoti e di eruzioni vulcaniche sono altissime, tanto è vero che le zone in cui sono più attivi i vulcani sono anche le più colpite da fenomeni sismici. Il pianeta con la crosta più attiva, infatti, è la Terra. Sulla Luna e Mercurio, per esempio, l'attività vulcanica e tettonica è del tutto terminata.

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CUSI - Centro Ufologico della Svizzera Italiana